TRIESTE. OMICIDIO DELLA DONNA SCOMPARSA, ARRESTATO EX MARITO.

Femminicidio a Trieste. La Polizia di Stato ha risolto il complesso giallo della giovane donna serba scomparsa il 26 aprile scorso a Trieste.
Gli uomini della Squadra Mobile di Trieste dopo aver reperito numerosi indizi di colpevolezza che hanno consentito di fare piena luce su l’ex marito della donna hanno eseguito il provvedimento di fermo. L’uomo, dopo averla uccisa si è liberato del cadavere occultandolo sull’altopiano carsico al confine con la Slovenia.
Grazie al supporto delle tecnologie più avanzate e delle moderne tecniche di investigazione scientifica a disposizione degli inquirenti, nel corso delle indagini la Polizia Scientifica di Padova si è avvalsa del “Luminol” (composto chimico utilizzato dalla Polizia Scientifica per rilevare il sangue, per permettere l’identificazione di specifiche proteine separate da elettroforesi), per la ricerca di tracce biologiche.
Il cadavere è stato trovato in uno stato di decomposizione avanzato ed è stato possibile riconoscere la vittima solo grazie all’esame del D.N.A. eseguito dagli uomini della Scientifica.
Nel corso delle indagini è risultata particolarmente proficua l’attività di cooperazione tra Polizia italiana e Polizia slovena che ha consentito tramite un prezioso scambio di informazioni, dagli accordi di cooperazione, di delineare interamente il quadro dei fatti.

Fonte: foto Polizia di Stato

Ancona. Polizia e GdF nell’ Operazione EASY JOB

All´alba di oggi la Polizia di Stato in collaborazione con la Guardia di Finanza di Ancona, nell´ambito dell´operazione “Easy Job”, hanno eseguito 3 provvedimenti cautelari personali emessi dal GIP del Tribunale di Ancona, dr. Carlo CIMINI, nei confronti di tre soggetti ritenuti a capo di un´associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell´immigrazione clandestina ed alla truffa aggravata ai danni dello Stato, che ha consentito l´ingresso ovvero la permanenza illecita nel territorio nazionale, di quasi 400 extra-comunitari.
La laboriosa indagine, nasce dal ricongiungimento in un unico procedimento penale di due distinte indagini intraprese dal Commissariato della PS e dalla Tenenza G. di F. entrambi alla sede di Fabriano, l´una in materia di immigrazione clandestina, l´altra in materia di truffa ai danni dello Stato.
Si erano infatti registrati, presso Commissariato, “anomali” flussi di cittadini extracomunitari che, per rinnovare ovvero ottenere il proprio permesso di soggiorno, presentavano buste paga emesse da poche e ben individuate aziende.
Al tempo stesso, su segnalazione dell´INPS, le fiamme gialle indagavano in merito ad un altro “anomalo” flusso di richieste di indennità di disoccupazione provenienti da cittadini, extracomunitari e non, che erano stati assunti solo poco tempo prima e sempre dalle stesse aziende. Lo sviluppo delle rispettive indagini, conduceva gli investigatori verso gli stessi soggetti, nello specifico, un consulente del lavoro di Fabriano, con numerosi precedenti penali e di polizia per droga, truffa, falso e associazione a delinquere.
Attraverso le intercettazioni telefoniche si accertava l´esistenza di un vero e proprio circolo criminoso che a partire dall´anno 2013, avvalendosi di 13 aziende per lo più inattive e intestate a prestanome, faceva fittiziamente assumere cittadini extracomunitari, che utilizzavano le relative buste paga per ottenere il rinnovo ovvero la concessione del permesso di soggiorno. Poco tempo dopo l´assunzione, appena maturati i requisiti di legge i soggetti venivano licenziati e presentavano domanda per il riconoscimento delle indennità di disoccupazione.
Di tale meccanismo si sono avvalsi anche alcuni cittadini italiani al fine di usufruire indebitamente le indennità.
Complessivamente, sono stati denunciati a vario titolo 398 persone. Nei confronti di 13 di questi è stata anche contestata l´associazione a delinquere e sono state eseguite numerose perquisizioni presso le loro abitazioni sparse su tutto il territorio nazionale al fine di rintracciare ulteriore materiale probatorio.
Il danno riportato alle casse dello Stato, ricostruito anche grazie alla preziosa collaborazione del personale dell´INPS, ammonta a circa 650.000 euro, con riferimento agli indennizzi di disoccupazione illecitamente erogate, mentre si totalizza oltre 1 milione di euro i contributi mai versati ed indebitamente riconosciuti a seguito dei contratti di lavoro fittizi.

Fonte: Foto Polizia di Stato

Relazione Antidroga annuale 2015 della D.C.S.A.

