Roma, frate cerca di rivendere iPad rubato: arrestato per ricettazione

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Ha chiesto 150 euro per restituire l’iPad rubato alla legittima proprietaria. Per questo un frate domenicano, vicario della basilica di Santa Maria Sopra Minerva a Roma, è stato arrestato. Il religioso si è giustificato davanti ai carabinieri dicendo che lui quel tablet l’aveva comprato in un mercatino e rivoleva solo indietro i soldi spesi. Ora è accusato di estorsione.

Secondo quanto riporta Il Messaggero, “l’alloggio di padre Andrea, presso la Casa dei frati domenicani, accanto alla Basilica, è stato messo sotto sequestro su ordine della procura di Roma”. In quell’appartamento i miliari avrebbero scoperto “centinaia di oggetti di telefonia e informatica di dubbia provenienza”. Il giudice Tiziana Gualtieri ha convalidato l’arresto in flagranza e ha respinto la misura cautelare ai domiciliari chiesta dal pm.

Era stato il frate a mettersi in contatto con la ragazza, senza però rivelarle di essere un religioso: “Ho comprato un iPad a un mercatino, ritengo che sia tuo. Sono disposto a restituirlo, ma rivorrei i soldi spesi, 150 euro”, riporta il quotidiano della Capitale. La studentessa napoletana ha chiamato i carabinieri. Ora il frate è tornato libero ma resta indagato per estorsione e per ricettazione.

Wojtyla, è caccia alla reliquia rubata: furto su commissione o satanisti

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Proseguono, finora senza esito, le ricerche della reliquia contenente il sangue di Giovanni Paolo II rubata ai piedi del Gran Sasso domenica. Sono almeno 50 i carabinieri impegnati a setacciare la zona tra Assergi e Camarda, in provincia de L’Aquila. Si seguono più piste investigative: dal furto su commissione al furto da parte di qualche devoto al beato, fino al satanismo.

Quest’ultima in realtà, nelle ultime ore ha perso un po’ di credibilità rispetto alle prime due. A spingere verso la pista satanica era stato il coordinatore dell’Osservatorio antiplagio Giovanni Pannunzio, il quale aveva ricordato come in questo periodo ci sono ricorrenze sataniche che culminano il primo febbraio, con il “capodanno satanico”.

Gli inquirenti però sembrerebbero orientati a privilegiare il furto su commissione e quello di un devoto che avrebbe rubato la stoffa intrisa del sangue versato dal Papa in occasione dell’attentato del 1981, per coltivare un “culto diretto” a casa propria.

L’inchiesta per il momento è contro ignoti. Tra gli ascoltati finora c’è il parroco della chiesetta dove è avvenuto il furto, Josè Obama. E’ stato lui a scoprire la rottura di una finestra e l’effrazione compiuta ai danni del reliquiario.