Serial killer evaso, azione disciplinare direttore carcere Genova

serial killerda Agi.it

Avviata l’azione disciplinare per il direttore del carcere di Marassi.

A comunicarlo e’ il Dap, in merito all’evasione, durante un permesso premio, di un serial killer a Genova.
Il Dap contesta al direttore del carcere di Marassi, Salvatore Mazzeo, le “inopportune e intempestive dichiarazioni rese alla stampa”, seguite alla diffusione della notizia del mancato rientro, il 18 dicembre scorso, di Bartolomeo Galliano, detenuto in quel penitenziario, al quale il magistrato di sorveglianza di Genova aveva concesso un permesso premio.

Il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha anche disposto “indagini interne” per accertare la dinamica dei fatti. (AGI) .

Evaso durante un permesso premio, continuano le ricerche di Gagliano

evasoda TGCOM24

Ancora nessuna notizia di Bartolomeo Gagliano, il 55enne evaso a Genova mercoledì durante un permesso premio. Cresce intanto la paura: diverse le segnalazioni a carabinieri e polizia e i controllo effettuati dalle forze dell’ordine, per ora senza esito. Una persona simile nei connotati a Gagliano è stata segnalata nella notte al Pronto soccorso dell’ospedale di Lavagna. Ma secondo i primi riscontri non si tratterebbe dell’uomo.

Gagliano “avvistato” a Lavagna – Ad avvertire i militari, alcuni medici che hanno detto di aver riconosciuto in quell’uomo il serial killer dopo averne visto le foto su internet e in tv. Secondo il racconto fatto ai carabinieri dal personale del pronto soccorso, dopo essersi sentito osservato, l’uomo si sarebbe allontanato e avrebbe fatto perdere le tracce.

All’ospedale di Lavagna i carabinieri del Nucleo investigativo hanno visionato, insieme ad agenti della polizia penitenziaria, le immagini delle telecamere a circuito chiuso. Dai primi riscontri somatici non si tratterebbe però di Gagliano.

Panettiere: “Con me si è comportato bene” – “Guardate che con me quello là è stato un signore, si è comportato bene”. Lo ha detto Maurizio Revelli, il panettiere sequestrato da Bartolomeo Gagliano per farsi portare da Savona a Genova. “La polizia – racconta il panettiere – mi ha mostrato diverse foto, ma io non l’ho proprio riconosciuto. L’ho saputo dopo che si trattava di Gagliano. Ma devo proprio dare atto che con me si è comportato bene e durante il viaggio la pistola se l’è sempre tenuta in tasca”.

FALSI D’AUTORE: ARRESTI A GENOVA

Quadri falsidi Petula Brafa

I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Genova, nell’ambito dell’inchiesta volta a smantellare un’organizzazione criminale operante nella falsificazione di dipinti.

Agli indagati la Procura della Repubblica ha contestato l’accusa di associazione  a delinquere finalizzata alla contraffazione di opere d’arte ed alla ricettazione, disponendo il sequestro di ben 181 falsi, – Schifano, De Chirico, Dorazio, Angeli e molti altri contemporanei – , per un valore di circa 10 milioni di euro.

All’esito di un’accurata attività investigativa, gli inquirenti hanno ricostruito le modalità operative del gruppo criminale, composto da esperti d’arte abili nel veicolare su mercato i falsi, mediante l’apposizione di fraudolente certificazioni di autenticità e di autografi ricavati dalla contraffazione del materiale d’archivio (firme, fotografie, copie, articolo giornalistici) o dalla conoscenza delle “cifre” stilistiche per la frequentazione diretta degli autori, – noti ad alcuni indagati -, tanto da ingannare persino le fondazioni vigilanti sull’opera degli artisti.

Allo stato, le indagini hanno comprovato la capillarità dell’organizzazione sul territorio nazionale, attestata altresì dalle perquisizioni e dai controlli effettuati a Torino, Milano e Pavia.

