Brescia: arrestato per stalking

Non accettava la fine della relazione con la sua ex fidanzata tanto da arrivare a sequestrare la donna.

A Brescia, un cittadino nigeriano è finito in carcere, il 24 novembre, con l’accusa di sequestro di persona, stalking e lesioni personali, commessi ai danni della sua ex fidanzata, anche lei di origini nigeriane e residente in Italia da alcuni anni.

L’uomo, che non voleva rassegnarsi alla scelta della donna di interrompere la loro relazione sentimentale, aveva messo in atto nei confronti della vittima un atteggiamento persecutorio e violento, culminato, a metà ottobre, con il sequestro di persona. La ragazza, infatti, sotto la minaccia di un coltello, era stata costretta a seguire l’ex fidanzato nel suo appartamento e a rimanervi l’intera notte, durante la quale aveva subito insulti, percosse e m

L’indomani mattina era riuscita ad allontanarsi dalla casa e, incontrando una volantedella Polizia, aveva denunciato ai poliziotti la sua storia, facendo partire le indagini della Squadra mobile.

Comunque l’uomo, fino al suo arresto, aveva continuato a perseguitare la ex anche dopo che era venuto a conoscenza della denuncia a suo carico, anzi aveva anche tentato di costringere la vittima a ritirarla accompagnandola in questura.

fonte e foto polizia di stato

Caso di Stalking a Montecatini Terme, interviene la Polizia di Stato.

Visualizzazione di FotoPistoia1.jpgLa tormentava da tempo, ma è stato arrestato dalla Polizia Stradale di Montecatini Terme (PT), con l’accusa di stalking nei confronti della sua ex. Lui, 54 enne di Benevento, fisico palestrato,  non riusciva a togliersela dalla mente. Lei, 32 anni, originaria della provincia di Lucca, lo aveva conosciuto in una palestra vicino Pistoia, dove lui era istruttore.

L’uomo non riusciva a darsi pace per quella relazione finita due anni fa, voleva a tutti i costi ricucire il rapporto con lei. Si erano frequentati per alcuni mesi, poi la donna aveva deciso di troncare il legame. Ma lui non si era mai dato per vinto.

La tallonava dappertutto, comparendo all’improvviso sotto l’ospedale dove lei lavorava o i negozi ove si recava per fatti suoi. Il copione era sempre lo stesso. L’uomo, in preda alla sua ossessione, la pedinava e molestava, costringendola ad ascoltarlo e a non muoversi. Una volta bloccata, la interrogava per conoscere tutti i suoi movimenti. Un tarlo nella mente, talmente profondo da spingerlo a introdursi in casa della donna a sua insaputa, per aspettarla al rientro.

In una delle sue incursioni, lui si era appropriato del cellulare della ex e delle chiavi di riserva della sua auto. Poi, di soppiatto, aveva collocato un gps nella vettura, in modo da avere il totale controllo degli spostamenti della donna.

Lei, nel frattempo, aveva confidato la situazione ad alcuni conoscenti. Aveva pure portato l’auto dal meccanico, ma da un controllo esterno nulla era emerso. La vicenda è giunta alle orecchie della Polizia Stradale di Montecatini Terme (PT). Gli investigatori della Sottosezione autostradale, dopo aver ricomposto il puzzle, erano certi che nell’auto della donna vi fosse un trasmettitore. La loro intuizione si è rivelata vincente. Da un meccanico di fiducia hanno smontato l’auto e all’interno del cruscotto è spuntato il gps, collegato al cellulare dell’uomo.

I poliziotti sono passati all’azione. Giovedì scorso hanno pedinato la donna che, dopo essersi fermata con l’auto presso un bar, è stata raggiunta da lui. Lei è rientrata in macchina, ma se l’è visto ripiombare nell’abitacolo in tutta la sua furia. Gli agenti hanno bloccato e arrestato l’uomo, sequestrandogli il cellulare e il trasmettitore. La Procura della Repubblica di Pistoia  ha convalidato la misura restrittiva e il GIP di quel Tribunale ha vietato all’uomo, nel frattempo scarcerato, di comunicare e di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla sua ex, dalla quale dovrà mantenere sempre una distanza di almeno 500 metri. Per lei l’incubo è finito. Ora potrà guardare al futuro con maggiore serenità e ritornare a vivere.

di Renato D’Angelo

Fonte Foto Polizia di Stato

Il trasferimento del Sovrintendente Capo Giuseppe Coppola dal Commissariato Appio alla Polaria dell’Aeroporto di Ciampino

Da oggi il Sovrintendente Capo Giuseppe Coppola presterà servizio nella Polizia di frontiera aerea (Polaria) dell’Aeroporto di Ciampino dopo aver lavorato per ben quindici anni a Roma nel Commissariato Appio di Via Botero dedicandosi con professionalità e costanza alla lotta contro lo Stalking.

