Fondi, una 57enne è stata trovata legata e uccisa nella sua casa

latinada TGCOM24

Una 57enne, Silvana Cerro, è stata trovata imbavagliata, legata e uccisa in casa sua a Fondi, in provincia di Latina. A trovare il cadavere della donna è stata la figlia, rientrata prima poiché la madre non rispondeva al telefono. Per i carabinieri si tratta di una rapina degenerata in tragedia. Ferita la vicina 78enne, derubata di denaro e di qualche gioiello. E’ la madre di una delle due persone fermate dai militari. L’altra è un cittadino nordafricano.

La vittima è stata trovata imbavagliata, con uno straccio in gola (probabilmente è morta per soffocamento), e immobilizzata in più punti con il nastro adesivo. Per lei inutile è stata la corsa degli uomini del 118, che invece hanno soccorso la vicina del piano di sotto, Concetta Lauretti, rapinata e ferita brutalmente.

Il figlio della donna ferita è uno dei due uomini sospettati. Dopo una breve fuga, è stato condotto in caserma per accertamenti.

I militari non si spiegano il motivo di tanta violenza. La Cerro in passato era stata coinvolta in un giro di droga, particolare al momento non ricollegabile ai fatti. La 57enne non aveva un’occupazione fissa.

Ragazza morta a Roma, ‘E’ stata uccisa’

simonarisodi Lorenzo Attianese – ANSA.it

Accertamenti sulla vita privata di Simona Riso e il nome di un uomo che potrebbe spuntare nelle indagini, dopo le denunce dei familiari.

Potrebbe esserci una nuova pista sul giallo della morte della 28enne trovata agonizzante mercoledì scorso a Roma da una vicina, alle 7 del mattino, nel cortile condominiale della sua abitazione. Anche alla luce della denuncia dei familiari, la Procura di Roma ha inizialmente aperto un fascicolo per omicidio colposo, relativo a eventuali negligenze nelle cure prestate all’ospedale San Giovanni dove la ragazza è morta.

Poi, secondo quanto risulta all’avvocato Sebastiano Russo, legale della famiglia della vittima, l’imputazione è stata modificata a omicidio volontario. Al momento, però, non risulterebbero indagati. Al vaglio del pm Attilio Pisani, titolare dell’inchiesta, c’è anche la cartella clinica acquisita presso il San Giovanni e tra gli aspetti che la famiglia solleciterà di approfondire c’è anche quello di verificare se nel Pronto soccorso dell’ospedale siano state adottate tutte le misure idonee per evitare il decesso della ragazza. L’unica cosa che Simona è riuscita a dire prima di morire è stata di essere stata violentata, ma gli accertamenti medici successivi lo hanno escluso. Per i familiari di Simona, comunque, non ci sono dubbi: “è stata ammazzata di botte”.

E una cugina lo ha ribadito anche leggendo una lettera durante i funerali, svoltisi domenica a San Calogero in provincia di Vibo Valentia, dove la ragazza era nata, e dove la chiesa del Sacro Cuore di Gesù era stracolma di gente: “Non cerchiamo vendette. Ciò che vogliamo è soltanto giustizia per la morte di Simona, che non si è suicidata ma è stata uccisa”. Ancora più esplicito Nicola, fratello della 28enne: “Tra le piste c’è anche quella dell’omicidio ad opera di un conoscente quindi una persona con la quale Simona aveva avuto dei contatti”. Forse un delitto passionale, ma ci sono ancora troppe ombre da chiarire. “Alle 4.30 mia sorella ha sentito al telefono la madre dalla Calabria – spiega – Poi c’è un buco di due ore. In ogni caso non può essersi trattato di suicidio perché il corpo di mia sorella è stato trovato con jeans e maglietta e le chiavi con sé, quindi Simona era uscita da casa. Probabilmente è stata uccisa altrove e qualcuno l’ha portata nel posto dove poi è stata trovata”. E che si tratti di omicidio ne è convinto anche l’avvocato della famiglia, Sebastiano Russo: “L’autopsia non lascia dubbi: è stata ammazzata di botte ed è possibile che Simona abbia incontrato il suo assassino prima di uscire dal palazzo, magari sul pianerottolo. E’ possibile comunque che chi l’ha uccisa avesse dei rancori nei suoi confronti”. Gli inquirenti stanno tentando ora di raccogliere elementi per far luce sulla vita privata della ragazza, sulle sue amicizie e relazioni, in attesa di chiarire se la frattura della costola della giovane, che ha causato il decesso per insufficienza respiratoria, possa essere stata provocata da una caduta o da un’aggressione.

