Torino: arrestato militante dell’Isis

L’operazione di questa mattina contro l’estremismo islamico da parte della Digos di Torino in collaborazione con il Servizio per il contrasto dell´estremismo e del terrorismo esterno e gli uffici di polizia di Milano, Napoli, Modena, Bergamo e Reggio Emilia, ha portato all’arresto di un marocchino di 23 anni, naturalizzato italiano, per partecipazione all´associazione terroristica Isis.

Con lui, sono finiti nella rete degli investigatori altri stranieri e italiani convertiti all´islamismo, appartenenti agli ambienti dell´estremismo islamico del nord Italia, attivamente impegnati in una campagna di radicalizzazione e proselitismo condotta soprattutto sul Web, nei cui confronti sono state eseguite perquisizioni domiciliari e personali.

L´indagine della Polizia di Stato nasce a fine 2015, quando il giovane era stato già oggetto di una sentenza di patteggiamento, emessa dal Tribunale di Torino alla pena di due anni di reclusione con sospensione condizionale della stessa per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo, avendo redatto e pubblicato sul web alcuni documenti di esaltazione dello Stato Islamico.

Durante l’attività investigativa veniva evidenziato un crescente percorso di radicalizzazione del giovane che, nonostante la condanna, aveva addirittura intensificato la sua attività di proselitismo ed indottrinamento attraverso il reperimento, la consultazione su diverse piattaforme multimediali di vario materiale di propaganda ed inneggiante al Jihad prodotto dal Daesh.

Tra il materiale confluito negli atti d´indagine ci sono diversi filmati riproducenti le gesta dei mujaheddin in Siria ed Iraq, le cruente esecuzioni operate nei confronti di civili e militari e le rivendicazioni degli attentati di Parigi e Bruxelles.

Proprio in occasione della diffusione della notizia della morte di Al Adnani, l´arrestato aveva creato e pubblicato su una piattaforma social ad accesso pubblico tre playlist con i messaggi più famosi del defunto portavoce dello Stato Islamico tra cui quello diffuso nel settembre 2014 che impartiva l´ordine di scatenare la campagna del terrore in Europa che ha portato alle stragi compiute a partire dal gennaio 2015.

Inoltre il giovane per la sua attività di proselitismo traduceva in italiano il materiale jihadista acquisito sul Web in lingua araba o inglese. Grazie all’utilizzo dei social network era poi riuscito ad attrarre nella sua sfera di influenza altri navigatori, in particolare italiani convertiti all’islam e giovani immigrati di seconda generazione.

L’arrestato aveva avuto anche contatti con due aspiranti foreign fighters arrestati nel 2016 in esecuzione di misure cautelari emesse dall’Autorità giudiziaria di Milano per associazione con finalità di terrorismo.

Nel periodo finale delle indagini l’attività del giovane si era in particolare focalizzata sulla rivista online “Rumiyah”, contenente le istruzioni operative per i guerriglieri del Califfato in Occidente su come effettuare attacchi terroristici utilizzando autocarri, autoveicoli o coltelli.

fonte e foto polizia di stato

 

Terrorismo: voleva diventare una martire del Jihad, espulsa straniera

Era radicalizzata e pronta a trasformarsi in una martire del Jihad con un attentato suicida; mancava solo l’autorizzazione da parte dei vertici dell’Isis.

La 22enne egiziana, regolarmente residente nella periferia sud di Milano, è stata espulsa per motivi di sicurezza nazionale dalla Digos del capoluogo lombardo, che ha dato esecuzione immediata a un provvedimento del questore.

Gli investigatori, nell’ambito di un’indagine internazionale, hanno scoperto le intenzioni della giovane straniera, che da qualche anno aveva intrapreso un percorso di radicalizzazione.

Quando arrivò in Italia, nel 2013, era una ragazza normale, vestiva all’occidentale e si comportava come le sue coetanee milanesi. Poi ha iniziato ad utilizzare il velo, e infine è arrivata ad indossare il niquab (il velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi) e i guanti neri, perché nemmeno le mani dovevano essere mostrate.

Era diventata una solitaria, non aveva contatti con nessuno e passava tutto il giorno su Internet a guardare video di indottrinamento e a leggere istruzioni.

