Ravenna, giovane militare muore folgorato

ravennada TGcom 24

Un militare, Bernardo Ceraldi, è rimasto folgorato ed è morto mentre era di guardia, nella tarda serata di domenica, a un carro armato allo scalo merci di Ravenna. Sulle cause e sulla dinamica dell’episodio, classificato dal 118 come “infortunio sul lavoro”, sono in corso accertamenti. Oltre agli operatori sanitari, che hanno potuto solo constatare il decesso del giovane, sono intervenuti vigili del fuoco, polizia e carabinieri.

La vittima, 21enne originario di Formia, in provincia di Latina, ma residente a Falciano del Massico, nel Casertano, era in servizio come caporale dell’Esercito al 66mo Reggimento Fanteria di Forlì.La dinamica dell’accaduto è al vaglio della Polizia Ferroviaria di Ravenna e del Pm di Turno, Isabella Cavallari. Secondo una prima ipotesi, verso le 22.40 di ieri, il giovane militare sarebbe salito su uno dei carri armati in transito allo scalo merci della stazione romagnola e avrebbe toccato i cavi dell’alta tensione. Il primo a soccorrerlo è stato il commilitone che, come lui, si trovava in servizio di vigilanza al convoglio.Inutili i tentativi degli operatori del 118 di rianimarlo. La Procura di Ravenna ha già disposto l’autopsia.

Yara, il papà del killer rivelò a un amico «Ho un figlio segreto»

yarada Corriere.it

Un ricordo di cinquant’anni fa, una confidenza tra colleghi che ora diventa un indizio prezioso per venire a capo del rebus dell’omicidio di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra uccisa il 26 novembre del 2010 da chi ancora non ha un nome. È una testimonianza che ha il sapore della svolta per la pista del figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999, all’età di 61 anni, che secondo gli inquirenti è il padre dell’assassino. A parlare è chi come lui per anni ha guidato gli autobus su e giù per la Valle Seriana e che ai carabinieri ha dichiarato: «Guerinoni mi confidò di aver avuto un figlio fuori dal matrimonio, da una donna della Valle con cui aveva avuto una relazione».

Gli inquirenti erano arrivati a Guerinoni partendo dal Dna isolato da minuscole tracce ematiche trovate sugli slip e sui leggings di Yara: quello del presunto assassino. Confrontandolo con migliaia di profili genetici prelevati in mezza Bergamasca, erano giunti a quello di un frequentatore della discoteca Sabbie Mobili di Chignolo d’Isola vicina al campo in cui la ragazzina fu trovata cadavere, il 26 febbraio del 2011. Dal giovane erano arrivati a due zii, dai profili ancora più somiglianti a quello custodito nei laboratori del Ris. Dai due zii, sono risaliti al profilo genetico del loro padre, Giuseppe Guerinoni, che però era morto da tempo. Secondo i genetisti del pm, l’autista di Gorno è il padre dell’assassino di Yara. Il suo Dna è stato ricostruito al computer con il calcolo biostatistico e poi confermato dall’analisi di una marca da bollo della patente e da francobolli di alcune cartoline. Ma dato che il Dna dei suoi figli riconosciuti non corrisponde a quello lasciato sugli slip di Yara, ecco la pista del figlio illegittimo.

Ora, ai dati di laboratorio, si aggiunge la testimonianza che di fatto circoscrive la ricerca della madre del killer(ultimo tassello per arrivare a lui) alla Valle Seriana. È credibile? Gli inquirenti vanno con i piedi di piombo, ma ci credono. Il testimone, che vive nella stessa valle, non ha dubbi: «È una donna di queste zone. Un giorno Guerinoni mi disse del fattaccio: aveva messo nei guai una ragazza con cui aveva una relazione». Un dato che apre uno squarcio sulle testimonianze raccolte finora dagli investigatori e che portavano tutte alla descrizione dell’autista come un uomo tutto casa e lavoro. I ricordi non sono limpidissimi, ma l’ex autista indica dei punti fermi: «Sarà stato il 1962 o il 1963, lei non era sposata». Non sa che fine abbiano fatto la donna e il figlio che oggi dovrebbe avere 50 anni: «Non so cosa sia successo, perché a Giuseppe non avevo più chiesto nulla. Secondo me lei è ancora viva, era più giovane di noi, dico noi perché ho la stessa età di Guerinoni». L’uomo chiude gli occhi, li strizza, preme i pugni sulla fronte: «Se mi vengono in mente altri particolari andrò a riferirli, sento che è mio dovere. Ho seguito il caso di Yara e quando ci penso, mi viene da piangere».

Pedopornografia: indagini Ps, 11 denunce

collegamento

da Ansa

Undici persone sono state denunciate per detenzione di materiale pedopornografico nell’ ambito di una indagine della polizia postale del Veneto che ha portato al sequestro di oltre 1.200 filmati e una ventina tra Pc e tablet. Le indagini, avviate in collaborazione con la polizia tedesca, hanno portato a perquisizioni verso gli indagati in Veneto, Toscana, Abruzzo, Trentino Alto Adige, Lazio, Sicilia e Sardegna. Alcuni erano gia’ noti agli investigatori per vicende analoghe.

Brindisi: continuano le indagini sul killer

da Polizia di Stato

Non si fermano  le indagini sull’attentato che a Brindisi, il 19 maggio scorso, ha stroncato la vita della 16enne Melissa Bassi e provocato il ferimento di altre 5  studentesse.

Da una parte continuano gli accertamenti tecnici della Scientifica; dall’altro il pool degli investigatori costituito a Brindisi continuano a  scavare nella vita di Giovanni Vantaggiato reo confesso dell’attentato.

I riscontri degli inquirenti inchiodano il piccolo imprenditore leccese anche se non sono stati chiariti alcuni aspetti relativi ad eventuali  mandanti e complici come resta, per il momento, oscuro il movente. E su questi aspetti magistrati e investigatori continuano a lavorare.

Al gruppo di lavoro che investiga con “Splendida sinergia” per utilizzare le parole del capo della Polizia il prefetto Antonio Manganelli,  partecipano diverse componenti delle forze dell’ordine: gli uffici investigativi di Bari Lecce e Brindisi e gli uomini della scientifica; per i  Carabinieri il contributo è stato fornito dagli investigatori del Raggruppamento operativo di Brindisi; da Roma, subito dopo lo scoppio  dell’ordigno, erano arrivati gli esperti dello Sco della Polizia di Stato e del Ros dei Carabinieri che coordinano le indagini.