Importante operazione sul riciclaggio di cripto valuta e frodi informatiche.

Dopo un’intensa  indagine la  procura di Milano e i poliziotti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Lombardia, in collaborazione con la Polícia Judiciária portoghese e con il supporto di Europol, hanno smascherato una associazione malavitosa  internazionale dedita alle truffe informatiche e all’attività di riciclaggio di cripto valute. L’operazione è stata ribattezzata  “Trust” e ha portato ad un arresto, innumerevoli perquisizioni e sequestro di materiale informatico e cripto valute. Dopo una denuncia di due giovani imprenditori milanesi, sono partite le indagini che  hanno portato alla ricostruzione di un sofisticato schema di truffa noto come “Rip deal”(la nota truffa per i ricchi).

Consiste nel farsi consegnare dalla vittima denaro vero in cambio di una somma dal valore maggiore in un’altra valuta. Ma quando i truffatori si saranno dileguati il malcapitato di accorgerà che la nuova valuta  è falsa o ha un valore inferiore a quella da lui consegnata. In questo caso specifico gli autori del crimine si presentavano come funzionari di un fondo di investimento internazionale e convincevano le vittime a investire per  finanziare le loro startup. Gli investimenti venivano effettuati tramite cripto valuta. I criminali sono riusciti a rubare dai wallet digitali delle vittime utilizzando sofisticate tecniche informatiche, in alcuni casi svuotandoli completamente. Dopo un anno di indagini internazionali, è stato possibile identificare i membri dell’organizzazione. I truffatori hanno preso di mira soprattutto l’ Austria, il Portogallo, l’Italia , la Romania, la Svizzera e la Spagna.

Direttore Umberto Buzzoni
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30 persone arrestate nel comasco per droga, usura e traffico di stupefacenti.

I poliziotti della Squadra mobile di Como hanno condotto un’indagine in cui sono state arrestate 30 persone per i reati di narcotraffico, usura ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. Nelle province di Como, Varese e Lecco, il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato ha scoperto due gruppi criminali specializzati nello spaccio di droga come cocaina, marijuana e hashish. Il primo gruppo nella zona dell’Erbese, mentre il secondo  tra le province di Como e Varese nella zona aerea nota come “Bassa Comasca”. Sono stati evidenziati rapporti con i clan criminali di Rosarno, Reggio Calabria. I poliziotti Gli agenti hanno eseguito 30 arresti e di questi 5 hanno portato gli indagati ai domiciliari mentre gli altri hanno portato i soggetti in carcere.

Associazione per delinquere, traffico di sostanze stupefacenti, possesso di armi, usura ed estorsione sono le accuse rivolte ai soggetti interessati dalle misure cautelari. Avevano indebitamente percepito finanziamenti con garanzia pubblica presentando documentazione contabile falsa ed avevano emesso  fatture fittizie per ottenere un mutuo di 700mila euro. Il metodo utilizzato per portare avanti i loschi affari era quello mafioso. Usavano la violenza nei confronti delle vittime di usura che non restituivano i prestiti.  Si sono verificati diversi casi di estorsione e prestiti usurari contro imprenditori e commercianti locali. Nel corso dell’indagine sono stati confiscati 690mila euro in denaro, nascosti in un doppiofondo architettato su un veicolo utilizzato dal gruppo. Oltre alle Squadre mobili delle diverse provincie coinvolte (supportate delle Sezioni investigative del Servizio centrale operativo Sisco), all’operazione hanno partecipato anche le squadre cinofile antidroga e anti esplosivo, i poliziotti del Reparto prevenzione crimine,  e il reparto volo di Malpensa.

Direttore Umberto Buzzoni
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17 persone arrestate in una operazione coordinata contro un’associazione per delinquere turca.