(fonte: Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale)

Anziana uccisa a Genova, oggi autopsia ed e’ caccia al rapinatore

autoda Agi

Sara’ effettuata stamani all’istituto di Medicina legale dell’ospedale San Martino di Genova l’autopsia sulla salma di Giovanna Mauro Mori, 90 anni, la vedova pensionata che ieri sera, poco dopo le 20, e’ stata trovata esanime nella propria abitazione di via Copernico 7, nel quartiere di Borgoratti, vittima quasi certa di un rapinatore. L’incarico e’ stato affidato dal pm Cristina Camaiori al medico legale Alessandro Bonsignore. L’anziana e’ stata uccisa a colpi di forbice alla gola quando gia’ si trovava a terra. In casa gli investigatori della squadra Mobile che si occupano del caso non hanno trovato soldi o gioielli.
L’abitazione era a soqquadro. Dunque l’ipotesi piu’ verosimile e’ quella della rapina finita in tragedia. I vicini di casa riferiscono che la donna in mattinata si era recata a ritirare la pensione. “Dobbiamo ora ricostruire tutta la giornata di questa povera donna – commenta stamani, raggiunto al telefono dall’AGI, il capo della squadra Mobile di Genova Fausto Lamparelli – Dobbiamo verificare quali siano stati i suoi spostamenti cosi’ da comprendere quando e come si sia svolta l’aggressione”. E’ plausibile che l’anziana sia uscita anche nel pomeriggio, come riferiscono alcuni vicini, e che rientrando abbia trovato in casa un ladro. Questi, spaventato dalle urla, avrebbe ucciso la donna prelevando soldi e oggetti di valore e dandosi alla fuga. “Attendiamo gli esiti dei rilievi di Scientifica e dell’autopsia – aggiunge Lamparelli – Ipotizziamo che abbia agito una persona sola anche se e’ presto per fare affermazioni certe sulla dinamica”. L’autopsia chiarira’ non solo il numero di fendenti mortali, ma anche ,l’ora del decesso e se l’anziana vittima abbia lottato prima di morire. Le indagini proseguono a tutto campo. In nottata sono stati sentiti alcuni testimoni e in giornata ne saranno sentiti altri. Sentita anche la vicina di casa che, sollecitata dal figlio sessantenne della vittima, ha aperto l’uscio della dirimpettaia trovandola esanime a terra nel corridoio. Tra i molti interrogativi, resta quello relativo alla mancanza di effrazione della porta: secondo la polizia non c’e’ stata forzatura. Forse la vittima ha aperto ed e’ stata spinta all’interno dal rapinatore che l’ha uccisa, rubando gli oggetti di valore.

Terrorismo e Stazione unica appaltante, Cancellieri in visita a Genova

da Ministero dell’Interno

Due appuntamenti per il ministro dell’Interno nel capoluogo ligure: un convegno sulla lotta all’eversione e la firma di tre convenzioni con regione Liguria, Anci e comune finalizzate ad assicurare la trasparenza della gestione dei contratti pubblici e prevenire il rischio infiltrazioni mafiose

«Non voglio parlare di ‘autunno caldo’ perché si rischia di riportare in vita vecchi fantasmi. Siamo un paese con dei problemi ma con una maturità diversa dal passato. La situazione è difficile ma sono certa che ce la faremo». Lo ha detto il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, nel suo intervento al convegno su ‘Sicurezza e terrorismo’, organizzato questa mattina nella prefettura di Genova.
Per la prima volta in visita da ministro nella città che la vide in carica come prefetto, Cancellieri ha parlato del rischio che, su quello cha ha definito ‘un brodo di coltura’ di situazioni delicate legate alla crisi, «possa nascere di tutto, anche un fenomeno come il terrorismo». Ed ha aggiunto, «credo che Genova possa reagire. Quella di oggi è un’altra Italia rispetto agli anni ’70 e il terrorismo avrebbe una natura diversa. Però, più che mai – ha osservato – occorre che tutti facciano la propria parte per vigilare, perché non vogliamo rivivere ciò che abbiamo vissuto».
Sul ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi e alle indagini che hanno portato alla carcerazione dei due presunti responsabili la titolare del Viminale si è congratulata con le Forze dell’ordine e la magistratura per il lavoro svolto. Un esempio di come «il Paese sappia reagire a questi problemi con capacità e professionalità».
Parlando poi della Federazione anarchica informale, nell’ambito della quale è maturato l’attentato ad Adinolfi, la titolare del Viminale ha affermato che «la Fai nasce da movimenti che si sviluppano in Grecia e, come sempre, l’Italia è al centro di grandi interessi. La situazione internazionale è molto delicata ma, se ognuno prende consapevolezza dei propri compiti e, con senso laico, fa la propria parte, sono convinta – ha concluso il ministro Cancellieri – che supereremo anche questo momento».
Il ministro ha poi presieduto in prefettura a ‘Una bandiera per la scuola’, la cerimonia di consegna della bandiera d’Italia e d’Europa alle scuole genovesi, in occasione dell’apertura dell’anno scolastico.
Secondo appuntamento della giornata, la firma di tre convenzioni con la regione Liguria, l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) e il comune di Genova – per la realizzazione di una Stazione unica appaltante – finalizzate ad assicurare la trasparenza, la regolarità e l’economicità della gestione dei contratti pubblici per prevenire il rischio di infiltrazioni mafiose.