Al momento non ci sarebbero elementi sufficienti in merito all’ipotesi che Simona possa essere stata uccisa o vittima di un’aggressione, ma tutte le piste restano aperte, compresa quella del suicidio o dell’incidente.

Anziana uccisa a Genova, oggi autopsia ed e’ caccia al rapinatore

autoda Agi

Sara’ effettuata stamani all’istituto di Medicina legale dell’ospedale San Martino di Genova l’autopsia sulla salma di Giovanna Mauro Mori, 90 anni, la vedova pensionata che ieri sera, poco dopo le 20, e’ stata trovata esanime nella propria abitazione di via Copernico 7, nel quartiere di Borgoratti, vittima quasi certa di un rapinatore. L’incarico e’ stato affidato dal pm Cristina Camaiori al medico legale Alessandro Bonsignore. L’anziana e’ stata uccisa a colpi di forbice alla gola quando gia’ si trovava a terra. In casa gli investigatori della squadra Mobile che si occupano del caso non hanno trovato soldi o gioielli.
L’abitazione era a soqquadro. Dunque l’ipotesi piu’ verosimile e’ quella della rapina finita in tragedia. I vicini di casa riferiscono che la donna in mattinata si era recata a ritirare la pensione. “Dobbiamo ora ricostruire tutta la giornata di questa povera donna – commenta stamani, raggiunto al telefono dall’AGI, il capo della squadra Mobile di Genova Fausto Lamparelli – Dobbiamo verificare quali siano stati i suoi spostamenti cosi’ da comprendere quando e come si sia svolta l’aggressione”. E’ plausibile che l’anziana sia uscita anche nel pomeriggio, come riferiscono alcuni vicini, e che rientrando abbia trovato in casa un ladro. Questi, spaventato dalle urla, avrebbe ucciso la donna prelevando soldi e oggetti di valore e dandosi alla fuga. “Attendiamo gli esiti dei rilievi di Scientifica e dell’autopsia – aggiunge Lamparelli – Ipotizziamo che abbia agito una persona sola anche se e’ presto per fare affermazioni certe sulla dinamica”. L’autopsia chiarira’ non solo il numero di fendenti mortali, ma anche ,l’ora del decesso e se l’anziana vittima abbia lottato prima di morire. Le indagini proseguono a tutto campo. In nottata sono stati sentiti alcuni testimoni e in giornata ne saranno sentiti altri. Sentita anche la vicina di casa che, sollecitata dal figlio sessantenne della vittima, ha aperto l’uscio della dirimpettaia trovandola esanime a terra nel corridoio. Tra i molti interrogativi, resta quello relativo alla mancanza di effrazione della porta: secondo la polizia non c’e’ stata forzatura. Forse la vittima ha aperto ed e’ stata spinta all’interno dal rapinatore che l’ha uccisa, rubando gli oggetti di valore.

Il killer di Lodi riapre il caso di Yara Gambirasio

yarada TGcom24

Per la Procura ci sono attinenze tra il ritrovamento della prostituta romena e quello della piccola Gambirasio. Gli investigatori lodigiani hanno inviato i reperti con le tracce di Dna ai colleghi di Roma per un confronto

Andrea Pizzocolo  riapre il caso di Yara Gambirasio. Lavinia Simona Aiolaiei, la prostituta di 18 anni uccisa dal ragioniere dalla doppia vita, di giorno padre e marito, di notte regista e killer del sesso estremo, potrebbe infatti non essere l’unica sua vittima. Per gli investigatori di Lodi ci sono delle attinenze tra il ritrovamento del cadavere della romena e quello della piccola Yara, trovate entrambe in un campo agricolo.