Era anche entrata in contatto con un esponente dell’autoproclamato stato islamico, al quale aveva chiesto di organizzarle il trasferimento in Siria per mettersi a disposizione del Daesh. Dopo vari tentativi non andati a buon fine, aveva allora dato la sua disponibilità a trasformarsi un una kamikaze dell’Isis, ma ancora non aveva ricevuto risposta.

L’analisi del tablet utilizzato dalla giovane per navigare su Internet, ha permesso agli investigatori di recuperare le chat con le quali, su Telegram, era in contatto con l’Isis.

Accertamenti e perquisizioni della polizia hanno ulteriormente confermato le intenzioni della ragazza.

fonte e foto polizia di stato

 

Terrorismo: arrestato a Ferrara uno degli attentatori di Marsiglia

Stava passeggiando in bicicletta di notte, per le vie di Ferrara, quando è stato bloccato dagli uomini della Digos di Bologna e Ferrara. Si tratta di Anis Hannachi, complice, insieme al fratello Ahmed Hannachi, dell’omicidio di due ragazze francesi lo scorso 1° ottobre nei pressi della stazione di Marsiglia. Al momento del fermo non aveva documenti e ha dichiarato un nome di fantasia e affermando, mentendo, di essere un algerino. Dall’analisi delle impronte digitali i poliziotti sono arrivati a scoprire la vera identità.

L’arresto, emesso dalle autorità francesi, è arrivato al termine di una complessa attività investigativa coordinata dal Servizio centrale per il contrasto del terrorismo esterno della Direzione centrale polizia di prevenzione con la collaborazione delle autorità francesi.

Secondo gli investigatori Anis Hannachi aveva un passato come “foreign fighter” in Siria e fu lui a indottrinare il fratello, Ahmed, e a provocarne la radicalizzazione fino all’attentato compiuto a Marsiglia.

CROTONE: MAXI OPERAZIONE ANTITERRORISMO

A seguito di complesse e articolate attività d´indagine condotte dalla Polizia di Stato, Sezione Antiterrorismo della DIGOS della Questura di Crotone e Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, sotto la direzione ed il coordinamento della Procura Distrettuale Antiterrorismo di Catanzaro, diretta dal Procuratore dott. Nicola Gratteri, il GIP del Tribunale di Catanzaro, dott.ssa Assunta Maiore, accogliendo la richiesta del Procuratore Aggiunto dott. Giovanni Bombardieri e del Sostituto Procuratore Paolo Petrolo, ha emesso una O.C.C. in carcere nei confronti di H.A.H., nato in Iraq nel 1988, in relazione al delitto p. e p. agli artt. 414 comma 4 e 270 sexies c.p.; 1 D.L. 625/79 convertito in Legge 17/1980, ovvero per aver pubblicamente fatto apologia dello Stato Islamico, associazione con finalità di terrorismo internazionale, così istigando alla partecipazione alla medesima organizzazione terroristica internazionale ed alla perpetrazione di atti violenti con finalità terroristiche.

Va segnalato come il destinatario della misura cautelare personale, il quale in più occasioni ha apertamente manifestato la propria appartenenza all´ISIS, risulta, dalle indagini espletate dai poliziotti della DIGOS di Crotone, soggetto particolarmente violento e pericoloso, dedito alla quotidiana visione di video oltremodo cruenti riconducibili all´estremismo islamico.

La palese condivisione dei principi più radicali della religione islamica, nonché delle modalità terroristiche di imposizione degli stessi, da parte dell´indagato, emerge non soltanto dalla condivisione, con altri soggetti che così interessava a quelle vicende, sul proprio profilo facebook di filmati riconducibili al Califfato Islamico, ma ancor di più, nell´esaltazione degli attentati terroristici eseguiti da affiliati del Daesh in tutto il mondo, da ultimo quello compiuto a Manchester il 22 maggio u.s..

Con riferimento a tale ultimo grave attacco suicida, che ha registrato la morte di 23 persone e 122 feriti gravi, il cittadino iracheno arrestato ha manifestato compiacimento, esultando davanti ad altro coinquilino del centro SPRAR in cui si trova ospite ed inneggiando alla Jihad con le usuali frasi pronunciate in occasione di atti terroristici e di martirio.

