Wojtyla, è caccia alla reliquia rubata: furto su commissione o satanisti

papada TGCOM24

Proseguono, finora senza esito, le ricerche della reliquia contenente il sangue di Giovanni Paolo II rubata ai piedi del Gran Sasso domenica. Sono almeno 50 i carabinieri impegnati a setacciare la zona tra Assergi e Camarda, in provincia de L’Aquila. Si seguono più piste investigative: dal furto su commissione al furto da parte di qualche devoto al beato, fino al satanismo.

Quest’ultima in realtà, nelle ultime ore ha perso un po’ di credibilità rispetto alle prime due. A spingere verso la pista satanica era stato il coordinatore dell’Osservatorio antiplagio Giovanni Pannunzio, il quale aveva ricordato come in questo periodo ci sono ricorrenze sataniche che culminano il primo febbraio, con il “capodanno satanico”.

Gli inquirenti però sembrerebbero orientati a privilegiare il furto su commissione e quello di un devoto che avrebbe rubato la stoffa intrisa del sangue versato dal Papa in occasione dell’attentato del 1981, per coltivare un “culto diretto” a casa propria.

L’inchiesta per il momento è contro ignoti. Tra gli ascoltati finora c’è il parroco della chiesetta dove è avvenuto il furto, Josè Obama. E’ stato lui a scoprire la rottura di una finestra e l’effrazione compiuta ai danni del reliquiario.

Sicurezza: Il Papa rinuncia all’auto blindata e alle conferenze stampa in aereo

autopapada Agi

Papa Francesco non ha voluto che fosse predisposta una “Papamobile” blindata per i suoi incontri con la folla in occasione della Giornata Mondiale della Gioventu’ a Rio de Janeiro. Lo ha annunciato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi: entrambe le jeep inviate dal Vaticano non sono blindate: una e’ quella bianca che utilizza normalmente in piazza San Pietro, l’altra, di colore verde, e’ di riserva. Un’altra novita’ comunicata da padre Lombardi nel suo briefing riguarda la modalita’ dell’incontro con i giornalisti sull’aereo, che non sara’ la classica conferenza stampa.
Infatti, ha spiegato il direttore della Sala Stampa, “il Papa non intende fare un’intervista”.
“L’incontro con i giornalisti nel viaggio di andata – ha precisato il portavoce vaticano – ci sara’, solo che il Papa vuole farlo in modo diverso, cioe’ senza le domande e risposte che erano il modo classico. Francesco verra’ in mezzo ai giornalisti, lo saluteremo e lui salutera’ tutti i giornalisti, uno per uno. Sara’ un bell’incontro, ampio e cordiale”. Durante il viaggio, il Pontefice pronuncera’ i suoi discorsi prevalentemente in portoghese mentre alcuni interventi saranno in spagnolo. Alla Gmg potrebebro essere presenti – presumibilmente alla messa conclusiva di domenica 28 luglio – anche alcuni capi di Stato di Paesi dell’America Latina. Infatti la presidente del Brasile, Dilma Roussef, che sara’ presente lei stessa, “con un’iniziativa totamente libera, ha rivolto un invito a tutti presidenti dell’America Latina”. (AGI) .

Risolto il giallo del dipinto sparito da casa Sordi: la sorella dell’attore lo regalò a Benedetto XVI

sordida Corriere.it

Risolto nel più clamoroso e spettacolare dei modi possibili il giallo della cosiddetta «Tavola Sordi», il dipinto quattrocentesco di proprietà del grande attore scomparso e attribuito a Francesco di Giorgio Martini. La tavola si trova nell’appartamento pontificio in Vaticano.

DONAZIONE – Fu Aurelia Sordi, la sorella dell’attore, a chiedere e ottenere udienza da papa Benedetto XVI mercoledì 4 febbraio 2009. Fu un’udienza riservatissima, nemmeno «L’Osservatore Romano» ne dette notizia. Aurelia Sordi regalò l’opera al Papa che decise subito di collocarla nel suo appartamento privato. Il legame di Joseph Ratzinger con quell’opera doveva essere fortissimo: monsignor Georg Ganswein, il suo segretario particolare, prefetto della Casa pontifica, la usò sull’invito che spedì a parenti ed amici per la sua ordinazione episcopale ad arcivescovo titolare eletto di Urbisaglia.

LA STORIA – La vicenda della Tavola Sordi è lunga. Giovedì l’ex sindaco di Roma ed ex ministro per i Beni e le attività culturali, Francesco Rutelli. Raccontava al Corriere della Sera , molto preoccupato, questa storia legata al carattere del grande attore, al suo rapporto con Roma e alla nebulosa che ora circonda il destino della sua ricchissima eredità: «Sordi ed io alla fine degli anni Novanta eravamo diventati grandi amici, festeggiavamo il nostro compleanno insieme, io sono nato il 14 giugno e lui era nato il 15. Comunque, un giorno mi invitò a casa sua e mi mostrò con orgoglio la splendida tavola dicendomi: «È il pezzo a cui tengo di più, sono legatissimo a questo gioiello. Sappi che, quando non ci sarò più, voglio che sia regalata a Roma, alla nostra città. Deciderai poi tu dove…». La tavola ha una storia illustre: venne esposta nel 1894 alla Royal Academy di Londra già con l’attribuzione a Francesco di Giorgio Martini, quasi certamente l’autore (tra mille dibattiti) della «Città ideale» esposta a Berlino alla Gemäldegalerie: sue madonne analoghe a questa sono esposte al Metropolitan musem di New York, alla Pinacoteca nazionale di Siena. Secondo la ricostruzione dei prestigiosi antiquari Apolloni di via del Babuino a Roma, l’opera venne comprata da Sordi negli anni Cinquanta.

