11 denunciati e un arrestato in una bisca clandestina a Milano.

Un trentaseienne cittadino cinese è stato arrestato per possesso e spaccio di shaboo. La definizione della Treccani della shaboo è letteralmente “droga sintetica, dall’effetto eccitante, proveniente dalle Filippine, che si presenta in forma di granuli e si consuma fumandola in pipette. E’ una droga sintetica, dall’aspetto di un cristallo, pria odi odore, una qualità che permette a chi la possiede di passare inosservato ai controlli aeroportuali. Oltre al cittadino cinese sono state arrestate altre 11 persone per partecipazione a giochi d’azzardo, per configurabilità di resistenza a Pubblico ufficiale e porto abusivo di armi.

I sospetti sono iniziati nei confronti della sede di una associazione di Milano alla quale le persone suonavano e venivano fatte entrare velocemente. Le telecamere di sorveglianza poi avevano evidenziato la continua presenza di auto di lusso lusso parcheggiate davanti alla sede dell’associazione. A quel punto le forze dell’ordine facevano scattare l’operazione e camuffati da fattorini simulando la consegna di una spedizione e una volta entrati hanno iniziato a bloccare le persone presenti che accortesi del blitz avevano tentato di darsi alla fuga. Sono stati sequestrati tavoli super tecnologici da gioco del mahjong e un’ingente somma di denaro. All’interno di un’auto sono stati sequestrati una pipetta in vetro e 7 grammi di shaboo.

Direttore Umberto Buzzoni

In aumento i casi di sextortion.

Con la definizione “sextortion” (che letteralmente significa “estorsione sessuale”) si intende una forma di ricatto che avviene su internet attraverso l’utilizzo di materiale sessualmente esplicito, come possono essere le foto o video personali. In questo mese di agosto le segnalazioni di sextortion arrivate alla Polizia Postale sono state oltre un centinaio e hanno colpito persone adulte ma anche minorenni. Tutto inizia come un gioco sessuale e uno scambio di materiale intimo sulle chat. La vittima inizia uno scambio di foto che però si trasforma presto in una terribile situazione che culmina in un ricatto e una richiesta di denaro.

La minaccia è che tutte le foto o i video vengano diffusi on-line. La vittima vede la sua reputazione minata e cade in una sorta di incubo cercando di rimediare all’accaduto pagando le somme di denaro che inizialmente non sono molto elevate. La vergogna assale le persone colpite da questa truffa che hanno paura che i propri contatti possano vedere le loro immagini spinte. Ma presto le richieste di denaro si fanno sempre più pesanti con somme che non possono essere più pagate.

I consigli della polizia postale sono segnalare e bloccare gli utenti che cercano di contattare per richiedere denaro. Ovviamente non bisogna cedere al ricatto perche la richiesta di somme non finirà. Non bisogna vergognarsi per quanto accaduto e soprattutto non cancellare i messaggi e conservare tutto il materiale che riconduce ai truffatori. Ovviamente la cosa più importante è quella di rivolgersi alle forze dell’ordine.

Direttore Umberto Buzzoni

Arrestati ad Udine i rapinatori dei centri massaggi.

Tre persone sono state arrestate dalla polizia di stato di Udine con l’accusa di aver rapinato più volte attività commerciali gestite da imprenditori cinesi nei mesi di giugno e luglio di quest’anno. Si tratta di due ragazzi di nazionalità italiana e un uomo sloveno di 38 anni. I tra pare erano legati da una profonda conoscenza e agivano in perfetta coordinazione a volte a volto scoperto a volte invece a volto coperto con azioni molto violente a discapito delle povere donne cinesi che vi capitavano.

Ovviamente le vittime si sono mostrate spaventate e reticenti a collaborare ma gli investigatori sono riusciti a raccogliere importanti informazioni che hanno permesso di risalire ai colpevoli. Le rapine si erano svolte a Udine il 10 giugno, a Manzano il 13 giugno, a Tricesimo l’1 luglio ed a Codroipo il 3 luglio scorsi. Nella rapina di Manzano erano presenti delle telecamere che hanno ripreso i delinquenti in azione. Per le indagini la fattispecie è stata ovviamente utilissima.