Un’importante indagine è stata condotta dalla Squadra mobile di Como e dalla Sezione investigativa del Servizio centrale operativo (Sisco) di Milano, coordinate dal Servizio centrale operativo (Sisco) della Direzione centrale anticrimine della Polizia di stato in collaborazione con la Guardia di finanza e con Europol. L’operazione ha inferto un duro colpo ad  un gruppo criminale turco che operava in Italia e in Europa. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano ha deciso per diciassette misure nei confronti dei soggetti incriminati (tutti di nazionalità turca) per associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità con l’aggravante delle finalità terroristiche, possesso di armi illegali, traffico di droga  e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Tre membri dell’organizzazione criminale sono stati arrestati a Como all’inizio di ottobre dello scorso anno mentre cercavano di raggiungere la Svizzera. Erano in possesso di numerose munizioni, materiale di propaganda e due pistole, una delle quali era clandestina. L’indagine ha rivelato che il leader dell’organizzazione, che era stato arrestato per detenzione e porto di arma da fuoco proseguiva la sua attività di coordinatore dei loschi affari dell’organizzazione. Veniva appurato che lo stesso era stato il mandante dell’omicidio di un cittadino turco a Berlino e di un attentato l’alla fabbrica di alluminio in Turchia che fortunatamente falliva grazie allo scambio informativo tra la Polizia di Stato, l’Interpol e la polizia turca. Il ruolo della guardia di finanza di Milano è stato quello di indagare sui flussi di denaro provenienti dall’estero che sostenevano le e attività dell’associazione.

Direttore Umberto Buzzoni
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La polizia blocca traffico illecito di rifiuti nel frusinate.

In un’operazione condotta dalla Squadra mobile e dal Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Frosinone, sono stati identificati i membri di un’associazione per delinquere dedita al traffico illecito di rifiuti oltre la frontiera e trasferimento fraudolento di valori. Gli inquirenti hanno deciso per gli arresti domiciliari di nove persone provenienti da varie regioni (Lazio,  Campania e il Friuli Venezia Giulia) .Quattro società sono state poste sotto sequestrate cosi come sono stati sequestrati due milioni e mezzo di euro in contanti e prodotti finanziari. L’indagine parte nel giugno del 2019 quando si verificò un incendio di vaste proporzioni  in un impianto di trattamento dei rifiuti nell’area industriale di Frosinone . In effetti, dall’attività investigativa svolta è venuta fuori una cooperazione tra gli amministratori occulti dell’impianto cittadino distrutto e le numerose società campane che scaricavano i rifiuti insieme ad altri proprietari di siti di smaltimento e recupero. Ingenti quantità di rifiuti che dovevano essere smaltiti in Campania sono stati convogliati verso un imprenditore del frusinate. I rifiuti sono stati riclassificati in rifiuto speciale senza subire alcun trattamento che alterasse effettivamente le loro caratteristiche e la loro composizione, aggirando così la normativa.

Il legislatore nazionale infatti ha stabilito il principio dell’autosufficienza su base regionale dello smaltimento dei rifiuti urbani; pertanto, è vietato smaltire i rifiuti urbani non pericolosi in Regioni diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti. “… lo smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi è attuato con il ricorso ad una rete integrata ed adeguata dì impianti in modo da realizzare l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi e dei rifiuti del loro trattamento in ambiti territoriali ottimali (d. lgs. n. 152/2006, art. 182-bis, comma 1-fonte gazzettaamministrativa.it)… ” Secondo le indagini, il traffico illecito dei rifiuti non è finito con l’incendio dell’impianto di Frosinone. L’impianto , guidato da un imprenditore locale e un imprenditore campano come dominus occulti, ha continuato a funzionare in tutto il paese e in tutto il mondo. I due hanno continuato a fare intermediazioni mentre cercavano un luogo per stabilire il nuovo centro dei loro affari. E’  stato scelto un capannone ad Aviano, in provincia di Pordenone che veniva regolarmente utilizzato per lo stoccaggio illegale di ingenti quantità di rifiuti misti, inclusi quelli ospedalieri.

Direttore Umberto Buzzoni
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Operazione anti-ndrangheta a Cosenza. 142 persone indagate.

I poliziotti  delle Squadre mobili di Cosenza e Catanzaro, delle Sezioni investigative del Servizio centrale operativo e dello Sco, in assieme ai militari della Guardia di finanza e dell’Arma dei carabinieri, hanno eseguito un’ordinanza cautelare contro 142 persone. 109 persone sono state incarcerate, 20 sono finite agli arresti domiciliari e 12 si sono visti raggiungere da una misure di “obbligo di dimora”. Infine solo una persona si è vista notificare una misura interdittiva.  I soggetti sono stati fermati con l’accusa di associazione mafiosa (di tipo nrenghetistico) e  traffico di sostanze stupefacenti.  Oltre a questo sono state contestati tutti una serie di reati tipici dell’associazione mafiosa.

