Roma, catturato detenuto evaso da Rebibbia; caccia all’altro fuggitivo

rebibiada Agi.it

E’ stato arrestato uno dei due detenuti evasi ieri dal carcere di Rebibbia a Roma. Lo comunica la Fns (Federazione Nazionale Sicurezza) Cisl Lazio spiegando che si tratta del detenuto Giampiero Cattini, 42 anni. L’arresto e’ avvenuto ad opera della polizia con l’ausilio di 2 Sottufficiali della Polizia Penitenziaria della 3ˆ CC Rebibbia-Roma.

L’altro detenuto, Sergio Di Paolo, risulta ancora evaso. E’ quindi durata poche ore la fuga di Cattini Gianpiero. L’arresto – riferisce la Questura della capitale – e’ avvenuto ieri sera ad opera degli agenti della Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con i colleghi del Commissariato di San Basilio, il servizio di polizia scientifica della Polizia di Stato e personale della Polizia Penitenziaria. L’uomo per tutta la giornata di ieri ha cercato rifugio presso i suoi vecchi contatti che lo hanno portato in varie zone del Lazio ma gli investigatori della squadra mobile sono riusciti a seguire tutte le sue tracce sino ad individuarlo con sicurezza. Sentitosi braccato, Cattini si e’ rivolto come ultima speranza ad uno dei suoi familiari ma la rete tesa dagli investigatori non gli ha lasciato margini.
Avuta la certezza della presenza dell’evaso all’interno di una abitazione, e’ scattato il blitz. Anche in tale occasione l’uomo ha cercato di sfuggire alla cattura tentando una fuga durata pochi istanti.

CATTURATI BARTOLOMEO GAGLIANI E PIETRO ESPOSITO: Fuga finita per il serial killer e l’ex camorrista

1387549395-0-catturato-il-serial-killer-evaso-da-genova-e-il-camorrista-in-fuga-da-pescaradi Grazia De Marco

E’ durata due giorni la fuga di Bartolomeo Gagliano e Pietro Esposito, due soggetti pericolosissimi   che avevano approfittato dei loro permessi premio per far perdere le loro tracce. Il primo a fuggire, lo scorso 18 Dicembre, dal carcere di Marazzi, a Genova, è stato il serial killer Bartolomeo Gagliano, catturato in Francia. Rintracciato lo stesso giorno anche l’ex camorrista e collaboratore di giustizia Pietro Esposito, che non era rientrato nel carcere di Pescara allo scadere delle otto ore, concesse dal Giudice di Sorveglianza per andare a trovare la madre.

Bartolomeo Gagliano, 55 anni, è ritenuto responsabile di ben tre omicidi, avvenuti tra il 1981 e il 1989. La prima ad essere stata uccisa dall’uomo fu Paolina Fedi, una prostituta di 23 anni, uccisa con dei colpi alla testa in un’area di servizio dell’autostrada A10 Genova-Savona. Per questo omicidio il serial killer fu condannato a otto anni di manicomio criminale a Mantelupo Fiorentino, dal quale, però, evase nel 1989. Una volta libero, assassinò un transessuale uruguayano, Nahir Fernandez Rodriguez, un travestito, Francesco Panizzi e tentò di uccidere un’altra prostituta,  che però riuscì a sopravvivere. Nel corso degli anni ’90 Gagliano alternò evasioni, nuovi arresti e reati, ma uscì definitivamente dal sistema degli ospedali psichiatrici nei primi anni del 2000, per un miglioramento delle sue condizioni di salute mentale. Secondo la ricostruzione Gagliano, verso le sei del mattino di mercoledì, si sarebbe avvicinato a un uomo che stava facendo consegne per il panificio in cui lavora e, minacciandolo con una pistola, lo avrebbe costretto a risalire in auto per farsi accompagnare a Genova e proseguire la sua fuga da solo.

Per ritrovare Gagliano gli investigatori hanno utilizzato il “modello Calevo”, ovvero un mix di intelligence ed elicotteri, per sorvegliare strade ed autostrade.                                  Dopo giorni di ricerche, con grande gioia, lo scorso 20 Dicembre il Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, ha  annunciato che il pericoloso serial killer è stato fermato dagli uomini della Gendarmerie francese per le strade di Mentone, in Francia. La polizia italiana ha invece trovato e arrestato a Forlì Pietro Esposito, fedelissimo del clan De Lucia e stretto alleato dei Di Lauro, che era in carcere per la condanna definitiva a causa di una sua precedente evasione.

Il pentito era stato condannato a sei anni e 4 mesi di reclusione, già scontati, perché colpevole di due omicidi, tra cui quello della 23enne Gelsomina Verde, torturata ed uccisa nel 2004, poiché legata ad un elemento degli scissionisti. Esposito attirò in trappola la ragazza per portarla da Ugo De Lucia, killer del clan Di Lauro, che la seviziò per indurla a rivelare il nascondiglio dello scissionista Enzo Notturno. Gelsomina, però, non fu in grado di fornire notizie e per questo fu uccisa con tre colpi di pistola e bruciata nella sua auto.  A Esposito fu inflitta una pena  di sette anni e quattro mesi di reclusione in primo grado, poi ridotta a sei anni e nel frattempo diventò anche collaboratore di giustizia, aiutando gli inquirenti ad individuare gli altri responsabili dell’omicidio e a far scattare l’ordinanza di custodia nei confronti del boss Paolo Di Lauro.

Queste due evasioni hanno scatenato numerose polemiche, riguardanti soprattutto i permessi premio che, secondo alcuni, vengono concessi con troppa facilità dai magistrati di sorveglianza. Ma la legge  al riguardo è molto chiara: le norme sull’ordinamento penitenziario (art. 30 ter L. 26 Luglio 1975, n.354), infatti, consentono, ai condannati che hanno tenuto regolare condotta e non risultano particolarmente pericolosi, di richiedere un permesso premio ogni 15 giorni, per poter coltivare interessi affettivi, culturali o di lavoro. I permessi premio sono inoltre ritenuti fondamentale passaggio per il trattamento educativo attraverso il quale si realizza il principio di rieducazione della pena, sancito dall’art 27 della Costituzione.