VOLONTA’ – L’attore non lasciò nulla di scritto ma la sua volontà era inequivocabilmente nota. Lo dimostrerà il fatto che, quando Alberto Sordi nel 2003 morirà, sarà proprio la sorella Aurelia a contattare (qualche anno dopo) Francesco Rutelli, diventato nel frattempo ministro per i Beni e le attività culturali. Racconta ancora l’ex ministro: «La signora Aurelia mi confermò con lucidità e precisione che la volontà del fratello era di regalare la Pala a Roma. Fu così gentile da permettere di far visionare l’opera dagli esperti del ministero. Chiesi di esaminarla a due personaggi di indiscutibile valore, come l’allora direttore generale del ministero e oggi sottosegretario Roberto Cecchi e come Cristina Acidini, soprintendente per il Polo museale fiorentino». Acidini e Cecchi studiarono con attenzione l’opera: una relazione di otto pagine, del 17 marzo 2008, riporta le caratteristiche storico-artistiche e strutturali della tavola. Alla fine si può leggere: «L’attribuzione a Francesco di Giorgio Martini può essere confermata precisando che, alla luce degli studi più recenti, egli fu probabilmente responsabile del disegno e della stesura pittorica delle due figure principali, Madonna e Gesù Bambino, mentre delegò la dipintura delle figure secondarie a un assistente, indicato convenzionalmente come “Fiduciario di Francesco”». Nel documento l’opera viene indicata come «Tavola Sordi», nome ormai «storicizzato» con mezzo secolo di possesso. Rutelli immaginò di collocarla al Museo nazionale di Arte antica di palazzo Barberini. Da quel momento nessuna notizia della Tavola.

ELEZIONI – Nella primavera 2008, alle elezioni vinse il centrodestra, la macchina ministeriale si arenò e, con tutta probabilità, il fascicolo si perse semplicemente perché mancava l’interesse che Rutelli personalmente aveva nei confronti del vecchio amico. Forse qui nasce la decisione di Aurelia Sordi di regalare la Tavola a Papa Benedetto XVI: Rutelli, che ignorava come tutti la destinazione, aveva inviato nei giorni scorsi una e-mail a Roberto Cecchi suggerendogli l’opportunità che il ministero avvii «una procedura per l’apposizione del vincolo per cautelarsi dalla dispersione o da una anomala destinazione». Perché? Persone amiche dell’ex ministro e che avevano visto recentemente casa Sordi («non faccio nomi per riservatezza», spiega Rutelli) non avevano trovato traccia della Tavola. Cecchi si è mosso subito, girando il dossier a Daniela Porro, nuova soprintendente al Polo museale romano. Ora il clamoroso sviluppo chiude ogni congettura: la Tavola è nell’appartamento papale. Chissà se papa Francesco l’ha già vista. E chissà cosa deciderà di farne ora, sapendo che la volontà di Sordi era di

Assemblea Interpol: l’incontro con il Santo Padre

da Polizia di Stato

Incontro delle delegazioni Interpol con il Sommo Pontefice Benedetto XVI  nell’ultimo giorno dell’81^ Assemblea. All’udienza era presente, tra gli altri, anche il capo della Polizia Antonio Manganelli.

Papa Ratzinger ha voluto ringraziare il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri e i membri dei Governi presenti all’Assemblea dell’Interpol.

Lo ha fatto ricevendo stamattina in Vaticano i capi delle polizie di tutto il mondo, guidati dal presidente dell’Interpol e dal segretario generale  dell’organismo.

“Nessun Paese neppure il più potente può far fronte da solo”, ha affermato il ministro dell’Interno. “A lei – ha poi concluso  Annamaria Cancellieri rivolgendosi al Papa – ci rimettiamo con totale fiducia, benedica la lotta per la pace e la sicurezza”.

Benedetto XVI ha accolto tale richiesta: “Rinnovo ai dirigenti e all’intera Interpol – ha infatti aggiunto – l’espressione della mia gratitudine  per la sua azione, non sempre facile e non sempre compresa da tutti nella sua giusta finalità”.

Il Sommo Pontefice ha proseguito sottolineando come ”la violenza, nelle sue diverse forme terroristiche e criminali, è sempre  inaccettabile, perchè ferisce profondamente la dignità umana e costituisce un’offesa all’intera umanità. È doveroso  quindi reprimere il crimine, nell’ambito di regole morali e giuridiche, poiché l’azione contro la criminalità va sempre condotta nel  rispetto dei diritti dell’uomo e dei principi di uno Stato di diritto”.