Schettino accusa in aula il timoniere

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L’ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino parla per la prima volta in aula al processo che lo vede imputato per il naufragio al Giglio. E lo fa per accusare il timoniere indonesiano di non aver eseguito correttamente i suoi ordini. Dunque scaricare la colpa su di lui: «Nel momento in cui ho chiesto al timoniere di mettere i timoni a sinistra – spiega in aula – l’errore è stato di non farlo, in quel momento la nave aveva un’accelerazione a destra».

Secondo Schettino, che per tutta l’estate ha studiato le carte con i suoi avvocati: «Se non ci fosse stato l’errore del timoniere, di non posizionare i timoni a sinistra, ovvero l’errore di scontrarsi, cioè di evitare la derapata non ci sarebbe stato quello schiaffo». La difesa dell’ex comandante aveva già insistito sugli errori del timoniere indonesiano sollecitando i periti del gip a puntualizzarli.

Con l’ordine di virare a sinistra, ha detto Schettino, «volevo ridurre la velocità angolare della poppa della Costa Concordia rispetto alla rotazione, ottenendo quindi una contro-rotazione, forse con un impatto più verso prua, certo con meno rotazione a destra. Addirittura se la nave si fosse fermata passava via liscia. Ma la manovra errata non lo permise». «Mettere il timone a sinistra – ha proseguito Schettino nella sua spiegazione – significava mettere velocità angolare della prua quindi l’avanzo sarebbe stato privilegiato rispetto al moto rotatorio» verso destra, che la faceva scodare di poppa verso la prua. Schettino, in sostanza, evidenziando l’errore del timoniere indonesiano, ha voluto dire che tentò di allineare la nave agli scogli, cercando di rimetterla in parallelo, comunque attenuando il più possibile l’angolo di impatto che si stava delineando di lì a poco. Ma l’errore al timone, secondo l’ex comandante, vanificò questo tentativo. I periti del gip hanno comunque sottolineato che l’impatto ci sarebbe stato lo stesso.

In aula si sono ascoltati i periti anche sulla questione del generatore di emergenza della nave che quella notte «non funzionò». Quanto quest’avaria ha influito sulla tragedia? «Non ha avuto influenza alcuna sull’evento. I timoni rimasero sempre a 35 gradi e la nave era comunque ingovernabile: non erano possibili manovre alternative»: ha detto il collegio dei periti del gip. «L’impatto sugli scogli ci sarebbe comunque stato, l’azione sul timone fu nulla», hanno proseguito i periti che, confermando il non funzionamento del generatore d’emergenza dopo l’urto contro gli Scogli hanno, però, anche escluso che fossero possibili manovre d’emergenza. «Non abbiamo riscontrato la causa dell’avaria» al generatore d’emergenza della Costa Concordia, hanno anche detto i periti, «abbiamo constatato che ci furono dei surriscaldamenti che causarono il blocco dell’impianto ma non ne abbiamo determinato la causa». Ai periti del gip è anche risultato che «le verifiche periodiche» previste «siano (rpt, siano) state fatte». Intanto la procura ha impugnato i cinque patteggiamenti, compreso quello al timoniere.

Concordia: legale Schettino, valutiamo richiesta patteggiamento

schettinoda Agi

“Stiamo valutando se avanzare o meno la richiesta di patteggiamento per il comandante Schettino”. Lo ha detto l’avvocato Francesco Pepe, uno dei legali dell’ex comandante della Costa Concordia. “Non abbiamo ancora deciso nulla. Lo faremo nelle prossime ore”. In base al codice, infatti, l’imputato puo’ chiedere il patteggiamento anche una seconda volta, durante il dibattimento, nonostante il tentativo fallito davanti al gup per opposizione dell’accusa.