Le convinzioni religiose riconducibili all´Islam più radicale condivise dall´ H.A.H. emergono nella fattiva condivisione con i predetti di filmati inneggianti all´estremismo islamico, che glorificano la bandiera dell´Isis e la perpetrazione di attentati, e nella sollecitazione dell´interesse dei suoi interlocutori sullo Stato Islamico, fornendo loro chiarimenti e notizie circa la natura e le “giuste” finalità dello stesso.

Emblematica della pericolosità e della propensione alla Jihad più estrema del prevenuto, risulta il contenuto di una conversazione captata, nella quale l´indagato riferisce alla sorella che, nonostante qualcuno gli avesse chiesto di rientrare nel suo paese d´origine per prendere parte attivamente alla “guerra santa”, la sua condivisione ai principi sottesi alla Jihad, lo avrebbero spinto a rimanere in Italia in quanto la sua missione sarebbe stata quella di “redimere gli infedeli”, riferendo espressamente, in altra parte della conversazione, che “a queste persone dovrebbe essere tagliata la gola”.

Durante la sua permanenza nella capitale, particolarmente interessante risulta una conversazione ambientale nella quale il soggetto arrestato, riferisce al suo interlocutore che, mentre passeggiava tra le vie della capitale, le sue fattezze, ovvero la barba lunga e l´aver portato al seguito una busta in plastica, hanno cagionato un particolare allarmismo, tanto che la polizia del luogo, interveniva controllandolo, a suo dire, molte volte, facendo risaltare nella circostanza che proprio quello era l´obiettivo che il prevenuto intendeva perseguire: cioè creare allarme e tensione in questo particolare periodo di ripetuti attacchi terroristici anche individuali.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

DIGOS DI BARI: OPERAZIONE ANTITERRORISMO

 

Nell’ambito dell’attività di prevenzione e contrasto al terrorismo internazionale attuata dalla Polizia di Stato, la DIGOS della Questura di Bari – con la collaborazione delle DIGOS  di Foggia e Padova,coordinate della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione/UCIGOS– concluso l’operazione di polizia denominata“BARAKAAT”.
Le indagini, dirette della Procura Distrettuale di Bari, con il supporto della Procura della Repubblica di Foggia, sono state avviate nel 2016, nei confronti dell’indagato tunisino Kamel SADRAOUI, di 34anni, regolarmente residente in provincia di Foggia. L’operazione, tesa a prevenire e a debellare il fenomeno dei cc.dd lupi solitari ispirati dal DAESH/ISIS, ha portato in data 5/5/2017 all’esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere, per il reato di apologia del terrorismo, nei confronti del detto SADRAOUI. Il provvedimento è stato depositato dal Tribunale della Libertà di Bari in data 14/4/17, in accoglimento dell’appello del PM avverso l’iniziale ordinanza di rigetto da parte del GIP del Tribunale di Foggia, che aveva escluso la configurabilità del delitto di apologia. Avvalendosi di sofisticate tecniche di monitoraggio del web, in particolare dei social media, gli investigatori hanno documentato come il cittadino tunisino fosse impegnato in attività di propaganda dello Stato Islamico tramite la pubblicazione su Facebook di video e post di esaltazione delle azioni compiute dalle milizie della stessa formazione terroristica. SADRAOUI, peraltro, era solito accompagnare i documenti di propaganda con la frase “Lo Stato Islamico sopravviverà”. §
Nel medesimo contesto è stato accertato che l’estremista tunisino, durante una conversazione, aveva esaltato la figura dell’attentatore dei mercatini di Natale di Berlino. Pertanto, all’esito delle indagini – che hanno anche documentato la detenzione illegale da parte dell’indagato di un’arma da fuoco – l’8 febbraio 2017 gli uomini dell’Antiterrorismo della Polizia di Stato hanno eseguito il fermo disposto dal Procuratore distrettuale di Bari nei confronti dell’internauta tunisino per il reato di apologia del terrorismo. Alle fasi operative, nel cui ambito sono state effettuate anche alcune perquisizioni nel foggiano, hanno preso parte anche i reparti speciali della Polizia di Stato – Nocs, in ragione del profilo di pericolosità del SADRAOUI, desumibile dalla detenzione di una pistola e dai suoi collegamenti con ambienti legati alla criminalità locale, oltre che dai suoi contatti sul web con soggetti attestati su posizioni filo-jihadiste. Nel corso dell’attività investigativa è emersa anche, quale figura di interesse, quella del fratello del fermato S.B, di anni 32 (titolare di permesso di soggiorno per motivi di lavoro emesso dalla Questura di Foggia), il quale aveva manifestato nel web analoghe posizioni filo-jihadiste. Quest’ultimo, rintracciato l’8 maggio scorso dalla DIGOS di Padova, è stato poi espulso il successivo 13 maggio, perché pericoloso per la sicurezza, in esecuzione di provvedimento emesso dal Prefetto di Padova sulla base degli elementi informativi acquisiti a suo carico nelle indagini baresi.

