Forte scossa, l’Italia trema: paura e fuga dalle case. L’epicentro il Toscana

scossada AGI – Agenzia di Stampa

Continua a tremare la terra nella zona della Lunigiana, in Toscana, dove nel corso della notte ci sono state undici scosse, l’ultima alle 6:37 del mattino. La scossa piu’ forte registrata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e’ stata di magnitudo 3.4 alle 3:56, con ipocentro a 10.5 km e ipocentro in prossimita’ dei Comuni lucchesi di Giuncugnano, Minucciano, Vagli Sotto e Piazza al Serchio, e quello massese di Casola in Lunigiana. Le altre scosse di assestamento, dopo quella di ieri di magnitudo 5.2, sono state registrate tra le 00:21 e le 6:37.

La scossa di terremoto di magnitudo 5.2 e’ stata registrata alle 12:33 ed e’ durata alcuni secondi, con epicentro tra Fivizzano e Minucciano, in provincia di Massa, come ha riferito poi l’Ingv.
Un terremoto con profondita’ di appena 5,1 km, e questo ha fatto si’ che la scossa venisse avvertita pesantemente in una vasta area dell’Italia. La scossa e’ stata di tipo ondulatorio.
La terra ha pero’ continuato a tremare in Lunigiana: l’Ingv ha registrato oltre 50 scosse, la piu’ forte delle quali di Ml=4.0 e’ avvenuta alle 14:14 italiane. L’Ingv sta monitorando l’attivita’ sismica dell’area interessata e ulteriori stazioni della rete sismica mobile sono state installate. La profondita’ da 1,2 a 10 chilometri. Immediatamente e’ scattata la macchina dei controlli e degli eventuali soccorsi da parte dei vigili del fuoco e della Protezione civile. Domani mattina il capo del Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, su indicazione del presidente del Consiglio costantemente informato dell’evoluzione della situazione, sara’ nelle zone delle province di Massa Carrara e Lucca colpite dal terremoto, prima in Lunigiana e poi in Garfagnana. “Siamo stati costantemente in contatto con le strutture di protezione civile delle Regioni Toscana, Emilia-Romagna e Liguria che si sono attivate prontamente per dare il necessario supporto alle popolazioni – ha detto Gabrielli – le riunioni di domani sul territorio, passata anche la notte, serviranno per fare il punto della situazione prima di tutto con i sindaci e gli amministratori locali e per raccogliere le eventuali richieste di supporto che, nel caso, potranno essere messe in campo dal Servizio nazionale della protezione civile”.

A Parma il terremoto ha fatto tremare gli edifici per alcuni secondi, mentre in collina, a Berceto ad esempio, i dipendenti del Comune sono fuggiti in strada dopo che hanno visto la parete al piano terra del municipio muoversi. Il terremoto e’ stato avvertito in modo e forte e prolungato anche a Borgotaro. Molta paura anche Reggio Emilia, in provincia di La Spezia, in tutta la Versilia. A Viareggio la scossa ha fatto tremare le abitazioni e gli uffici anche ai piani inferiori. Molte persone si sono riversate in strada e nelle scuole dell’infanzia ancora aperte molti bambini sono stati fatti uscire nei giardini e nei cortili. Il sisma ha provocato paura fra gli abitanti anche in Alta Versilia, nei comuni di Stazzema e Seravezza, i piu’ vicini all’epicentro del terremoto registrato fra Lunigiana e Garfagnana. Paura anche in tutta la provincia di Lucca, specie nelle cittadine della Media Valle del Serchio. La scossa iniziale e’ stata avvertita anche in alcune zone del Comasco e di Como. Il Centro geofisico prealpino di Varese ha ricevuto diverse segnalazioni. Il terremoto e’ stato avvertito anche in Friuli Venezia Giulia, in particolare nella zona di Gorizia e Monfalcone. I controli hanno ovviamente riguardato anche la linea ferroviaria, tra Aulla e Lucca, la cosiddetta Garfagnana, e sulla Pontremolese.

