Automobilista speronato e ucciso in tangenziale a Milano, caccia ai banditi

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Continua la ricerca dei tre banditi che giovedì pomeriggio hanno ucciso un automobilista sulla tangenziale di Milano mentre scappavano dopo aver forzato un posto di blocco dei carabinieri. La vittima era un architetto milanese di 48 anni, Paolo Armenise: è stato speronato alla guida della sua Jeep ed è morto sul colpo prima dell’arrivo dei soccorsi. Le ricerche sono state estese a tutto il territorio della provincia di Milano.

I malviventi, sembra tre nordafricani, a bordo di un’Audi A4, hanno forzato un posto di blocco dei carabinieri.

La fuga a tutta velocità, inseguiti dalle forze dell’ordine, è finita in pochi minuti, sul tratto iniziale della Milano-Napoli che collega San Donato Milanese a piazzale Corvetto. In corrispondenza di una leggera curva, l’auto ha perso aderenza e ha travolto la Jeep guidata dall’architetto. Inutili i soccorsi per il 48enne. I tre banditi, invece, sono riusciti a fuggire a piedi prima che sul posto arrivassero i militari.

Savona, nascondono il corpo dell’amico: “Ucciso per sbaglio”

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Sarà l’autopsia a stabilire le cause della morte di Andrea Macciò, di 45 anni nel Savonese. Secondo quanto raccontato dai due amici che erano con lui, per sbaglio sarebbe partito un colpo di fucile che avrebbe raggiunto l’uomo uccidendolo. I due hanno raccontato di aver cercato di nascondere il corpo in un bosco. Poi, presi dal rimorso, hanno cambiato idea e sono andati in questura.

L”episodio risale alla giornata di sabato, ma solo domenica i due, dopo essersi consultati con un avvocato, avrebbero deciso di costituirsi alla polizia dopo un primo tentativo, a quanto sembra, di nascondere il corpo. La polizia sta ancora verificando le spiegazioni fornite dai due amici della vittima anche se dalle prime ricostruzioni sembra confermata comunque la morte accidentale. Resta da chiarire se durante una battuta di caccia o se in circostanze diverse.

Uno sparo fortuito – I due hanno raccontato di essersi spaventati e di avere cercato di nascondere il corpo in un bosco dopo averlo avvolto in un sacco. Poi, presi dal rimorso, hanno detto, hanno chiesto l’assistenza di un avvocato. Da qui la scelta di recarsi in questura a Savona per confessare e indicare la posizione in cui avevano lasciato il corpo dell’amico. Claudio Tognini avrebbe sparato il colpo mortale che ha ucciso Macciò, rappresentante di libri per la Treccani, un passato nel calcio dilettantistico ligure nella Sestrese e nella Rivarolese. La tragedia è avvenuta nella casa di Alessio Scardino a Stella, nell’entroterra di Albisola. Gli amici di Macciò lo avevano invitato a trascorrere una giornata spensierata nell’entroterra. Tognini, secondo quanto hanno ricostruito dagli uomini della Mobile di Savona, è entrato nella vecchia casa di campagna. Ha trovato il fucile da caccia. E’ stato un attimo: lo ha puntato contro Andrea ed è partito il colpo che lo ha raggiunto al torace. Forse Tognini non sapeva che l’arma era carica. In quel momento l’altro amico non era in casa perchè era fuori per prendere le sigarette che aveva lasciato nel cruscotto della sua auto.