BOTTI: CANCELLIERI, ORA BASTA SERVE PIU’ RIGORE

da Codacons

Il nuovo ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, all’indomani della pubblicazione del numero dei morti e dei feriti per l’esplosione dei botti di Capodanno, 2 morti e oltre 500 feriti, ha dichiarato che “occorre una riflessione seria e più rigore. Basta. Non può essere un bollettino di guerra ogni volta. Non è possibile”.
Per il Codacons il ministro predica bene ma razzola male. Non basta, infatti, riflettere. Da un ministro si attendono fatti e provvedimenti, non parole postume, che assomigliano a lacrime di coccodrillo.
L’associazione di consumatori, infatti, nei giorni scorsi aveva presentato una diffida urgente al ministro dell’Interno e a 103 prefetti chiedendo loro di vietare botti e fuochi d’artificio in tutti gli ottomila comuni d’Italia. Ma la diffida è rimasta lettera morta. E’ evidente che se il ministro avesse accolto la tesi dell’associazione di consumatori, il bilancio di morti e feriti non sarebbe stato un bollettino di guerra.
Il Codacons chiede ora al ministro, sempre che voglia passare dalle chiacchiere ai fatti, una nuova regolamentazione dei prodotti pirotecnici. E’ evidente, infatti, che al di là dei fuochi illegali, anche quelli legali sono troppo pericolosi e se usati in modo improprio possono provocare seri danni.
Per l’associazione di consumatori, quindi, è necessario un nuovo giro di vite per chi non ha un apposito patentino.

Emergenza carceri: due suicidi a Capodanno

dal Corriere della Sera

Un detenuto di Trani e un detenuto di Torino si sono tolti la vita, salvato in extremis un prigioniero a Vigevano

dopo l’appello del capo dello stato

Emergenza carceri: due suicidi a Capodanno

Un detenuto di Trani e un detenuto di Torino si sono tolti la vita, salvato in extremis un prigioniero a Vigevano

MILANO – L’allarme lanciato dal presidente Napolitano è stato quanto mai tempestivo. L’ «emergenza della condizione disumana delle carceri e dei carcerati» è uno dei «limiti del nostro vivere civile» ha dichiarato il capo dello Stato nel discorso di fine anno. E nella notte di Capodanno si è avuto un crudele riscontro alle paole del presidente della Repubblica con due suicidi e un tentato suicidio nei penitenziari della Penisola.

TRANI – Un detenuto di 34 anni, di Lecce, è morto sabato nel carcere di Trani per cause in corso di accertamento. La notizia è stata resa nota dal vicesegretario generale nazionale dell’Osapp, Domenico Mastrulli. La scoperta è stata fatta dagli agenti della polizia penitenziaria nel corso di un giro di ispezione. I genitori dell’uomo, secondo i quali il loro congiunto non era in condizioni fisiche tali da poter sopportare il regime carcerario, chiedono che si faccia chiarezza sulle circostanze della morte. Il 34enne era detenuto per reati contro la persona e il patrimonio. «Nel carcere di Trani – sottolinea Mastrulli – ci sono circa 400 detenuti uomini e 39 donne contro una capienza regolamentare di 233 posti letto».

TORINO – Nelle stesse ore un detenuto nel carcere delle Vallette, a Torino, si è tolto la vita impiccandosi in cella con un lenzuolo. Il suicida è C.A., un romeno 37 anni in attesa di giudizio. Era recluso nella sezione «Rugby» del blocco E. «La polizia penitenziaria – commenta Leo Beneduci, segretario generale del sindacato Osapp – è sempre più sola nel fronteggiare questo tipo di emergenze e, purtroppo, sempre meno in grado di risolverle. Avremmo voluto che nel 2012 il governo avesse varato misure veramente risolutive, e non i palliativi che lasciano le cose come stanno. Comprese le morti nelle carceri».

TENTATO SUICIDIO – Un tentato suicidio c’è stato invece nel carcere di Vigevano dove un detenuto ha tentato di togliersi la vita. «Si tratta di un detenuto 37enne di nazionalità italiana – afferma Eugenio Sarno, Segretario generale Uil penitenziari – che ha tentato di impiccarsi con una striscia di stoffa ricavata dalle lenzuola. Fortunatamente l’agente di sorveglianza si è accorto di quanto stava capitando ed è intervenuto per liberarlo», salvandogli la vita.

