Milioni di euro dalle truffe, fermata banda di zingari

da Polizia di Stato

Truffe, furti e rapine erano la loro  attività. Si tratta di una banda di zingari “Sinti” di cittadinanza italiana scoperta dalle Squadre mobili di Brescia e di Trento. Sono otto  gli arresti che questa mattina la polizia ha eseguito nelle province di Brescia, Mantova, Bolzano e Venezia province dove la banda svolgeva le sue  attività illecite.

L’operazione denominata “Derrick”, dal soprannome di uno degli arrestati, ha portato alla denuncia anche di 20 persone e al sequestro di lussuose  ville, denaro contante, quadri ed altri oggetti di valore ed autovetture di lusso, come Ferrari, Bentley, Jaguar.

Nessuno degli zingari proprietari di tali beni svolge un’attività lavorativa o ha mai presentato dichiarazione di redditi, e le ricchezze,  quantificate in almeno 8 milioni di euro, vengono considerate dagli inquirenti come arricchimento illecito.

Le truffe realizzate dal gruppo criminale sono una quarantina, tutte ai danni di imprenditori che venivano anche picchiati e minacciati di morte  per non denunciare i fatti.   Denunce che spesso non venivano presentate anche perché le grosse somme di denaro truffate erano soldi in nero.

Le indagini erano iniziate separatamente in Trentino Alto Adige e nel bresciano fino dal 2009.

La banda,da quanto si è scoperto, era ben organizzata: I malviventi si facevano conoscere come magnati russi o degli Emirati Arabi,  provenienti da Dubai e gli imprenditori, nessuno alle prime armi, si erano fidati anche perché i Sinti si presentavano bene, con le auto di  lusso e inviti nelle loro ville sul Garda bresciano.   Quelle stesse ville ora sequestrate tra gli applausi della gente del posto, a dire: ”Qui ci hanno truffati tutti”.
Cercavano le loro vittime con annunci sui giornali e così avevano trovato anche quattro imprenditori di Bolzano, che vendevano alberghi e ai  quali hanno truffato più di 600 mila euro.

Oltre a contrattare questi affari, i nomadi proponevano anche cambi di valuta, ad esempio tra franchi svizzeri ed euro, con guadagni dal 15 al 20  per cento ma lasciavano immancabilmente in mano al malcapitato una valigia piena di cartaccia.
Nel corso delle perquisizioni un arresto è stato effettuato perché una persona è stata trovata in possesso di una pistola con  matricola abrasa.

Internet: attenzione alla “multa online” è una truffa

da Polizia di Stato

La polizia postale e delle comunicazioni mette in guardia gli utenti della Rete sulla diffusione di un virus  informatico che blocca il computer facendo comparire una schermata che impone il pagamento di 100 euro per poter poi ricevere il codice di sblocco  del sistema.

L’immagine che compare riproduce fedelmente l’intestazione del Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle  infrastrutture critiche) l’ufficio di Polizia che si occupa della prevenzione e della repressione dei crimini informatici.

Si tratta ovviamente di una riproduzione abusiva che non ha nulla a che fare con il vero ufficio della Polizia di Stato che non chiederebbe mai il  pagamento di una somma di denaro a nessun titolo.

Si tratta invece di un pagina presente su un server russo con la quale si tenta di trarre in inganno i navigatori del web facendo leva sul timore  che può incutere l’intestazione della pagina stessa, anche perché essa compare in conseguenza dell’accesso, da parte dell’utente, a  siti per adulti.

L’invito della polizia postale e delle comunicazioni è di dotarsi di un antivirus da tenere sempre aggiornato, di navigare mediante la  predisposizione di un account utente e non con diritti di amministrazione e soprattutto di non pagare nulla a nessuno. Per maggiori informazioni  consultare il sito del Commissariato di p.s. online.

Occhio alle truffe: il piccione “dispettoso”

da Polizia di Stato

Sono molte le tecniche che i truffatori mettono in atto con grande bravura per spillare soldi, specialmente alle persone anziane.

Proprio per dare alle persone la possibilità di difendersi meglio dagli imbroglioni, raccoglieremo in questa sezione, denominata “Occhio alle  truffe”, le tipologie dei raggiri più diffusi.

