«Un piano per tagliare 200 commissariati»

poliziada Polizia di Stato

Esiste un piano segreto «che prevede tagli molto più pesanti di quelli annunciati». La denuncia arriva dal Sap, il sindacato autonomo di polizia, e riguarda almeno 200 commissariati che potrebbero essere chiusi nei prossimi due anni. Rilancia dunque i timori per le «gravi conseguenze in questo settore» causate dalla spending review voluta dal governo. Rischi per la sicurezza confermati dal comandante generale della Guardia di Finanza Saverio Capolupo che nella relazione depositata due giorni fa presso la commissione Finanze del Senato evidenzia le criticità e avverte: «Tra il 2009 e il 2013 sono stati chiusi 72 reparti e risparmiati oltre 15 milioni di euro, ma è necessario mantenere inalterate le potenzialità del dispositivo operativo per corrispondere al meglio alle crescenti istanze di equità della società civile che passano anche attraverso un sempre più efficiente contrasto all’evasione ed elusione fiscale, alle frodi e alle altre forme di criminalità economica e finanziaria».

Mentre la “base” delle forze dell’ordine protesta e chiede anche lo sblocco degli stipendi, i vertici mettono in guardia dalla possibilità che un progetto non articolato di riduzione di mezzi e uomini possa far abbassare il livello di attenzione. Non a caso il generale Capolupo sottolinea i dati ottenuti dalle Fiamme Gialle nel 2013 —«recupero di 55 miliardi di euro di evasione fiscale, sequestri per 4,5 miliardi di danno erariale e rientro di 5 miliardi per gli sprechi nella spesa pubblica» — e ricorda come «il progetto di ottimizzazione delle risorse dovrà servire a migliorare con una tecnologia più avanzata l’attività di contrasto all’immigrazione clandestina e ai traffici illeciti via mare». Del resto nel novembre

Il ministero dell’Interno assicura che i commissariati a rischio sono soltanto undici

scorso era stato il capo della polizia Alessandro Pansa a lanciare l’allarme: «Non è pensabile che noi possiamo offrire lo stesso servizio di sicurezza al cittadino che offrivamo qualche anno fa, con 15 mila poliziotti, 15 mila carabinieri e migliaia di finanzieri in meno. E con la riduzione delle risorse. È pacifico che in questo momento noi stiamo offrendo un servizio di sicurezza inferiore al passato».

 

Quattro mesi sono trascorsi e ben più grave è il “taglio” che viene sollecitato. Il progetto già trasmesso a prefetti e questori che per legge devono esprimere il proprio parere prevede la chiusura di 267 presidi con una diminuzione di almeno 40mila uomini in due anni. E potrebbe non essere sufficiente. Secondo il segretario nazionale del Sap Gianni Tonelli «la mannaia si sta per abbattere adesso su circa 200 commissariati cittadini e sullo stop totale alle assunzioni che ci porterà in due anni ad avere 60.000 operatori in meno tra tutte le forze dell’ordine».

Il Viminale smentisce, assicura che «i commissariati a rischio sono soltanto undici». Ma si tratta di una versione che non appare convincente anche perché nella richiesta di parere trasmessa alle prefetture viene evidenziato come «ogni eventuale variante comporta necessariamente una ineludibile rivisitazione dell’intero progetto». Un invito più che esplicito a non esprimere parere contrario tanto che il Sap ha già chiesto di «invalidare la procedura visto che il giudizio espresso è chiaramente non libero».

Anche sulle retribuzioni si è aperta la battaglia. Il blocco degli stipendi deciso nel 2011 ha infatti causato la situazione paradossale per cui «due funzionari di polizia o ufficiali dell’Arma o della Finanza a parità di grado e funzioni svolte posso percepire una busta paga diversa: quello promosso, ma sottoposto a blocco stipendiale, guadagna meno rispetto a quello promosso prima del blocco che svolge la sua stessa funzione». Ma ancor più assurda è la situazione che porta a far guadagnare un sottoposto più del superiore se quest’ultimo, proprio per effetto del blocco, non ha potuto godere degli aumenti previsti in situazioni di normalità. «In questo modo — avvertono i rappresentanti delle forze dell’ordine — viene meno il principio fondamentale per cui il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità della propria attività, ma soprattutto si azzera la meritocrazia con evidenti conseguenze anche sul rendimento operativo».