CASSAZIONE: AUTOVELOX VALIDO ANCHE SENZA FOTO

cassazione: autovelox valido anche senza fotoda Codacons

Secondo quanto ha stabilito la Cassazione le multe rilevate con autovelox sono legittime anche se non viene rilasciata la documentazione fotografica dell’ infrazione.
Per il Codacons si tratta di una brutta sentenza, un passo indietro nella civiltà giuridica ed un duro colpo al principio sacrosanto del contraddittorio e della parità tra difesa ed accusa. E’ evidente, infatti, che senza la necessità della prova della foto diventa quasi impossibile poter dimostrare la propria innocenza, ad esempio perchè, pur essendo nostra l’autovettura non siamo noi i trasgressori.
Una sentenza, quindi, che lede il diritto di difesa e riduce la possibilità per l’accusato di essere parte del processo, ossia di poter avere una effettiva partecipazione alla formazione del provvedimento giurisdizionale. Ritenere che la parola del vigile sia sempre giusta, salvo querela di falso, significa considerarlo infallibile.
Il Codacons chiede, quindi, al Governo di colmare alcuni vuoti normativi del Codice della Strada, in modo da non lasciarli più alla libera interpretazione di giudici e Prefetti: dall’obbligatorietà della prova fotografica in caso di contestazione non immediata alla durata minima del giallo, che deve essere di almeno 5 secondi nel caso di semavelox, dalla necessità che, in caso di semavelox, vi sia una foto che mostri il semaforo rosso e tutte e 4 le ruote del veicolo poste prima della linea d’arresto alla restituzione di soldi e punti della patente nel caso di sentenze penali (vedasi Segrate) e così via.

Autovelox Firenze. Il Comune continua ad utilizzare quelli illegittimi

Autovelox Firenze. Il Comune continua ad utilizzare quelli illegittimi da Aduc – di Pietro Yates Moretti

Ad un anno dalla denuncia dell’Aduc sulla irregolarità degli autovelox fissi in città, e nonostante numerosissime sentenze del Giudice di pace di Firenze che le danno torto, l’Amministrazione comunale continua come se niente fosse. Il motivo è semplice: solo una piccola parte dei cittadini multati si prende la briga di fare ricorso.
La legge prevede che gli autovelox fissi possano essere utilizzati, all’interno dei centri urbani, solo su strade di scorrimento. Come ha più volte ribadito la Cassazione, “il prefetto … non può autorizzare tratti stradali diversi da quelli previsti dalla legge. La possibilità da parte del Prefetto di inserire nell’apposito elenco una strada urbana è condizionata, quindi, alla verifica della presenza delle caratteristiche indicate dall’art. 2 del Codice della strada, senza le quali la strada non può essere classificata come strada urbana di scorrimento” (sentenza n. 7872/2011).

 
Vediamo queste caratteristiche minime previste all’art. 2 Cds affinchè una strada urbana possa essere considerata di scorrimento:
– tutte le intersezioni devono essere semaforate. Cosi’ non e’, per esempio, per viale Etruria, viale Lavagnini e viale Gramsci, dove sono presenti incroci senza semaforo;
– per la sosta devono essere previste apposite aree o fasce laterali esterne alla carreggiata, con immissioni ed uscite concentrate. Questo non è certamente il caso dei viali Gramsci, Lavagnini e Matteotti, dove i parcheggi non sono sistemati in aree chiuse con una sola entrata o uscita, ma banalmente lungo tutta la sede stradale;
– deve essere presente la banchina pavimentata a destra (una sorta di piccola corsia di emergenza asfaltata). Ma in viale Etruria, come sugli altri viali fiorentini, non c’e’ banchina tra la striscia destra di delimitazione della carreggiata e il marciapiede o i parcheggi;
– le carreggiate devono avere almeno due corsie per ciascun senso di marcia. Non è il caso di via Senese, che ha solamente una corsia per senso di marcia.
Il Comune, con la complicità del Prefetto, vuole convincerci che basti rinominarle strade di scorrimento per far magicamente apparire le caratteristiche minime mancanti. Secondo questa stravagante teoria, si potrebbero piazzare autovelox fissi anche in Piazza Signoria: basta che il Comune la chiami strada urbana di scorrimento.
Tutto questo esemplifica ciò che sta affossando l’Italia da anni: l’assenza di legalità, in primis nelle Istituzioni. La legge è chiara, la giurisprudenza della Cassazione pure, ma il Comune le ignora entrambe, consapevole che la stragrande maggioranza dei cittadini preferisce pagare piuttosto che doversi impegnare per fare ricorso.
Anche a Firenze, come già a Roma Capitale, niente di nuovo sotto il sole…

