Occhio alle truffe: telefonino a basso prezzo

da Polizia di Stato

Sono molte le tecniche che i truffatori mettono in atto con grande bravura per spillare soldi, specialmente alle persone anziane.

Proprio per dare alle persone la possibilità di difendersi meglio dagli imbroglioni, raccoglieremo in questa sezione, denominata “Occhio alle truffe”, le tipologie dei raggiri più diffusi.

Vi spiegheremo come avvengono questi reati e quali sono, in genere, le persone prese di mira, in modo da richiamare l’attenzione delle potenziali vittime, ma soprattutto dei loro familiari o conoscenti.

Una premessa sempre valida: specialmente per le truffe in casa, il consiglio migliore da seguire è quello di non far entrare estranei nella propria abitazione, qualsiasi possa essere la scusa; in caso di dubbi, chiamare il 113 per farsi aiutare.

La descrizione delle truffe è resa più semplice ed efficace attraverso la pubblicazione di video realizzati dalla redazione di “Striscia la notizia” che mettono in scena le situazioni più ricorrenti, anche se, naturalmente, l’abilità dei malviventi sta spesso nel cambiare alcuni particolari per non esser prevedibili.

La descrizione delle truffe

 

Occhio alle truffe offerta di telefonini Telefonino a basso prezzo

Un malintenzionato fingendosi un rivenditore di cellulari che sta trasferendo il suo negozio, offre in vendita a un anziano signore un telefono

Allarme spamming

da Guardia di Finanza

Una nuova frode telematica si sta diffondendo sfruttando il logo istituzionale della Guardia di Finanza.

Decine di utenti hanno visto apparire, sullo schermo del computer,  un avviso web firmato Guardia di Finanza con il quale si comunica che il computer è stato bloccato e si invita l’utente a versare la somma di € 100,00 per ripristinarne la funzionalità.

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Invitiamo chiunque ricevesse un avviso del genere, di non pagare.

Coloro che sono caduti “nella trappola”, pagando la somma, sono pregati di segnalare quanto accaduto al più vicino Reparto della Guardia di Finanza.

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Occhio alle truffe: il falso amico del figlio

da Polizia di Stato

Sono molte le tecniche che i truffatori mettono in atto con grande bravura per spillare soldi, specialmente alle persone anziane.

Proprio per dare alle persone la possibilità di difendersi meglio dagli imbroglioni, raccoglieremo in questa sezione, denominata “Occhio alle truffe”, le tipologie dei raggiri più diffusi.

Vi spiegheremo come avvengono questi reati e quali sono, in genere, le persone prese di mira, in modo da richiamare l’attenzione delle potenziali vittime, ma soprattutto dei loro familiari o conoscenti.

Una premessa sempre valida: specialmente per le truffe in casa, il consiglio migliore da seguire è quello di non far entrare estranei nella propria abitazione, qualsiasi possa essere la scusa; in caso di dubbi, chiamare il 113 per farsi aiutare.

La descrizione delle truffe è resa più semplice ed efficace attraverso la pubblicazione di video realizzati dalla redazione di “Striscia la notizia” che mettono in scena le situazioni più ricorrenti, anche se, naturalmente, l’abilità dei malviventi sta spesso nel cambiare alcuni particolari per non esser prevedibili.

La descrizione delle truffe

Occhio alle truffe il falso amico del figlio Il falso amico del figlio

Un malintenzionato ferma per strada un anziano signore e fingendo di essere un amico del figlio gli dice che deve consegnargli un giubbotto acquistato da quest’ultimo.

 

Occhio alle truffe: la falsa benedizione

(da Polizia di Stato)

Sono molte le tecniche che i truffatori mettono in atto con grande bravura per spillare soldi, specialmente alle persone anziane.

Proprio per dare alle persone la possibilità di difendersi meglio dagli imbroglioni, raccoglieremo in questa sezione, denominata “Occhio alle truffe”, le tipologie dei raggiri più diffusi.

Vi spiegheremo come avvengono questi reati e quali sono, in genere, le persone prese di mira, in modo da richiamare l’attenzione delle potenziali vittime, ma soprattutto dei loro familiari o conoscenti.

Una premessa sempre valida: specialmente per le truffe in casa, il consiglio migliore da seguire è quello di non far entrare estranei nella propria abitazione, qualsiasi possa essere la scusa; in caso di dubbi, chiamare il 113 per farsi aiutare.

