Expo, Maltauro: “La cupola esiste”

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Enrico Maltauro, imprenditore vicentino tra gli arrestati di giovedì scorso, avrebbe confermato in pieno l’ipotesi della Procura di Milano: per lavorare ai progetti Expo bisognava stare al “gioco”, a quel sistema architettato dalla “cupola” e fatto di presunti appalti pilotati e di mazzette per i lavori. “Mi hanno chiesto 1,2 mln di euro – ha spiegato Maltauro -: ne ho pagati 600mila”. Ipotesi di danno erariale: la Corte dei Conti apre un’inchiesta

– Enrico Maltauro, imprenditore vicentino tra gli arrestati di giovedì scorso, avrebbe confermato in pieno l’ipotesi della Procura di Milano: per lavorare ai progetti Expo bisognava stare al “gioco”, a quel sistema architettato dalla “cupola” e fatto di presunti appalti pilotati e di mazzette per i lavori. “Mi hanno chiesto 1,2 mln di euro – ha spiegato Maltauro -: ne ho pagati 600mila”. Ipotesi di danno erariale: la Corte dei Conti apre un’inchiesta.

Si indaga per possibile danno erariale – La procura regionale della Corte dei conti per la Lombardia ha avviato un’indagine per accertare possibili profili di danno erariale nella gestione della gare di appalto per Expo 2015. “L’inchiesta è in stretta connessione con i recenti provvedimenti della magistratura penale in materia di gestione delle gare di appalto di Expo 2015”, si legge in una nota.

Per l’indagini su Expo e per quella su Infrastrutture Lombarde già in corso è stato costituito un apposito pool di magistrati contabili guidato dal procuratore regionale, Antonio Caruso, e che si avvarrà dell’ausilio del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano.

Ammissione di Maltauro e Cattozzo – Maltauro è stato arrestato insieme all’ex esponente della Dc Gianstefano Frigerio, all’ex funzionario del Pci Primo Greganti, all’ex senatore del Pdl Luigi Grillo, all’ex esponente ligure dell’Udc Sergio Cattozzo e all’ex manager, appena dimessosi, di Expo Angelo Paris. Maltauro e Cattozzo, ex esponente ligure dell’Udc, sono stati interrogati dai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, e hanno consolidato l’impianto accusatorio. Gli altri coindagati, eccetto Paris, hanno negato.

“Per poter lavorare pagavo” – Maltauro, difeso dagli avvocati Giovanni Dedola e Paolo Grasso, ha messo a fuoco il metodo ideato dal terzetto Frigerio-Greganti-Grillo: “Un sistema basato sulle tangenti e io per poter lavorare mi adeguavo e pagavo”, questa la sintesi di un verbale al momento secretato. Maltauro avrebbe aggiunto: “La cupola mi ha chiesto un milione e duecento mila euro di mazzette”, ammettendo di aver pagato 600 mila euro e di averne promessi altrettanti per aggiudicarsi gli appalti di Expo e Sogin.

I legali: “Cattozzo ha chiarito” – Sulla stessa linea Sergio Cattozzo. Il politico ha confermato l’esistenza di appalti truccati e di tangenti, con promesse di carriera ai pubblici ufficiali complici. I suoi avvocati Rodolfo Senes e Michele Ciravegna hanno dichiarato: “Ha chiarito dando giustificazioni congruenti e fornendo le indicazioni richieste”.

La contabilità delle mazzette nei post-it – Ha spiegato inoltre “il significato delle cifre” contenute nei tre post-it che al momento dell’arresto aveva tentato di nascondere e sui quali, come poi l’altro ieri ha confessato davanti al gip Fabio Antezza, aveva appuntato la “contabilità” delle mazzette e del denaro versato dall’imprenditore vicentino: 590 mila euro tra l’anno scorso e quest’anno. A lui, invece, i compensi sono stati versati da Maltauro sotto forma di falsi contratti per 300 mila euro lordi a cui si aggiunge, come benefit, un’Audi da circa 60 mila euro.