Foto Polizia di Stato

Antiterrorismo. La Polizia arresta 2 stranieri e ne denuncia un terzo.

Savona, si tratta di tre marocchini, tra i 27 e i 44 anni, in Italia da anni, con precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti, lesioni personali e in materia di falso.
L´attività di indagine, diretta dalla Procura Distrettuale Antiterrorismo di Genova, nasce a seguito della segnalazione di una giovane savonese al Commissariato di P.S. online della Polizia Postale e delle Comunicazioni, relativa ad un messaggio Whatsapp pervenuto sull´utenza cellulare della ragazza da un contatto non presente nella sua rubrica e originante da un numero del Marocco.
Ciò che aveva indotto la venticinquenne a rivolgersi alla Polizia Postale era l´immagine riprodotta nel profilo Whatsapp: la foto, cioè, di una giovane ragazza con un mitra in mano ed in posizione di tiro.
La segnalazione veniva subito inviata agli investigatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Imperia che, anche con l´aiuto della ragazza, ricostruivano che circa tre mesi prima, transitando nei pressi di una struttura data in cessione a profughi provenienti dall´Africa, aveva prestato il proprio cellulare ad uno dei marocchini ivi residente, che a suo dire aveva la necessità di contattare dei conoscenti nel Paese d´origine.
Le successive indagini della Polpost ligure, coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, hanno quindi ricostruito una fitta rete di contatti dai quali emergeva il sospetto di possibile attivismo dei tre indagati nel campo del proselitismo all´autoproclamato Stato Islamico.
La complessa attività investigativa, che si è avvalsa anche di intercettazioni telefoniche internazionali e telematiche, nonchè del costante monitoraggio delle navigazioni in Rete, ed in particolare sui social network, degli indagati ha evidenziato come i tre marocchini creassero  profili Facebook utilizzando numeri di cellulari intestati ad altre persone.
ppolLa Procura Distrettuale Antiterrorismo di Genova, sulla base delle risultanze investigative, ha emesso i provvedimenti di perquisizione eseguiti dal personale della Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Imperia, unitamente a quello della D.I.G.O.S. e della Squadra Mobile della Questura di Savona, e l´ausilio di una Unità cinofila della Polizia di Stato di Torino, presso i domicili dei tre marocchini, ove sono stati rinvenuti e sequestrati telefoni cellulari che saranno ora sottoposti ad analisi tecniche più approfondite, che però hanno già evidenziato la presenza di ulteriori profili e siti in lingua araba utilizzati dagli indagati, adesso al vaglio degli investigatori.
Inoltre, nel corso delle perquisizioni è stata anche rinvenuta cocaina, bilancini e circa 5 mila euro in contanti, nonché una decina di documenti di identità italiani, non rubati, sui quali sono in corso approfondimenti per verificare se siano legati ad una possibile attività di spaccio da parte degli arrestati, ad esempio lasciati a garanzia del debito, o se invece il loro possesso sia finalizzato a ben altri impieghi.
L´odierna operazione si inserisce nel più ampio contesto della intensificata attività antiterrorismo condotta dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni a partire dall´autoproclamazione dello Stato Islamico del giugno 2014.
Gli attacchi terroristici avvenuti anche in Paesi dell´Unione Europea e il sempre più diffuso ricorso alla rete Internet da parte delle organizzazioni terroristiche facenti capo al Daesh, come strumento di diffusione delle ideologie più radicali e di rivendicazione e come mezzo complementare di attuazione della strategia jihadista hanno, infatti, suggerito alla Specialità l´intensificazione dell´attività di prevenzione e contrasto attraverso percorsi investigativi che prevedono relazioni sinergiche con la Polizia di Prevenzione ed il comparto intelligence.
di Renato D’Angelo

Fonte Foto Polizia di Stato

Brescia: coppia pronta al martirio, italiana indagata e tunisino espulso

La Polizia di Stato a Brescia ha concluso un’indagine collegata al fenomeno della conversione religiosa di giovani donne italiane legate a musulmani con idee estremiste.