Sottoufficiale di grande prestigio e che può vantare una carriera di 26 anni in Polizia, grazie al lavoro svolto anche in Piemonte, a Pisa e a Roma nel Commissariato Tuscolano, il Sovrintendente Capo Giuseppe Coppola si occuperà di vigilare sulla sicurezza aeroportuale, prevenendo ogni violazione di legge in un processo di controllo e prevenzione al fine di scongiurare anche eventuali attacchi terroristici.

Il nostro più sentito ringraziamento per il lavoro svolto accompagnato da un sincero augurio di eccellere anche in questa nuova esperienza.

Direttore Umberto Buzzoni

Commissariato Appio a Roma: Gli Agenti di Polizia contro lo Stalking

Con il termine inglese stalking (derivante da “to stalk”, ovvero «fare la posta alla preda») vengono identificati gli atteggiamenti e comportamenti (cosiddetti atti persecutori) tenuti da un soggetto (chiamato stalker) nei confronti di un altro soggetto (vittima), mediante persecuzione e per generare paura ed ansia, compromettendo di conseguenza il normale svolgimento della vita quotidiana. Esempi di atti persecutori sono comportamenti invadenti, di intromissione, con pretesa di controllo, minacciando costantemente la vittima con telefonate, messaggi, appostamenti e ossessivi pedinamenti.

Nell’Art. 612 bis del Codice Penale relativo agli “Atti persecutori Stalking” si legge “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque reiteratamente, con qualunque mezzo, minaccia o molesta taluno in modo tale da infliggergli un grave disagio psichico ovvero da determinare un giustificato timore per la sicurezza personale propria o di una persona vicina o comunque da pregiudicare in maniera rilevante il suo modo di vivere, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da sei mesi a quattro anni“.

Per la consumazione del reato occorre dimostrare l’effetto che la condotta dell’aggressore ha avuto sulla vittima, che può essere di tre tipi, tra loro alternativi: un procurato “perdurante e grave stato di ansia e di paura”; un ingenerato “fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di una persona al medesimo legata da relazione affettiva”; una alterazione delle proprie abitudini di vita.

Come si procede contro lo Stalking
La vittima deve denunciare i fatti (querela) entro sei mesi dopo l’ultimo della serie di atti persecutori tenendo in conto che la querela è irrevocabile se si è in presenza di gravi minacce ripetute, ad esempio con armi ed è revocabile negli altri casi, ma la remissione può essere fatta solo in sede processuale davanti all’autorità giudiziaria al fine di garantire la libera determinazione della vittima. «Fino a quando non è proposta querela, la persona offesa può esporre i fatti all’autorità di pubblica sicurezza avanzando richiesta al questore di ammonimento nei confronti dell’autore della condotta». A seguito di una denuncia inizia il lavoro di indagine per identificare e accertare ripetitivi comportamenti invadenti e persecutori affinchè l’autorità di Polizia Giudiziaria (PG) possa procedere.

Si procede d’ufficio (ossia l’autorità giudiziaria si attiva per perseguire il colpevole), nei seguenti casi:

  • il fatto viene commesso nei confronti di un minore di età oppure di una persona con disabilità;
  • il fatto viene connesso con altro delitto per cui debba procedersi d’ufficio;
  • il soggetto sia stato già ammonito

Sono inoltre previste delle aggravanti e la pena è aumentata se:

  • il fatto è commesso dal coniuge anche legalmente separato o divorziato o da persona che sia stata legata da relazione affettiva alla persona offesa;
  • il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici;
  • il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità;
  • il fatto è commesso con armi o da persona travisata.

Oggi vogliamo riportare l’eccellenza degli agenti del Commissariato Appio, in Via Botero a Roma, che da oltre un decennio, con dedizione e costanza, combattono lo Stalking, con un particolare riguardo per il Sovrintendente Capo Coppola Giuseppe, di origine campana, con una carriera di 26 anni in Polizia (due anni in Piemonte, cinque a Pisa, due a Roma nel Commissariato Tuscolano e quindici anni a Roma nel Commissariato Appio) e l’Assistente Capo Angela Pellegrina, di origine friulana, con una carriera di 30 anni in Polizia (quindici anni tra Firenze e Prato e quindici anni a Roma nel Commissariato Appio). Un ringraziamento per il lavoro svolto a loro e tutti gli agenti impegnati per la tutela contro lo Stalking.

di Umberto Buzzoni