Asl di Avellino: denunciati 21 assenteisti

Si assentavano in maniera ingiustificata dall’ufficio, allontanandosi dal posto di lavoro anche a bordo delle proprie auto. Sono in 21, tra medici, paramedici e impiegati amministrativi, dipendenti dell’Asl di Avellino, ad esser stati denunciati dalla Squadra mobile per truffa e sospesi dal lavoro.

Durante le indagini effettuate anche con videocamere nascoste, gli investigatori hanno potuto accertare la condotta di alcuni dipendenti che, con l’aiuto di colleghi che usavano il badge al loro posto, si assentavano in maniera ingiustificata dagli uffici.

Nei filmati degli investigatori, infatti, è possibile distinguere come alcune persone compiacenti passassero i cartellini di altri sia in entrata che in uscita.

Anomalo anche il comportamento di una guardia giurata, predisposta alla vigilanza interna che, con un cacciavite, ha tentato di rimuovere una delle microcamere nascoste.

fonte Polizia di Stato

Lotta al lavoro nero: operazione delle Forze dell’ordine nel reggino

Continuano nel territorio reggino le operazioni di prevenzione e di contrasto al caporalato e al lavoro nero. Sono state controllate 3 aziende presenti nei distretti di Rosarno, Candidoni e Taurianova oltre a 18 cittadini extracomunitari e 18 cittadini comunitari. Sulle aziende sono in corso anche accertamenti da parte dell’Ispettorato del lavoro per valutare le posizioni dei titolari e dei dipendenti.

Sono state elevate tre sanzioni amministrative per violazione della normativa sulle assunzioni e una persona è stata denunciata in stato di libertà per il reato di riduzione o mantenimento in schiavitù per aver adibito un caseggiato fatiscente a dormitorio, imponendo il pagamento di un canone. Una quarantina gli uomini della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato, della Polizia Provinciale, dell’Ispettorato del Lavoro e dell’ASP di Reggio Calabria impegnati nell’operazione.

I servizi sinora svolti hanno riguardato i quadranti del territorio in cui maggiore e la presenza di cittadini stranieri e in particolare le aziende operanti nella Piana di Gioia Tauro, in particolare, Gioia Tauro, Rosarno, San Ferdinando, Melicucco, Serrata, Candidoni, Rizziconi, Varapodio, Taurianova.

L’operazione interforze, avviata nel mese di novembre nella Piana di Gioia Tauro e in altre zone del territorio provinciale dove maggiormente si registra la presenza di immigrati impiegati nelle raccolta di prodotti stagionali, si inserisce nell’ambito misure stabilite nella direttiva del ministro dell’Interno del 23 aprile 2014 denominata “Focus ‘ndrangheta – Piano d’azione nazionale e transnazionale” e ha riguardato imprese legate ai processi di trasformazione e di industrializzazione dei prodotti agro-alimentari.

fonte Ministero dell’Interno

Catania: indagati 62 “furbetti del cartellino”

Avevano messo in piedi una truffa ai danni dell’ente pubblico a cui appartenevano: 62 dipendenti comunali di Acireale (Catania) sono stati denunciati per falsa attestazione di presenza in servizio sul luogo di lavoro.

Le indagini della questura di Catania, coordinate dalla Procura distrettuale, supportate anche da riprese video, testimoniano il lavoro “straordinario” di alcuni impiegati a benificio degli assenteisti.

È stata accertata, infatti, una consolidata prassi da parte di numerosi dipendenti del Comune, consistente nella “strisciatura plurima” dei badge personali presso i rilevatori di presenza; risultava così l’ingresso e la presenza all’interno dell’ufficio di appartenenza, di colleghi che, in quel momento, non erano presenti e che non sarebbero mai andati a lavorare.

L’incrocio dei dati di riscontro, unito a un’individuazione fotografica degli stessi dipendenti, ha permesso di identificare e di denunciare, 62 dipendenti comunali; tra loro, alcuni sono gli esecutori materiali delle strisciate plurime, altri sono i beneficiari delle condotte illecite.

fonte Polizia di Stato

Arresto come motivo sufficiente per legittimare il licenziamento per giusta causa

La sentenza dei giudici, della sezione civile della Corte di Cassazione, su un caso di Grosseto, ha stabilito che l’arresto per detenzione di 200 grammi di hashish è motivo sufficiente per legittimare il licenziamento per giusta causa perché viene meno il rapporto di fiducia tra dipendente e datore di lavoro.

Si tratta di una vicenda giudiziaria di un ex chef de rang di una rinomata struttura maremmana in cui aveva lavorato per ventisei anni e che era stato licenziato dalla dirigenza il 16 ottobre del 2012 dopo che fu arrestato per possesso di 200 grammi di hashish.

I 200 grammi di hashish sono stati considerati troppi anche dal giudice per le indagini preliminari per poter rientrare come «uso personale» infatti il Gip convalidò l’arresto ma sostituendolo con la misura cautelare dell’obbligo di dimora. A seguito dell’arresto il resort decise di concludere il rapporto di lavoro e da allora è iniziata la battaglia giudiziaria in sede civile tra il dipendente e la società. L’ex chef de rang ha impugnato il licenziamento sostenendo che «in 26 anni non aveva mai ricevuto una contestazione disciplinare e che l’arresto era avvenuto al di fuori dell’attività lavorativa, quando si trovava in ferie, per cui non era stato arrecato alcun pregiudizio alla società. Trattandosi inoltre di un episodio per modica quantità di droga, tale da giustificare un uso personale».

La tesi dell’uso personale non è stata avvalorata pero’ dai giudici del lavoro del tribunale di Grosseto, come dai giudici della Corte di Appello e della Suprema Corte che hanno dichiarato che «È noto che il concetto di giusta causa non si limita all’inadempimento così grave da portare alla risoluzione immediata del rapporto di lavoro, ma si estende anche a comportamenti extralavorativi che facciano venire meno il rapporto di fiducia col dipendente».

Inoltre durante le indagini era emerso che la droga l’aveva acquistata da un collega di lavoro ed essendo inoltre chef addetto alla sala con rapporti diretti con la clientela e la Suprema Corte ha respinto il ricorso in sede civile dell’ex dipendente.

Umberto Buzzoni