Le investigazioni della Digos e della Direzione centrale della polizia di prevenzionehanno scoperto che una cittadina italiana di 30 anni e il marito, cittadino tunisino, si erano radicalizzati tanto da fare espliciti riferimenti al martirio.

La donna è stata indagata per il reato di arruolamento con finalità di terrorismo mentre il marito è stato espulso dal territorio nazionale con provvedimento del ministro dell’Interno.

L’attività investigativa della Polizia ha permesso di ricostruire il percorso di radicalizzazione condotto dalla donna con il supporto del marito.

Lei, nel suo cammino di estremizzazione, aveva iniziato ad indossare il niqab ed usciva raramente solo per incontrare il marito che non viveva con lei nella stessa casa.

Dal controllo dei profili Facebook della coppia, i poliziotti hanno accertato che i due esaltavano il Daesh, il sedicente stato islamico, e la volontà di votarsi al martirio.

Sulla bacheca Facebook, utilizzata per comunicare con il marito, la donna scriveva, dopo essersi mostrata con il niqab di colore nero, “Io vivo qui solo con il mio corpo invece la mia anima e il mio pensiero sono in un posto molto lontano…”   –     “Oh Allah ti chiedo una morte nel tuo sentiero,  e  Ti chiedo una morte nel paese del tuo profeta …Il Paradiso il Paradiso il Paradiso giuro che non ce la faccio ad aspettare…” ed ancora  “…Che Allah ti conceda Shahada (martirio) e un posto nel paradiso”, esternazioni alle quali il marito forniva esplicitamente il proprio consenso.

La ragazza, inoltre, faceva espliciti riferimenti al jihad quando ad esempio scriveva “…Dio dai la tua gloria ai Mujahedin sul tuo sentiero e falli vincitori sulla terra…”.

Nel dicembre 2015 la coppia, senza figli, si era sposata con il rito civile dopo che, nel 2010, i due si erano uniti in matrimonio con rito islamico.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati i documenti validi per l’espatrio intestati alla ragazza e vari supporti informatici, su cui sono in corso ulteriori attività di indagine.

fonte e foto polizia di stato

Antiterrorismo: la formazione operativa del 2015

Pianificare un evento critico e saperlo fronteggiare è uno dei compiti della Polizia di Stato.

Una diversa consapevolezza, all’indomani dell’attentato al giornale Charlie Hebdo di Parigi, ha reso necessario mirare la formazione dei poliziotti stando al passo con i tempi.

Ed è così che in venti Questure italiane sono state costituite delle unità operative con compiti prioritari in caso di situazioni riconducibili ad atti di natura terroristica. In relazione a tale attività, sono stati finora formati 190 operatori di polizia, preventivamente selezionati, i quali hanno pertanto acquisito una elevata competenza al primo intervento terroristico.

Alcuni dati significativi

Da un bilancio formulato a consuntivo in merito all’addestramento è emerso che nel 2015 sono stati 33.868 i poliziotti che hanno partecipato alle giornate d’addestramento (2.554 svolte in tutta Italia) sulle tecniche d’intervento antiterroristico.

Attualmente un poliziotto su tre ha ricevuto un addestramento tecnico di base per gestire un possibile attacco, ed anche nozioni di psicologia per saper mantenere la calma e tranquillizzare anche le persone eventualmente coinvolte in situazioni di pericolo.

È stato particolarmente curato l’addestramento dei 622 istruttori nelle tecniche d’intervento e quello dei 68 istruttori di tiro formati all’uso di armamento speciale impiegato nei servizi antiterrorismo.

Anche agli uomini preposti al controllo del territorio e a quelli del pronto intervento è stata garantita una formazione straordinaria in virtù del “Giubileo della Misericordia“.