La descrizione delle truffe è resa più semplice ed efficace attraverso la pubblicazione di video realizzati dalla redazione di “Striscia la notizia” che mettono in scena le situazioni più ricorrenti, anche se, naturalmente, l’abilità dei malviventi sta spesso nel cambiare alcuni particolari per non esser prevedibili.

La descrizione della truffa

Finte suore nella truffa delle false benedizioniLa falsa benedizione

Due finte suore abbordano delle signore anziane con la scusa che il nuovo parroco deve benedire le case. Le religiose fissano l’appuntamento per la benedizione e si presentano con un falso prete.

 

Occhio alle truffe: le false forze dell’ordine

(dal sito della Polizia di Stato)

Sono molte le tecniche che i truffatori mettono in atto con grande bravura per spillare soldi, specialmente alle persone anziane.

Proprio per dare alle persone la possibilità di difendersi meglio dagli imbroglioni, raccoglieremo in questa sezione, denominata “Occhio alle truffe”, le tipologie dei raggiri più diffusi.

Vi spiegheremo come avvengono questi reati e quali sono, in genere, le persone prese di mira, in modo da richiamare l’attenzione delle potenziali vittime, ma soprattutto dei loro familiari o conoscenti.

Una premessa sempre valida: specialmente per le truffe in casa, il consiglio migliore da seguire è quello di non far entrare estranei nella propria abitazione, qualsiasi possa essere la scusa; in caso di dubbi, chiamare il 113 per farsi aiutare.

La descrizione delle truffe è resa più semplice ed efficace attraverso la pubblicazione di video realizzati dalla redazione di “Striscia la notizia” che mettono in scena le situazioni più ricorrenti, anche se, naturalmente, l’abilità dei malviventi sta spesso nel cambiare alcuni particolari per non esser prevedibili.

La descrizione delle truffe

Occhio alle truffe i finti CarabinieriLe false forze dell’ordine

I malviventi con false divise da poliziotti o da carabinieri riescono ad entrare in casa di un’anziana e con la scusa che in zona sono stati messi a segno alcuni furti e una parte del bottino è stato recuperato, le chiedono di verificare se gli è stato rubato qualcosa.

 

 

 

 

 

I falsi operai Enel

Prima individuano la vittima e poi la chiamano al telefono presentandosi come operai Enel. Due truffatori durante la telefonata spiegano che devono istallare in casa un apparecchio conforme alle nuove normative europee e che trovandosi in zona potrebbero farlo anche subito.

 

I falsi pompieri

Due uomini vestiti da pompieri si presentano a casa di un signore con la scusa che nel palazzo di fronte è in corso un principio di incendio.

 

Un mazzo di fiori per il compleanno In due, un uomo e una donna, seguono un anziano per scoprire il suo indirizzo e la data di nascita. Il giorno del compleanno della vittima scatta il raggiro: la donna acquista un mazzo di fiori e va a casa dell’anziano fingendosi una fioraia.

 

Un’attraente ragazza bussa alla porta Una bella ragazza suona alla porta di un anziano signore che vive da solo con la scusa di una vendita per beneficenza e, adottando atteggiamenti gentili e provocanti, convince l’ignara vittima ad aprirgli la porta e a farla accomodare in casa.

Arriva a casa l’incaricato Inps con un pacco in omaggio

Un falso incaricato dell’Inps si presenta a casa di una pensionata per consegnargli un pacco regalo e dare una buona notizia da parte dell’ente di previdenza.

Arriva a casa l’incaricato Enel per rimborsare le bollette

Una persona o più persone con finto tesserino dell’Enel si presentano a casa di un’anziana signora con la scusa “interessante” che riceverà un rimborso….

Come riconoscere i soldi falsi

(da Italia chiama Italia)

Qual è il vero colore dei soldi? Scoprirlo è meno facile di quel che sembra. I dati di Bankitalia infatti parlano chiaro: il giro nostrano della contraffazione ha prodotto negli ultimi tre anni 464.495 banconote false con una crescita significativa delle stamperie clandestine.
 
I falsari sembrano essersi concentrati soprattutto sulla riproduzione del taglio da 50 euro, che risulta pari all’87,41% del totale dei biglietti ritirati o sequestrati, mentre sul fronte delle monete metalliche le più “gettonate”  sembrano quelle da due euro. Quali sono i tagli più falsificati?
 
