Padova: catturato rapinatore della Mala del Brenta

Arrestato nel corso di un blitz, in un’abitazione di Chirignago (Venezia), il latitante Ercole Salvan, la primula rossa dei rapinatori della Mala del Brenta.

Questa mattina, gli investigatori delle Squadre mobili di Padova e Venezia, sono riusciti a catturare il pericoloso rapinatore del Triveneto, scovato nell’abitazione di un insospettabile complice, anch’egli finito in manette.

Il criminale, con un trascorso di innumerevoli rapine anche con esito letale, era evaso dagli arresti domiciliari il 20 dicembre scorso, dopo un arresto in flagranza di tentata rapina avvenuto il 19 ottobre.

Salvan deve anche scontare una condanna a sette anni e tre mesi, divenuta esecutiva in questi mesi, perchè responsabile di una serie di rapine a furgoni portavalori.

fonte Polizia di Stato

Asl di Avellino: denunciati 21 assenteisti

Si assentavano in maniera ingiustificata dall’ufficio, allontanandosi dal posto di lavoro anche a bordo delle proprie auto. Sono in 21, tra medici, paramedici e impiegati amministrativi, dipendenti dell’Asl di Avellino, ad esser stati denunciati dalla Squadra mobile per truffa e sospesi dal lavoro.

Durante le indagini effettuate anche con videocamere nascoste, gli investigatori hanno potuto accertare la condotta di alcuni dipendenti che, con l’aiuto di colleghi che usavano il badge al loro posto, si assentavano in maniera ingiustificata dagli uffici.

Nei filmati degli investigatori, infatti, è possibile distinguere come alcune persone compiacenti passassero i cartellini di altri sia in entrata che in uscita.

Anomalo anche il comportamento di una guardia giurata, predisposta alla vigilanza interna che, con un cacciavite, ha tentato di rimuovere una delle microcamere nascoste.

fonte Polizia di Stato

Estorsioni a imprenditori baresi, 25 arresti

Duro colpo al clanParisi” con i 25 arresti di questa mattina da parte della Squadra mobile di Bari a cui hanno preso parte 350 uomini tra agenti del Servizio centrale operativo e delle Squadre mobili di Brindisi, Foggia, Lecce, Matera e Taranto, con l’ausilio di equipaggi del Reparto prevenzione crimine, di Nuclei del IX Reparto mobile e di unità cinofile ed aeree.

Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto di arma comune da sparo, lesioni personali, violazione di domicilio, invasione di terreni ed edifici, furto, illecita concorrenza con minaccia e violenza, favoreggiamento, minaccia.

Gli arresti seguono un’indagine della Squadra mobile, avviata nel marzo 2011, che ha consentito di documentare l’attività criminale dell’organizzazione mafiosa che a Bari e provincia, attraverso un capillare e sistematico controllo del territorio, gestiva, in situazione di monopolio, numerose attività illecite.

Le condotte estorsive, seppur non sempre commesse con atti di violenza fisica, avvenivano non più tramite richiesta di “pizzo“, ma attraverso un sistema che prevedeva l’imposizione agli imprenditori di guardianie, di ditte o di commesse di forniture e lavori.

Il clan Parisi si comportava come un vero e proprio intermediario che interveniva sul mercato suggerendo, ma sostanzialmente imponendo, ditte e manodopera “amiche”, dalle quali guadagna una percentuale sugli utili e sui compensi.

Nell’inchiesta risultano coinvolti anche sei imprenditori responsabili di concorso esterno in associazione per delinquere di tipo mafioso.

Durante l’operazione sono stati sequestrati tre immobili, un terreno agricolo, 15 autovetture, 13 motoveicoli, tre imprese individuali, cinque società di capitali per quasi 5 milioni euro, nonché, 79 rapporti bancari e finanziari, il cui valore è da quantificare.