L’uomo di nazionalità slovena è stato arrestato proprio mentre si stava dirigendo verso l’aeroporto di Venezia per volare verso l’estero. Gli uomini della squadra mobile insieme ad una una pattuglia della Polizia stradale di Udine sono intervenuti ed hanno messo in atto la cattura.

Direttore Umberto Buzzoni

‘ndrangheta: 8 arresti in un’operazione a Reggio Calabria.

Come scrive Wikipedia” con l’espressione ‘ndrangheta si indica normalmente la declinazione calabrese del fenomeno mafioso, attiva sin dalla seconda metà del XIX Secolo, la cui forza e peso nelle dinamiche criminali è aumentata esponenzialmente dagli anni ’90 con il declino di Cosa Nostra, a seguito delle Stragi del ’92-’93. La leggenda vuole che la parola ‘ndrangheta derivi dal verbo greco άνδραγαθέω (andragathéo), composto dalla matrice semantica degli aggettivi άνήρ (anèr) e άγαθός (agathòs), che significa letteralmente «agisco da uomo perbene o valoroso».”

Proprio nell’ambito del raggio d’azione di questa organizzazione malavitosa sono state arrestate otto persone dai poliziotti di Reggio Calabria. L’accusa è quella di aver favorito la latitanza del boss della ‘ndrangheta Domenico Crea durata 4 anni che è poi stato catturato dalle forze dell’ordine nel 2019 e condannato a 22 anni e 8 mesi. L’operazione che ha portato all’arresto degli otto uomini che lo aiutarono a nascondersi è stata denominata operazione “Declino”. Le accuse sono quelle di associazione mafiosa, favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, aggravati dalle finalità mafiose. Tra gli arrestati ci sono due soggetti che erano già detenuti per un omicidio avvenuto a Pesaro nel 2018. l tribunale di Reggio Calabria ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Alle indagini hanno partecipato le squadre mobili di Bologna, Nuoro e Vibo Valentia e, Catanzaro e l’Aquila. Anche il reparto prevenzione crimine della Polizia di Stato e della Polizia scientifica è stato coinvolto.

Direttore Umberto Buzzoni
foto Polizia di Stato

Poliziotti eroi uccisi per mano della mafia.

Tanti sono stati purtroppo gli agenti di polizia scomparsi per mano della mafia. Una piaga tutta italiana che ha diramato negli anni le sue radici nella politica e nell’alta società. La questura di Palermo ogni anno giorni commemora alcuni dei suoi poliziotti uccisi dalla mafia nei giorni in cui cadono gli anniversari della loro morte.

L’Agente Antonino Agostino e la moglie Ida Castelluccio furono uccisi il il 5 agosto del 1989 nella città di Carini, lungomare Cristoforo Colombo, nei pressi del civico 629, dove ora è stata deposta una corona di alloro. Il 6 agosto del 1985 un commando di 9 uomini uccise il vice capo della Squadra mobile di Palermo Antonio Cassarà e l’agente Roberto Antiochia, mentre rientravano dalla questura nella abitazione di Antonio Cassarà in via Croce Rossa 81 a Palermo.

L’agente Antonino Agostino e la moglie Ida Castelluccio si erano sposati da un mese e trovarono la morte per opera di due sicari in moto. La cosa più triste e che i due avevano appena scoperto di aspettare un figlio. Il poliziotto cercò invano di fare scudo alla moglie che mori poco dopo in ospedale. Alla cerimonia di commemorazione era presente il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia. Al termine della stessa è stata celebrata una messa da parte dal cappellano della Polizia di Stato, Massimiliano Purpura all’interno della cappella di san Michele Arcangelo nella caserma “Pietro Lungaro”.

Il vice capo della Squadra mobile di Palermo Antonio Cassarà e l’agente della scorta Roberto Antiochia lavoravano assieme contro il crimine organizzato e avevano raggiunto importanti risultati. Ma le loro vite furono spezzate da raffiche di kalashnikov. Michele Greco, Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca e Francesco Madonia, furono tutti condannati all’ergastolo in qualità di mandanti”. Il vice capo della Squadra mobile di Palermo Antonio Cassarà collaborò anche con Giovanni Falcone contro Cosa Nostra. Anche per loro la commemorazione si è conclusa con una santa Messa presso la cappella di Maria SS. della Soledad a Palermo.