Nessun problema per la circolazione ferroviaria sulla linea Alta Velocita’ Milano-Bologna e sulla linea convenzionale Bologna-Piacenza. I tecnici del comune di Lucca hanno effettuato le verifiche necessarie negli edifici scolastici. In primis sono state visitate tutte le scuole medie del territorio poiche’ oggi si tenevano gli esami. Le attivita’ si sono svolte regolarmente, anche se alcuni dirigenti scolastici per una maggiore tranquillita’ hanno deciso di tenere gli esami o in aule in prossimita’ di uscite o nei cortili. (AGI) .

Terremoto: “aspiranti sciacalli” arrestati a Brescia

Sono stati fermati mentre progettavano trasferte per commettere furti nelle zone colpite dal sisma in  Emilia.   Sono sei i moldavi che la polizia di Brescia ha bloccato e arrestato questa mattina.

Gli arrestati tutti pregiudicati sono accusati di aver portato a termine molti colpi nelle provincie Mantova Ravenna Trento e, appunto, Brescia.

Vista la situazione delicata nelle provincie emiliane devastate dal terremoto, avevano avviato alcuni contatti con pregiudicati della zona per  capire la facilità di realizzazione di eventuali colpi ricevendone ampie rassicurazioni.

Ma per loro le uniche porte trovate aperte sono state quelle del carcere.

Terremoto in Emilia: la Stradale con i bambini

da Polizia di Stato

È successo l’altro ieri nel campo San  Carlo, la piccola frazione del comune di Sant’Agostino nel ferrarese, quello che difficilmente vedrete mai. Uno dei motociclisti della Stradale del  capoluogo emiliano ha ceduto la sella della sua moto.

E lo ha fatto con una gioia immensa sapendo che su quel sellino si sarebbero seduti i bambini della tendopoli allestita per accogliere gli sfollati  del sisma.

Grazie ad una iniziativa della polizia infatti alcuni poliziotti della specialità sono andati al campo con auto e moto e con il bagagliaio  pieno di piccoli gadget a ricordo dell’incontro.

Magliette e cappellini quaderni e fumetti, tutti rigorosamente marchiati polizia stradale sono stati regalati dagli agenti ai bambini del campo non  prima però di aver risposto a tutte le domande su mezzi e uniformi.

Poi il gioco più bello: salire sulle moto e sulle macchine magari indossando casco o cappello d’ordinanza per la più classica delle  foto ricordo.

Istanti di spensieratezza nella speranza della normalità.

GLI ANGELI DELLA PROTEZIONE CIVILE oltre i numeri della solidarietà

di Grazia De Marco

Una macchina esemplare dei soccorsi, composta essenzialmente dagli uomini e dalle donne della Protezione Civile, attualmente diretti dal Prefetto Franco GABRIELLI e dei Vigili del Fuoco, si è immediatamente messa in moto dal 20 maggio scorso, quando una scossa di magnitudo 5.9 della scala Richter ha colpito l’Emilia Romagna e le sue zone limitrofe.

Tutto il personale che fa parte della grande catena umana della Protezione Civile sta lavorando incessantemente per assistere le popolazioni ormai provate dalle numerosissime scosse di terremoto che continuano a terrorizzare gli abitanti, i quali sono sempre più decisi a non rientrare nelle proprie case. Solo i 1.300 uomini dei Vigili del Fuoco impegnati per l’emergenza Emilia Romagna hanno effettuato oltre 40.000 interventi, dall’assistenza alle popolazioni alla verifica di stabilità degli edifici.

A dimostrare l’efficacia dell’opera di assistenza sino ad ora prestata dalla struttura operativa, che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, vi sono i numeri, i quali, come affermato anche dall’Assessore Regionale alla Sicurezza del Territorio emiliano Paola GAZZOLO, sono più che positivi. In totale, infatti, sono assistite attualmente 16.400 persone, di cui 9.400 ospitate nei 44 campi di accoglienza, mentre altre 4.600 sono alloggiate in altre strutture coperte come: scuole, palestre, caserme e vagoni letto offerti dalle Ferrovie dello Stato.