Le due operazioni antimafia portate a termine questa mattina a Bari e Reggio Calabria hanno dimostrato che, attraverso un costante lavoro di squadra, è possibile ripristinare legalità e sicurezza ridando fiducia ai cittadini“. Così il capo della Polizia, Alessandro Pansa, nel complimentarsi con i questori di Bari e Reggio Calabria per gli importanti risultati conseguiti dagli uomini e dalle donne della Polizia di Stato quotidianamente impegnati nella lotta alla criminalità organizzata.

fonte Polizia di Stato

Clonavano carte e rubavano i codici, due arresti a Milano

Li hanno bloccati mentre stavano smontando uno skimmer e una telecamera su uno sportello bancomat nella periferia nord di Milano.

Si tratta di due 39enni, un uomo pluripregiudicato e una donna incensurata di origine bulgara, arrestati dagli agenti del Compartimento polizia postale e delle comunicazioni del capoluogo lombardo. Sono entrambi accusati del reato di intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche.

I due criminali erano specializzati nel clonare carte di credito e bancomat utilizzando skimmer e microtelecamere piazzati sugli sportelli automatici.

BancomatL’attività investigativa nasce da una segnalazione dell’Unicredit inerente alcuni movimenti bancari sospetti. Grazie alla collaborazione dell’istituto di credito con gli specialisti della Postale sono stati evidenziati i movimenti anomali su numerose tessere magnetiche.

Infatti in pochi giorni i due criminali erano riusciti ad effettuare più di 600 clonazioni su carte di almeno quattro istituti bancari diversi.

Per monetizzare l’attività sfruttando i dati carpiti fraudolentemente, questi venivano trasmessi all’estero, mentre in Italia venivano utilizzati solo i codici di tessere clonate in altri Paesi, soprattutto negli Stati Uniti e Ucraina.

Durante la perquisizione nell’abitazione della coppia, gli agenti della Postale hanno sequestrato numerosi skimmer completi di telecamera e scheda di memoria, due smartphone, un computer portatile, una dozzina di carte clonate e diverse migliaia di euro in contanti.

Di particolare interesse un registro sul quale i criminali avevano annotato i numeri di tutte le carte clonate con i relativi codici pin associati.

Proseguono le indagini per accertare le responsabilità dei due indagati anche in relazione ad analoghi reati commessi nel territorio lombardo con le stesse modalità.

fonte Polizia di Stato

Catturato in Spagna latitante della ‘Ndrangheta

Considerato tra i vertici dell’omonima famiglia di ‘Ndrangheta, Antonio Gallace, 46 anni, latitante da 4 anni, è stato arrestato ieri dalla Squadra mobile di Roma, dagli uomini del Servizio centrale operativo (Sco) e dai poliziotti iberici, all’aeroporto spagnolo di Valencia.

Gallace, per molti anni aveva operato nel litorale romano, soprattutto a Anzio, Ardea e Nettuno ma in passato era stato indagato e poi condannato in via definitiva alla pena di 5 anni di detenzione dal Tribunale di Milano per estorsione, detenzione illegale di armi e traffico di stupefacenti.

Gli investigatori sono riusciti a rintracciarlo seguendo i familiari che avevano organizzato un viaggio in Spagna per festeggiare il suo compleanno. Quindi sono stati attivati servizi di pedinamento e osservazione all’aeroporto di Valencia in collaborazione con i poliziotti spagnoli.

Arrivato in aeroporto per prendere i propri familiari l’uomo è stato riconosciuto e arrestato.

fonte Polizia di Stato

Trieste: fermato traffico di droga, sette arresti

Con l’operazioneLa Veloce” la Polizia ha smantellato un gruppo criminale, capeggiato da un uomo di 35 anni di Fondi (Latina) e da un giovane napoletano di 27 anni, che concentrava la sua attività di spaccio di droga in Friuli Venezia Giulia.

Questa mattina, a finire in manette, sono state sette persone per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Durante un anno di indagine i poliziotti hanno scoperto una fitta rete di spaccio nel capoluogo giuliano arrestando in flagranza di reato 10 persone e sequestrando inoltre 12 chili di hashish, quattro di “skunk“, una varietà di cannabis molto potente, e 100 grammi di cocaina.

