Nuovo posto di Polizia all’ospedale San Camillo di Roma

Presso l’Ospedale San Camillo di Roma è stato inaugurato un nuovo Posto di Polizia alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Oltre al ministro dell’Interno erano presenti alla cerimonia nell’ordine:
– il prefetto di Roma Lamberto Giannini
– il presidente Regione Lazio, Francesco Rocca
– il questore di Roma Carmine Belfiore
-l’assessore alle Politiche sociali e alla Salute del comune di Roma, Barbara Funari
– il capo della Polizia Vittorio Pisani
– il direttore generale del San Camillo-Forlanini, Narciso Mostarda

Per garantire maggiore efficienza e sicurezza il nuovo posto di polizia sarà dotato di un sistema di video-sorveglianza per un monitoraggio in tempo reale e un collegamento via radio con le Guardie particolari giurate dell’Ospedale. Tutto questo nell’ottica di interventi tempestivi e senza lungaggini che possano interferire sulle azioni della polizia. La stazione dipenderà dal XII Distretto Monteverde della questura di Roma. L’ambizioso progetto avrà sicuramente un seguito sul territorio nazionale e vedrà l’apertura di nuovi posti di polizia presso gli ospedali per gestire al meglio le emergenze.

Direttore Umberto Buzzoni
foto Polizia di Stato

Polizia contro attacco hacker con tecnica “D-Dos”.

Gli attacchi hacker contro gli enti istituzionali e aziende sono all’ordine del giorno e sono pericolosi. Ad esempio a settembre 2021, diverse gradi aziende commerciali sono state colpite dal virus “Conti”, un malware generato in Russia che ha bloccato pc e chiesto un riscatto per sbloccarli, interessando anche la Siae e la Regione Lazio . La Polizia postale e delle Comunicazioni, attraverso il Cnaipc (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche), sta mettendo in campo tutte le sue forze per contrastare attacchi hacker verso i settori istituzionali. In particolare gli hacker hanno messo in campo la tecnica conosciuta come “D-Dos”. L’acronimo sta per Distributed Denial of Service, che si può tradurre in italiano come Interruzione distribuita del servizio, e consta nel generare una tempesta di richieste verso un sito, fino a quando lo stesso finisce ko e diventa irraggiungibile. Analizzando i dati del Clusit, (associazione italiana per la sicurezza informatica), il “D-Dos” colpisce un’impresa ogni cinque minuti.

Come possiamo leggere sul sito del Ministero dell’Interno: “La tutela delle infrastrutture critiche informatiche nazionali è affidata al Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, incardinato nel Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (Cnaipic).Il Cnaipic, avvalendosi di tecnologie di elevato livello e di personale altamente qualificato, è incaricato della prevenzione e del contrasto della minaccia informatica di matrice terroristica o criminale.” E proprio il Cnaipic sta procedendo con l’analisi di questa nuova minaccia dando supporto agli enti che sono stati attaccati per ripristinare al più presto le iniziali condizioni di normalità. Ancora una vota la polizia consiglia vivamente di integrare i propri sistemi di sicurezza con specifici sistemi di protezione anti DDOS, al fine di scongiurare attacchi che potrebbe portare ingenti danni in termini di fuga di informazioni e esborso di denaro.

Direttore Umberto Buzzoni
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Arrestate 20 persone nell’operazione “Action” a Teramo.

Otto persone in fragranza di reato sono state arrestate dalla polizia di Teramo aggiungendosi alle 12 persone già arrestate nell’ambito di indagini su un traffico di droga. Si tratta di uomini di nazionalità italiana e albanese. Tutto è partito dopo un sequestro di 16 kg di eroina e cocaina in una casa nel comune di Teramo alla fine dello scorso anno. La polizia aveva sottratto quelle sostanze al mercato del consumo di droga teramano soprattutto al dettaglio. L’organizzazione si avvaleva di collaboratori che agivano soprattutto porta a porta e poteva contare sull’utilizzo di un principio attivo che permetteva di ricavare un numero maggiore di dosi rispetto alla media. La droga veniva rifornita dal Nord Europa e dalla stessa Italia attraverso un corriere e veniva poi immagazzinata nelle campagne del comune di Teramo. L’organizzazione agiva a volte singolarmente a volte attraverso collaborazioni tra i malviventi.