Il percorso che ha portato alla creazione del sistema nazionale di Protezione Civile è complesso e caratterizzato da leggi, decreti ed ordinanze, tra le quali merita di essere menzionata la Legge n. 225 del 24 febbraio 1992, che ha permesso la nascita del Dipartimento della Protezione Civile. Grazie a quella legge l’apparato di soccorso è diventato parte integrante del sistema pubblico, offrendo una grande risposta alle necessità di tutto il territorio e definendone, in particolare gli obiettivi, le priorità e le componenti dell’art. 117 della nostra Costituzione, che qualifica la Protezione Civile tra le materie di legislazione delle Regioni, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, che invece resta riservata alla legislazione dello Stato.

Aiuti all’Emilia sono arrivati da numerose Regioni d’Italia, anche dall’Abruzzo colpito tre anni addietro da una simile catastrofe naturale, nel corso della quale la macchina dei soccorsi, all’epoca coordinata dal Dott. Guido BERTOLASO, ha dato dimostrazione di enorme efficienza e generosità, affermandosi come una delle eccellenze del Paese Italia. In quei frangenti l’emergenza venne organizzata e suddivisa in 4 fasi, ovvero: la prima costituita da immediati e successivi soccorsi ai coinvolti, una seconda costituita dalla realizzazione e gestione dei 60.000 sfollati, ospitati in 118 tendopoli, una terza riguardante la realizzazione della case provvisorie destinate all’emergenza abitativa e la messa in sicurezza degli edifici lesionati e, infine, una quarta destinata alla ricostruzione.

Tra gli uomini impegnati ad analizzare attentamente i fenomeni delle ultime settimane, soprattutto dopo la scossa che ha colpito il ravennate e quella che ha interessato il Friuli ed il Veneto, vi sono anche molti studiosi. A tal proposito sembrano interessanti le conclusioni del Geofisico del CNR Giovanni GREGORI, il quale ha affermato: l’Italia sta ruotando in senso antiorario ed il terremoto del 6 giugno è stato causato da una faglia diversa, rispetto ai sismi del 20 e 29 maggio, anche se la struttura geologica interessata è la stessa. Alle stesse considerazioni è giunto anche il Dirigente dell’INGV Werner MARZOCCHI, il quale ha concluso: in Italia è come se si fosse innescato un effetto domino, per cui, in sostanza, il verificarsi di un terremoto può determinare una perturbazione anche nelle faglie vicine.

Proviamo a lasciare da parte, per un attimo, i numeri, anche se rilevanti, per concentrarci esclusivamente sull’aspetto della pura e straordinaria generosità umana, che questi uomini sono in grado di regalare in ogni momento, affrontando situazioni di enorme pericolo, mettendo in gioco la loro stessa esistenza, pur di salvare altre vite umane, affetti o anche solo oggetti che fanno parte dei ricordi di persone che soffrono e che, in questi momenti, diventano essenziali. La gente d’Abruzzo e dell’Emilia ha imparato a conoscerli e ad amarli, ma tutto il Paese conosce la loro straordinaria competenza e l’infinita umanità che li accompagna ed è certo che nei momenti difficili, quando tutto sembra perso, sono loro, con l’esempio, a regalare il coraggio che sembra mancare e la forza per rialzarsi. Sono sempre loro che camminano al fianco di chi ha perso tutto, anche la speranza, per spiegare che ricominciare è sempre possibile.