Gli uomini della Squadra mobile triestina, hanno accertato quotidiane cessioni di importanti quantitativi di droga in varie zone della città, in favore di spacciatori che, a loro volta, la distribuivano in maniera capillare.

Del gruppo faceva parte anche un noto pluripregiudicato che rapinava banche per finanziare gli acquisti di grosse quantità di stupefacente.

Gli indagati, che si procuravano la droga in Campania e nel Lazio, erano molto attenti e sospettosi; non solo utilizzavano vari nomi in codice per definire lo stupefacente, ma erano soliti noleggiare autovetture in Slovenia ogni volta che dovevano rifornirsi.

Inoltre, stoccavano la droga all’interno di autovetture intestate a terze persone, lasciate parcheggiate lungo le vie cittadine. A volte utilizzavano un appartamento in affitto, di proprietà di una persona insospettabile, per depositare lo stupefacente e preparare le dosi.

In totale sono state indagate 22 persone e sequestrati anche 8 mila euro in contanti.

fonte Polizia di Stato

Cosenza: 2 arresti per la rapina al portavalori

Lo scorso 14 dicembre due uomini a volto coperto avevano bloccato una guardia giurata davanti a un centro commerciale di Zumpano (Cosenza) e, dopo averla aggredita, le avevano sottratto l’incasso di circa 102 mila euro, che aveva appena prelevato dall’esercizio commerciale.

Durante la colluttazione i malviventi avevano violentemente spinto il portavalori contro le pareti del blindato, impossessandosi anche della sua pistola.

Sulla rapina iniziarono ad indagare gli uomini della Squadra mobile di Cosenza che la notte scorsa hanno arrestato i presunti autori. Si tratta di due uomini, uno di 47 anni e l’altro di 48, residenti a Monza e a Cologno Monzese, anche se originari della provincia di Napoli.

Molto importante è stata la testimonianza di un poliziotto libero dal servizio che si trovava nella zona della rapina e che era riuscito ad annotare alcuni numeri di targa dell’auto usata dai malviventi.

Gli investigatori della Mobile cosentina infatti sono riusciti ad arrivare ai due indagati incrociando i dati dei transiti autostradali con quelli dei tabulati telefonici.

Dopo aver individuato alcuni numeri di telefono sospetti, le successive intercettazioni telefoniche hanno consentito di raccogliere elementi di colpevolezza nei confronti degli arrestati, entrambi con precedenti penali.

Le indagini sono ancora in corso per accertare eventuali collegamenti con la criminalità calabrese che potrebbe aver dato supporto ai due rapinatori.

In una casa che i due avevano preso in affitto a Lamezia Terme, gli investigatori hanno trovato una pistola calibro 9, con la matricola abrasa.

Si sta indagando sull’ipotesi che gli arrestati facciano parte di un gruppo specializzato in rapine effettuate in tutta Italia, e che l’appartamento di Lamezia possa essere una delle basi operative della banda.

fonte Polizia di Stato

Roma: arrestato in Germania l’omicida di Salpietro

Un’indagine durata due anni della Sezione omicidi della Squadra mobile di Roma ha permesso di identificare e arrestare l’omicida di Michelangelo Salpietro, 59 anni, avvenuto nel luglio del 2013, a Roma.

L’uomo è stato arrestato nei giorni scorsi ad Amburgo in Germania. Fin dalle prime indagini si era appurato che la vittima conosceva da un po’ di tempo un uomo dell’Est, che frequentava la sua abitazione.

Il cadavere di Salpietro venne ritrovato riverso a terra nella sua camera da letto, immobilizzato e vistosamente percosso. L’autopsia accertò che la morte era sopravvenuta per le gravi lesioni riporte durante la violenza subita.

Dopo aver incrociato dati, analizzato rilievi e dalle analisi dello stato dei luoghi e successivamente dalle intercettazioni telefoniche e dalle testimonianze, gli investigatori erano risaliti ad un giovane cittadino rumeno.

