Pedofilo arrestato a Padova

Adescava ragazze molto giovani sui canali social ed è stato arrestato a Padova dagli uomini del Compartimento della polizia Postale della Liguria in collaborazione con quello del Veneto.

Si tratta di un quarantenne di Padova, impiegato come magazziniere in una ditta locale e saltuariamente speaker presso una radio privata dove conduceva un programma sui giovani e i social network.

L’arresto è avvenuto in flagranza per detenzione e scambio di materiale pedopornografico.

Nei mesi scorsi infatti, l’uomo aveva tentato di sedurre su Instagram una bambina di 10 anni della provincia di Imperia.

Le intercettazioni informatiche e telefoniche, messe in atto dagli investigatori della Postale, hanno consentito l’identificazione e l’acquisizione di importanti elementi a carico dell’uomo a cui sono stati sequestrati, oltre al profilo social, anche tanto altro materiale inequivocabile.

fonte e foto polizia di stato

Roma: arrestato l'”Inglese”, il pedofilo della stazione Termini

Un cittadino americano di 52 anni è stato arrestato dagli uomini del commissariato Viminale di Roma, per pedofilia.

L’uomo da alcune settimane avvicinava dentro la stazione Termini minori stranieri ai quali proponeva poi dei rapporti sessuali; i rapporti venivano consumati in un appartamento poco distante dalla Stazione stessa, preso in affitto dall’uomo.

L’arrestato, che già si era fatto conoscere nell’ambiente della prostituzione tanto da meritarsi il soprannome de “l’Inglese“, è stato monitorato dagli investigatori con appostamenti e le telecamere di sorveglianza dello scalo ferroviario.

Finalmente “l’Inglese” è stato individuato mentre adescava un giovanissimo con il quale si è poi chiuso nel suo appartamento.

L’irruzione degli agenti nella casa ha sventato l’ennesimo abuso dell’uomo.

fonte Polizia di Stato

Adescava ragazzine sui social network, arrestato un 39enne

“Vale Bho”, “Francesco Bho”, “Debora Tricarico”, “Paky Spears”, “Ma Spe” e “Giada Campanelli” sono i profili che un uomo di 39 anni utilizzava sui social network per adescare ragazzine minorenni.

L’uomo, residente nella provincia di Bari, è stato arrestato dagli specialisti della Polizia postale barese con l’accusa di corruzione di minorenne, pornografia minorile, adescamento di minorenni. Gli episodi sarebbero avvenuti tra il 13 marzo e il 1° settembre scorso nei confronti di sei ragazzine di età inferiore a quattordici anni.

Tutti i genitori, soprattutto quelli di bambini di età inferiore a 14 anni, sono pertanto invitati a controllare i profili dei propri figli per verificare se sono stati ricevuti messaggi da profili con questi pseudonimi.

Nei falsi profili il 39enne si presentava come un ragazzino di età compresa tra 14 e 17 anni e di bell’aspetto; dopo un preliminare scambio di battute, l’uomo inviava alle minori filmati realizzati da lui stesso e che lo riproducevano, senza mostrare il volto, disteso su un letto mentre si masturbava.

L’indagine è partita dopo la denuncia di alcuni genitori messi in allerta dalle figlie contattate dal pedofilo.

Dopo una prima denuncia con relativo sequestro di tutto il materiale, l’uomo ha ricominciato a molestare altre minorenni riuscendo anche ad indurre un’adolescente a mandargli foto intime, con la promessa che non lo avrebbe detto a nessuno.

In quel caso il pedofilo, dopo essersi presentato come un 16enne di nome Checco (diminutivo di Francesco), era riuscito addirittura a iniziare una relazione sentimentale con la sua vittima.

Dopo averla convinta di essere innamorato di lei (“amo.. cucciolo.. ti amo.. ke cucciolo ke sei amore…” sono alcune delle paroline dolci che usava per circuire la ragazzina), il “mostro” l’ha persuasa a realizzare due foto intime e a inviargliele.

A quel punto gli specialisti della Postale hanno avviato un’ulteriore indagine, anche con agenti sotto copertura, raccogliendo tutte le prove che hanno portato all’arresto di questa mattina.

fonte Polizia di Stato

Matera: sequestro di foto di minorenni ad un 30enne

Custodiva nel proprio computer immagini di ragazzine, acquisite illegalmente. Un uomo di 30 anni, incensurato, è stato denunciato dopo che la Polizia postale di Matera ha analizzato il computer e l’hard disk dell’uomo.

Le indagini sono partite dalla denuncia di due ragazze minorenni contattate sui propri profili facebook da una sedicente segretaria di redazione del famoso marchio Yamamay che, millantando provini per selezionare nuove modelle, richiedeva foto in costume, cui seguiva l’invio della data dei provini stessi.

L’inganno risultava convincente, in quanto il link accedeva realmente al sito Yamamay, totalmente estraneo alla vicenda.

