Roma, catturato detenuto evaso da Rebibbia; caccia all’altro fuggitivo

rebibiada Agi.it

E’ stato arrestato uno dei due detenuti evasi ieri dal carcere di Rebibbia a Roma. Lo comunica la Fns (Federazione Nazionale Sicurezza) Cisl Lazio spiegando che si tratta del detenuto Giampiero Cattini, 42 anni. L’arresto e’ avvenuto ad opera della polizia con l’ausilio di 2 Sottufficiali della Polizia Penitenziaria della 3ˆ CC Rebibbia-Roma.

L’altro detenuto, Sergio Di Paolo, risulta ancora evaso. E’ quindi durata poche ore la fuga di Cattini Gianpiero. L’arresto – riferisce la Questura della capitale – e’ avvenuto ieri sera ad opera degli agenti della Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con i colleghi del Commissariato di San Basilio, il servizio di polizia scientifica della Polizia di Stato e personale della Polizia Penitenziaria. L’uomo per tutta la giornata di ieri ha cercato rifugio presso i suoi vecchi contatti che lo hanno portato in varie zone del Lazio ma gli investigatori della squadra mobile sono riusciti a seguire tutte le sue tracce sino ad individuarlo con sicurezza. Sentitosi braccato, Cattini si e’ rivolto come ultima speranza ad uno dei suoi familiari ma la rete tesa dagli investigatori non gli ha lasciato margini.
Avuta la certezza della presenza dell’evaso all’interno di una abitazione, e’ scattato il blitz. Anche in tale occasione l’uomo ha cercato di sfuggire alla cattura tentando una fuga durata pochi istanti.

Detenuto evaso, ‘è pericolosissimo’ – FOTO SEGNALETICA

cutrida ANSA

La madre di Domenico Cutrì, il detenuto evaso a Gallarate (Varese), è stata interrogata a lungo dai carabinieri nel corso della notte, per ricostruire nei dettagli la vicenda. La donna non è indagata. Secondo la prima ricostruzione, lunedi’ i banditi a bordo della Citroen C3 hanno accompagnato all’ospedale di Magenta la donna e il figlio Antonino, colpito da un proiettile durante l’assalto e morto in seguito alla ferita. I malviventi hanno poi abbandonato l’utilitaria in un vicino parcheggio e sono fuggiti, probabilmente a bordo di un altro automezzo rubato. Proseguono in tutto il Nord Italia le ricerche dell’evaso e dei complici e sono stati allestiti posti di blocco anche al confine con la Svizzera.

“Un uomo pericolosissimo. Con legami familiari molto forti. E una forte capacità di intimidazione e di condizionamento”. Così Marcello Maddalena, procuratore generale del Piemonte, interpellato dall’ANSA sulla figura di Domenico Cutrì, l’ergastolano evaso a Gallarate dopo uno scontro a fuoco.

Capo Dap,vicino ad agenti, vicenda drammatica  – Il Capo del Dap Giovanni Tamburino esprime “solidarietà e vicinanza” agli agenti coinvolti nell’agguato durante il quale è evaso il detenuto Domenico Cutrì. “L’assalto al blindato della Polizia Penitenziaria non ha precedenti da quando, nel 1996, la Polizia Penitenziaria ha assunto il servizio delle traduzioni”, dice Tamburino, sottolineando come “gli agenti di scorta impegnati nella traduzione del detenuto al Tribunale di Gallarate abbiano dovuto affrontare una situazione drammatica”.

La madre, farlo fuggire era ossessione Antonino  – Per Antonino Cutrì, l’uomo ucciso mentre faceva evadere il fratello Domenico, farlo evadere era diventata una ossessione. Lo ha detto la madre dei due, sentita dagli investigatori. Antonino, secondo la donna, aveva manifestato più volte l’intenzione di far evadere il fratello, tant’è vero che l’uomo era stato trasferito dal carcere di Saluzzo a quello di Cuneo. Antonino, secondo la madre, per portare a termine il progetto aveva addirittura preso lezioni per pilotare un elicottero.

Trovata da Cc auto usata per la fuga – La Citroen C3 nera usata dai malviventi che ieri pomeriggio a Gallarate hanno fatto evadere Domenico Cutrì, è stata ritrovata dai carabinieri in un parcheggio vicino all’ospedale di Magenta. Ospedale dove ieri è morto il fratello dell’evaso, Antonino. L’auto è risultata rubata.

Sono estese in tutt’Italia le ricerche dei componenti del commando che ieri, a Gallarate (Varese) ha fatto evadere l’ergastolano Domenico Cutrì, 32 anni, mentre suo fratello, Antonino, 30 anni, è morto in ospedale a causa delle ferite riportate nello scontro a fuoco con gli agenti della Polizia penitenziaria che scortavano Domenico per un processo. Antonino era giunto in ospedale con la madre. Oltre all’evaso, carabinieri e polizia cercano altri due o tre uomini che sono entrati in azione poco prima delle 15 di ieri (VIDEO). Erano arrivati a bordo di due auto, una delle quali è stata trovata vicino al tribunale. A bordo c’erano anche delle armi. Ieri sera si era diffusa la notizia che un terzo fratello Cutrì si era costituito in ospedale con una ferita a un piede ma la circostanza è stata smentita dagli investigatori.