Direttore Umberto Buzzoni
foto Polizia di Stato

Nuovo posto di Polizia all’ospedale San Camillo di Roma

Presso l’Ospedale San Camillo di Roma è stato inaugurato un nuovo Posto di Polizia alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Oltre al ministro dell’Interno erano presenti alla cerimonia nell’ordine:
– il prefetto di Roma Lamberto Giannini
– il presidente Regione Lazio, Francesco Rocca
– il questore di Roma Carmine Belfiore
-l’assessore alle Politiche sociali e alla Salute del comune di Roma, Barbara Funari
– il capo della Polizia Vittorio Pisani
– il direttore generale del San Camillo-Forlanini, Narciso Mostarda

Per garantire maggiore efficienza e sicurezza il nuovo posto di polizia sarà dotato di un sistema di video-sorveglianza per un monitoraggio in tempo reale e un collegamento via radio con le Guardie particolari giurate dell’Ospedale. Tutto questo nell’ottica di interventi tempestivi e senza lungaggini che possano interferire sulle azioni della polizia. La stazione dipenderà dal XII Distretto Monteverde della questura di Roma. L’ambizioso progetto avrà sicuramente un seguito sul territorio nazionale e vedrà l’apertura di nuovi posti di polizia presso gli ospedali per gestire al meglio le emergenze.

Direttore Umberto Buzzoni
foto Polizia di Stato

Polizia contro attacco hacker con tecnica “D-Dos”.

Gli attacchi hacker contro gli enti istituzionali e aziende sono all’ordine del giorno e sono pericolosi. Ad esempio a settembre 2021, diverse gradi aziende commerciali sono state colpite dal virus “Conti”, un malware generato in Russia che ha bloccato pc e chiesto un riscatto per sbloccarli, interessando anche la Siae e la Regione Lazio . La Polizia postale e delle Comunicazioni, attraverso il Cnaipc (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche), sta mettendo in campo tutte le sue forze per contrastare attacchi hacker verso i settori istituzionali. In particolare gli hacker hanno messo in campo la tecnica conosciuta come “D-Dos”. L’acronimo sta per Distributed Denial of Service, che si può tradurre in italiano come Interruzione distribuita del servizio, e consta nel generare una tempesta di richieste verso un sito, fino a quando lo stesso finisce ko e diventa irraggiungibile. Analizzando i dati del Clusit, (associazione italiana per la sicurezza informatica), il “D-Dos” colpisce un’impresa ogni cinque minuti.

Come possiamo leggere sul sito del Ministero dell’Interno: “La tutela delle infrastrutture critiche informatiche nazionali è affidata al Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, incardinato nel Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (Cnaipic).Il Cnaipic, avvalendosi di tecnologie di elevato livello e di personale altamente qualificato, è incaricato della prevenzione e del contrasto della minaccia informatica di matrice terroristica o criminale.” E proprio il Cnaipic sta procedendo con l’analisi di questa nuova minaccia dando supporto agli enti che sono stati attaccati per ripristinare al più presto le iniziali condizioni di normalità. Ancora una vota la polizia consiglia vivamente di integrare i propri sistemi di sicurezza con specifici sistemi di protezione anti DDOS, al fine di scongiurare attacchi che potrebbe portare ingenti danni in termini di fuga di informazioni e esborso di denaro.

Direttore Umberto Buzzoni
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Arrestate 20 persone nell’operazione “Action” a Teramo.

Otto persone in fragranza di reato sono state arrestate dalla polizia di Teramo aggiungendosi alle 12 persone già arrestate nell’ambito di indagini su un traffico di droga. Si tratta di uomini di nazionalità italiana e albanese. Tutto è partito dopo un sequestro di 16 kg di eroina e cocaina in una casa nel comune di Teramo alla fine dello scorso anno. La polizia aveva sottratto quelle sostanze al mercato del consumo di droga teramano soprattutto al dettaglio. L’organizzazione si avvaleva di collaboratori che agivano soprattutto porta a porta e poteva contare sull’utilizzo di un principio attivo che permetteva di ricavare un numero maggiore di dosi rispetto alla media. La droga veniva rifornita dal Nord Europa e dalla stessa Italia attraverso un corriere e veniva poi immagazzinata nelle campagne del comune di Teramo. L’organizzazione agiva a volte singolarmente a volte attraverso collaborazioni tra i malviventi.