L’omicida, dopo aver assassinato Salpietro ed avergli rubato telefoni cellulari, oro ed altri oggetti di valore era rientrato in Romania e, successivamente, si era trasferito, con la compagna, in Germania.

Ottenuto il mandato di arresto europeo è stata avviata una intensa collaborazione con il Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia e gli uffici di polizia tedesco e romeno; grazie a tale supporto, il ricercato è stato localizzato e arrestato proprio ad Amburgo, nei giorni scorsi.

fonte Polizia di Stato

‘Ndrangheta: riciclava soldi dei clan, in manette direttore ufficio postale

 Agevolava il reimpiego di soldi sporchi della ‘Ndrangheta, provenienti dal traffico di stupefacenti, per acquistare attività commerciali a Milano. L’uomo, direttore di un ufficio postale della provincia di Reggio Calabria, è stato arrestato questa mattina dagli agenti della Squadra mobile del capoluogo lombardo.

Eseguite anche 16 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati residenti in Lombardia, Piemonte e Calabria. Il 56enne è accusato del reato di reimpiego di capitali di provenienza illecita, aggravato dalle finalità mafiose. In particolare l’uomo si sarebbe impegnato per favorire il reimpiego di oltre 200 mila euro per l’acquisto di una farmacia a Milano.

L’attività investigativa della Mobile milanese, coordinata dalla locale Direzione distrettuale antimafia, ha messo in luce l’attività condotta dall’indagato in favore delle cosche ionico-reggine Marando, Romeo e Calabrò, che da tempo stanno reinvestendo i proventi guadagnati illecitamente, in attività commerciali del settore sanitario nella zona di Milano. Alle indagini ha partecipato anche la Sezione di polizia giudiziaria – Guardia di finanza della Procura della Repubblica di Milano.

fonte Polizia di Stato

Droga dalla Spagna e dall’Olanda, 15 arresti in Campania

È partita 5 anni fa l’indagine della Squadra mobile di Frosinone che si è conclusa oggi, con l’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 15 persone.

Di queste, 10 sono finite in carcere, 4 agli arresti domiciliari; l’ultima era già in carcere ed ha ricevuto la notifica direttamente in cella.

Ad eccezione di un cittadino albanese, tutti i componenti dei due gruppi criminali erano italiani.

L’attività investigativa era iniziata con una serie di sequestri di droga a piccoli spacciatori della zona del basso Lazio, soprattutto nell’area di Cassino.

Piano piano, gli uomini della Mobile frusinate, con i loro colleghi di Napoli, coordinati dalla Direzione centrale per i servizi antidroga, sono riusciti a ricostruire tutta la “filiera” della droga, ricomponendo la mappa di due distinte organizzazioni criminali campane.

La prima organizzazione criminale aveva la propria base in Olanda all’interno di un ristorante gestito da due fratelli di origine napoletana che tenevano i contatti con i fornitori olandesi.

Nei magazzini del ristorante veniva stoccata la droga prima di essere spedita a Napoli, dove veniva divisa e preparata per esser smerciata nell’area partenopea, in Campania e nel Lazio.

La seconda organizzazione invece sfruttava la copertura di una ditta di autotrasporti, intestata al capo dell’organizzazione.

Grazie a questa attività, era possibile organizzare carichi dalla Spagna e dall’Olanda che arrivavano direttamente a Napoli. Con questo sistema di trasporto arrivavano nella città hashish, cocaina e marijuana.

Nel corso delle indagini sono stati bloccati diversi carichi destinati all’Italia: nel novembre 2011, 12 chili di cocaina e uno di resina di hashish provenienti dalla Spagna e bloccati dalla polizia francese; nel febbraio 2012, 22 chili di marijuana e, nel marzo dello stesso anno, 11 chili di cocaina un chilo di hashish e due chili di marijuana. Questi ultimi due carichi provenivano dall’Olanda.

fonte Polizia di Stato