 

Terremoto in Emilia Romagna. I primi provvedimenti del Governo

da Ministero dell’Interno

Questi i primi provvedimenti assunti dal Consiglio dei ministri nella seduta del 30 maggio 2012, dopo aver osservato un minuto di raccoglimento per commemorare le vittime del terremoto.
Le altre misure adottate: – un decreto ministeriale di rinvio dei versamenti fiscali e contributi a settembre; – un decreto legge per la concessione di contributi a fondo perduto per la ricostruzione e riparazione delle abitazioni danneggiate dal sisma, per la ricostruzione e la messa in funzione dei servizi pubblici (in particolare le scuole), per gli indennizzi alle imprese e per gli interventi su beni artistici e culturali; l’individuazione di misure per la ripresa dell’attività economica; la delocalizzazione facilitata delle imprese produttive nei territori colpiti dal terremoto; la proroga del pagamento delle rate del mutuo e la sospensione degli adempimenti processuali e dei termini per i versamenti tributari e previdenziali, degli sfratti; la deroga del Patto di stabilità, entro un limite definito per i comuni, delle spese per la ricostruzione.
A copertura degli interventi il Consiglio dei ministri ha deciso l’aumento di 2 centesimi dell’accisa sui carburanti per autotrasporto così come l’utilizzo di fondi resi disponibili dalla spending review.
Il Comitato operativo della Protezione Civile ha potenziato i Centri operativi per la gestione dell’emergenza con l’attivazione di un nuovo Centro Coordinamento Soccorsi a Bologna, che si aggiunge a quelli già attivi.

Terremoto: a Modena arresti per sciacallaggio

da Polizia di Stato

Arrestate tre persone dalla polizia per tentato furto nelle zone del modenese colpite dal sisma. Nel pomeriggio di ieri una volante in servizio antisciacallaggio nel territorio di Mirandola, ha sorpreso tre persone che si aggiravano tra le abitazioni lasciate incustodite.

I poliziotti li hanno fermati e dal controllo sono risultati tutti con precedenti penali per reati contro il patrimonio.

Per i tre a quel punto sono stati applicati i provvedimenti dell’obbligo di lasciare la provincia. Provvedimento che non rispettavano perché qualche ora più tardi al 113 veniva segnalata la presenza di tre malfattori che da un cortile avevano rubato una bicicletta.

I poliziotti che prima li avevano identificati e intimato di lasciare la provincia se li sono di nuovo ritrovati davanti. Questa volta il finale è stato diverso perché i tre sono finiti in carcere, con l’accusa di furto aggravato, in attesa del processo per direttissima.

Sempre nelle zone terremotate della provincia di Modena vengono segnalati altri metodi che gli sciacalli usano per depredare le case lasciate incustodite: alcune persone girando in macchina, senza alcuna autorizzazione attraverso un megafono comunicano alla cittadinanza di abbandonare le proprie abitazioni per imminenti scosse di terremoto.

La stessa informazione viene data con attività “porta a porta” da persone con indosso pettorine false, o attraverso telefonate presso le varie abitazioni private.

Si sottolinea che tali avvisi sono da considerarsi assolutamente infondati.

Sisma in Emilia: le vittime, i danni, il 2 giugno

da Help Consumatori

La terra continua a tremare in Emilia Romagna. Si contano 17 morti, 350 feriti, migliaia di sfollati, una strage di lavoratori morti nei capannoni dove avevano ripreso a lavorare e che si sono sbriciolati come castelli di carta. Questa mattina il Consiglio dei Ministri si è riunito per decidere le misure per l’emergenza e i provvedimenti da adottare. Le perdite nel settore agroalimentare sono calcolate in circa 500 milioni di euro. Con le case e i capannoni è venuto giù un intero patrimonio culturale e architettonico. Da ieri sera, è attivo il numero 45500 per inviare messaggi o chiamare da telefonia fissa e donare 2 euro per l’emergenza.

I DANNI. Il primo bilancio stilato dalla Coldiretti, relativo al settore agroalimentare, parla di circa un milione di forme di Parmigiano Reggiano e Grana Padano rovinate a terra dopo le ultime scosse e di danni per mezzo miliardo di euro. “Dai caseifici agli stabilimenti di lavorazione della frutta, dalla cantine alle acetaie di invecchiamento dell’aceto balsamico fino ai magazzini di stagionatura dei formaggi Grana e Parmigiano ma anche case rurali, stalle, fienili, macchinari distrutti e animali morti per un totale di 500 milioni di danni sono stati provocati dal terremoto tra le province di Modena, Ferrara, Piacenza, Mantova e Bologna ma anche tra Rovigo e Reggio Emilia”, è il primo bilancio di Coldiretti.