Gli investigatori, utilizzando metodi di indagine convenzionali sommati alle testimonianze raccolte dai diversi collaboratori di giustizia, hanno ricostruito l’organizzazione criminale di “ndrangheta cosentina” e le hanno inferto un doro colpo attraverso l’operazione. I criminali erano specializzati nell’estorsione ai danni di imprenditori e commercianti locali. L’associazione era strutturata in sottogruppi organicamente confederati con due gruppi principali che dirigevano le azioni in maniera coordinata e fungevano da organo di controllo. Il traffico di sostanze stupefacenti e le estorsioni costituivano sicuramente un’ importante fonte di reddito che sosteneva economicamente l’organizzazione. I criminali però si dedicavano anche alle rapine, alle minacce e percosse a scopo intimidatorio e possedevano armi di vario genere.

Direttore Umberto Buzzoni
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Anche quest’anno la Polizia garantirà la sicurezza del Giro d’Italia.

Partita l’edizione numero 107 del Giro d’Italia, sabato 4 maggio a Torino. Polizia di stato garantirà la sicurezza del Giro lungo le strade del percorso ciclistico. Circa 60 motociclisti provenienti dal Compartimento della Polizia stradale di Milano sono arrivati a Torino con operatori a bordo di sei auto e tre furgoni con officine mobili pronti ad assistere le moto in caso di problemi durante il servizio. La Polizia di Stato è sempre stata al fianco del giro d’Italia per garantire la sicurezza dei trasferimenti in tutta la nazione. E cosi anche quest’anno, la carovana dei ciclisti della corsa in rosa sarà scortata da uomini e donne della Polizia stradale per tutte le venti tappe che passeranno per 12 regioni e 49 province. 

L’organizzazione della scorta di quest’anno è diventata più complicata perché al Giro d’Italia si affianca anche un altro giro caratterizzato da pedalate amatoriali organizzato da Banca Mediolanum con sei campioni di ciclismo, tra cui Francesco Moser, che percorreranno le tappe del giro. Gli agenti del Compartimento Polizia Stradale di Bologna seguiranno anche quest evento. Nell’ambito del progetto “BiciScuola”, promosso dalla Rcs in collaborazione con la Polizia di Stato, ci sarà anche un momento di promozione della sicurezza stradale durante tutte le tappe. Assicurata dunque la presenza del Pullman Azzurro. Si tratta di un’aula con pc e altri strumenti multimediali con i quali  gli agenti della Polizia istruiscono le persone coinvolte su  come rispettare il codice della strada.

Direttore Umberto Buzzoni
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La Polizia postale sventa una truffa “del capo” a Verona.

Le frodi riguardanti i consumatori sono tipicamente quelle che fanno più scalpore. Tuttavia, poiché i truffatori sanno che le aziende sono un bersaglio particolarmente redditizio, le perdite per frode ai danni delle aziende sono generalmente molto più consistenti.. I poliziotti della Postale hanno sventato  a Verona una truffa milionaria ai danni di un’azienda importante della città. Un falso CEO del gruppo ha contattato lo staff dell’ufficio contabile e gli ha consigliato di fare dei bonifici intestati a un conto estero per un importo superiore a un milione di euro. Una volta ricevuta la segnalazione, gli agenti hanno immediatamente utilizzato l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia per collaborare con la polizia internazionale, bloccando la transazione e restituendo il denaro prima che venisse trasferito..

Si tratta di un tipo di truffa che viene denominata “truffe del capo”, in cui qualcuno all’interno di una società con una posizione di potere di spesa riceve una telefonata da un soggetto che si spaccia per l’amministratore delegato e lo induce a traferire denaro, generalmente su un conto estero. Prima di agire, i criminali esaminano accuratamente gli assetti aziendali da colpire, ottenendo nominativi e informazioni per creare una situazione il più plausibile possibile. La Polizia di Stato consiglia di fare attenzione alle email o telefonate urgenti che richiedono il pagamento di una somma di denaro su conti correnti non comuni, anche esteri. Se si ricevono email o telefonate sospette, contattare la persona che il truffatore cerca di impersonare attraverso un canale comunicativo interno diverso e sicuro per chiedere conferma della situazione prospettata. Creare procedure per il personale addetto alla contabilità all’interno dell’organizzazione aziendale che permettano di capire se c’è realmente bisogno di trasferire fondi.

Direttore Umberto Buzzoni
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Droga e armi. Cinque arresti nella capitale.