«E’ un momento importante, frutto di un lungo cammino, percorso in tanto tempo con tanta buona volontà». Questo il commento del ministro all’iniziativa che, come ha sottolineato, consentirà «la massima trasparenza e correttezza e la velocità degli adempimenti». Nel ringraziare tutti coloro che hanno concorso a realizzare questo obiettivo, Cancellieri ha sottolineato che, grazie alle Stazioni uniche appaltanti, si potrà «lavorare meglio, sempre nel nome della legalità. Non si può – ha concluso – non coniugare sicurezza e sviluppo».

Genova: la questura dona due aree giochi ai bambini

da Polizia di Stato

Due aree gioco pubbliche dedicate ai bambini sono state inaugurate nei pressi della parrocchia “Nostra Signora della Guardia di Quezzi” e vicino all’Istituto scolastico Papa Giovanni XXIII nel quartiere Fereggiano di Genova.

L’iniziativa, fortemente voluta dal Questore di Genova, è stata realizzata grazie al contributo di alcuni sponsor in occasione della celebrazioni del 160° anniversario della Fondazione della Polizia di Stato.

Il progetto è stato realizzato in una zona di Genova particolarmente colpita dall’alluvione dello scorso novembre.

Scacco al “Dragone”

da Polizia di Stato

Un importante operazione, conclusa ieri mattina grazie al lavoro dei poliziotti del Servizio centrale operativo insieme  a quelli delle Squadre mobili di Genova e Prato, ha portato all’arresto di 50 persone e di 445 denunciate in diverse regioni italiane.

L’operazione che ha colpito la criminalità organizzata cinese. Gli arrestati sono accusati di sfruttamento della prostituzione,  reati  contro il patrimonio e reati contro la persona.

Le indagini, svolte dagli investigatori nell’ambito del progetto “Dragone”, sono iniziate lo scorso marzo ed hanno portato alla luce  un’organizzazione criminale ben strutturata.

I poliziotti hanno scoperto un aumento di centri massaggi e di abitazioni private dove venivano obbligate giovani ragazze, per lo più  provenienti dalla regione dello Zhejiang, a prostituirsi. I contatti avvenivano soprattutto tramite annunci sui quotidiani.

E ancora: il coinvolgimento di alcuni indagati nel favoreggiamento della permanenza illegale di cittadini stranieri. I migranti stranieri in gran  parte entravano in Italia con un valido titolo e, alla scadenza, restavano sul territorio nazionale come clandestini (fenomeno degli “overstayer”).

Gli investigatori hanno evidenziato anche la tendenza costante a commettere reati contro la persona o contro il patrimonio, con particolare  riferimento alle rapine, spesso eseguite con altri cittadini stranieri. Gli autori, talvolta appartenenti a piccole “bande”, in alcune occasioni  hanno agito sotto effetto di sostanze stupefacenti. Accertate infine le “consuete” contraffazioni dei marchi, nonché numerose violazioni  delle normative sulla sicurezza in materia di lavoro.

Nell’ambito dell’operazione sono state inoltre controllate quasi 3 mila persone e sequestrati preventivamente 29 immobili utilizzati, soprattutto,  per lo sfruttamento della prostituzione principalmente nelle regioni del Nord Italia. Circa 85 appartamenti sono stati controllati dalla Polizia in  quanto utilizzati da cittadini cinesi per sfruttare la prostituzione di giovani connazionali. I controlli hanno interessato anche il gioco  d’azzardo. Nel contesto sono state chiuse 5 bische clandestine, sequestrate alcune slot machine risultate non collegate con i terminali  ministeriali e, in alcuni casi, anche clonate. Durante i controlli a esercizi commerciali sono stati riscontrati, e sanzionati, oltre 300 illeciti  amministrativi in materia di salute pubblica e permanenza degli stranieri sul territorio.