Commissariato Appio a Roma: Gli Agenti di Polizia contro lo Stalking

Con il termine inglese stalking (derivante da “to stalk”, ovvero «fare la posta alla preda») vengono identificati gli atteggiamenti e comportamenti (cosiddetti atti persecutori) tenuti da un soggetto (chiamato stalker) nei confronti di un altro soggetto (vittima), mediante persecuzione e per generare paura ed ansia, compromettendo di conseguenza il normale svolgimento della vita quotidiana. Esempi di atti persecutori sono comportamenti invadenti, di intromissione, con pretesa di controllo, minacciando costantemente la vittima con telefonate, messaggi, appostamenti e ossessivi pedinamenti.

Nell’Art. 612 bis del Codice Penale relativo agli “Atti persecutori Stalking” si legge “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque reiteratamente, con qualunque mezzo, minaccia o molesta taluno in modo tale da infliggergli un grave disagio psichico ovvero da determinare un giustificato timore per la sicurezza personale propria o di una persona vicina o comunque da pregiudicare in maniera rilevante il suo modo di vivere, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da sei mesi a quattro anni“.

Per la consumazione del reato occorre dimostrare l’effetto che la condotta dell’aggressore ha avuto sulla vittima, che può essere di tre tipi, tra loro alternativi: un procurato “perdurante e grave stato di ansia e di paura”; un ingenerato “fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di una persona al medesimo legata da relazione affettiva”; una alterazione delle proprie abitudini di vita.

Come si procede contro lo Stalking
La vittima deve denunciare i fatti (querela) entro sei mesi dopo l’ultimo della serie di atti persecutori tenendo in conto che la querela è irrevocabile se si è in presenza di gravi minacce ripetute, ad esempio con armi ed è revocabile negli altri casi, ma la remissione può essere fatta solo in sede processuale davanti all’autorità giudiziaria al fine di garantire la libera determinazione della vittima. «Fino a quando non è proposta querela, la persona offesa può esporre i fatti all’autorità di pubblica sicurezza avanzando richiesta al questore di ammonimento nei confronti dell’autore della condotta». A seguito di una denuncia inizia il lavoro di indagine per identificare e accertare ripetitivi comportamenti invadenti e persecutori affinchè l’autorità di Polizia Giudiziaria (PG) possa procedere.

Si procede d’ufficio (ossia l’autorità giudiziaria si attiva per perseguire il colpevole), nei seguenti casi:

  • il fatto viene commesso nei confronti di un minore di età oppure di una persona con disabilità;
  • il fatto viene connesso con altro delitto per cui debba procedersi d’ufficio;
  • il soggetto sia stato già ammonito

Sono inoltre previste delle aggravanti e la pena è aumentata se:

  • il fatto è commesso dal coniuge anche legalmente separato o divorziato o da persona che sia stata legata da relazione affettiva alla persona offesa;
  • il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici;
  • il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità;
  • il fatto è commesso con armi o da persona travisata.

Oggi vogliamo riportare l’eccellenza degli agenti del Commissariato Appio, in Via Botero a Roma, che da oltre un decennio, con dedizione e costanza, combattono lo Stalking, con un particolare riguardo per il Sovrintendente Capo Coppola Giuseppe, di origine campana, con una carriera di 26 anni in Polizia (due anni in Piemonte, cinque a Pisa, due a Roma nel Commissariato Tuscolano e quindici anni a Roma nel Commissariato Appio) e l’Assistente Capo Angela Pellegrina, di origine friulana, con una carriera di 30 anni in Polizia (quindici anni tra Firenze e Prato e quindici anni a Roma nel Commissariato Appio). Un ringraziamento per il lavoro svolto a loro e tutti gli agenti impegnati per la tutela contro lo Stalking.

di Umberto Buzzoni

 

 

 

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