Arresto a Malpensa per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare.

Un cittadino del Mali (Stato dell’Africa nord-occidentale) è stato arrestato dalla Polizia di frontiera dell’aeroporto di Malpensa con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. Come si è arrivati a questo arresto? Le forze dell’ordine svolgono in maniera assidua un’attività di controllo dei documenti sui passeggeri in arrivo in Italia al fine di limitare il rischio di immigrazione irregolare. All’interno di questo tipo di attività i poliziotti hanno evidenziato una anomalia nel flusso di immigrati provenienti dal Mali che possedevano dei documenti falsi o che comunque non possedevano documenti validi. E proprio queste persone, una volta atterrati in Italia richiedevano protezione internazionale. Come riporta il sito del ministero dell’interno: In Italia il diritto di asilo è garantito dall’art.10 comma 3 della Costituzione: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”

I passeggeri maliani utilizzavano spesso i dati di un uomo per imbarcarsi verso Milano. La fattispecie ha condotto gli agenti a tracciare un collegamento tra l’uomo e l’immigrazione irregolare. Il malvivente è stato rintracciato dell’Unità specializzata in falso documentale della Polizia di frontiera dopo una serrata attività di indagine. L’uomo stava partendo da Malpensa direzione Africa. I suoi bagagli sono stati verificati e all’interno sono stati trovati documenti di identità falsi, che appartenevano a soggetti già presenti del territorio dell’area Schengen.

Direttore Umberto Buzzoni
foto Polizia di Stato

La polizia di Novara arresta la banda dei furti in autostrada.

La polizia stradale di Novara ha fermato è arrestato la banda che metteva a segno dei colpi nelle aree di servizio autostradali. La banda era composta da quattro persone, due di sesso maschile e due di sesso femminile. Il modus operandi come abbiamo accennato prima era quello di agire all’interno degli esercizi dell’autostrada. Rubavano sfruttando la distrazione dei malcapitati. In uno dei loro furti avevano approfittato della pausa delle vittime che stavano consumando un pasto assieme alla loro famiglia. E proprio queste persone hanno allertato la polizia che si è messa subito a caccia dei malviventi. Grazie a diversi elementi le forze dell’ordine sono riuscite a rintracciare la banda a monitorare i loro movimenti.

L’auto utilizzata era una Cadillac. La macchina era noleggiata ed è stata seguita dalla polizia fino a quando i quattro sono stati fermati mentre stavano per imboccare l’autostrada A5 Torino-Aosta. Poco prima avevano messo a segno ben due furti in una profumeria e in un negozio di ottica. Gli uomini della polizia provvedevano ad identificare i malviventi e a sequestrare la merce appena rubata che consisteva in 12 paia di occhiali e 14 confezioni di profumo che rappresentavano un valore di oltre 5 mila euro.

Direttore Umberto Buzzoni
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Arrestati due uomini per l’omicidio di Modena.

Nel tardo pomeriggio di domenica scorsa c’è stato un violento omicidio nella città di Modena. Un uomo 30enne di origine nigeriana è stato colpito diverse volte all’altezza della gola, colpi che lo hanno portato alla morte all’ospedale Civile di Baggiovara nonostante medici siano intervenuti in maniera tempestiva. L’assassinio si è svolto in zona corso Vittorio Emanuele, a pochi passi da Palazzo Ducale e piazza Grande. Alcuni passanti hanno provato a fornire aiuto al giovane e hanno chiamato immediatamente i soccorsi.

Oggi sono stati arrestati due uomini nigeriani di 29 e 27 anni, regolari sul territorio nazionale che si presume abbiano colpito al collo il connazionale. Uno dei due, che come abbiamo già detto posseggono un regolare permesso di soggiorno, portava dietro ancora l‘arma del delitto che è ovviamente stata posta sotto sequestro dalle forze dell’ordine. La polizia si era messa subito sulle loro tracce grazie alle testimonianze dei passanti che avevano vanificato la loro fuga tra le vie del centro storico.