Quando le ragazze si sono presentate al negozio Yamamay di Matera, parlando con l’ignaro proprietario hanno avuto l’amara sorpresa: nessun concorso, nessun provino, foto inviate evidentemente ad uno sconosciuto millantatore.

Alla denuncia delle due ragazze è seguita anche quella del proprietario del negozio.

L’uomo, con questo stratagemma, si era impossessato di decine e decine di foto di minorenni. L’accusa per lui è di sostituzione di persona, possesso di materiale pedopornografico, truffa.

fonte Polizia di Stato

Operazione “Babylon”: la Postale scopre un mercato illecito nella darknet

È il primo sequestro in Europa e il secondo al mondo: la Polizia postale ha individuato un vero e proprio mercato virtuale nascosto nella darknet e ha sequestrato circa 14 mila wallet (conto corrente) di cryptomoneta per un valore di circa un milione di euro.

Si poteva acquistare di tutto, armi, sesso, documenti, droga e qualsiasi altro materiale o servizio illecito attraverso il pagamento con la moneta virtuale conosciuta con il nome di Bit-coin.

Gli investigatori della Polizia postale nella Conferenza stampa hanno dichiarato che, in collaborazione con Europol e coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda), erano sulle tracce di una comunità web di pedofili che si scambiava materiale attraverso portali che sfuggono ai normali motori di ricerca.

Durante le indagini è stato scoperto il sitoBabylon“, un grande mercato dove s’incontra l’offerta e la domanda degli utenti che vanno alla ricerca di cose “particolari”.

L’indagine ha individuato un italiano, gestore del più gettonato market place di traffici illeciti nella darknet.

fonte Polizia di Stato

Pedopornografia: 4 arresti e 25 persone denunciate

Una pericolosa rete criminale internazionale specializzata nella diffusione e nella cessione di materiali pedopornografico è stata scoperta dagli investigatori del Compartimento Polizia postale e delle comunicazioni di Milano.

L’operazione di questa mattina ha permesso di arrestare 4 persone e di indagarne 25. I poliziotti hanno, inoltre, individuato altri 233 utenti dislocati in 35 Stati diversi ritenuti “consumatori” telematici di materiale illegale.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati numerosi computer, telefoni smartphone e diverso materiale informatico ritenuto di estremo interesse al proseguimento dell’attività d’indagine partita nel 2012.

Gli uomini della Polizia postale sono arrivati ai pedofili monitorando alcuni siti web in cui erano presenti degli “spazi” virtuali dedicati alla condivisione di immagini personali.

Agli investigatori, però, non è sfuggito il metodo usato da chi invece era interessato ad “altro”.

Infatti, lo spazio funzionava solo da anticamera perché poi indirizzava gli utenti interessati alla pornografia minorile su altri contatti e su altri canali per lo scambio d’immagini dove comparivano bambini al di sotto dei 10 anni che subivano anche violenze ed atti sessuali.

fonte Polizia di Stato

Sesso nei bagni con ragazzini rom: otto arresti. Dai 10 ai 50 euro per un rapporto sessuale

Un giro di prostituzione che coinvolgeva ragazzini e ragazzine rom è stato scoperto dalla polizia.

I rapporti sessuali venivano consumati in strutture ricettive vicine, nelle abitazioni degli indagati, in parchi cittadini, bagni pubblici o a bordo di alcuni treni in sosta lunga. I compensi variavano dai 10 ai 50 euro a prestazione.

La polizia ha eseguito a Roma, Rieti, Viterbo e Napoli alcuni arresti nei confronti di soggetti ritenuti responsabili del reato di prostituzione minorile. Le indagini, iniziate da circa un anno dal Compartimento polizia ferroviaria per il Lazio anche con attività di intercettazione, osservazione e di videoriprese nonché di numerose audizioni protette, hanno permesso di accertare che la stazione Termini costituiva abituale punto d’incontro ed adescamento dei minori dediti alla prostituzione. Tra loro anche un parroco di 68 anni nel viterbese, trovato in possesso di un grosso quantitativo di materiale pedopornografico nel computer della sua abitazione nella Capitale. Il materiale è stato trovato durante una perquisizione e chi indaga sospetta sia un cliente dei nomadi minorenni costretti appunto a prostituirsi alla stazione Termini.

Nel corso dell’attività, nei mesi scorsi, sono stati già arrestati in flagranza un 59enne e un 79enne, colti mentre consumavano rapporti sessuali con i minori. La stazione Termini era utilizzata come punto strategico da parte di uomini di 35-40 anni, ma ci sono anche ultrasettantenni e un ottantenne, per adescare e consumare rapporti sessuali con ragazzini, maschi e femmine dai 13 ai 17 anni, per la maggior parte di etnia rom. “Non a caso abbiamo chiamato l’operazione Meeting Point. Gli incontri – racconta Emanuele Fattori, dirigente del settore operativo della polizia ferroviaria di Roma Termini – avvenivano sul lato destro della stazione, nei pressi di via Giolitti mentre i rapporti sessuali si consumavano a bordo di treni in lunga sosta, nei bagni pubblici della stazione o di esercizi commerciali ma anche in abitazioni private”.

fonte Il Giornale

Roma: prostituzione minorile alla stazione Termini, sei arresti

Sei arresti con l’operazioneTermini Meeting Point” che ha messo fine ad un giro di prostituzione minorile. Le indagini, iniziate circa un anno fa dalla polizia ferroviaria, hanno permesso di indagare complessivamente 17 persone nelle città di Roma, Rieti, Viterbo e Napoli.