10 regole sul corretto uso dei botti di fine anno

da Adico

1. Usare solo prodotti legali, l’etichetta deve riportare il numero del decreto ministeriale che ne autorizza il commercio; il nome del prodotto; la ditta produttrice, la categoria e le modalità d’uso che devono essere seguite attentamente.

2. acquistare giochi pirotecnici esclusivamente nei negozi autorizzati e mai sulle bancarelle che non abbiano esposta la licenza specifica per trattare questo genere di prodotti;

3. accenderli all’aperto e allontanarsi quando la miccia viene accesa;

4. tenerli lontani dal proprio corpo;

5. accendere un fuoco alla volta ed evitare che al momento dell’ accensione ci siano altri fuochi vicini;

6. non indossare mai al momento dell’accensione giacconi o maglioni di pile o fibra sintetica, e nemmeno indumenti acetati come tute sportive;

7. non raccogliere botti abbandonati e dirlo ai bambini di non farlo mai;

8. non farli accendere dai bambini, senza una presenza di adulti accanto;

9. evitare di acquistare quelli troppo sofisticati, è meglio lasciarli ai fuochisti esperti;

10. se un botto non è esploso non avvicinarsi troppo non prenderlo con le mani e immergerlo in un secchio d’acqua.

Sciatori, attenti alla segnaletica!

da Casa del Consumatore

Segnali di pericolo, di divieto, di obbligo, di informazione. No, non si tratta della segnaletica stradale ma dei cartelli che troviamo sulle piste da sci.

Sci, snowboard e alpinismo sono gli sport invernali per eccellenza anche in Italia dove abbiamo più di 20.000 km di piste, tra sci alpino e di fondo. Per questo è molto importante garantire la sicurezza a tutti gli sciatori, dai più esperti ai dilettanti.

La prima regola per tutti è: rispettare i segnali indicatori.
Le forme e i colori sono stabiliti dalle norme tecniche UNI e cambiano a seconda del tipo di messaggio che devono trasmettere.
Innanzitutto, i cartelli che indicano il grado di difficoltà delle varie piste sono rotondi e:
blu per quelle facili (pendenza fino al 25%);
rossi per quelle di media difficoltà (pendenza fino al 40%);
neri per quelle difficili (pendenza superiore al 40%, solo per sciatori esperti).
Sono rotondi anche gli obblighi e i divieti (es. obbligo del casco per i ragazzi sotto i 14 anni, divieto di sciare nel bosco).
I segnali di pericolo sono triangolari con sfondo gialle e disegni neri (es. forte pendenza, cunetta, strettoia).
Infine, i segnali semplicemente “informativi” sono rettangolari o quadrati (es. sentiero invernale, pista da snowboard, pronto soccorso).
Molto importante, poi, è il segnale di pericolo valanghe dove una mano aperta intima lo stop.

Oltre al rispetto della segnaletica, per garantire la sicurezza e prevenire spiacevoli incidenti è anche opportuno che tutti gli utenti della neve tengano il comportamento più corretto e rispettoso. Per questo è stato predisposto il Decalogo dello sciatore: 10 regole che tutti devono avere bene in mente prima di indossare gli sci. Eccolo.

Vi ricordiamo, inoltre, che le regioni “montane” hanno predisposto apposite normative in materia di gestione delle aree sciabili attrezzate e pratica degli sport sulla neve. Per conoscerne il contenuto, in particolare i divieti e le regole di comportamento per gli utenti, basta scaricare gratuitamente l’App del Turista! Avrete tutto a portata di click sul vostro iPhone o iPad!

Giocattoli, addobbi natalizi e fuochi d’artificio, le regole per un Natale sicuro

da Help Consumatori

Nei primi 11 mesi del 2011 sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza quasi 10 milioni e mezzo di giocattoli pericolosi e contraffatti; un numero che, sebbene elevato, è in forte diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2010: un calo del 68% per i giocattoli pericolosi e del 45% per quelli contraffatti.