Ad aiutare i poliziotti della questura di Modena sono state le immagini delle telecamere di video sorveglianza installate nella zona dove è avvenuto il delitto (sia quelle private che quelle di proprietà del comune di Modena)  e come detto sulle parole dei testimoni. Hanno partecipato alle indagini la Questura di Modena, la Squadra Volante e la Squadra Mobile. Una volta messi insieme gli indizi necessari i due uomini sono stati identificati e fermati di lì a poco.

Direttore Umberto Buzzoni
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Il calendario 2024 della Polizia di Stato

Il calendario 2024 della Polizia di Stato si compone di 12 scatti bellissimi sulle bellezze naturali e artistiche del nostro bel paese. A partire dal giorno di oggi il calendario si puo prenotare presso le questure di tutte le province. La scelta del giorno non è affatto casuale in quanto si tratta della giornata mondiale della fotografia.

Ad eseguire gli splendidi scatti è stato il fotografo Massimo Sestini vincitore del World press photo nel 2015. Come riporta Wikipedia parliamo di un professionista che :”  ….ha raccontato costume, politica e società a partire dal 1978… Le foto aeree sono diventate parte integrante del suo lavoro, premessa a quelle zenitali più recenti”. Aveva già collaborato con la polizia di stato nel 2016 e ora ha contribuito ad immortalare le più belle località dell’Italia. Tre cime di Lavaredo, la fontana di Piazza Castello a Torino sono solo alcune delle protagoniste dell’opera fotografica.

Oggi prendono il via le prenotazioni del calendario. Gli introiti sarà devoluto al piano di assistenza della Polizia di Stato “Marco Valerio”, dedicato alle famiglie di poliziotti con figli gravemente malati, ed il progetto del Comitato italiano per l’Unicef “Nigeria per ogni bambino e bambina “ che ha lo scopo di migliorare ed assicurare la sicurezza dele scuole dell’Africa centrale oltre ad ampliarne i locali per una migliore fruizione da pare degli studenti.  

Come di può acquistare?
Con un versamento sul conto corrente postale nr. 745000 intestato a “Comitato italiano per l’Unicef”con la causale “Calendario della Polizia di Stato 2024 per il progetto Unicef “Nigeria – per ogni bambino e bambina: un futuro” consegnando la ricevuta di pagamento in questura. Il prezzo  è di 8€ per quello da parete e 6€ per quello da tavolo.

Direttore Umberto Buzzoni
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Arrestato 44enne che rapinava pony express a Cagliari.

La Squadra mobile di Cagliari ha arrestato un uomo di 44 anni che si era per cosi dire “specializzato” nelle rapine ai pony express. Ma come avveniva la rapina. Tutto partiva dall’ordine tramite telefonata. L’uomo richiedeva pizza e birra e una volta saputo il totale della prenotazione chiedeva cortesemente all’esercizio commerciale di munirsi di resto per cento euro. Per esempio se il totale era di 30 euro chiedeva di portare il resto di 70 euro. Veniva indicata la via dove doveva avvenire la consegna. Una volta arrivato a destinazione il pony express si vedeva minacciare con un arma contundente da un losco individuo che gli rubava soldi e merce e se la dava a gambe.

Le rapine contestate all’uomo arrestato sono almeno 3 e tutti sono state effettuate attraverso lo steso meccanismo. Ecco perché è stato definito dalle forze dell’ordine come il rapinatore seriale dei pony express. A tradire il rapinatore è stato l’utilizzo del cellulare. Proprio attraverso il numero di cellulare gli investigatori della Mobile, sono riusciti a risalire all’uomo. Per poterlo arrestare in flagranza di reato i poliziotti hanno organizzato una consegna coi fiocchi. Durante il servizio per un nuovo ordine effettuato dal rapinatore invece del pony express il 44 enne si è trovato davanti un poliziotto in borghese camuffato. Qualcosa ha destato il sospetto del truffatore che con una scusa si è dato alla fuga. La Squadra mobile di Cagliari però è riuscito a rintracciarlo ed arrestarlo in pochi minuti.

Direttore Umberto Buzzoni
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11 denunciati e un arrestato in una bisca clandestina a Milano.