Via libera del Governo alle modifiche al codice antimafia

da Ministero dell’Interno

Approvate in via definitiva le integrazioni introdotte dallo schema di decreto legislativo varato dall’Esecutivo il 25 maggio 2012. Nuove nomine su proposta del ministro dell’Interno

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva, dove aver acquisito il parere delle commissioni parlamentari competenti, le modifiche al Codice delle leggi antimafia introdotte dallo schema di decreto legislativo varato il 25 maggio scorso.
Le integrazioni riguardano, in particolare, la disciplina della documentazione antimafia e l’assistenza legale dell’Avvocatura dello Stato nelle controversie relative ai beni sequestrati o confiscati alla criminalità.
Le nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia consentiranno l’immediata entrata in vigore delle norme che ridefiniscono il ‘catalogo’ delle situazioni dalle quali si desume l’esistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa.
Quanto al secondo aspetto, le norme  mirano a definire i termini secondo i quali l’amministratore giudiziario e l’Agenzia nazionale possono usufruire del patrocinio dell’Avvocatura dello Stato.
Su proposta del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, inoltre, il Consiglio di Ministri ha nominato la dottoressa Maria Tirone prefetto di Crotone, cessando dalla posizione di fuori ruolo presso la regione Campania, e dirigenti generali di pubblica sicurezza i dirigenti superiori della Polizia di Stato Leonardo La Vigna e Giovanni Pinto, designati rispettivamente nuovi questori di Bolzano e dell’Aquila.

L’Agenda del Governo su autonomie territoriali, sicurezza e immigrazione

da Ministero dell’Interno

Varata dal Consiglio dei Ministri riunito per esaminare e mettere a punto le misure necessarie a sostenere la crescita del Paese

È stata un’intera giornata quella dedicata ieri dal Consiglio dei Ministri alla riflessione su come mobilitare tutte le energie per raggiungere l’obiettivo della crescita, cha ha visto tutti i ministri riuniti per analizzare la situazione economica internazionale e nazionale, valutare i margini per un intervento efficace, confrontare le opinioni e le esperienze maturate da ciascun rappresentante del Governo nei mesi passati e definire un’azione coordinata per raggiungere il traguardo della crescita.

Tra i punti messi in agenda dal Governo: la razionalizzazione del sistema delle autonomie territoriali, il potenziamento e la modernizzazione del sistema sicurezza a favore della legalità ed interventi a sostegno di una politica dell’immigrazione sempre più mirata all’integrazione dello straniero.

Razionalizzazione del sistema delle autonomie territoriali

Il riordino delle province è il primo passo del percorso di razionalizzazione del sistema delle autonomie locali: entro la fine del 2012 dovrebbe essere compiuto il processo di riduzione del numero e contestualmente saranno ridefinite e riallocate le funzioni. Dal 2014 saranno istituite le Città metropolitane. Coerentemente è stata razionalizzata l’amministrazione periferica dello Stato e, in particolare, la prefettura-ufficio territoriale del Governo.

Le azioni in programma: riorganizzazione delle articolazioni periferiche dello Stato secondo i territori delle nuove province ed attribuzione di tutte le funzioni ad un unico ufficio; individuazione dei compiti della prefettura-Utg, connessi alle funzioni di rappresentanza unitaria dello Stato sul territorio; adozione dell’atto legislativo di iniziativa governativa di riordino delle province sulla base delle proposte di riordino regionali; razionalizzare del sistema delle competenze legislative regionali.

Legalità e sicurezza

L’inasprirsi della crisi economica ha generato maggiori occasioni di criminalità, spingendo il Governo a varare una serie di provvedimenti specifici per garantire maggiore sicurezza. Sono stati stipulati 10 Patti per la sicurezza urbana e 86 protocolli di legalità, ed è stato avviato il Sistema integrato per la mappatura interattiva dei reati. Incrementata, inoltre, la collaborazione sul territorio per prevenire e contrastare i fenomeni criminali. Infine è stato approvato in esame preliminare lo schema di decreto legislativo correttivo al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione antimafia.