L’ergastolano Domenico Cutrì, detenuto nel carcere di Busto Arsizio (Varese), era appena sceso dal furgone delle polizia penitenziaria e gli agenti lo stavano accompagnando all’interno del Tribunale di Gallarate, dove avrebbe dovuto partecipare a una udienza. In quel momento sono arrivati i banditi con le armi in pugno.

L’azione, all’apparenza attentamente pianificata, è durata pochi minuti, sotto gli occhi di diversi testimoni. (FOTO)

Gli uomini del commando hanno minacciato gli agenti, puntandogli contro le pistole e intimandogli di liberare il detenuto, e uno di loro ha spruzzato dello spray urticante negli occhi di uno dei poliziotti. Un altro agente è stato spinto giù dalle scale del Tribunale, e nella caduta ha riportato un lieve trauma cranico. C’è stata quindi una sparatoria tra i malviventi e gli agenti, durante la quale sono stati esplosi una trentina di colpi.

Uno dei colpi ha raggiunto uno degli assalitori, il fratello del detenuto, Antonino Cutrì, che è poi morto per la gravità delle ferite riportate, circa un’ora dopo, al termine di una disperata corsa dei suoi compagni per cercare di salvarlo, all’ospedale di Magenta. L’azione e’ durata pochi minuti: l’ergastolano è fuggito insieme ai complici, che hanno caricato su una Citroen C3 nera anche il ferito.

Due agenti, rimasti contusi, sono stati soccorsi dal personale del 118, portati all’ospedale di Gallarate per accertamenti e in serata dimessi. Vicino al Tribunale, poco dopo, la polizia ha trovato una seconda auto utilizzata dai banditi, con a bordo armi d’assalto. A questo punto la fuga dei malviventi, secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, è proseguita verso Cuggiono, il paese in provincia di Milano dove vive la madre dei fratelli Cutrì. Caricata la donna in auto la corsa è ripresa verso l’ospedale di Magenta dove il ferito e la madre sono stati scaricati. Ma per Antonino non c’era più nulla da fare ed è morto poco prima della 16. La madre nel frattempo è stata sentita dagli investigatori.

Polizia e carabinieri hanno allestito dei posti di blocco sulle strade della zona, in particolare al confine tra Lombardia e Piemonte. I due agenti feriti sono stati dimessi con una prognosi rispettivamente di 8 e 15 giorni.

In serata si era diffusa la notizia, poi smentita dai carabinieri, che  un altro fratello di Domenico Cutrì,  si sia costituito. La notizia era stata data dalla Uil Penitenziari.

Serial killer evaso, azione disciplinare direttore carcere Genova

serial killerda Agi.it

Avviata l’azione disciplinare per il direttore del carcere di Marassi.

A comunicarlo e’ il Dap, in merito all’evasione, durante un permesso premio, di un serial killer a Genova.
Il Dap contesta al direttore del carcere di Marassi, Salvatore Mazzeo, le “inopportune e intempestive dichiarazioni rese alla stampa”, seguite alla diffusione della notizia del mancato rientro, il 18 dicembre scorso, di Bartolomeo Galliano, detenuto in quel penitenziario, al quale il magistrato di sorveglianza di Genova aveva concesso un permesso premio.

Il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha anche disposto “indagini interne” per accertare la dinamica dei fatti. (AGI) .

Evaso durante un permesso premio, continuano le ricerche di Gagliano

evasoda TGCOM24

Ancora nessuna notizia di Bartolomeo Gagliano, il 55enne evaso a Genova mercoledì durante un permesso premio. Cresce intanto la paura: diverse le segnalazioni a carabinieri e polizia e i controllo effettuati dalle forze dell’ordine, per ora senza esito. Una persona simile nei connotati a Gagliano è stata segnalata nella notte al Pronto soccorso dell’ospedale di Lavagna. Ma secondo i primi riscontri non si tratterebbe dell’uomo.

Gagliano “avvistato” a Lavagna – Ad avvertire i militari, alcuni medici che hanno detto di aver riconosciuto in quell’uomo il serial killer dopo averne visto le foto su internet e in tv. Secondo il racconto fatto ai carabinieri dal personale del pronto soccorso, dopo essersi sentito osservato, l’uomo si sarebbe allontanato e avrebbe fatto perdere le tracce.

All’ospedale di Lavagna i carabinieri del Nucleo investigativo hanno visionato, insieme ad agenti della polizia penitenziaria, le immagini delle telecamere a circuito chiuso. Dai primi riscontri somatici non si tratterebbe però di Gagliano.

Panettiere: “Con me si è comportato bene” – “Guardate che con me quello là è stato un signore, si è comportato bene”. Lo ha detto Maurizio Revelli, il panettiere sequestrato da Bartolomeo Gagliano per farsi portare da Savona a Genova. “La polizia – racconta il panettiere – mi ha mostrato diverse foto, ma io non l’ho proprio riconosciuto. L’ho saputo dopo che si trattava di Gagliano. Ma devo proprio dare atto che con me si è comportato bene e durante il viaggio la pistola se l’è sempre tenuta in tasca”.