Un trentaseienne cittadino cinese è stato arrestato per possesso e spaccio di shaboo. La definizione della Treccani della shaboo è letteralmente “droga sintetica, dall’effetto eccitante, proveniente dalle Filippine, che si presenta in forma di granuli e si consuma fumandola in pipette. E’ una droga sintetica, dall’aspetto di un cristallo, pria odi odore, una qualità che permette a chi la possiede di passare inosservato ai controlli aeroportuali. Oltre al cittadino cinese sono state arrestate altre 11 persone per partecipazione a giochi d’azzardo, per configurabilità di resistenza a Pubblico ufficiale e porto abusivo di armi.

I sospetti sono iniziati nei confronti della sede di una associazione di Milano alla quale le persone suonavano e venivano fatte entrare velocemente. Le telecamere di sorveglianza poi avevano evidenziato la continua presenza di auto di lusso lusso parcheggiate davanti alla sede dell’associazione. A quel punto le forze dell’ordine facevano scattare l’operazione e camuffati da fattorini simulando la consegna di una spedizione e una volta entrati hanno iniziato a bloccare le persone presenti che accortesi del blitz avevano tentato di darsi alla fuga. Sono stati sequestrati tavoli super tecnologici da gioco del mahjong e un’ingente somma di denaro. All’interno di un’auto sono stati sequestrati una pipetta in vetro e 7 grammi di shaboo.

Direttore Umberto Buzzoni

In aumento i casi di sextortion.

Con la definizione “sextortion” (che letteralmente significa “estorsione sessuale”) si intende una forma di ricatto che avviene su internet attraverso l’utilizzo di materiale sessualmente esplicito, come possono essere le foto o video personali. In questo mese di agosto le segnalazioni di sextortion arrivate alla Polizia Postale sono state oltre un centinaio e hanno colpito persone adulte ma anche minorenni. Tutto inizia come un gioco sessuale e uno scambio di materiale intimo sulle chat. La vittima inizia uno scambio di foto che però si trasforma presto in una terribile situazione che culmina in un ricatto e una richiesta di denaro.

La minaccia è che tutte le foto o i video vengano diffusi on-line. La vittima vede la sua reputazione minata e cade in una sorta di incubo cercando di rimediare all’accaduto pagando le somme di denaro che inizialmente non sono molto elevate. La vergogna assale le persone colpite da questa truffa che hanno paura che i propri contatti possano vedere le loro immagini spinte. Ma presto le richieste di denaro si fanno sempre più pesanti con somme che non possono essere più pagate.

I consigli della polizia postale sono segnalare e bloccare gli utenti che cercano di contattare per richiedere denaro. Ovviamente non bisogna cedere al ricatto perche la richiesta di somme non finirà. Non bisogna vergognarsi per quanto accaduto e soprattutto non cancellare i messaggi e conservare tutto il materiale che riconduce ai truffatori. Ovviamente la cosa più importante è quella di rivolgersi alle forze dell’ordine.

Direttore Umberto Buzzoni

Arrestati ad Udine i rapinatori dei centri massaggi.

Tre persone sono state arrestate dalla polizia di stato di Udine con l’accusa di aver rapinato più volte attività commerciali gestite da imprenditori cinesi nei mesi di giugno e luglio di quest’anno. Si tratta di due ragazzi di nazionalità italiana e un uomo sloveno di 38 anni. I tra pare erano legati da una profonda conoscenza e agivano in perfetta coordinazione a volte a volto scoperto a volte invece a volto coperto con azioni molto violente a discapito delle povere donne cinesi che vi capitavano.

Ovviamente le vittime si sono mostrate spaventate e reticenti a collaborare ma gli investigatori sono riusciti a raccogliere importanti informazioni che hanno permesso di risalire ai colpevoli. Le rapine si erano svolte a Udine il 10 giugno, a Manzano il 13 giugno, a Tricesimo l’1 luglio ed a Codroipo il 3 luglio scorsi. Nella rapina di Manzano erano presenti delle telecamere che hanno ripreso i delinquenti in azione. Per le indagini la fattispecie è stata ovviamente utilissima.

L’uomo di nazionalità slovena è stato arrestato proprio mentre si stava dirigendo verso l’aeroporto di Venezia per volare verso l’estero. Gli uomini della squadra mobile insieme ad una una pattuglia della Polizia stradale di Udine sono intervenuti ed hanno messo in atto la cattura.