Stando ai dati di Banca d’Italia, il gradimento dei falsari a livello di Eurosistema sembra aver premiato dopo il 50, il taglio da 20 euro, mentre in Italia, il 50 ed il 100 euro vanno per la maggiore, (rispettivamente circa 43.800 e 44.100 esemplari), rappresentando oltre il 73% del totale dei falsi.
 
Per riconoscere le banconote fasulle è sufficiente adottare alcuni semplici accorgimenti, lasciandosi guidare dai sensi…
 
1. Gli elementi distintivi

Toccare con mano, questo l’imperativo assoluto per riconoscere una banconota autentica, ma anche l’occhio vuole la sua parte…oltre ad elementi tattili, infatti, le banconote riportano alcune caratteristiche visive uniche ed inimitabili da tenere bene sott’occhio!
 
La consistenza della banconota: la carta ha una sua particolare sonorità e consistenza. Le banconote infatti sono fabbricate con fibre di puro cotone che conferiscono una certa rigidità e opacità (diffidare dalle banconote lucide).
 
Gli elementi di rilievo: sfiorando la superficie di un biglietto si può percepire l’inchiostro che genera un effetto di maggior spessore. Questo è il risultato di una particolare tecnica di stampa che conferisce maggiore spessore all’immagine principale. Le banconote da 200 e 500 euro sono dotate di ulteriori segni rilevabili al tatto, che ne agevolano il riconoscimento da parte dei non vedenti e delle persone con problemi visivi.
 
La filigrana: guardando una banconota in controluce si può scorgere il motivo principale e la cifra indicante il valore. La filigrana inoltre costituisce una delle peculiarità delle banconote, che, se guardate in controluce, hanno caratteristiche inimitabili. Il passaggio tra zone d’ombra e zone in chiaro è sfumato e appoggiando le banconote su una superficie scura le parti colorate risulteranno particolarmente scure.
 
La trasparenza è evidenza: agliangoli superiori delle banconote sono stampatiincompletisu entrambi i lati, le cifre nominali, che si combinano perfettamente a formare il numero tenendo il biglietto in controluce.
 
Il filo di sicurezza: tenendo una banconota in controluce si può osservare una linea scura che l’attraversa, recante la parola Euro e il valore nominale in microscrittura.
 
Perforazioni: tenendo una banconota in controluce nell’ologramma si scorge il simbolo dell’Euro formato di perforazioni. Viene anche riportata la cifra indicante il valore in caratteri di piccole dimensioni.
 
Microscrittura: guardando la banconota da vicino, ma difficilmente ad occhio nudo, si possono osservare sottili iscrizioni sul fronte dei biglietti (come la scritta Euro in greco).
 
Striscia olografica: muovendo la banconota cambia l’immagine rilevabile sulla striscia olografica: alternativamente si osservano la cifra e il simbolo dell’Euro su un campo iridescente.
 
Striscia brillante: sempre muovendo la banconota sul retro si potrà scorgere una striscia con il valore nominale e il simbolo dell’Euro.
 
Colore cangiante: Muovendo la banconota da 50, 100, 200 e 500 euro si può notare un cambiamento di colore della cifra riprodotta.
 
Ologramma: muovendo la banconota l’ologramma mostra la cifra indicante il valore e l’immagine di una finestra o di un portale.
 
Sospetto di contraffazione: cosa fare?
 
La diffidenza non è mai troppa, soprattutto in fatto di banconote contraffatte. Spendere soldi fasulli infatti è reato indipendentemente dalla buona fede del soggetto.
 
Quindi, nel caso in cui si abbiano dei dubbi sulla legittimità di una banconota o di una moneta è opportuno contattare le forze di polizia fornendo quanti più dettagli possibili riguardo alla provenienza, oppure far esaminare la banconota o moneta da addetti agli sportelli delle banche, degli uffici postali o delle filiali della Banca d’Italia.
 
Cosa avviene nel caso se ne accerti la falsità? Le forze dell’ordine hanno l’obbligo di ritirare il taglio dalla circolazione e di inviarlo alla sede centrale della Banca d’Italia, dove sarà sottoposto a perizia.
 
Se la Banca d’Italia accerta la legittimità della banconota o della moneta, il cittadino che l’ha presentata viene rimborsato senza alcuna trattenuta. Al contrario, non è dovuto alcun rimborso in caso di conferma della falsità del biglietto.
 
Presso gli sportelli della Banca d’Italia è possibile anche richiedere la sostituzione di una banconota logora, danneggiata o mutilata.