Come scrive Il Giorno, ora si attendono i risultati del test del Dna che mette a confronto il codice genetico di Pizzocolo con quello trovato nei reperti della 16enne ma anche dei casi rimasti insoluti negli anni scorsi. In Procura infatti sono arrivate alcune denunce di prostitute che hanno dichiarato di essere sfuggite alla follia omicida del ragioniere. Che la mano del killer di lucciole uccise e ritrovate in Lombardia abbiano lo stesso volto? Gli inquirenti non escludono nessuna pista.

Dottoressa uccisa, fermato investitore

Rissa nel Bergamasco: vittime indiano e dottoressa italianada Ansa

Un indiano di 25 anni è stato sottoposto a fermo nella notte per l’uccisione di Kamur Baldev, accoltellato domenica sera a Chiuduno, e della dottoressa Eleonora Cantamessa che si era fermata per soccorrerlo. Il fermato è il fratello venticinquenne di Baldev. L’indiano si trova in carcere a Bergamo in attesa dell’interrogatorio di convalida: è accusato di omicidio volontario, ma solo di Eleonora Cantamessa. L’autopsia sulla salma di Baldev chiarirà infatti se l’indiano sia morto nella rissa o nell’investimento. Altri sette cittadini indiani sono stati indagati in stato di libertà: sono in corso accertamenti per capire quale reato addebitare a ciascuno, se il concorso nell’omicidio o nella rissa. Il fermato si chiama Vicky Vicky ed è fratello minore (nonostante i cognomi siano diversi) di Kamur Baldev, il trentaduenne ucciso nella rissa di domenica sera a Chiuduno. Vicky è accusato di omicidio volontario. Secondo i carabinieri era lui al volante dell’auto che ha travolto e ucciso Eleonora Cantamessa, la ginecologa di 44 anni che stava cercando di soccorrere Baldev, a terra ferito.

Soccorre ferito, dottoressa uccisa – E’ morta tragicamente, mentre prestava soccorso a un ferito in una rissa, ieri sera a Chiuduno (Bergamo), Eleonora Cantamessa, un medico 44enne di Bergamo che lavora all’Ospedale S.Anna di Brescia. La donna, passata per caso da quelle parti durante una serata trascorsa in compagnia di un amico, intorno alle 23, quando ha visto la situazione e quella persona a terra si è fermata cercando in tutti i modi di aiutare l’uomo, ferito a sprangate. Ma la sua generosità le è stata fatale. Una Golf con a bordo quattro connazionali del ferito, un indiano, gli stessi che poco prima l’avevano aggredito, ha falciato entrambi, forse con l’obiettivo di ‘finire’ l’ avversario. Degli occupanti la vettura, che poi si è schiantata contro un’altra macchina in transito, ferendo una coppia di baristi romeni, uno è già stato identificato e portato in caserma: non è però ancora chiaro se è il guidatore. I carabinieri stanno indagando per arrivare all’individuazione certa di chi era al volante dell’auto e di quelli che erano con lui. Proprio per questo motivo sono stati portati in caserma anche altri cittadini stranieri, indiani o pakistani. Al momento però non sono stati ancora presi provvedimenti dell’autorità giudiziaria che però sono probabili nelle prossime ore. Sul posto, la strada provinciale 91, all’altezza di via Kennedy, alla fine si contavano otto feriti. E dopo pochi minuti sono giunti, oltre ai soccorsi e ai militari, anche il padre e il fratello della dottoressa travolta, avvisati dall’amico, disperati. Eleonora Cantamessa, 44 anni, lavorava come ginecologa alla Clinica Sant’Anna di Brescia, ma aveva anche uno studio privato nel centro di Trescore Balneario, il paese della Bergamasca dove viveva. Originaria di Bergamo, a Trescore la conoscevano tutti proprio per la sua attività di ginecologa, ed era molto stimata: lascia i genitori e un fratello di 35 anni. Alla fine il bilancio di quello che sembra essere stato un sanguinoso regolamento di conti tra stranieri, è di due morti e di otto persone ferite. Il movente dell’aggressione deve essere ancora accertato, ma dalle prime testimonianze l’uomo ucciso si trovava in auto con un connazionale prima che arrivassero gli altri indiani aggredendoli entrambi. Il 118 ha soccorso e portato negli ospedali Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Humanitas Gavazzeni di Bergamo, Bolognini di Seriate e Mellini di Chiari (Brescia) anche altre sei uomini, tra i 18 e i 43 anni, e due donne di 21 e 30 anni, tutti feriti in quelle circostanze, sia a piedi sia in auto. Tra loro ci sono due giovani baristi romeni che stavano viaggiando in macchina e contro i quali è andata a sbattere la Golf che ha falciato la dottoressa Eleonora Cantamessa e il ferito, ma anche alcuni passanti che, come la ginecologa, si erano fermati per soccorrere l’indiano aggredito nella precedente rissa. Dall’auto investitrice (o da un’altra che faceva parte dello stesso gruppo di assalitori) sono poi scese, in mezzo alla confusione, tre immigrati che hanno picchiato e aggredito i presenti, prima di darsi alla fuga.