Direttore Umberto Buzzoni

‘ndrangheta: 8 arresti in un’operazione a Reggio Calabria.

Come scrive Wikipedia” con l’espressione ‘ndrangheta si indica normalmente la declinazione calabrese del fenomeno mafioso, attiva sin dalla seconda metà del XIX Secolo, la cui forza e peso nelle dinamiche criminali è aumentata esponenzialmente dagli anni ’90 con il declino di Cosa Nostra, a seguito delle Stragi del ’92-’93. La leggenda vuole che la parola ‘ndrangheta derivi dal verbo greco άνδραγαθέω (andragathéo), composto dalla matrice semantica degli aggettivi άνήρ (anèr) e άγαθός (agathòs), che significa letteralmente «agisco da uomo perbene o valoroso».”

Proprio nell’ambito del raggio d’azione di questa organizzazione malavitosa sono state arrestate otto persone dai poliziotti di Reggio Calabria. L’accusa è quella di aver favorito la latitanza del boss della ‘ndrangheta Domenico Crea durata 4 anni che è poi stato catturato dalle forze dell’ordine nel 2019 e condannato a 22 anni e 8 mesi. L’operazione che ha portato all’arresto degli otto uomini che lo aiutarono a nascondersi è stata denominata operazione “Declino”. Le accuse sono quelle di associazione mafiosa, favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, aggravati dalle finalità mafiose. Tra gli arrestati ci sono due soggetti che erano già detenuti per un omicidio avvenuto a Pesaro nel 2018. l tribunale di Reggio Calabria ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Alle indagini hanno partecipato le squadre mobili di Bologna, Nuoro e Vibo Valentia e, Catanzaro e l’Aquila. Anche il reparto prevenzione crimine della Polizia di Stato e della Polizia scientifica è stato coinvolto.

Direttore Umberto Buzzoni
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Poliziotti eroi uccisi per mano della mafia.

Tanti sono stati purtroppo gli agenti di polizia scomparsi per mano della mafia. Una piaga tutta italiana che ha diramato negli anni le sue radici nella politica e nell’alta società. La questura di Palermo ogni anno giorni commemora alcuni dei suoi poliziotti uccisi dalla mafia nei giorni in cui cadono gli anniversari della loro morte.

L’Agente Antonino Agostino e la moglie Ida Castelluccio furono uccisi il il 5 agosto del 1989 nella città di Carini, lungomare Cristoforo Colombo, nei pressi del civico 629, dove ora è stata deposta una corona di alloro. Il 6 agosto del 1985 un commando di 9 uomini uccise il vice capo della Squadra mobile di Palermo Antonio Cassarà e l’agente Roberto Antiochia, mentre rientravano dalla questura nella abitazione di Antonio Cassarà in via Croce Rossa 81 a Palermo.

L’agente Antonino Agostino e la moglie Ida Castelluccio si erano sposati da un mese e trovarono la morte per opera di due sicari in moto. La cosa più triste e che i due avevano appena scoperto di aspettare un figlio. Il poliziotto cercò invano di fare scudo alla moglie che mori poco dopo in ospedale. Alla cerimonia di commemorazione era presente il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia. Al termine della stessa è stata celebrata una messa da parte dal cappellano della Polizia di Stato, Massimiliano Purpura all’interno della cappella di san Michele Arcangelo nella caserma “Pietro Lungaro”.

Il vice capo della Squadra mobile di Palermo Antonio Cassarà e l’agente della scorta Roberto Antiochia lavoravano assieme contro il crimine organizzato e avevano raggiunto importanti risultati. Ma le loro vite furono spezzate da raffiche di kalashnikov. Michele Greco, Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca e Francesco Madonia, furono tutti condannati all’ergastolo in qualità di mandanti”. Il vice capo della Squadra mobile di Palermo Antonio Cassarà collaborò anche con Giovanni Falcone contro Cosa Nostra. Anche per loro la commemorazione si è conclusa con una santa Messa presso la cappella di Maria SS. della Soledad a Palermo.

Direttore Umberto Buzzoni
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