La D.C.S.A. (Direzione Centrale Servizi Antidroga) ha reso noto il “bilancio di esercizio 2015” delle attività e dei risultati conseguiti dalle Forze di Polizia italiane nell’azione di contrasto al traffico illecito delle sostanze stupefacenti svolta.
Il quadro di situazione nel suo complesso non evidenzia particolari scostamenti rispetto all’anno precedente.
Il dato nazionale relativo ai sequestri di droga, fatta eccezione per le droghe di origine sintetica, mostra, almeno apparentemente, un sensibile decremento nei volumi (-45,59%) in gran parte dovuti ad una riduzione dei sequestri dei derivati della cannabis e di eroina.
Tale risultato considerato l’esame dell’andamento decennale, che colloca tra le 30 t e le 40 t la quantità di stupefacente annualmente sottoposto a sequestro, mostra, a conferma dell’impegno delle Forze di Polizia nel perseguire il narcotraffico, un dato ancora molto al di sopra della media con oltre 84 t di droga sottratte al mercato clandestino di consumo negli ultimi 12 mesi. Anche  con  riferimento  ai  due  valori  che si presentano decrescenti, -40,06% di hashish e -73,95% di marijuana, l’esame della serie decennale fa rilevare volumi, nel primo caso, tre volte superiori e, nel secondo, in linea se non maggiori, alla media del periodo. Tale andamento, secondo gli analisti della D.C.S.A., va ricercata, per un verso, in una fase di riorganizzazione del traffico dell’hashish nel bacino del Mediterraneo, che, dopo i rilevanti successi del dispositivo aeronavale di contrasto (circa 174 t nel triennio 2013-2015), sta probabilmente diversificando le rotte d’importazione e, per l’altro, nella flessione delle importazioni di marijuana dalla Regione balcanica dovuta all’intensificarsi dell’azione repressiva svolta dalle Forze di Polizia albanesi nella lotta a questo tipo di droga. Non sembra, invece, accusare flessioni il traffico della cocaina (+4%) e, ancor più, quello delle droghe sintetiche che, segna nel 2015 una decisa impennata, sia con riferimento ai quantitativi in polvere (+161,73%) che al numero delle dosi (+175,53%). Si tratta di volumi non elevatissimi in termini assoluti ma che denotano una recrudescenza del fenomeno, ormai ben radicato nel cosiddetto “territorio virtuale” rappresentato dalla rete Internet, tanto nella sua dimensione “open” che nell’area oscura (deep web), dove l’azione di contrasto svolta dalle Forze di Polizia, dopo una fase di ricognizione delle potenzialità operative dei cyber trafficanti, sta operando sempre più proficuamente;
Il numero di operazioni di polizia per il contrasto del traffico e lo spaccio della droga si è mantenuto sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente.
E’ proseguito il trend decrescente complessivo nelle denunce all’Autorità Giudiziaria e negli arresti che, iniziato già nel 2014, ha segnato uno scarto negativo del -7,35%.
Il dato relativo agli stranieri coinvolti nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti, pur rappresentando circa un terzo di tutti i denunciati, non solo non è cresciuto ma, in prosecuzione con l’andamento del quinquennio precedente, ha registrato un piccolo decremento (-5%) rispetto all’anno precedente, collocandosi al di sotto della media decennale.
Con oltre il 94% dei sequestri di droga, resta la frontiera marittima, pur in presenza dell’accennata flessione nei sequestri in mare, il luogo dove si consuma il confronto più aspro con i trafficanti di droga, che continuano a differenziare le rotte di importazione, utilizzando il continente africano quale luogo di stoccaggio e transito sia della cocaina di provenienza sudamericana che dell’eroina prodotta e raffinata in Afghanistan. In questa prospettiva, l’affinamento delle strategie di contrasto del narcotraffico perpetrato per via marittima è un obiettivo irrinunciabile, perché consente di aggredire sempre più efficacemente il fenomeno in una fase antecedente all’ingresso dei carichi di droga nel territorio dello Stato e alla loro parcellizzazione nelle piazze di spaccio dei paesi di approdo nonché  di predisporre una difesa “avanzata” degli ambiti territoriali nazionali e dell’intera Unione Europea flagellati dal fenomeno del consumo della droga, colpendo le organizzazioni criminali nei loro vitali assetti logistici.
Ulteriore evoluzione del traffico colta nell’anno in esame, è quella che vede affiancarsi ai vettori marittimi velivoli leggeri ed ultraleggeri che, sfruttando piste di decollo clandestine realizzate al di là dell’Adriatico, trasportano dall’Albania al nostro Paese ragguardevoli quantitativi di cannabis. Se tale metodologia potrà davvero assumere rilievo nel contesto delle illecite importazioni di stupefacente verso il territorio nazionale lo dirà il tempo e l’azione di monitoraggio prontamente attivata dalle Forze di Polizia;
L’esame del narcotraffico nella sua dimensione associativa rivela, anche per il 2015, il ruolo egemone della ‘Ndrangheta calabrese, che si conferma leader nella commercializzazione, a livello mondiale, della cocaina, seguita dalla Camorra e dalla Criminalità organizzata pugliese, pienamente operativa, quest’ultima, nella commercializzazione delle sostanze stupefacenti importate dall’Albania. A queste devono aggiungersi le compagini criminali marocchine ormai in grado di gestire, in condizioni di monopolio pressoché esclusivo, il traffico di hashish proveniente dal Nordafrica attraverso le capillari reti di distribuzione attive sul territorio dello Stato.
Per contrastare sempre più efficacemente la minaccia del crimine organizzato è necessario sviluppare nuove capacità investigative e di analisi atte ad individuare i flussi finanziari che supportano il narcotraffico e i suoi enormi profitti, soprattutto laddove tali enormi disponibilità sono reimmesse nei circuiti dell’economia legale o vengono destinate ad alimentare altrettanto destabilizzanti fattori di crisi, come il terrorismo internazionale e la corruzione;
Sul piano dello sviluppo dei rapporti internazionali, l’anno di riferimento verrà anche ricordato per la lunga e delicata fase di negoziazione dell’Outcome Document approvato nel corso della Sessione Speciale sulle droghe dell’Assemblea delle Nazioni Unite (UNGASS 2016) che si è tenuta quest’anno a New York. La Direzione Centrale, attraverso i suoi rappresentanti, ha partecipato attivamente all’elaborazione del citato Documento Finale, in cui è fissata la strategia antidroga a livello mondiale dei prossimi anni, ribadendo, sia a Vienna, nell’ambito delle Nazioni Unite, che a Bruxelles, in sede Comunitaria, l’incomprimibile necessità che, anche in futuro, la lotta alla droga avvenga in un contesto nel quale siano sempre salvaguardati la tutela dei diritti umani, il diritto alla salute e quello alla sicurezza delle persone e degli Stati.

