Milano violenta: ammazzato ‘boss’ Pasquale Tatone, domenica ucciso il fratello

polizia-omicidio-notteda AGI.IT

A Milano e’ ormai guerra di mala: Pasquale Tatone, fratello dell’ex boss Emanuele Tatone, ucciso domenica scorsa insieme ad un’altra persona, e’ caduto vittima di un agguato stanotte. Pasquale era appena uscito da un locale in via Pascarella, angolo evia Lopez, zona Quarto Oggiaro, quando e’ stato freddato a colpi d’arma da fuoco nella sua auto. La famiglia Tatone e’ considerata uno dei maggiori ‘clan’ della gestione del traffico di droga in citta’. Il rapido susseguirsi degli agguati sembra quindi l’avvio di una feroce guerra aperta da qualche organizzazione rivale per il controllo dello spaccio. Pasquale Tatone era andato a vedere la partita in un locale di Quarto Oggiaro ed e’ uscito da solo. Quando e’ entrato nella sua vettura parcheggiata in via Pascarella, e’ stato colpito da diversi proiettili, pare di grosso calibro, forse di fucile.

ROMA VIOLENTA: Tre morti ed un ferito grave in poche ore

602-408-20130528_212507_60A1329Fdi Grazia De Marco

In poche ore è tornato l’incubo di una Roma violenta, insanguinata da una criminalità abituata a regolare i conti senza alcun tipo di scrupolo, in strada o bussando alla porta della vittima. Lo scorso 28 maggio, infatti, si è consumata una vera e propria giornata di sangue nella Capitale e sul suo litorale, scandita da tre brutali omicidi, avvenuti a poche ore di distanza l’uno dall’altro.

La prima vittima è il pensionato di 62 anni Claudio D’Andria, ucciso poco prima delle 7, da un colpo alla testa sparato da una calibro 7.65, mentre rientrava nel suo appartamento in Via Giorgio Morandi, nel quartiere Tor Sapienza. D’Andria, che era già noto alle forze dell’ordine per piccoli precedenti di droga, sicuramente conosceva il suo assassino che, quasi certamente, ha deciso di ucciderlo per motivi passionali o economici.

L’altra vittima, Pietro Rosseni, è stato ucciso nel primo pomeriggio a Focene, nei pressi di Fiumicino, dopo aver aperto la porta di casa al killer, che lo ha freddato con alcuni colpi di pistola alla testa ed è poi scappato a bordo di uno scooter. Rosseni si trovava a casa con la moglie e il figlio di dieci anni ed era anche lui conosciuto dagli inquirenti come tossicodipendente. Al momento si ipotizza che l’uomo sia stato ucciso per un debito non pagato, fatto ritenuto “peccato mortale” nel giro della  mala romana, sempre più armata e pericolosa.

Le altre due vittime, Daniele Righini e Massimiliano Cencioni, sono stati raggiunti da alcuni colpi di pistola mentre erano a bordo della loro Peugeut, in Corso Italia, ad Anzio. I sicari si sono avvicinati ai due ragazzi verso le 19.40 e hanno cominciato a sparare uccidendo Righini e ferendo gravemente Cencioni, che ora si trova in prognosi riservata agli Ospedali Riuniti di Anzio, a causa delle ferite riportate al polmone sinistro. L’inchiesta sui tre omicidi è stata affidata agli investigatori della Squadra Mobile, i quali, in queste ore, stanno interrogando amici e conoscenti delle vittime, nella speranza di riuscire ad approfondire le loro frequentazioni e ricostruire le loro ultime ore di vita.

Al di la delle indagini e dei moventi dei tre omicidi, appare tuttavia chiaro che l’area metropolitana di Roma è diventata man mano la protagonista di un contesto criminale formato dall’unione di alcune alleanze tra diverse mafie, arrivate ormai da decenni nella Capitale. Nel  litorale tra Anzio e Nettuno, dove è avvenuto l’ultimo omicidio, è infatti attiva una locale di ‘ndrangheta, retta dalla famiglia dei Gallace-Novella, oltre ai Casalesi, già attivi fin dalla fine degli anni ’80 e specializzati, sia nel narcotraffico, che nella gestione del mercato illegale di rifiuti. Sul litorale, nella zona di Torvajanica e Pomezia, sono anche presenti diversi pregiudicati legati a famiglie catanesi, coinvolti negli anni passati in agguati per il controllo del mercato degli stupefacenti.