Savona, nascondono il corpo dell’amico: “Ucciso per sbaglio”

savonada TGCOM24

Sarà l’autopsia a stabilire le cause della morte di Andrea Macciò, di 45 anni nel Savonese. Secondo quanto raccontato dai due amici che erano con lui, per sbaglio sarebbe partito un colpo di fucile che avrebbe raggiunto l’uomo uccidendolo. I due hanno raccontato di aver cercato di nascondere il corpo in un bosco. Poi, presi dal rimorso, hanno cambiato idea e sono andati in questura.

L”episodio risale alla giornata di sabato, ma solo domenica i due, dopo essersi consultati con un avvocato, avrebbero deciso di costituirsi alla polizia dopo un primo tentativo, a quanto sembra, di nascondere il corpo. La polizia sta ancora verificando le spiegazioni fornite dai due amici della vittima anche se dalle prime ricostruzioni sembra confermata comunque la morte accidentale. Resta da chiarire se durante una battuta di caccia o se in circostanze diverse.

Uno sparo fortuito – I due hanno raccontato di essersi spaventati e di avere cercato di nascondere il corpo in un bosco dopo averlo avvolto in un sacco. Poi, presi dal rimorso, hanno detto, hanno chiesto l’assistenza di un avvocato. Da qui la scelta di recarsi in questura a Savona per confessare e indicare la posizione in cui avevano lasciato il corpo dell’amico. Claudio Tognini avrebbe sparato il colpo mortale che ha ucciso Macciò, rappresentante di libri per la Treccani, un passato nel calcio dilettantistico ligure nella Sestrese e nella Rivarolese. La tragedia è avvenuta nella casa di Alessio Scardino a Stella, nell’entroterra di Albisola. Gli amici di Macciò lo avevano invitato a trascorrere una giornata spensierata nell’entroterra. Tognini, secondo quanto hanno ricostruito dagli uomini della Mobile di Savona, è entrato nella vecchia casa di campagna. Ha trovato il fucile da caccia. E’ stato un attimo: lo ha puntato contro Andrea ed è partito il colpo che lo ha raggiunto al torace. Forse Tognini non sapeva che l’arma era carica. In quel momento l’altro amico non era in casa perchè era fuori per prendere le sigarette che aveva lasciato nel cruscotto della sua auto.

Savona: una poliziotta del 113 salva un uomo dal suicidio

da Polizia di Stato

“L’intervento più bello e difficile della mia vita” è quanto affermato l’operatrice della Sala Operativa che ieri ha salvato la vita di un uomo.

Ieri pomeriggio ha infatti risposto alla chiamata di una persona che chiedeva aiuto per il fratello, fermamente intenzionato a togliersi la vita con un fucile e rifugiatosi in una zona sulle alture di Savona.
L’operatrice ha immediatamente inviato le Volanti ed il personale in borghese della Squadra Mobile intorno alla zona segnalata, dopodiché ha chiamato l’uomo sul cellulare.
Ha composto il numero due volte senza avere risposta ma alla terza chiamata lui ha risposto.

Sono stati lungamente al telefono, si è subito instaurato un rapporto di fiducia: lui ha parlato dei suoi problemi, lei, con l’esperienza acquisita negli anni e seguendo specifiche tecniche psicologiche, raccoglie le sue confidenze.

L’uomo si calma, lei al momento opportuno gli “impone” di poggiare l’arma, togliere la cartuccia e riporre il fucile nel fodero. Lui le obbedisce.
L’uomo si avvicina alla strada, lo soccorrono i poliziotti della Squadra Mobile e le Volanti.

Viene accompagnato in Questura e lì ha modo di conoscere , non senza emozione da parte di entrambi, la donna che lo ha fatto desistere da quel proposito.
Il Questore Grillo si è personalmente complimentato con la poliziotta, questa mattina già di nuovo al lavoro in sala operativa.