A Roma, i poliziotti del IX distretto Esposizione hanno arrestato cinque persone per tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco, detenzione e spaccio di droga e violazione della legge sulle armi.  Il XI distretto San Paolo, il VIII distretto Tor Carbone, il commissariato Romanina, il XIV distretto Prima valle, il Reparto volanti, il Reparto prevenzione crimine Lazio, il Reparto mobile di Roma, le Squadre cinofile, la Polizia scientifica e il personale dei Vigili del fuoco sono stati coinvolti nell’operazione. Le indagini sono iniziate lo scorso settembre con il ferimento di un uomo. La vittima dell’agguato era stato colpito alla gamba destra da un colpo d’arma da fuoco. Insieme alle intercettazioni, le indagini hanno consentito di ricostruire le fasi che hanno portato all’aggressione e di comprendere chi erano gli autori. Si tratta di due fratelli, già noti alle forze dell’ordine, che avevano un’attività di spaccio di droga in un quartiere a sud della Capitale da diverso tempo. La violenza era il mezzo con cui i due imponevano il loro potere e, in effetti, la vittima si sarebbe rifiutata di andare via dalla luogo che era sotto il loro controllo. Gli arrestati hanno riguardato anche tre altre persone collegate ai due fratelli nell’attività criminale. Inoltre, sono state effettuate tredici perquisizioni domiciliari su delega dell’autorità giudiziaria. Durante queste perquisizioni, gli agenti hanno sequestrato oltre 300.000 euro in contanti, tre orologi Rolex, armi  e droga. Inoltre, nel corso dell’indagine sono state denunciate altre 11 persone per detenzione e spaccio di cocaina. Sono state sequestrate grandi quantità di droga e armi illegalmente detenute.

Direttore Umberto Buzzoni
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Il mensile Polizia di Stato si unisce al dolore delle famiglie del maresciallo Francesco Pastore e dell’appuntato scelto Francesco Ferraro

La notizia della tragica morte in servizio di due giovani carabinieri ci ha sconvolti così tanto da non trovare le parole per esprimere il nostro dolore. Il dolore di tutta la nostra redazione, del nostro direttore, sempre vicini alle forze dell’ordine, è molto forte, ma è sicuramente niente rispetto al sentimento struggente della famiglie che stanno affrontando un terribile incubo, quello di perdere ingiustamente i propri figli mentre servivano la loro Patria. La notte tra il 6 e il 7 aprile una pattuglia dei carabinieri, una Fiat Grande Punto, si è scontrata con un SUV Range Rover. I militari stavano attraversando un incrocio svoltando a sinistra quando una Range Rover dalla destra li ha centrati in pieno dopo un dosso. I due soldati dell’Arma sono stati uccisi dall’impatto: il maresciallo Francesco Pastore, 25 anni, e l’appuntato scelto Francesco Ferraro, 27 anni. Il terzo carabiniere che era a bordo è rimasto ferito nell’impatto. La conducente del Suv è stata sottoposta agli esami prescritti dalla legge ed risultata positiva sia alla cocaina che all’alcoltest. Le agenzie di stampa, citando fonti investigative, riferiscono che un secondo esame dovrà confermare questo ultimo risultato. Il mensile Polizia di Stato si unisce al dolore delle famiglie del maresciallo Francesco Pastore e dell’appuntato scelto Francesco Ferraro. Due anime nobili che hanno servito il nostro paese con dedizione e passione.

Direttore Umberto Buzzoni

Cittadino albanese ricercato per omicidio perso a Matera.

Si spacciava per il fratello disabile e si era trasferito in Italia nel 2003 dove lavorava come operaio e viveva in maniera onesta, senza commettere reati. Dal 1998, l’uomo, un cittadino albanese di 55 anni, era ricercato perché era stato condannato all’ergastolo per un duplice omicidio commesso nella sua nazione. Gli agenti della Squadra mobile di Matera hanno rintracciato il latitante e lo hanno condotto in prigione in attesa della sua estradizione. Il Servizio per la cooperazione internazionale della polizia (Scip) della Direzione centrale della polizia criminale, l’Ufficio dell’esperto per la sicurezza presso l’ambasciata d’Italia in Albania, l’Ufficio Interpol di Tirana e il Dipartimento della polizia criminale albanese hanno collaborato per condurre l’operazione. Per riuscire a catturare il ricercato, la squadra mobile, informata dal personale dello Scip dello scambio di persona e della residenza in Italia ha avviato una attenta attività di indagine. Questo è un esempio chiaro del grado di cooperazione della polizia internazionale tra il Dipartimento della pubblica sicurezza italiano e quello albanese. La sezione “Latitanti” della seconda divisione Interpol – Scip della Direzione centrale della polizia criminale ha supervisionato lo scambio di informazioni.

Direttore Umberto Buzzoni