Pesaro, ragazzo di 17 anni trovato in un dirupo con la gola tagliata

Lo studente era scomparso ieri e i genitori avevano avvertito i carabinieri. Voci incontrollate nel paese parlano di “esecuzione”. L’allarme del sindaco

PESARO – Il corpo di un ragazzo di 17 anni è stato trovato in un dirupo nel comune di Sant’Angelo in Vado – in provincia di Pesaro-Urbino – con un taglio alla gola. Gli investigatori non escludono che sia stato ferito a morte in un altro posto e trasportato nel boschetto. Lo studente era scomparso ieri e i genitori avevano allertato gli uomini dell’Arma. Questa mattina, una persona si è accorta del cadavere, scivolato nel dirupo vicino a una chiesetta ed ha dato l’allarme. La vittima si chiama Ismaele Lulli e abita in paese con la madre. I militari non parlano ancora ufficialmente di omicidio e, al momento, dichiarano aperte tutte le ipotesi. Per domani è previsto l’arrivo del Ris di Roma.

L’allarme era scattato ieri pomeriggio. Secondo quanto è trapelato, il ragazzo avrebbe mandato un sms a un parente; la mamma ha aspettato, inutilmente, che rientrasse in casa, poi ha chiamato i carabinieri, che da subito hanno iniziato le ricerche. Contemporaneamente gli amici hanno lanciato una serie di appelli su Facebook con la sua foto.

Nella tarda mattinata, poi, una persona ha notato qualcosa nel boschetto e si è calato lungo un tratto scosceso. A poche decine di metri da una piccola chiesa, ha individuato il cadavere: era a pancia sotto e intorno al corpo c’erano tracce di sangue. I carabinieri, che conducono le indagini, non escludono la pista dell’omicidio. Ma in paese qualcuno si lascia sfuggire a mezza bocca che “è stata un’esecuzione”.

Non è chiaro a cosa queste voci si riferiscano, come fa pensare la prima dichiarazione a caldo del sindaco di Sant’Angelo in Vado, Giannalberto Luzi: “Mi sento colpito come sindaco, ma anche come genitore. E’ una morte diversa da quella di quel ragazzo che ha preso l’ecstasy a Riccione, ma forse è anche simile. Credo che spesso siamo chiusi a quello che ci succede intorno e le vittime spesso sono i nostri ragazzi”.

fonte La Repubblica

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