Non è il caso, però di abbassare la guardia, soprattutto nel periodo natalizio quando i giocattoli sono tra gli articoli più regalati. Torna quindi utile la guida diffusa dall’Ente Nazionale Italiano di Unificazione e dal Comitato Elettrotecnico Italiano sulle regole per acquistare in sicurezza giocattoli, ma anche decorazioni, addobbi natalizi luminosi, regali tecnologici e artifizi pirotecnici.

Si parte dalle norme UNI EN 71 che stabiliscono requisiti e metodi di prova al fine di garantire la sicurezza dei giocattoli per i bambini fino ai 14 anni. Tali norme vengono costantemente aggiornate per adeguarsi ai nuovi requisiti di sicurezza adottati in sede europea e per star dietro alle innovazioni del mondo dei giocattoli derivanti dalla disponibilità di nuove tecnologie e dallo sviluppo di nuove creatività più adatte ai bambini di oggi. In base a queste norme i giocattoli vengono sottoposti a prove per verificare che i materiali che li costituiscono non cedano sostanze tossiche quali, per esempio, antimonio, arsenico, bario, cadmio, cromo, piombo, mercurio e selenio. Le prove consistono nel prelevare campioni di materiale e di rivestimento dai prodotti e sottoporli ad analisi di laboratorio che simulano le situazioni di prolungato contatto con la saliva e con i succhi gastrici del bambino dopo l’eventuale ingestione.

Per evitare il soffocamento, inoltre, le norme UNI prevedono che eventuali piccole parti staccabili non possano essere accidentalmente ingerite dai bambini e non passare attraverso una sorta di “cilindro di prova” che simula le dimensioni della trachea dei bambini. Un altro requisito che le norme valutano attentamente è quello dell’infiammabilità: è vietato l’uso di materiali fortemente infiammabili. Per i giocattoli che hanno almeno una funzione che dipende dall’elettricità, ci sono le norme del CEI che riguardano anche i robot decorativi.

Tutte queste norme definiscono una serie di principi generali di sicurezza che possono essere facilmente verificati dagli adulti/genitori sia per controllare il grado di pericolosità dei giocattoli già presenti in casa sia, preventivamente, durante la fase di acquisto dei giocattoli stessi. Ad esempio è importante controllare che: i giocattoli non abbiano spigoli vivi e bordi taglienti; i meccanismi di apertura e chiusura abbiano dei dispositivi di bloccaggio automatico per evitare lo schiacciamento accidentale; le cuciture e le parti applicabili siano resistenti agli strappi.

Passando agli addobbi natalizi, per prevenire incidenti domestici come incendi, cortocircuiti e scosse elettriche, è preferibile acquistare prodotti sicuri e affidabili, conformi alla normativa vigente. Le catene luminose sono oggetto della norma CEI EN 60598-2-20 che tratta gli aspetti di sicurezza sia delle classiche catene luminose con lampade pisello o in miniatura, sia dei tubi luminosi, molto diffusi. Purtroppo sono in commercio prodotti non conformi alle norme e provvisti di marcatura CE apposta in modo fraudolento.

Sui regali tecnologici si applica la norma CEI EN 60065 che tratta gli aspetti della sicurezza degli apparecchi destinati ad usi domestici o che possono essere usati in ambienti interni, comunità e luoghi pubblici.

Infine, i fuochi d’artificio per Capodanno: UNI consiglia di comprarli solo nei punti vendita autorizzati, in confezioni sigillate, che riportino l’etichetta con le istruzioni per la sicurezza nel  maneggio e nell’uso e i  dati del produttore o dell’importatore. Secondo le nuove norme della serie UNI EN 15947, i fuochi d’artificio da divertimento sono sicuri se:

  • non possono accendersi accidentalmente per frizione o sfregamento, o per urto;
  • la quantità di materie attive è conforme ai parametri previsti per quel tipo di prodotto;
  • l’effetto pirotecnico è ritardato del valore temporale previsto per quel tipo di artifizio;
  • le eventuali fiamme si autoestinguono;
  • gli effetti sono contenuti entro i limiti previsti per quel prodotto.