Allarme spamming

dal Sito Ufficiale della Guardia di Finanza

Una nuova frode telematica si sta diffondendo sfruttando il logo istituzionale della Guardia di Finanza.

Decine di utenti hanno visto apparire, sullo schermo del computer,  un avviso web firmato Guardia di Finanza con il quale si comunica che il computer è stato bloccato e si invita l’utente a versare la somma di € 100,00 per ripristinarne la funzionalità.

Altri utenti hanno ricevuto al proprio indirizzo di posta elettronica, una e-mail nella quale venivano richieste informazioni personali.

Invitiamo chiunque ricevesse un avviso del genere, di non pagare.

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Italia-programmi.net. La truffa continua. La parziale inerzia delle istituzioni

fonte: Aduc

E’ una truffa a tutto tondo. Dopo sei mesi dalla nostra denuncia all’Antitrust per pratica commerciale scorretta, e le intimazioni dell’Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato perche’ smettessero in questa illecita sollecitazione (intimazioni, ovviamente mai prese in considerazione), il fenomeno continua a dilagare. L’Aduc mobilitata in prima fila e i centralini di Antitrust e Polizia Postale presi d’assalto, non sono stati sufficienti a placare la furia di questa azienda che ha sede alle isole Seychelles e che ruba indirizzi mail e territoriali facendo credere che ci si stia registrando per scaricare da Internet un programma gratuito di software;

 

 registrazione che poi viene recriminata come a pagamento e per la quale i malcapitati vengono tartassati con mail e posta prioritaria in cui si minacciano vie legali in caso di non adempimento.
La vicenda continua a montare, con centinaia di richieste quotidiane al nostro sito web e ai nostri telefoni da parte di internauti piu’ o meno spaventati.
Il problema e’ che alcune autorita’ hanno per ora sottovalutato il problema e, soprattutto la Procura della Repubblica, investita da una nostra denuncia e centinaia di altre in tutta Italia, tarda ad intervenire per porre sotto sequestro il dominio web di questi truffatori. Mentre la Polizia Postale, che comunque informa sul fatto che non bisogna pagare a fronte delle minacce che si ricevono, valuta al momento la vicenda solo in termini contrattuali e non penali: cioe’ come se fosse solo una pratica commerciale scorretta (da cui l’intimazione dell’Antitrust e la sanzione in arrivo) e non una truffa. Valutazione che a nostro avviso contribuisce al ritardo dell’azione penale contro di loro e al continuo dilagare della truffa: se in tanti si informano e non pagano, sono sempre tanti che si fanno intimorire e pagano.

Qui tutta la vicenda e i nostri consigli -non pagare e non interloquire

Affari miliardari con le elargizioni

da ADUC –

Cinque miliardi di euro è la cifra spesa ogni anno in Germania in elemosine. Ma ai destinatari, di quei soldi ne arrivano molti di meno. Nel libro Die Spendenmafia (la mafia delle donazioni), il giornalista economico Stefan Loipfinger mette in guardia da imbroglioni e approfittatori -spesso, dice, sono le grandi organizzazioni internazionali.

D.Der Spiegel: Signor Loipfinger, nel suo libro lei traccia un parallelo tra il mondo della carità e la mafia. E’ così grave?
R.Stefan Loipfinger: Sì, lo è. Nel settore caritativo vengono movimentate somme enormi e pressoché senza controlli, ciò che lo rende molto appetibile ai truffatori. In generale non si tratta di singoli individui, bensì di grandi organizzazioni che agiscono a livello internazionale in modo ramificato. I loro metodi sono alquanto sospetti, e le dichiarazioni di chi ne è uscito fanno pensare a metodi mafiosi. Ma a differenza della pura economia criminale, qui s’aggiunge la coperta caritatevole sotto cui si può celare di tutto.

 
D.Cinque miliardi di donazioni l’anno in Germania sono considerevoli. Qual’è la parte che finisce nelle mani delle organizzazioni poco serie?
R.Purtroppo le cifre sono quasi inesistenti. Trasparenza è una parola poco conosciuta in quell’ambiente. In Germania ci sono 566.000 associazioni e 17.000 fondazioni; già questo ci dice che parliamo di grosse somme. Naturalmente ci sono molte organizzazioni che operano in modo serio e con dedizione umanitaria. Però rimane un ampio spazio per truffatori e collettori poco seri. Ritengo che, ogni anno, a non raggiungere i bisognosi siano importi milionari a tre cifre.

