Sorelline uccise a Lecco, la madre infierì su di loro con 90 coltellate

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Si è accanita sul corpo delle tre figlie con una violenza, sferrando almeno 30 coltellate per ciascuno corpo. Sono gli esiti dell’autopsia sulle tre sorelline di Lecco, uccise in casa dalla madre Edlira Dobrushi nella notte dell’8 marzo. La donna si era separata dal marito. “Ero disperata”, le prime parole dopo la furia omicida.

Edlira Dobrushi è accusata di omicidio plurimo aggravato dal rapporto di consanguineità. Simona, Kesi e Sidny furono accoltellate in casa, nel rione Chiuso di Lecco. L’avvocato della donna, secondo Il Giorno, riferisce che quando non è sedata, sono riusciti a parlare degli aspetti processuali della vicenda: “le ho spiegato cosa sta succedendo, la prossima perizia e le conseguenze”. “Non volevo che vivessero una vita di disperazione”, avrebbe detto Edlia Dobrushi agli inquirenti subito dopo gli omicidi.

Marghera, donna muore travolta dal rimorchio di un tir guidato dal figlio

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Una donna è morta in un incidente accaduto in via dell’Azoto, a Marghera (Venezia). E’ finita sotto il rimorchio di un tir in manovra guidato dal figlio. Sul posto sono stati chiamati i vigili del fuoco, ma quando la squadra è giunta la vittima era già deceduta. I due si erano lasciati in ufficio dopo il disbrigo di alcune pratiche nell’azienda di trasporti del figlio.

L’uomo stava preparando il tir con il rimorchio sul piazzale della ditta e non si sarebbe accorto della madre che usciva. La tragedia è avvenuta verso le 19 nel cortile della sede della “Bottazzo eredi Walter”, azienda a conduzione familiare che si occupa di trasporti e logistica.

Secondo il quotidiano La Nuova Venezia, “pochi minuti prima due contitolari, figlio e mamma, avevano finito di preparare i documenti per la spedizione”. Il mezzo era stato messo in moto dal figlio che aveva iniziato a fare manovra nel cortile. Non si capisce se la donna si sia fermata per sbrigare altro formalità oppure per un malore. Il figlio non l’ha più vista presumendo che lei fosse tornata in ufficio e ha mosso l’autoarticolato, ma il rimorchio ha colpito la donna, investendola e schiacciandola.

Cosenza: “Cocò, ucciso a 3 anni perché aveva riconosciuto gli assassini”

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La madre di Cocò, il bimbo di 3 anni ucciso domenica a Cosenza insieme ai nonni, e i cui corpi carbonizzati sono stati trovati in un auto, è sicura: “Lo hanno ucciso perché conosceva i suoi assassini”. Antonia Iannicelli, attualmente in carcere, è disperata. “Li ha visti in faccia e così lo hanno ucciso, vigliacchi – dice in una intervista a “La Stampa” -. Quando uscirò dalla prigione andrò via dalla Calabria”.

madreGli inquirenti continuano a lavorare senza sosta per trovare gli assassini di Cocò, di suo nonno Antonio e della sua compagna. Non si esclude che i tre stessero rientrando a casa e, giunti proprio nei pressi del casolare dove sono stati trovati i corpi carbonizzati, siano rimasti vittime di un agguato. I killer avrebbero poi rinchiuso il corpo di Iannicelli nel bagagliaio dell’automobile e portato il mezzo vicino al casolare per incendiarlo.

Poco prima di allontanarsi dal luogo dell’incendio dei corpi, gli autori del delitto hanno lasciato sul cofano dell’automobile una moneta da 50 centesimi che, nel linguaggio della criminalità organizzata, significa che la vittima aveva uno scarso valore. Iannicelli potrebbe essere stato ucciso al termine di una discussione degenerata.

Probabilmente Giuseppe doveva incontrare qualcuno, spiegare che quei soldi non li aveva. Magari pensava che con il nipotino sarebbe stato al riparo dalla violenza. Sbagliava. Non è possibile, al momento, capire come siano morti perché i corpi sono stati consumati dalle fiamme. Giuseppe Iannicelli sarebbe stato colpito quando era fuori dall’abitacolo. Poi è toccato alla donna marocchina e a Cocò.

Verona, morto bimbo di 14 mesi: fermata la madre per omicidio

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E’ stata sottoposta a fermo con l’accusa di omicidio la 40enne uruguaiana madre del bambino di 14 mesi morto a Verona. Il piccolo è deceduto durante il trasporto all’ospedale Maggiore del capoluogo scaligero. A chiamare i soccorsi era stata proprio la donna: aveva raccontato al personale del 118 che il bimbo non dava segni di vita. Subito è stata allertata la squadra mobile, per i lividi che il piccolo presentava sul volto.

La madre è stata a lungo interrogata in questura. A carico della donna sarebbero emersi gravi indizi di colpevolezza. Il magistrato disporrà l’autopsia sul corpicino del bimbo per chiarire le cause del decesso. La 40enne sarà trasferita alla casa circondariale di Verona-Montorio.

Bambino trovato agonizzante nel suo letto – Il bimbo di 14 mesi è stato trovato dai soccorritori del 118 nel proprio letto di casa già in arresto circolatorio. Il piccolo è stato rianimato sul posto, intubato, ma è poi deceduto prima di arrivare in ospedale. Il padre del bambino, e marito della donna, con la quale non conviveva, non è ancora stato rintracciato.

Bimba di tre anni muore nel Brindisino. Forse uccisa dalla madre

foto agida Corriere.it

Una bambina di tre anni è morta in ospedale dopo essere stata trovata in fin di vita nella sua abitazione, in via Monteverdi, a Carovigno, in provincia di Brindisi. La madre della piccola, Francesca Sbano, 32 anni,  ricoverata nell’ospedale di Ostuni, è morta lanciandosi nel vuoto dal terrazzo dello stesso appartamento, al secondo piano della palazzina.

Gli investigatori sospettano che la donna abbia ucciso la figlia e poi abbia tentato il suicidio. A quanto si è appreso, la Sbano non aveva mai accettato la decisione del marito di separarsi e avrebbe sofferto di depressione. A dare l’allarme sarebbero stati dei vicini di casa. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il personale del 118.

VELENI – Un flacone vuoto di diserbante è stato trovato dai carabinieri nel bidone della spazzatura nell’appartamento di Carovigno, dove madre e figlia vivevano. I carabinieri sospettano che la donna ne abbia fatto bere il contenuto alla figlia. Tracce di vomito sono state trovate accanto alla piccola quando è stata soccorsa, forse da alcuni vicini di casa. Entrambi i genitori della piccola sono braccianti agricoli. La madre al momento è ricoverata in condizioni molto gravi nell’ospedale di Ostuni (Brindisi), dove è anche stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico. In mattinata si terrà l’autopsia sul corpo della piccola disposta dal pm Pierpaolo Montinaro.

IL BIGLIETTO – Secondo una prima ricostruzione la madre della bambina subito dopo aver dato da bere il veleno alla piccola avrebbe raggiunto il terrazzo di casa lanciandosi nel vuoto, dopo aver lasciato – a quanto risulta – un bigliettino. Sono stati i vicini di casa ad accorgersi di quanto stava avvenendo e a dare l’allarme, tra le 22.30 e le 23. Ma ogni tentativo di salvare la bambina, trasportata subito in ospedale, è stato vano: è morta poco dopo il ricovero.