A marzo 2023 la polizia ha arrestato un uomo albanese che possedeva 40 chili di cocaina di alta qualità per un valore di quasi 200 mila euro. Attraverso le indagini le forze dell’ordine erano risalite al corriere, originario delle marche, che consegnava gli stupefacenti con una busta con la scritta “Action”, il logo di una catena di discount olandese che attualmente non possiede alcune punto vendita sul nostro territorio nazionale. E proprio questo logo ha dato il nome all’intera indagine. In totale sono stati sequestrati 1 milione di dosi di sostanze stupefacenti, per un valore di 10 milioni di euro.  Agli arresti hanno collaborato la polizia di Teramo, di Ascoli Piceno, di Ravenna, di Bari, di Pescara e Perugia.

Direttore Umberto Buzzoni

A Trapani arrestate 7 persone nell’operazione “Spurgo low-cost”

La squadra mobile di Trapani ha arrestato sette persone con l’accusa di associazione a delinquere con lo scopo di inquinamento ambientale e smaltimento di rifiuti in maniera illegale. Il Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine ha coordinato l’azione che ha visto coinvolta anche la guardia di finanza di Alcamo. Le indagini sono state portate avanti con l’ausilio dei video del sistema di videosorveglianza ma anche tramite le intercettazioni telefoniche e quelle ambientali.

Ma come agiva l’associazione a delinquere? La ditta di smaltimento rifiuti ritirava i liquami dai propri clienti che erano costituiti da privati, attività commerciali di diversa natura. Una volta terminato il giro immettevano i rifiuti nella rete fognaria che conseguentemente si intasava. Il problema più grave però era lo sversamento in mare senza una adeguata depurazione con conseguente grave inquinamento. Come detto le fogne si intasavano creando non pochi problemi alla cittadinanza. Il comune era cosi costretto ad intervenire e chiamava inconsapevolmente la stessa ditta che aveva creato il problema per cercare di risolverlo. Ecco che grazie alle indagini l’illecito però è stato scoperto mettendo con le spalle al muro i colpevoli e insieme a loro anche un biologo che falsificava referti. L’operazione è stata denominata “Spurgo low-cost”

Direttore Umberto Buzzoni
immagini Polizia di Stato

Prosegue l’accordo tra Polizia di Stato e Istituto poligrafico e zecca dello Stato.

Prosegue l’accordo tra Polizia di Stato e Istituto poligrafico e zecca dello Stato Spa al fine di tutelare i sistemi informativi. L’intesa è stata rinnovata e il capo della Polizia Vittorio Pisani e dall’amministratore delegato dell’Istituto Francesco Soro hanno firmato la convenzione che porterà ad una maggior prevenzione della cybercrime. Oltre ai due firmatari erano presenti per il Dipartimento della pubblica sicurezza, il direttore centrale per la Polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e per i Reparti speciali della Polizia di Stato, Daniela Stradiotto, il direttore supplente del Servizio polizia postale e delle comunicazioni, Ivano Gabriellie il dirigente generale di pubblica sicurezza Antonio Borrelli.

A rappresentare l ‘istituto poligrafico e zecca dello Stato Spa vi era il responsabile direzione sistemi di prevenzione e tutela aziendale, Marco Ferraro, il responsabile della struttura Security & cyber defence, Alessandro Tarantino e la responsabile della direzione affari istituzionali e comunicazione, Sabrina Romani.
Come possiamo leggere sul sito del Ministero dell’Interno: “La tutela delle infrastrutture critiche informatiche nazionali è affidata al Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, incardinato nel Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (Cnaipic).Il Cnaipic, avvalendosi di tecnologie di elevato livello e di personale altamente qualificato, è incaricato della prevenzione e del contrasto della minaccia informatica di matrice terroristica o criminale.”

L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato creato nel 1928 con la legge n. 2744 del 6 dicembre ha acquisito la sezione Zecca dopo cinquant’anni dalla sua nascita nel 1978.Le sue funzioni rientrano nell’ambito della realizzazione di prodotti a fini istituzionali, della sicurezza e anticontraffazione e della digitalizzazione. Per proseguire in questa direzione occorrono sistemi di sicurezza sempre più efficienti.

Direttore Umberto Buzzoni
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