Mafia, una grande questione nazionale

da Ministero dell’Interno

Il ministro dell’Interno Cancellieri nel corso di un’audizione al Senato davanti alla commissione bicamerale Antimafia: «Atteggiamenti omertosi sembrano replicare stili comportamentali tipici di scenari a legalità debole»

È ormai il caso di parlare di «questione settentrionale». Questa mattina il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha lanciato un allarme sulla presenza di infiltrazioni mafiose nel Nord Italia.

«Recenti analisi investigative – ha riferito nel corso di un’audizione davanti alla commissione Antimafia al Senato – guardano con preoccupazione all’affermarsi, anche oltre i confini del Mezzogiorno, di atteggiamenti omertosi che sembrano replicare stili comportamentali tipici di scenari a legalità debole». Emergerebbe, infatti, «la pressoché totale assenza di segnali reattivi»: su 199 operatori economici vittime di atti di aggressione, solo uno ha sporto denuncia.

L’analisi secondo cui l’infiltrazione al Nord sarebbe un fenomeno confinato alle attività di riciclaggio e reinvestimento di capitali illeciti appare al ministro dell’Interno «poco attuale e fuorviante». Il pericolo maggiore, secondo Cancellieri, è percepire la questione solo come un problema criminale al quale dare una risposta prevalentemente repressiva. Invece, ha spiegato il ministro, il fenomeno «evoca aspetti di tale complessità sul piano sociale, culturale e soprattutto politico, da richiedere un impegno, severo e profondo, di uguale complessità».

«Le preoccupazioni – ha rilevato Cancellieri – nascono dalla pervasività dei fenomeni corruttivi che non solo affliggono, come ha ricordato il presidente della Corte dei Conti, il settore delle pubbliche amministrazioni, ma che rappresentano un’alterata modalità relazionale anche nei comportamenti dei privati». Trascurare il fenomeno nel privato, oltre a determinare effetti distorsivi per il mercato, lascerebbe «un varco troppo invitante per gli appetiti criminali».

Cancellieri ha segnalato anche «la difficoltà di intercettare il percorso migratorio delle organizzazioni criminali» che si mimetizzano affermando la loro presenza con modalità quasi sempre incruente. La mafia calabrese, ad esempio, «a differenza di altre consorterie, costituisce proprie strutture nei territori di nuovo insediamento».

Un altro segnale viene dai dati sui beni sequestrati. Dal 2009 ad oggi, ha riferito il ministro Cancellieri, sono stati sequestrati 5.974 beni alla criminalità organizzata nelle regioni del Nord, per un valore di circa un miliardo e mezzo di euro. Le confische hanno riguardato 1.606 beni. La maggior parte dei sequestri (2.798 per un valore di oltre un miliardo di euro) è stata fatta in Lombardia, seguono Piemonte (1.658) e Liguria (804).

Per quanto riguarda i giochi e le scommesse, ha riferito il ministro, è stata registrata «una crescita vertiginosa» che ha attirato gli interessi della criminalità organizzata e comportato, con la compulsività del gioco e il coinvolgimento dei minori, conseguenze «talora devastanti per la collettività e l’economia delle famiglie». Cancellieri ha quindi evidenziato l’opportunità di introdurre nel nostro ordinamento penale nuove norme anche se la collocazione fuori dal territorio nazionale di molte centrali di scommessa costituisce un serio ostacolo al lavoro investigativo.

Per quanto riguarda i provvedimenti di scioglimento delle amministrazioni locali per mafia, il ministro ha riferito che nei primi due mesi del 2012 ne sono stati disposti cinque, a fronte dei sei adottati complessivamente in tutto il 2011 e anche in tutto il 2010.

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