«Ha fatto la fine che doveva fare» Delitto di Gavoi, dopo 5 anni arrestato il marito

MOGLIE DENTISTA MORTA:MARITO, NON VENDETTA MA AZIONE BALORDIda Corriere.it

A incastrarlo, dopo quasi 2 mila giorni, sono state le sue stesse parole: «Ha fatto la fine che doveva fare». Così il marito di Dina Dore parlava con l’amante della moglie assassinata. Conversazioni registrate in intercettazioni ambientali e telefoniche in cui Francesco Rocca, dentista 42enne di Gavoi (Nuoro), si riferiva alla defunta con termini sprezzanti, volgari e violenti. Nelle conversazioni con l’amante, per convincerla della sincerità dei suoi sentimenti, l’uomo le aveva ripetuto anche che un giorno avrebbe capito cosa lui aveva fatto per il suo amore. Giovedì mattina, a cinque anni dall’omicidio, è stato arrestato con l’accusa di aver commissionato il delitto della moglie. Insieme a lui è finito in carcere anche Pierpaolo Contu, giovane di 23 anni e suo amico, che all’epoca dei fatti era minorenne: sarebbe stato lui l’esecutore materiale (insieme a un’altra persona che ancora non è stata identificata).

LA SCENA DEL CRIMINE – Era la notte del 26 marzo 2008 quando Dina Dore fu aggredita nel garage-cantina della sua abitazione. Insieme a lei c’era la figlia, di poco più di otto mesi. Le tracce di sangue per terra raccontarono immediatamente della dura reazione della donna. Solo la mattina dopo Dina fu trovata nel bagagliaio della macchina, soffocata, ricoperta di nastro da pacchi, con le mani e i piedi legati. Aveva 37 anni. La convinzione in tutti gli abitanti di Gavoi è sempre stata quella di una spedizione estranea al paese che avesse tentato un sequestro di persona, finito con l’imprevista morte dell’ostaggio. Intanto il marito della vittima avvalorava la pista e pubblicava questo necrologio: «Per sempre porterò il tuo ricordo, per sempre ricorderò a nostra figlia quanto l’amavi, per sempre, con lei aspetteremo, con immensa fede, d’incontrarti… Dina. Un bacio, Francesco».

IL NIPOTE DELLA MATRICIDA – Il dentista sarebbe però solo il mandante dell’omicidio. Avrebbe assoldato due persone per trasformare il proposito in realtà. Una rimane ancora da identificare, l’altra è Pierpaolo Contu. Il giovane arrestato con Francesco Rocca è il nipote di Maria Rosa Contu, 57 anni, in carcere dove deve scontare 16 anni per l’omicidio della madre ottantenne Angela Podda. L’anziana fu uccisa a bottigliate dalla figlia, rea confessa, per questioni di eredità, sempre a Gavoi, il 21 marzo 2010. Contu era legato al dentista da un rapporto di amicizia e spesso svolgeva dei lavori nei suoi terreni. Sarebbe stato proprio il giovane operaio, schiacciato dai sensi di colpa, a rendere possibile la svolta delle indagini confidandosi con un amico. La ricompensa per il delitto? Una casa in paese o 250 mila euro in contanti.

 

Dina Dore e la figlia (Ansa/Locci) Dina Dore e la figlia (Ansa/Locci)

LA DONNA MISTERIOSA – Al centro degli accertamenti compiuti negli ultimi mesi dai magistrati della Dda di Cagliari c’è anche una misteriosa donna che la Squadra Mobile del capoluogo sardo, guidato dal dirigente Leo Testa, avrebbe sentito ripetutamente nelle settimane precedenti gli arresti. Sarebbe stata ascoltata in qualità di persona informata dei fatti ed avrebbe consentito agli investigatori di aprire uno squarcio sulla vita familiare e sulla complicata relazione fra marito e moglie. A carico di Rocca c’è un quadro indiziario ma non probatorio: ci sono infatti molti indizi che incastrerebbero il dentista ma le prove certe dovranno essere raccolte in questa fase di indagini preliminari. «Sono innocente, questo è un incubo», ha detto l’uomo prima di essere portato in carcere.

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