Le azioni in programma: costante coordinamento e modernizzazione del sistema sicurezza per rafforzare la legalità, il contrasto della criminalità e la prevenzione delle minacce terroristiche; potenziamento delle banche dati; promozione della direttiva europea per l’applicazione del principio del reciproco riconoscimento delle decisioni di sequestro e confisca dei beni in assenza di condanna penale; ottimizzazione della gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, attraverso il miglioramento delle dotazioni strumentali e organizzative dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati; concentrazione di interventi per i giovani nelle stesse aree del Sud dove ha luogo l’azione contro la dispersione scolastica.

Immigrazione, cooperazione internazionale e integrazione

Nell’ambito delle politiche di integrazione sono state adottate iniziative significative come l’attuazione dell’accordo di integrazione per gli immigrati, il potenziamento e ammodernamento dei Centri identificazione e espulsione e dei Centri di accoglienza dei richiedenti asilo, la riapertura del centro di accoglienza di Lampedusa; l’istituzione del Centro Nazionale per l’Immigrazione ‘Iavarone’, il potenziamento degli sportelli unici per l’immigrazione con la proroga fino al 31 dicembre 2012 di oltre 600 lavoratori interinali, l’informatizzazione dei procedimenti per il riconoscimento della protezione internazionale, con conseguente riduzione dei termini. Ed ancora, il passaggio dalla policy dell’emergenza migratoria verso un approccio di costruttiva integrazione, anche attraverso l’attivazione della conferenza permanente sulle religioni. Eliminata, inoltre, la tassazione del 2% sulle rimesse degli immigrati ed approvata la Strategia nazionale Rom. Gli altri interventi hanno riguardato il rifinanziamento del Servizio civile, l’allungamento del permesso di soggiorno; il recepimento di alcune direttive comunitarie, tra cui il decreto legislativo di attuazione della direttiva 2009/52/CE in materia di sanzioni nei confronti di datori di lavoro che impiegano manodopera irregolare, un piano a sostegno dei minori stranieri.

Le azioni in programma: prosieguo dei programmi di Rimpatrio volontario assistito e reintegrazione; potenziamento della rete SPRAR (Sistema protezione per richiedenti asilo e rifugiati); informatizzazione delle procedure in tema di migrazione e cittadinanza; potenziamento della collaborazione con i Paesi della sponda Nord-Africa con particolare riferimento alle iniziative nei confronti della Libia e della Tunisia; stipula di accordi di integrazione con Cina e Marocco; revisione del testo unico delle norme riguardanti la disciplina dell’immigrazione e la condizione dello straniero nella parte concernente l’integrazione; elaborazione di proposte normative per contrastare il razzismo; Forum per la Cooperazione internazionale.

Terremoto in Emilia Romagna. I primi provvedimenti del Governo

da Ministero dell’Interno

Questi i primi provvedimenti assunti dal Consiglio dei ministri nella seduta del 30 maggio 2012, dopo aver osservato un minuto di raccoglimento per commemorare le vittime del terremoto.
Le altre misure adottate: – un decreto ministeriale di rinvio dei versamenti fiscali e contributi a settembre; – un decreto legge per la concessione di contributi a fondo perduto per la ricostruzione e riparazione delle abitazioni danneggiate dal sisma, per la ricostruzione e la messa in funzione dei servizi pubblici (in particolare le scuole), per gli indennizzi alle imprese e per gli interventi su beni artistici e culturali; l’individuazione di misure per la ripresa dell’attività economica; la delocalizzazione facilitata delle imprese produttive nei territori colpiti dal terremoto; la proroga del pagamento delle rate del mutuo e la sospensione degli adempimenti processuali e dei termini per i versamenti tributari e previdenziali, degli sfratti; la deroga del Patto di stabilità, entro un limite definito per i comuni, delle spese per la ricostruzione.
A copertura degli interventi il Consiglio dei ministri ha deciso l’aumento di 2 centesimi dell’accisa sui carburanti per autotrasporto così come l’utilizzo di fondi resi disponibili dalla spending review.
Il Comitato operativo della Protezione Civile ha potenziato i Centri operativi per la gestione dell’emergenza con l’attivazione di un nuovo Centro Coordinamento Soccorsi a Bologna, che si aggiunge a quelli già attivi.