Il 2 GIUGNO. La richiesta sul web e sui social network rimbalza con forza da ieri: annullare la parata del 2 giugno, festa della Repubblica italiana, e destinare i fondi (almeno quelli che ancora non sono stati impiegati) alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto. Ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha parlato di celebrazioni “sobrie” dedicate alle vittime del sisma: “Dedicheremo le sobrie celebrazioni del 2 giugno – ha detto il Capo dello Stato – al ricordo delle vittime del terremoto di questi giorni, al dolore delle famiglie, alla sofferenza delle popolazioni colpite. Le dedicheremo soprattutto a un rinnovato appello alla solidarietà nazionale e alla necessaria mobilitazione delle forze dello Stato e della società, nella certezza che possa valere l’esempio e rinnovarsi l’esperienza della straordinaria prova di coraggio e di volontà di rinascita di cui è stato teatro il Friuli nel drammatico 1976″.

Non tutti sono d’accordo. L’Aduc ricorda i ritardi nelle leggi antisismiche: “Questa sarebbe l’occasione per celebrare i funerali di uno Stato che ha fatto della negligenza e dell’inosservanza delle leggi un modus vivendi. La prima legge antisismica, in un Paese sismico, è del 1974, 27 anni dopo la proclamazione della Repubblica. Ci sono voluti altri 7 anni per varare il decreto di regolamentazione. I risultati sono, ancora una volta, i morti provocati dal terremoto in Emilia. In 40 anni si sono spesi 140 miliardi di euro per il post terremoto. Il Cnr calcola che basterebbero 8 anni per consolidare l’esistente oltre, evidentemente, a costruire bene.  Dov’è, dunque, la Repubblica che si vuole festeggiare?”.

Le Acli (Associazione cristiane lavoratori italiani) propongono che il 2 giugno sia una giornata di donazione per le popolazioni colpite dal sisma. “È la solidarietà che ci costituisce come comunità e che ci caratterizza come popolo. Gli italiani sapranno dare prova della loro generosità facendo ciascuno quanto possibile per aiutare e sostenere l’Emilia. Il 2 giugno, festa della Repubblica, potrebbe diventare la giornata nazionale della donazione per le popolazioni colpite dal terremoto – ha detto il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero – Esprimiamo il nostro cordoglio per le persone che hanno perso la vita, molte di loro mentre si trovavano al lavoro, tra questi anche lavoratori stranieri. La morte che avviene sui luoghi di lavoro – afferma Olivero – a distanza di pochi giorni da quanto di analogo accaduto con il crollo dei capannoni dopo le prime scosse, non può non farci interrogare sulle effettive condizioni di sicurezza di questi ambienti. La tutela della vita e del lavoro dovrebbe sempre precedere qualsiasi altra considerazione di ordine economico e organizzativo”.

Terremoto 29 maggio 2012: nella notte 60 scosse, 14mila gli sfollati

di Grazia De Marco

Dopo il sisma del 20 maggio, la terra torna a tremare in Emilia.

Sessanta scosse nella notte tra il 29 e 30 maggio, 16 morti, 350 feriti, 14.000 sfollati, danni ingenti ad infrastrutture ed aziende.

Un bilancio che si aggrava di ora in ora mentre gli abitanti delle zone colpite dal sisma hanno trascorso un’altra notte di paura all’aperto, con l’incubo che si abbatta su di loro una nuova forte scossa.

Nei territori colpiti si cercano ancora i dispersi

Secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) la magnitudo delle scosse ha fatto registrare oscillazioni da un minimo di 2.0 a un massimo di 3.4, alle ore 3.54 di questa mattina, con epicentro nel modenese.