Intanto i pm, hanno depositato il ricorso al Tribunale del Riesame contro il rigetto da parte del gip dell’arresto di altre dodici persone. Tra questi ci sono i nomi di Giuseppe Nucci e Alberto Alatri, i due ex manager di Sogin, la società a partecipazione pubblica che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari in Italia, e anche di Giovanni Rodighiero, ritenuto il braccio destro di Frigerio.

Cantone: “Attenzione alla corruzione, ma non cancelliamo l’Expo di Milano”

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“L’unica cosa da non fare è cancellare l’Expo. Sarebbe ammettere che l’illegalità ha vinto”. Lo afferma il presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, chiamato dal premier, Matteo Renzi, a seguire i lavori dell’Esposizione Universale di Milano 2015. “Bisogna andare avanti e il governo ci mette la faccia”, sottolinea. Cantone chiede poi alla politica di “rialzare la guardia”, adottando “regole chiare di finanziamento trasparente”.

“Tangentopoli non ci ha insegnato nulla. Tornano alla ribalta personaggi già condannati: il peggio poteva essere scongiurato”, aggiunge Cantone, secondo cui “i partiti hanno grandi responsabilità perché non hanno saputo attrezzarsi con delle regole chiare di finanziamento trasparente”. “La trasparenza – sottolinea – è l’anticorpo più potente nei confronti del malaffare. Si può tranquillamente mettere in campo una rete di controlli efficace, intelligente, agile e non burocratica, purché ci sia davvero trasparenza”.

Prime ammissioni durante gli interrogatori di garanzia – E mentre la politica attiva una task force anticorruzione per stroncare sul nascere la nuova Tangentopoli, nel carcere di Opera è una giornata di interrogatori per gli arrestati dello scandalo Expo. Ha ammesso i fatti “nella loro materialità” così come sono stati contestati. E’ questa la sintesi dell’interrogatorio reso al gip Fabio Antezza da Enrico Maltauro, l’imprenditore vicentino finito in carcere giovedì, assieme all’ex parlamentare Dc, Gianstefano Frigerio, all’ex funzionario Pci, Primo Greganti, all’ex senatore Fi-Pdl, Luigi Grillo, all’ex esponente ligure dell’Udc, Sergio Cattozzo, e al manager di Expo, Angelo Paris.

Alfano: “Escluse dagli appalti 33 aziende” – “Sull’Expo abbiamo svolto una forte azione di contrasto alle infiltrazioni criminali”. Lo dice il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, sottolineando che 33 aziende sono state escluse dagli appalti e sono stati controllati 66 cantieri e 2.400 soggetti. “Questi sono i fatti contro le infiltrazioni criminali – aggiunge il titolare del Viminale -. Adesso contro la corruzione disporremo di una task force che avrà anch’essa un ottimo risultato”.

Tajani: “Tempistica inchieste sospetta ma andiamo avanti” – “Le inchieste devono fare il proprio corso, certamente è un po’ sospetto che tutto accade in campagna elettorale”. Risponde così ai giornalisti riguardo l’inchiesta sull’Expo, il vice presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani. “Bisogna impedire – continua Tajani – che la vicenda giudiziaria ostacoli il percorso dell’Expo, quindi separiamola nettamente da quella economica”.

Lupi: “Avanti con i lavori, dobbiamo arrivare in tempo” – “Andiamo avanti con i lavori. Dobbiamo assolutamente arrivare in tempo perché l’Expo deve essere l’appuntamento dell’Italia”. Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, dopo i nuovi episodi di corruzione all’Expo di Milano. “Abbiamo concordato con Renzi l’affiancamento dell’autorità nazionale per l’anticorruzione” per seguire i lavori di Expo.

Maroni: “Cantone abbia poteri investigativi veri” – “La nomina di Cantone sarà utile se avrà i poteri investigativi che noi non abbiamo, se può per esempio dialogare con la Procura per scoprire questi intrecci sotterranei che hanno portato all’inchiesta”. Lo dice il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, sul ruolo che avrà per Expo il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione.