Marghera, donna muore travolta dal rimorchio di un tir guidato dal figlio

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Una donna è morta in un incidente accaduto in via dell’Azoto, a Marghera (Venezia). E’ finita sotto il rimorchio di un tir in manovra guidato dal figlio. Sul posto sono stati chiamati i vigili del fuoco, ma quando la squadra è giunta la vittima era già deceduta. I due si erano lasciati in ufficio dopo il disbrigo di alcune pratiche nell’azienda di trasporti del figlio.

L’uomo stava preparando il tir con il rimorchio sul piazzale della ditta e non si sarebbe accorto della madre che usciva. La tragedia è avvenuta verso le 19 nel cortile della sede della “Bottazzo eredi Walter”, azienda a conduzione familiare che si occupa di trasporti e logistica.

Secondo il quotidiano La Nuova Venezia, “pochi minuti prima due contitolari, figlio e mamma, avevano finito di preparare i documenti per la spedizione”. Il mezzo era stato messo in moto dal figlio che aveva iniziato a fare manovra nel cortile. Non si capisce se la donna si sia fermata per sbrigare altro formalità oppure per un malore. Il figlio non l’ha più vista presumendo che lei fosse tornata in ufficio e ha mosso l’autoarticolato, ma il rimorchio ha colpito la donna, investendola e schiacciandola.

Morto il prete che stuprò una 14enne Il caso venne denunciato dal figlio a LE IENE

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E’ morto nella casa di riposo che lo ospitava da anni don Pietro Tosi, sacerdote ferrarese 86enne al centro del caso fatto scoppiare mesi fa da Erik Zattoni, il figlio (mai riconosciuto legalmente) che l’anziano prete ebbe nel 1980 dopo aver abusato della mamma, allora una ragazzina di 14 anni. I funerali del sacerdote si svolgeranno venerdì a Cesta, nel Copparese, nella chiesa della casa di riposo.

Erik Zattoni (che aveva denunciato pubblicamente il caso a ottobre durante una puntata della trasmissione “Le Iene”) aveva condotto una battaglia in tribunale per ottenere il riconoscimento, e alla fine la prova del Dna ha confermato la paternità del sacerdote. Il quale però si è rifiutato fino alla fine di riconoscere il figlio e di avere qualunque contatto con lui, spiegando che “non devo chiedere scusa a nessuno, ho già chiesto perdono a Dio. Mi sono confessato con un frate carmelitano e mi ha dato l’assoluzione. Sono in pace con la mia coscienza”.

“Il giudizio dell’Arcivescovo di Ferrara, Luigi Negri, sulla vicenda umana e sacerdotale di don Pietro – fa sapere una nota della Curia – è stato ampiamente diffuso nei mesi scorsi. Ora don Tosi, da cui sono venute enormi sofferenze ma anche opere di bene, è davanti al Signore a cui spetta un giudizio imperscrutabile che eccede ogni umana misura”.