A marzo 2023 la polizia ha arrestato un uomo albanese che possedeva 40 chili di cocaina di alta qualità per un valore di quasi 200 mila euro. Attraverso le indagini le forze dell’ordine erano risalite al corriere, originario delle marche, che consegnava gli stupefacenti con una busta con la scritta “Action”, il logo di una catena di discount olandese che attualmente non possiede alcune punto vendita sul nostro territorio nazionale. E proprio questo logo ha dato il nome all’intera indagine. In totale sono stati sequestrati 1 milione di dosi di sostanze stupefacenti, per un valore di 10 milioni di euro.  Agli arresti hanno collaborato la polizia di Teramo, di Ascoli Piceno, di Ravenna, di Bari, di Pescara e Perugia.

Direttore Umberto Buzzoni

A Trapani arrestate 7 persone nell’operazione “Spurgo low-cost”

La squadra mobile di Trapani ha arrestato sette persone con l’accusa di associazione a delinquere con lo scopo di inquinamento ambientale e smaltimento di rifiuti in maniera illegale. Il Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine ha coordinato l’azione che ha visto coinvolta anche la guardia di finanza di Alcamo. Le indagini sono state portate avanti con l’ausilio dei video del sistema di videosorveglianza ma anche tramite le intercettazioni telefoniche e quelle ambientali.

Ma come agiva l’associazione a delinquere? La ditta di smaltimento rifiuti ritirava i liquami dai propri clienti che erano costituiti da privati, attività commerciali di diversa natura. Una volta terminato il giro immettevano i rifiuti nella rete fognaria che conseguentemente si intasava. Il problema più grave però era lo sversamento in mare senza una adeguata depurazione con conseguente grave inquinamento. Come detto le fogne si intasavano creando non pochi problemi alla cittadinanza. Il comune era cosi costretto ad intervenire e chiamava inconsapevolmente la stessa ditta che aveva creato il problema per cercare di risolverlo. Ecco che grazie alle indagini l’illecito però è stato scoperto mettendo con le spalle al muro i colpevoli e insieme a loro anche un biologo che falsificava referti. L’operazione è stata denominata “Spurgo low-cost”

Direttore Umberto Buzzoni
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Prosegue l’accordo tra Polizia di Stato e Istituto poligrafico e zecca dello Stato.

Prosegue l’accordo tra Polizia di Stato e Istituto poligrafico e zecca dello Stato Spa al fine di tutelare i sistemi informativi. L’intesa è stata rinnovata e il capo della Polizia Vittorio Pisani e dall’amministratore delegato dell’Istituto Francesco Soro hanno firmato la convenzione che porterà ad una maggior prevenzione della cybercrime. Oltre ai due firmatari erano presenti per il Dipartimento della pubblica sicurezza, il direttore centrale per la Polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e per i Reparti speciali della Polizia di Stato, Daniela Stradiotto, il direttore supplente del Servizio polizia postale e delle comunicazioni, Ivano Gabriellie il dirigente generale di pubblica sicurezza Antonio Borrelli.

A rappresentare l ‘istituto poligrafico e zecca dello Stato Spa vi era il responsabile direzione sistemi di prevenzione e tutela aziendale, Marco Ferraro, il responsabile della struttura Security & cyber defence, Alessandro Tarantino e la responsabile della direzione affari istituzionali e comunicazione, Sabrina Romani.
Come possiamo leggere sul sito del Ministero dell’Interno: “La tutela delle infrastrutture critiche informatiche nazionali è affidata al Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, incardinato nel Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (Cnaipic).Il Cnaipic, avvalendosi di tecnologie di elevato livello e di personale altamente qualificato, è incaricato della prevenzione e del contrasto della minaccia informatica di matrice terroristica o criminale.”

L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato creato nel 1928 con la legge n. 2744 del 6 dicembre ha acquisito la sezione Zecca dopo cinquant’anni dalla sua nascita nel 1978.Le sue funzioni rientrano nell’ambito della realizzazione di prodotti a fini istituzionali, della sicurezza e anticontraffazione e della digitalizzazione. Per proseguire in questa direzione occorrono sistemi di sicurezza sempre più efficienti.

Direttore Umberto Buzzoni
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Foggia. Violenta aggressione Piazza Mercato

La Polizia di Stato, all’esito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bari, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Foggia, nei confronti di 3 giovani, poco più che maggiorenni, e un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale per i Minorenni di Bari, nei confronti di altri 2 minorenni, sottoposti alle indagini preliminari in relazione ai reati di tentato omicidio e rapina aggravata.

In particolare, il personale della Squadra Mobile della Questura di Foggia avviava l’attività d’indagine a seguito della violenta aggressione avvenuta alle ore 02.00 circa del 24 giugno 2023 in questa Piazza Mercato, luogo della movida foggiana, ove già in passato si sono verificati episodi criminosi perpetrati da giovani.

Dalla ricostruzione dei fatti, emergeva che quella notte la vittima era intenta a consumare una bevanda davanti ad un locale, quando sarebbe stata accerchiata dai cinque soggetti che, verosimilmente per futili motivi, dapprima lo avrebbero percosso violentemente e poi, quando la vittima era ormai esanime a terra, l’avrebbero colpita violentemente con plurimi calci al capo. Un particolare che esprime la crudeltà del violento gesto e che, ad aggressione terminata, mentre la vittima era già svenuta a terra, uno degli aggressori si sarebbe avvicinato alla persona offesa e gli avrebbe spento una sigaretta sul costato.

Nel corso dell’aggressione, alla vittima sarebbe stata asportata anche una collana che indossava al collo.
Uno degli aggressori, inoltre, avrebbe anche ripreso la vittima mentre era a terra priva di conoscenze, verosimilmente per postare il video sui social.
La vittima, trasportata in codice rosso presso il locale Pronto Soccorso, veniva sottoposta a un delicato intervento chirurgico.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
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Arrestati a Monza per aver somministrato droga dello sturpo.

Sempre più spesso sui mezzi di informazione si sente parlare della droga dello stupro. Si tratta di sostanze psicoattive che vengono somministrate allo scopo di fare della violenza sessuale. Hanno effetti sedativi e ipnotici e fanno si che la vittima cada in uno stato di amnesia che cancella tutti i ricordi della violenza almeno apparentemente. La squadra mobile di Monza e Brianza ha arrestato due uomini di cinquant’anni proprio con l’accusa di violenza sessuale perpetrata attraverso la somministrazione di droga dello stupro. Uno dei due delinquenti è finito in carcere mentre l’altro si trova agli arresti domiciliari.

A denunciare è stata una ragazza di ventinove anni che dopo essere stata violentata si è recata all’ospedale Mangiagalli di Milano denunciando l’accaduto riferendo di aver subito violenza da due uomini di circa cinquant’anni confessando che uno dei due era addirittura un amico di famiglia. Dal quel momento sono partite le indagini preliminari del tribunale di Monza che sono state condotte in maniera oculata e professionale. E proprio le indagini hanno potuto far luce sull’accaduto. La ragazza è stata invitata a cena fuori in un locale di Monza da uno dei due indagati di cui si fidava perché conosceva la sua famiglia. Dopo la cena sono iniziati dei momenti di amnesia che sono terminati quando la stessa si è ritrovata nuda a letto con i due uomini nell’atto di compiere rapporti sessuali. A quel punto tornata in sé ha deciso di scappare via. Sottoposta ad esami tossicologici la vittima è risultata positiva alla presenza di Ghb, noto anche come “droga dello stupro “oltre ad altre sostanze psicotrope. A peggiorare la posizione dei due indagati c’è stato il tentativo di offrire una somma in denaro alla vittima per ritrattare le accuse.

Direttore Umberto Buzzoni
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Palermo ricorda l’eroe Boris Giuliano.

La città di Palermo ricorda come ogni anno Boris Giuliano che negli anni ottanta era capo della squadra mobile e fu freddato dalla mafia il 21 luglio 1979. Presso il Bar Lux sito n via in via Francesco Paolo Di Blasi a Palermo, Leoluca Bagarella, cognato del boss Totò Riina lo ha ucciso esplodendo vari colpi di pistola alle sue spalle, proprio mentre stava indagando su una maxi evasione fiscale intrecciata con torbidi rapporti politici. L’agente Boris Giuliano fu uno dei primi infatti ad intuire che la mafia si stava infiltrando nella politica mettendo le mani su grossi affari mutando quelle che erano le tradizionali abitudini. È importante sottolineare che il modo in cui il capo della squadra mobile svolgeva le sue indagini era altamente innovativo (basandosi sull’utilizzo di conti correnti bancarie e flussi finanziari) e le sue particolarità furono evidenziate positivamente anche dal magistrato Giovanni Falcone che lo definì rivoluzionario.

Il sindaco di Palermo durante la cerimonia ha sottolineato il talento e l’intuizione di Boris Giuliano che ha creato un nuovo metodo di fare indagini, utilizzato poi dai suoi successori e pagò tutto questo con la vita, lui che fu uno dei primi a battersi senza paura contro Cosa Nostra. Hanno partecipato all’evento anche il vice capo vicario della Polizia, Vittorio Rizzi e il prefetto e questore di Palermo, Maria Teresa Cucinotta e Leopoldo Laricchia oltre ovviamente ai familiari della vittima. È stata deposta una corona d’alloro in via Francesco Paolo Di Blasi proprio sulla lapide in onore dell’eroico poliziotto.

Direttore Umberto Buzzoni
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21 arresti a Bologna per droga.

 Era iniziata nel 2020 l’indagine condotta dai poliziotti della squadra mobile di Bologna portata avanti con accuratezza e grande professionalità e che oggi ha portato all’arresto di 21 persone nell’ambito dello spaccio di droga.  Le segnalazioni partirono come detto circa tre anni fa. C’erano dei soggetti che praticavano attività di spaccio soprattutto nella zona della stazione di Bologna all’interno del parco delle “Caserme rosse, ex campo di concentramento nazista, oggi noto perché spesso ospita eventi musicali importanti. Sono stati individuati i principali canali di approvvigionamento della droga e tutti i percorsi che la stessa faceva prima di essere venduta dagli spacciatori.

Ci sono stati 21 arresti come detto in precedenza e per 6 persone c’è stata l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina e hashish. Le dosi da mezzo grammo venivano vendute al prezzo di 50 euro e i malviventi arrivavano ad eseguire circa 100 consegne al giorno per un giro di affari stimato intorno alle 5000 euro giornaliere. Gli spacciator lavoravano anche dietro prenotazione telefonica che si concludevo poi con lo scambio nel parco o nelle strade limitrofe. La polizia ha provveduto a sequestrare durante tutta l’indagine circa 2 chili di cocaina, circa 90 chili di hashish e anche denaro contante per un valore di 150.000 euro.

Direttore Umberto Buzzoni

Tribunale di Milano accoglie decreto di sequestro antimafia di mezzo milione di euro per due truffatori.

La sezione anticrimine della questura di Monza e della Brianza in collaborazione con la guardia di finanza di Monza hanno messo in atto un ingente sequestro antimafia di beni ad una coppia di coniugi serbi che erano già noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e contro la persona (reati che sarebbero iniziati addirittura intorno al 1978) . Le indagini fatte scattare dai poliziotti della città lombarda che hanno effettuato una serie di accertamenti e portato alla luce una forte incongruenza tra il tenore di vita della coppia e i redditi dichiarati (praticamente pari a zero).

All’interno della coppia il marito era un vero esperto del “rip deal”, che consiste in un’operazione di cambio fraudolenta. I colpi sono messi a segno attraverso la consegna di falsa moneta o addirittura carta straccia la maggior parte delle volte camuffata in superficie da banconote vere. L’uomo era diventato talmente bravo che era stato soprannominato nell’ambiente il dottore. Nel 2012 è riuscito a sottrarre uno yacht di lusso ad un cittadino russo attraverso lo scambio di una ingente somma di danaro pari a 3 milioni di euro avvenuta in un prestigioso hotel di Monza. Nel 2015 però era stato arrestato durante il tentativo di truffare il proprietario di un brillante del valore dichiarato di 150.000 euro. In quella occasione le forze dell’ordine avevano sequestrato 500.000 euro false. Con l’ottenimento del sequestro antimafia sono state sequestrate un’auto di lusso, un appartamento, una villa con annesso terreno e due cassette di sicurezza.

Direttore Umberto Buzzoni
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