Brescia, Claudio Grigoletto tenta il suicidio in carcere

grigolettoda TGCOM24

In carcere ha tentato di togliersi la vita Claudio Grigoletto, il pilota di aerei che a fine agosto ha ucciso l’hostess Marilia Rodrigues. In cella nel carcere bresciano di Canton Mombello, l’uomo ha cercato di impiccarsi. La scorsa estate, messo con le spalle al muro da prove schiaccianti, pochi giorni dopo l’arresto aveva confessato di avere strangolato la 29enne, sua dipendente e amante. Da lei aspettava un figlio. Lo avevano incastrato le macchie di sangue trovate sul tappetino dell’automobile e alcune impronte sul luogo del delitto.

In un primo tempo, invece, Grigoletto aveva raccontato di aver cercato di salvare la ragazza caduta a terra in preda a convulsioni. Una ricostruzione che non aveva convinto gli inquirenti. Poi una verità del tutto differente era emersa confortata da elementi di prova che non lasciavano dubbi. Grigoletto ha ucciso la sua giovane amante nell’ufficio dell’Alpi Aviation do Brasil di Gambara, vicino a Brescia.

Dopo il delitto, si era lavato probabilmente per cancellare alcune tracce. Poi era andato nel campo di Bedizzole per una lezione di volo. Forse mirava a sviare i sospetti o a costruirsi un alibi. Adesso il tentativo di suicidio. Sono stati gli altri detenuti a salvargli la vita. Portato in ospedale, dopo i necessari controlli è stato dichiarato fuori pericolo e riportato in prigione.

BRASILIANA TROVATA MORTA: Per la Procura è omicidio

brasilianada Corriere.it

Nessun dubbio per i medici legali: Marilia Rodrigues Silva Martins, la brasiliana di 29 anni trovata cadavere venerdì sera nell’ufficio dove lavorava a Gambara, in provincia di Brescia, è stata uccisa. Lo ha stabilito l’autopsia eseguita lunedì mattina e la notizia trova conferma negli ambienti giudiziari. I magistrati stavano seguendo la pista dell’omicidio fin da venerdì. Alcuni testimoni hanno riferito che la ragazza era incinta, circostanza che potrebbe aggiungere un ulteriore elemento utile alle indagini. Sullo sfondo c’è infatti la pista del delitto passionale. A quanto pare la ragazza aveva scoperto solo da pochi giorni di essere in attesa di un bambino. E stando al racconto di un’amica «era a rischio depressione».

INTERROGATORIO – Negli ultimi due giorni sono stati a lungo interrogati conoscenti e colleghi di lavoro della vittima. Ascoltato anche il fidanzato della ragazza, anche se non trapela alcuna indiscrezione. A scoprire il cadavere è stato il padrone dello stabile in cui lavorava della ragazza. Agli inquirenti ha continuato a raccontare di essere stato attirato da un forte odore di gas proveniente da una caldaia difettosa. Questo particolare in un primo momento aveva fatto pensare ad una morte accidentale o ad un tentativo di suicidio. Circostanza avvalorata anche dal fatto che la porta dell’ufficio era chiusa dall’interno.

MORTE VIOLENTA – Ma in un secondo momento si è fatta largo anche l’ipotesi della morte violenta e persino della messa in scena della fuga di gas e dell’incidente per nascondere un omicidio. Il cadavere della giovane brasiliana aveva delle vistose ferite al volto e alla nuca che, stando ai primi accertamenti del medico legale, sarebbero incompatibili con una banale caduta. Inoltre è difficile immaginare che una donna in ottima salute possa cadere da sola procurandosi simili ferite. Il corpo era riverso sul pavimento, tra tavoli e computer. Gli uffici di Gambara sono a poca distanza dalla chiesa del centro nella Bassa bresciana, anche se nessuno avrebbe sentito nulla.

IL MOVENTE – Ma chi e perché ha ucciso la giovane brasiliana? Scavando nel suo passato si è scoperto che a volte pernottava negli uffici dell’azienda. Circostanza che induce a concentrare le indagini sull’ambiente di lavoro della vittima. Marilia Rodrigues Silva Martins da anni era impiegata presso la ditta «Alpi aviation do Brasil» che opera nel settore della vendita di aerei ed elicotteri ultraleggeri. Nulla è invece trapelato sull’identità del fidanzato e sulla ricostruzione della sua relazione con la giovane brasiliana.

Terremoto: “aspiranti sciacalli” arrestati a Brescia

Sono stati fermati mentre progettavano trasferte per commettere furti nelle zone colpite dal sisma in  Emilia.   Sono sei i moldavi che la polizia di Brescia ha bloccato e arrestato questa mattina.

Gli arrestati tutti pregiudicati sono accusati di aver portato a termine molti colpi nelle provincie Mantova Ravenna Trento e, appunto, Brescia.

Vista la situazione delicata nelle provincie emiliane devastate dal terremoto, avevano avviato alcuni contatti con pregiudicati della zona per  capire la facilità di realizzazione di eventuali colpi ricevendone ampie rassicurazioni.

Ma per loro le uniche porte trovate aperte sono state quelle del carcere.