Uccisa da Suv, morì minuti dopo lo schianto

suvda TGCOM 24

Non è morta nel momento dell’investimento e potrebbe aver patito un’agonia di alcuni minuti Giulia Spinello, la studentessa 22enne uccisa venerdì nel padovano da un Suv la cui conducente ha poi trascinato il corpo della vittima per oltre tre chilometri. Sono questi i primi esiti dell’esame autoptico compiuto dai medici legali, su incarico della magistratura.

Intanto le indagini proseguono per capire se ci siano state o meno inadempienze da parte dei medici che avevano in cura la donna di 63 anni che si trovava al volante della Jeep ‘Grand Cherokee’, la quale – è stato appurato – assumeva regolarmente farmaci contenenti benzodiazepine, sostanze incompatibili con la guida. L’automobilista, che si trova ancora agli arresti domiciliari in ospedale, aveva ripetuto alle forze dell’ordine di non essersi accorta di nulla.

Bimba di tre anni muore nel Brindisino. Forse uccisa dalla madre

foto agida Corriere.it

Una bambina di tre anni è morta in ospedale dopo essere stata trovata in fin di vita nella sua abitazione, in via Monteverdi, a Carovigno, in provincia di Brindisi. La madre della piccola, Francesca Sbano, 32 anni,  ricoverata nell’ospedale di Ostuni, è morta lanciandosi nel vuoto dal terrazzo dello stesso appartamento, al secondo piano della palazzina.

Gli investigatori sospettano che la donna abbia ucciso la figlia e poi abbia tentato il suicidio. A quanto si è appreso, la Sbano non aveva mai accettato la decisione del marito di separarsi e avrebbe sofferto di depressione. A dare l’allarme sarebbero stati dei vicini di casa. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il personale del 118.

VELENI – Un flacone vuoto di diserbante è stato trovato dai carabinieri nel bidone della spazzatura nell’appartamento di Carovigno, dove madre e figlia vivevano. I carabinieri sospettano che la donna ne abbia fatto bere il contenuto alla figlia. Tracce di vomito sono state trovate accanto alla piccola quando è stata soccorsa, forse da alcuni vicini di casa. Entrambi i genitori della piccola sono braccianti agricoli. La madre al momento è ricoverata in condizioni molto gravi nell’ospedale di Ostuni (Brindisi), dove è anche stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico. In mattinata si terrà l’autopsia sul corpo della piccola disposta dal pm Pierpaolo Montinaro.

IL BIGLIETTO – Secondo una prima ricostruzione la madre della bambina subito dopo aver dato da bere il veleno alla piccola avrebbe raggiunto il terrazzo di casa lanciandosi nel vuoto, dopo aver lasciato – a quanto risulta – un bigliettino. Sono stati i vicini di casa ad accorgersi di quanto stava avvenendo e a dare l’allarme, tra le 22.30 e le 23. Ma ogni tentativo di salvare la bambina, trasportata subito in ospedale, è stato vano: è morta poco dopo il ricovero.