L’ultima scossa è stata avvertita dalla popolazione nelle province di Modena e Mantova: l’epicentro è stato localizzato a Novi di Modena e Concordia, in provincia di Modena, e Moglia, in provincia di Mantova.

Gli esperti avvisano che potrebbero verificarsi verosimilmente nuove forti scosse in tutto il Nord Italia.

La Provincia di Modena ha attivato un conto corrente sul quale è possibile effettuare versamenti per raccogliere risorse che saranno interamente devolute alle persone colpite dal terremoto. E’ possibile versare: con bonifico a codice Iban IT 52 M 02008 12930 000003398693 (indicare la causale “terremoto maggio 2012) o presso la sede di Giovane Italia Modena in via Castellaro 13 a Modena

Terremoto, continuano senza sosta le ‘verifiche speditive’ degli esperti dei Vigili del fuoco

da Ministero dell’Interno

Hanno l’obiettivo di consentire, ove possibile, il rientro in tempi brevi nelle abitazioni al maggior numero di persone

Prosegue senza sosta l’opera di soccorso delle squadre dei Vigili del fuoco nelle zone terremotate dell’Emilia Romagna e della Lombardia. Il dispositivo di soccorso è stato ulteriormente potenziato con l’invio di ulteriori sezioni operative: nella zona di cratere sono attualmente impiegate oltre 700 unità di cui 320 unità, provenienti da fuori regione, con oltre 130 automezzi.  Ad oggi sono circa 3.500 gli interventi effettuati dalle squadre VV.F. e oltre 2.600 le procedure d’intervento ancora in corso.
Tecnici esperti dei VVF partecipano alle operazioni di verifica speditiva (solo nella giornata di ieri ne sono state effettuate circa 1500): una soluzione che permetterà, laddove possibile, il rientro in tempi brevi nelle proprie abitazioni al maggior numero di persone. Per tale attività, peraltro, è stata disposta l’integrazione delle squadre di funzionari tecnici, con sei unità provenienti da Piemonte, Marche e Lombardia cui si uniranno sei funzionari provenienti dal dipartimento VVF ed ulteriori dieci provenienti da regioni limitrofe.
Continuano intanto a lavorare a pieno ritmo le dieci unità di comando locale (UCL) dislocate nelle aree maggiormente colpite dal sisma, dove i cittadini si stanno recando per formulare le specifiche richieste di intervento e, presso il comando provinciale di Ferrara, è stato istituito il centro di coordinamento per le opere provvisionali di messa in sicurezza degli edifici.
Un’attività, ques’ultima, che consentirà da parte dei VVF di progettare ed eseguire interventi per la sicurezza delle strutture danneggiate e rendere possibile una ancor più rapida riattivazione della viabilità ordinaria. Ricognizioni sono state già state avviate anche per la verifica dei danni subiti dai beni culturali ed architettonici, attività per la quale i vigili del fuoco stanno operando in stretto contatto con le Sovrintendenze.

Terremoto oggi Nord Italia: Magnitudo 4.9, paura a Verona, Milano e Genova

di Grazia De Marco

Due scosse sismiche, a distanza di poche ore l’una dall’altra, sono state avvertite in tutto il Nord Italia.

Tanta paura ma nessun danno a persone o cose. La situazione, nelle ultime ore è infatti tornata alla normalità.

La prima scossa durante la notte, e precisamente alle ore 00.54, ha avuto una magnitudo di 4,2 ed ha interessato Verona e provincia. Epicentro i comuni di Bosco Chiesanuova, Cerro Veronese, Fumane, Grezzana, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro in Cariano e Sant’Anna d’Alfaedo.

Alle 9.05 di questa mattina la scossa più forte di magnitudo 4,9 ha invece avuto come epicentro il reggiano ma l’intensità è stata tale da essere avvertita in tutto il Nord Italia, da Genova a Milano.

Tantissime le telefonate al 118, soprattutto dal capoluogo lombardo.