D.Ma si può ancora donare con buona coscienza?
R.Certamente. Purché il donatore sia cosciente che non ci sono solo persone ben intenzionate, ma anche lupi con manto d’agnello. Per filtrarli, l’unica cosa da fare è informarsi e non aprire subito il portafoglio per malintesa compassione. I donatori consapevoli sono molto più utili ai bisognosi.

D.Con che cosa hanno più successo i questuanti poco seri?
R.La gente è emotiva. Raramente immagini di bambini affamati o di cuccioli abbandonati non centrano il bersaglio. Ed è proprio lì che puntano gli enti poco seri. Offrono regalini, come ciondoli con l’angelo custode o talismani fatti da ragazzini -chi è che non dà volentieri qualcosa in cambio? Nel frattempo, raccogliere elemosine è divenuto un affare altamente professionale. Ci sono dei pubblicitari che s’inventano campagne molto costose; quei soldi non arriveranno mai ai destinatari. Raccogliere fondi è cosa buona di per sé, ma le proporzioni devono quadrare: gran parte delle entrate dovrebbe fluire nel progetto, invece spesso non è così.

D.Qual è la truffa più spudorata in cui è incappato?
R.Ogni caso è davvero sconfortante. Ma quello che ho trovato scandaloso è il Gandhi Hunger Fonds. Qui il nipote del Mahatma Gandhi ha fondato un ente per bambini denutriti. Solo che, dei soldi raccolti nel 2009, non un solo centesimo è finito in cibo. Al contrario, l’organizzazione si è indebitata perché il 175% degli introiti è stato speso in missive questuanti e altro.

D.Nel suo libro lei critica anche organizzazioni rinomate come la Stiftung Unesco di Ute-Henriette Ohoven o la Katarina-Witt-Stiftung. Sono sospette in uguale misura?
R.La dimensione non è un indice di serietà. Nemmeno i nomi prestigiosi danno certezze. Le strutture complicate rendono difficile l’analisi, e in molti casi si può presumere che ciò sia a sommo studio. Anche per le organizzazioni che lei cita, la gestione dei soldi affidati non si misura sempre con i criteri morali pubblicizzati all’esterno. Come mai la signora Ohoven vola in Africa nella lussuosa classe affari con i soldi della Fondazione? Quando sento queste cose mi è difficile essere cortese. Se per lei l’impegno verso i poveri è tanto importante, come spiega sulle riviste patinate, perché non si paga la promozione di tasca propria? Sarebbe coerente.

D.Come mai la gente famosa o i politici promuovono associazioni dubbie?
R.In molti casi c’è probabilmente della buona fede mista a ingenuità; talvolta magari anche il desiderio di dare l’immagine del benefattore. Il rischio di compromettere il proprio nome spesso è sottovalutato. Perché l’ex presidente della Repubblica Richard von Weizsaecker fa pubblicità all’Associazione dei cani abbandonati? Oppure “Miss Notiziario”, Dagmar Berghoff all’azione “Sogno infantile”? Tutt’e due farebbero meglio a mettere la loro notorietà al servizio di associazioni più serie.

D.E la politica assiste inerte a quel che accade?
R.Nel campo delle donazioni non esistono controlli pubblici, di fatto. Le leggi emanate tanto tempo fa sulle collette sono state abolite da dodici Laender su sedici, e mai sostituite. Le Finanze fanno accertamenti puramente formali. Manca la sensibilità verso i problemi di questo sistema, e in caso di abusi si parla quasi sempre solo di singoli episodi. Non c’è pressoché nessuno che sia cosciente della frequenza con cui viene aggirata l’intenzione dei donatori.

D.Quale regolamentazione servirebbe?
R.L’autoresponsabilità non basta, come è stato abbondantemente dimostrato. Il primo passo dovrebbe essere l’obbligo di legge alla trasparenza. Se associazioni e fondazioni fossero costrette a dichiarare come usano le loro entrate, molte elargizioni non finirebbero negli enti sbagliati. Tramite www.spendenpetition.de chiediamo che tutti gli enti con un introito annuale superiore a 30.000 euro rendano pubblico il loro bilancio.

D.Come può un donatore distinguere i buoni dai cattivi?
R.Se un’associazione si propone con immagini e testi emotivi, occorre prudenza. Anche la pressione a firmare subito un contratto associativo o una donazione duratura è un segnale d’allarme. E poi, ovviamente, è decisiva la richiesta di trasparenza. Se un ente non dà conto volontariamente della destinazione dei soldi raccolti, non merita d’essere sostenuto!