 

Catania: arrestati 16 trafficanti di uomini

Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è il reato contestato ai 16 stranieri extracomunitari fermati dagli agenti della Squadra mobile di Catania, in collaborazione con il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza.

I provvedimenti sono stati disposti in relazione allo sbarco di 884 migranti arrivati al porto di Catania lo scorso 28 maggio a bordo del rimorchiatore italiano “Vos Thalassa”.

I migranti erano stati soccorsi due giorni prima in acque internazionali e arrivavano dalle coste libiche.

Migranti soccorsi a bordo di una nave

L’indagine, coordinata dalla Procura distrettuale della Repubblica di Catania, è stata avviata proprio a bordo del rimorchiatore che trasportava gli stranieri. Gli investigatori hanno raggiunto l’imbarcazione al largo della coste siciliane, avviando subito le indagini che sono continuate senza sosta fino alla tarda notte del 30 maggio.

Dalle dichiarazioni degli stranieri imbarcati sul “Vos Thalassa”, è emerso che questi, per garantirsi un posto per il viaggio della speranza, avevano pagato da 800 a 1.500 dinari libici (da 500 a 1.000 euro).

Dopo essere arrivati in Libia, provenienti dai rispettivi Paesi d’origine, sono stati portati nelle cosiddette “Connection house”, situate nelle località di Zuara e Sabratah, dove sono rimasti circa un mese e mezzo sotto la diretta sorveglianza dei trafficanti di uomini, che davano loro da mangiare una volta al giorno. Alla fine l’imbarco su gommoni o piccoli pescherecci.

Il lavoro degli investigatori ha dato i suoi frutti; infatti gli agenti sono riusciti ad individuare sia il “Driver” dell’imbarcazione che i suoi collaboratori che avevano il compito di predisporre l’occorrente per affrontare la navigazione, portando ad esempio taniche di benzina, nonché di mantenere a bordo il controllo

fonte e foto polizia di stato

Avellino: arrestata maestra d’asilo per maltrattamenti

Un’insegnante di scuola materna è stata arrestata oggi dagli uomini della Questura di Avellino in quanto responsabile di continue ed abituali condotte gravemente lesive dell’integrità fisica e morale di alcuni bambini, di età compresa tra i tre e i cinque anni.

Per la donna, una 58 enne, sono stati disposti gli arresti domiciliari.

L’indagine, condotta dai poliziotti della Squadra mobile avellinese, ha avuto inizio nel novembre 2015 dopo le denunce di alcuni genitori allarmati dagli strani atteggiamenti dei figli e dai lividi che spesso presentavano tornati da scuola.

A conferma di tutto ciò anche referti medici che hanno attestato i disagi dei minori come eccessiva sensibilità in casa, incubi notturni, incontinenza, radicali cambi di umore ed aggressività tra di loro, nonché lesioni alla nuca, ecchimosi e lesioni al collo dovute presumibilmente ad una pressione esercitata.

Molti bimbi, di età compresa tra i tre ed i quattro anni, si rifiutavano di andare a scuola e alle richieste di spiegazioni dei genitori, si chiudevano in se stessi pronunciando sempre la stessa frase “non lo posso dire”.

L’attività d’intercettazione ambientale e video ha consentito di evidenziare la condotta dell’indagata che ai normali capricci dei piccoli adottava sistemi di coercizione fisica e violenza verbale accompagnata, in più di qualche occasione, da violenti schiaffi e tirate di capelli

fonte e foto polizia di stato .