Roma devastata, il questore risponde a Marino: “Evitato il peggio, io di morti non ne faccio”

Ieri guerriglia e danni alla Barcaccia. Il sindaco: falle nella sicurezza. La replica: agito bene

Piazza di Spagna è stata ripulita, ma resta lo sfregio alla fontana della Barcaccia, danneggiata in più punti e in modo «indelebile». Il giorno dopo la devastazione di piazza di Spagna da parte degli hooligans del Feyenoord si fa la conta dei danni e non mancano le polemiche. Il sindaco Marino ha fatto un sopralluogo insieme ai tecnici della sovrintendenza e usato parole dure nei confronti di prefetto e questore. Quest’ultimo si è difeso nel corso di una conferenza stampa: «Abbiamo evitato il peggio, io morti non ne faccio».

L’IRA DI MARINO

«Esigo che la Capitale d’Italia abbia la gestione della sicurezza all’altezza di un Paese del G8» aveva sbottato Marino davanti ai giornalisti presenti in piazza di Spagna. «Molte istituzioni, banche, società mi hanno già chiamato da ieri sera perché vogliono intervenire economicamente per riparare i danni. Io credo però che valga il detto “chi rompe paga” e quindi la squadra e l’Olanda sono responsabili di ciò che è successo in questa città». «Cosa sarebbe successo – ha aggiunto – se fossimo andati noi in Olanda e avessimo messo a ferro e fuoco la città?». Il sindaco è tornato a puntare il dito contro prefetto e questore: «Suggerirei loro di andare su Internet e guardare le immagini. Se non hanno Internet possono venire nel mio ufficio perchè io le ho».

IL QUESTORE: “EVITATO IL PEGGIO”

Il questore Nicolò D’Angelo ha risposto a Marino: «Capisco il sindaco che si è visto la piazza vituperata ma non condivido una accusa di pressapochismo: abbiamo garantito l’incolumità, abbiamo impedito devastazione e saccheggi veri. Le forze dell’ordine hanno operato bene. Scaricare non serve, quando si perde si perde insieme». E ancora: «Non abbiamo né sottovalutato eventuali criticità né nascosto la nostra preoccupazione. In quella piazza ci sono scuole, bimbi dell’asilo che escono alle 16. Era pericoloso, si poteva innescare una miccia spaventosa, abbiamo protetto la piazza e la gente evitando di intervenire in maniera massiva». E parlando delle contromisure adottate: «Sapevamo che partita era a rischio e avevamo mobilitato per al sicurezza 1800 uomini, 600 solo nel centro storico. Non abbiamo né sottovalutato né in malafede nascosto la nostra preoccupazione».

Il questore mostra i video delle operazioni di polizia, spiega che «dalla polizia olandese ci sono arrivate informazioni frammentarie». «Ci avevano detto che lo zoccolo duro dei tifosi, prima 200 e poi 600, sarebbe arrivato da Bruxelles ma che non erano in grado di identificarli», ha detto D’Angelo scandendo lentamente una per una le parole «per evitare fraintendimenti», ha spiegato.

SI MUOVE ANCHE ALFANO

Intanto il ministro dell’Interno Angelino Alfano sta mettendo a punto la legge sulla sicurezza delle città ed il decoro urbano. Nei prossimi giorni incontrerà anche il presidente dell’Anci, Piero Fassino. In seguito ai disordini il ministro ha intenzione di proporre un Daspo europeo per i tifosi violenti. E per effetto del dl anti-terrorismo crescerà l’impiego dei militari nell’ottica dell’operazione «Strade sicure»: 500 militari saranno destinati in più a Roma.

LA CONTA DEI DANNI

Durante le verifiche alla fontana di piazza di Spagna sono stati trovati altri piccoli danni in aggiunta a quelli già accertati al candelabro. Su Twitter l’assessore alla cultura e al turismo Giovanna Marinelli ha fatto il punto sui danni: «Barcaccia. Restauratori a lavoro da stamattina per verificare danni. Tanti frammenti fortunatamente ritrovati». «Ieri avevamo già verificato la presenza di alcune scheggiature, in particolare un frammento di travertino di 10 centimetri appartenente all’orlo del candelabro centrale della vasca, questa mattina abbiamo fatto una perlustrazione con i tecnici della sovrintendenza e abbiamo potuto constatare che in realtà gli urti di queste bottigliette hanno causato molti più danni di quanti fossero visibili ad occhio nudo ieri sera», ha spiegato il sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce.

SEI ULTRA’ IN CARCERE

Intanto si registrano i primi arrestati. Sono sei, tutti attualmente detenuti al Regina Coeli, i tifosi del Feyenoord in manette nel corso degli scontri. Sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Entro domani il magistrato invierà al gip la richiesta della convalida d’arresto e a quel punto il giudice avrà 48 ore per fissare gli interrogatori di garanzia che presumibilmente avverranno nella giornata di lunedì. In base a quanto si apprende, il gruppo di tifosi olandesi è stato bloccato durante gli scontri avvenuti nella zona di salita di San Sebastianello, all’estrema destra rispetto alla scalinata di Trinità dei Monti.

L’OLANDA APRE UNA INCHIESTA

Una maxinchiesta è stata aperta anche a Rotterdam. «Stiamo già lavorando alla raccolta delle prove», fanno sapere dall’Olanda.

«Orrore per la devastazione» è stato espresso anche dal sindaco di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb, che ha inviato una lettera a Marino nella quale offre la collaborazione della sua amministrazione «per rintracciare individui che abbiano commesso illeciti». Stessa presa di posizione anche da parte dell’ambasciata olandese in Italia che «farà di tutto per aiutare l’Italia a individuare i colpevoli in modo che possano risarcire i danni».

GLI ERRORI

Che la partita con gli olandesi fosse ad alto rischio, però, il Viminale lo sapeva da tempo. Che i tifosi del Feyenoord fossero molto violenti, anche. E forse – qualcuno l’ammette – il dispositivo previsto da questura e prefettura è stato preso in contropiede dal numeri degli scatenati ospiti. Siccome l’Uefa aveva vietato ogni limitazione, solo nelle ultime ore si è scoperto che a Roma erano sbarcati in 5mila con il biglietto e altri 1500 che non ce l’avevano. Le domande senza risposta sono ancora molte.

fonte La Stampa

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