(intervista di Beatrix Boutonnet pubblicata da Der Spiegel del 25-12-2011. Traduzione di Rosa a Marca)

Calcioscommesse, Serie A nel mirino «Coinvolti giocatori, società e arbitri»

fonte: il Messaggero.it

l giro è molto più grosso di quello scoperto finora. E chiama in causa giocatori, società ed arbitri, anche di serie A. Dalle carte dell’inchiesta della procura di Cremona sul calcioscommesse emerge un nuovo tassello del puzzle che gli inquirenti stanno faticosamente tentando di comporre. Ed è l’ennesimo pezzo che chiama in causa la A.

L’informativa. A fornirlo è un rapporto della Mobile di Bologna di ottobre, in cui è riassunto il racconto di una «fonte confidenziale di assoluta affidabilità, particolarmente addentrata nel mondo delle scommesse sportive lecite e del gioco d’azzardo». Secondo la fonte «il fenomeno delle partite truccate sarebbe ben più ampio di quello emerso dalle indagini condotte dalla procura di Cremona e vedrebbe coinvolti giocatori, società ed arbitri sia nella serie A che in quelle minori».

Per 3/4 del campionato «possono esserci accordi tra giocatori per “aggiustare” i risultati», ma questi «non offrono garanzie assolute». Diverso è il discorso quando si avvicina la fine del campionato e i giochi sono ormai quasi fatti. A quel punto, rivela la fonte, «entrano invece in gioco le società, i cui dirigenti concordano gli esiti delle partite: l’esito dell’incontro è praticamente sempre quello concordato, fatto che induce a ritenere che le società riescano in qualche modo a pilotare il comportamento dei propri giocatori e della terna arbitrale». Il racconto dell’uomo è lungo e dettagliato: «nel mondo degli scommettitori vi sono soggetti che hanno stretti rapporti con le società o con singoli giocatori, i quali riescono a sapere con congruo anticipo quando una partita risulta truccata e dunque sono in grado di effettuare scommesse anche importanti in termini economici su tali aventi».

Gattuso. Tra le migliaia di pagine degli atti dell’inchiesta emergono poi i nomi di altri due giocatori importanti di serie A, oltre a quello di Cristiano Doni. C’è quello di Gennaro Gattuso, dopo che il pentito Wilson Perumal aveva parlato di un suo inesistente fratello. Stavolta a nominarlo è l’altro pentito, il tedesco Marjio Cvrtak. Dopo aver sentito Perumal gli investigatori gli chiedono se conosce «parenti di Gattuso» coinvolti nella manipolazione delle partite. E lui risponde: «Io so soltanto che lo zio di Gattuso ha un ristorante nelle vicinanze del campo dell’Ac Milan a Milanello, dove ho mangiato più volte… Io lì non ho scommesso. Non ho sentito che lì si scommetteva». Dagli accertamenti svolti non risulterebbe un ristorante di proprietà dello zio di Ringhio nei pressi di Milanello.

Sneijder. E c’è anche l’interista Sneijder nelle carte, anche se leggendo il tabellino della partita in questione è probabile che chi fa il suo nome si sbagli e scambi Schneider con Stankovic. A citarlo sono Zoltan Kenesei – un ex giocatore ungherese arrestato dalle autorità di quel paese per aver combinato diverse partite in contatto con il singaporiano Eng Tan Seet – e tale Matyas Lazar, uomo che spesso è in Italia. La telefonata è del 9 aprile 2011 alle 20.09, il giorno di Inter-Chievo, finita 2-0 per i nerazzurri e Lazar è nel nostro paese.

Gli interrogatori di oggi. Saranno sentiti oggi dal gip di Cremona Luigi Sartor e Carlo Gervasoni, due degli arrestati. Carlo Gervasoni, giocatore del Piacenza ora sospeso è accusato di aver fornito «per almeno un anno al gruppo un contributo stabile con particolare riferimento alle partite che vedevano coinvolte le squadre nelle quali via via militava, Mantova, Cremonese e Piacenza, svolgendo altresì attività per reclutare calciatori disponibili a farsi corrompere e mantenendo con costoro i contatti». Sartor, invece, è invece accusato di essere il «contabile» del cosiddetto gruppo di scommettitori bolognesi di cui faceva parte anche l’ex bomber Giuseppe Signori. Domani sarà interrogato il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni.