MILANO LE INDAGINI SUL DUPLICE OMICIDIO DI VIA MURATORI PUNTANO SUL TRAFFICO DI DROGA

di Grazia De Marco

Sembrerebbe un’esecuzione in piena regola quella in cui sono rimasti uccisi, lo scorso 10 settembre a Milano, l’imprenditore di 43 anni Massimiliano Spelta e sua moglie Carolina Ortiz di 21 anni, con modalità ed efferatezza simili a quelli adottati dalla criminalità organizzata del narcotraffico.

Gli assassini sarebbero stati almeno quattro, tutti di nazionalità italiana, i quali hanno sorpreso la coppia in via Muratori, mentre si recava probabilmente al ristorante, insieme alla piccola figlioletta, rimasta miracolosamente illesa. Il killer sarebbe sceso da uno scooterone guidato da un complice ed avrebbe sparato 2 colpi di revolver cal. 38 special alla schiena ed alla base della nuca della donna e, successivamente, avrebbe colpito, con altri 4 colpi, Massimiliano Spelta, mentre questi tentava di fuggire, uccidendolo sul colpo.

In considerazione delle modalità dell’omicidio, inizialmente è stato ipotizzato un coinvolgimento della Camorra legata al narcotraffico, successivamente smentito. Tra le varie ipotesi prese in considerazione dagli inquirenti, quella maggiormente accreditata sembrerebbe condurre al traffico di stupefacenti. In effetti, nell’abitazione della coppia, in via Mecenate, sono stati rinvenuti 47 grammi di cocaina, pura al 60% e 3 mila euro in contanti che, tuttavia, non sembrano sufficienti a giustificare un omicidio così efferato.

Forse i due coniugi sono stati giustiziati per una partita di droga non pagata, o per uno sgarro nei confronti di qualche personaggio che conta nell’ambiente criminale, oppure perché avevano intenzione di mettersi in proprio. E’ stato accertato che i due conducevano una vita sicuramente al di sopra delle proprie possibilità finanziarie. Massimiliano Spelta, infatti, ex titolare, unitamente alla sorella, della ditta farmaceutica specializzata in integratori, Dietetics Pharma, dopo il fallimento volontario e la cessione dell’azienda, non svolgeva alcuna attività lavorativa e risultava percepire unicamente i soldi della cassa integrazione, come evidenziato dagli accertamenti effettuati sul suo conto corrente bancario.

Probabilmente, Spelta, a seguito dei debiti accumulati dopo il tracollo finanziario, aveva incominciato a frequentare persone poco raccomandabili ed un organizzazione criminale dedita al narcotraffico, per la quale svolgeva l’attività di corriere di cocaina tra Santo Domingo e Milano. In effetti l’ipotesi potrebbe trovare riscontro nei frequenti viaggi che la vittima effettuava tra il capoluogo lombardo e la località caraibica, della quale, comunque, era un appassionato estimatore. Nei numerosi viaggi effettuati, lo Spelta era peraltro costantemente accompagnato da un suo amico, verosimilmente consumatore abituale di cocaina, attualmente interrogato dagli inquirenti, che lo considerano una figura chiave delle indagini.

Il Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, nel corso di un’intervista, ha escluso collegamenti con la criminalità organizzata, parlando di un fatto isolato maturato in un contesto che riguarda il traffico di stupefacenti e le indagini procedono in questo senso. Proprio il giorno dopo l’omicidio di Massimiliano Spelta e Carolina Ortiz, tuttavia, la DDA di Milano ha coordinato l’operazione “Ulisse”, che ha portato in carcere 37 personaggi, tutti accusati di associazione a delinquere di tipo mafioso, porto e detenzione illegale di armi, usura ed estorsione, appartenenti ad una rete militare della ‘ndrangheta, attiva tra Monza e Milano, che farebbe ipotizzare che il capoluogo lombardo sarebbe diventato ormai, terra di profondo insediamento della criminalità organizzata, soprattutto calabrese.