Gli agenti attraverso intercettazioni, appostamenti, videoriprese e numerose audizioni protette delle vittime, sono riusciti a scoprire che l’ingresso laterale della stazione Termini su via Giolitti a Roma, costituiva l’abituale punto d’incontro ed adescamento dei minori che si prostituivano.

Gli indagati si facevano trovare vicini all’area delle scale mobili dove attendevano l’arrivo dei minori di origine rom, sia di sesso maschile che femminile, oppure li contattavano telefonicamente.

Diversi i luoghi dove venivano consumati i rapporti sessuali: in strutture ricettive vicine, nelle abitazioni degli indagati, in parchi cittadini, nei bagni pubblici o a bordo di alcuni treni in sosta lunga. I compensi variavano dai 10 ai 50 euro a prestazione.

Inoltre, già nei mesi scorsi, erano stati arrestati un cinquantanovenne ed un settantanovenne, sorpresi mentre consumavano rapporti sessuali con i minori.

fonte Polizia di Stato

Campania choc. Violentarono una minorenne, scatta l’arresto

Montella. Tre arresti per violenza carnale nei confronti di una minore. Un 32enne rumeno è finito in carcere. Una ragazza, sempre di nazionalità rumena, e un uomo irpino di 55 anni sono agli arresti domiciliari. La brutta storia si è verificata a Montella. La vittima è una 14enne rumena sola e indifesa, in un contesto familiare fragile e disagiato. Due uomini adulti approfittano di lei, ne fanno oggetto della loro insana passione, si sentono forti e sicuri, sapendo di poter contare sulla complicità della sorella più grande che sa tutto, ma finge di non vedere. Attenzioni morbose e molestie sessuali diventano l’incubo della minorenne, le subisce per mesi. Fino a quanto la storia non trapela. Forse per una confessione sussurrata tra i singhiozzi. Della vicenda vengono informati i servizi sociali.

La ragazzina viene sottratta alla famiglia che non sa o forse non può difenderla ed affidata ad una casa famiglia. Gli assistenti sociali avvisano i carabinieri della compagnia di Montella al comando del capitano Galloro. I militari intraprendono un’attività di indagine, trovano riscontri alla brutta storia, il muro di omertà comincia a scricchiolare, affiorano particolari, si raccolgono confidenze. Da questo quadro poco edificante emerge che il 32enne rumeno che abusava della ragazzina è il convivente della sorella, di quella sorella maggiore che accettava tutto senza ribellarsi e senza cercare di difendere la sorella più piccola. Anche un amico di famiglia, un uomo di 55 anni si prendeva molte libertà con la minorenne.

La ragazzina rumena è rimasta molto provata psicologicamente da questa vicenda. Pare, fortunatamente, che né il 32enne rumeno, né il 55enne irpino abbiano avuto rapporti sessuali completi con la ragazzina, i servizi sociali hanno agito tempestivamente, prima che accadesse il peggio, affidandola ad una casa famiglia e sottraendola alla libidine e agli istinti pruriginosi dei due. I fatti si riferiscono ad un anno fa. Sono state, invece, eseguite ieri le ordinanze di custodia del Gip del Tribunale di Avellino che ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Cantelmo, concordando con le risultanze investigative dei Carabinieri di Montella.

Insieme all’uomo di 55 anni, è finita agli arresti domiciliari anche la sorella della minorenne, per non aver impedito che la 14enne subisse abusi da parte dei due uomini e per averla costretta a sopportare in silenzio le violenze. Mentre per il trentaduenne rumeno si sono aperte le porte del carcere.

fonte Il Mattino

Blitz antipedofilia della Polizia Postale in 16 città

fonte Ministero dell’Interno

Perquisite abitazioni, sequestrati computer, anche minori tra i venti indagati

Tra la ventina di indagati quali presunti pedofili ci sono anche minorenni, non solo adulti. Un’inchiesta coordinata dalla Procura distrettuale della Repubblica e dalla Procura per i minorenni di Catania fa luce sull’inquietante ramificazione della pornografia minorile, portando all’alba di oggi a una serie di perquisizioni domiciliari eseguite in sedici città italiane dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni.

Le città interessate dalle perquisizioni sono state: Catania, Siracusa, Ragusa, Palermo, Caltanissetta, Reggio Calabria, Potenza, Avellino, Roma, Reggio Emilia, Lucca, Milano, Torino, Cuneo, Treviso e Venezia.

​Indagati maggiorenni e minorenni, e sequestrati i computer, in un’operazione che segnala l’abbassamento d’età degli ‘orchi del web’.