Gran parte di tale attività ha, però, necessariamente coinvolto i reparti della Capitale interessando nello specifico tutto il comparto prevenzione della questura di Roma ed il Reparto prevenzione crimine Lazio.

Duecentocinquanta poliziotti hanno svolto il corso per Operatore del controllo del territorio presso la scuola di Pescara e in 45, tra ispettori e sovrintendenti, hanno frequentato quello da responsabile degli Uffici per il controllo del territorio.

Un dato importante è quello relativo agli 800 poliziotti che nel mese di novembre 2015, a cura della Direzione centrale anticrimine, sono stati formati sul nuovo sistema di bordo delle Volanti, “Mercurio“.

Anche la rivista ufficiale della Polizia di StatoPoliziamoderna“, nello scorso numero di Dicembre, ha approfondito l’argomento con un articolo.

fonte Polizia di Stato

Polizia e anti-terrorismo: gli agenti formati a nuove tecniche d’intervento

La polizia si aggiorna: alla nuova emergenza imposta dal terrorismo. Alle tecniche di difesa e prevenzione, ma anche di pronto intervento in caso di attacco improvviso. Gli agenti si adeguano ai tempi e al pericolo attuale e imparano a guardare in faccia il terrore e chi lo diffonde, addestrandosi anche a costringere miliziani jihadisti e cani sciolti ad abbassare lo sguardo. E allora, sono 190 gli operatori di polizia, preventivamente selezionati, che sono stati formati sulle nuove tecniche d’intervento e di difesa.
La polizia e la formazione all’anti-terrorismo

La polizia – almeno 190 dei suoi selezionati agenti – entra nel vivo della lotta al terrorismo che minaccia le nostre città, imparando nuove tecniche d’intervento antiterrorismo e acquisendo un know how di elevata specializzazione utile al primo intervento sul campo. A renderlo noto è la polizia di Stato, la quale spiega che in venti città, durante l’anno appena concluso, sono stati costituiti, all’interno dell’Ufficio Prevenzione Generale e del Soccorso Pubblico delle questure, le Unità Operative con compiti di intervento prioritario in caso di situazioni riconducibili ad atti di natura terroristica.

Le nuove tecniche e l’armamento speciale

Le Questure, nell’ambito delle esigenze di aggiornamento professionale, hanno organizzato 2.554 giornate addestrative sulle tecniche d’intervento antiterrorismo a cui hanno partecipato 33.868 operatori di polizia. Per assicurare questa particolare attività formativa sull’intero territorio nazionale, sono stati aggiornati 622 istruttori in operazioni idonee a intervenire in scenari come quelli degli attentati terroristici e 68 istruttori di tiro sono stati formati all’uso di armamento speciale impiegato nei servizi antiterrorismo. L’attività formativa – informa la polizia – proseguirà intensamente anche nel corso del 2016. Si vis pacem – dicevano i latini – para bellum…

fonte Secolo d’Italia

“Questo sarà l’ultimo Papa”: arrestati jiadisti kosovari

Bloccati nelle prime ore di questa mattina un gruppo di cittadini kosovari accusati di apologia di terrorismo e istigazione all’odio razziale. Gli arresti sono avvenuti in alcune città italiane e in Kosovo.

L’operazione, denominata “Van Damme” è stata condotta dagli agenti della Direzione centrale della polizia di prevenzione e da quelli della Digos della questura di Brescia, unitamente alla Polizia kosovara.

Il gruppo terrorista scoperto stamattina propagandava l’ideologia jihadista anche attraverso l’uso dei social network. Molti gli aspetti di pericoloso fanatismo religioso estremistico individuati dai poliziotti durante le indagini. Sul web gli arrestati si mostravano con armi e in atteggiamenti da combattenti dello Stato islamico.

Nelle chat analizzate c’erano anche minacce nei confronti del Papa; gli investigatori hanno trovato anche frasi del tipo “questo sarà l’ultimo Papa“. Altro materiale web è ancora in fase di indagine.

Il capo della Polizia Alessandro Pansa si è complimentato con il questore di Brescia per il brillante risultato e per portare a tutti i poliziotti che hanno condotto l’operazione, anche il plauso del ministro dell’Interno Angelino Alfano.

fonte Polizia di Stato