Vi spiegheremo come avvengono questi reati e quali sono, in genere, le persone prese di mira, in modo da richiamare l’attenzione delle potenziali  vittime, ma soprattutto dei loro familiari o conoscenti.

Una premessa sempre valida: specialmente per le truffe in casa, il consiglio migliore da seguire è quello di non far entrare estranei nella  propria abitazione, qualsiasi possa essere la scusa; in caso di dubbi, chiamare il 113 per farsi aiutare.

La descrizione delle truffe è resa più semplice ed efficace attraverso la pubblicazione di video realizzati dalla redazione di “Striscia  la notizia” che mettono in scena le situazioni più ricorrenti, anche se, naturalmente, l’abilità dei malviventi sta spesso nel cambiare  alcuni particolari per non esser prevedibili.

La descrizione delle truffe

Occhio alle truffe il falso piccione dispettoso Il piccione “dispettoso”

Un imbroglione spruzza sui capelli o sulla giacca della vittima una sostanza simile a un escremento di piccione. Il complice, con la scusa di    aiutare la persona colpita a pulirsi, in realtà lo “ripulisce” del portafoglio

Falsi corsi per falsi poliziotti, scoperta truffa in Sicilia

da Polizia di Stato

Bastava pagare da 500 a 700 euro e si  riceveva il kit del perfetto “agente” di polizia stradale. Questa è la truffa messa in piedi da 5 siciliani a Caltanissetta.

Con sei ore di corso ed un esame teorico-pratico gli aspiranti “agenti” della polizia stradale acquisivano il diritto di indossare una pettorina,  avere in dotazione paletta e lampeggiante blu e mettersi in tasca un tesserino di riconoscimento. In almeno un caso è stato addirittura  simulato un posto di blocco per il superamento dell’esame.

Non paghi i truffatori attribuivano ai corsisti anche i gradi: si andava dal grado di “agente” a quello di “commissario capo” di questa  specialità.

Tutto falso ovviamente e tutto documentato dagli agenti, quelli veri, della Digos di Caltanissetta che in occasione di una visita di  un’autorità in provincia avevano notato questi strani “colleghi” che si davano un gran da fare in mezzo alla strada con paletta e pettorina.

La polizia ha sequestrato complessivamente 37 tessere plastificate con la scritta “Servizio di polizia stradale” , 9 pettorine, 8 palette in  dotazione alla polizia, 4 lampeggianti, 3 pass di autorizzazione al parcheggio, 18 autorizzazioni a detenere palette, casacche e lampeggianti e 16  attestati di partecipazione ai corsi di “polizia stradale”.

Acquistavano auto con assegni falsi, 21 arresti a Pescara

da Polizia di Stato

Una banda di rom in provincia di Pescara era riuscita a mettere in piedi una serie di  truffe per l’acquisto di auto che poi venivano rivendute anche all’estero con un giro di affari superiore al milione di euro.

Sono 21 gli arresti eseguiti questa mattina dalla polizia stradale di Pescara per falso e ricettazione e altre 30 persone sono state denunciate.  Sono 55 le autovetture recuperate dalla polizia.   I malviventi falsificavano documenti e assegni per l’acquisto di autoveicoli, alcuni dei quali esportati anche in Lituania, Germania e Bulgaria.

L’inchiesta della Polstrada ha scoperto che l’organizzazione criminale, il cui nucleo centrale faceva capo a un gruppo di Montesilvano (Pescara),  contattava i venditori privati delle auto su Internet e giornali e poi, con abili trattative, documenti ed assegni falsi acquistava le macchine  raggirando i proprietari.

Le trattative venivano concluse sempre di venerdì o nei giorni di chiusura delle banche per poter pagare con assegni scoperti o assegni  circolari falsi senza che ci fosse il controlla degli istituti bancari.

Alle agenzie per le pratiche auto invece i criminali pagavano in contanti la formalizzazione del passaggio di proprietà, per far credere ai  venditori che non esistevano problemi di soldi.

La truffa si concludeva con un ulteriore passaggio di proprietà a persone compiacenti prima ancora che i primi proprietari si accorgessero  del raggiro.

Occhio alle truffe: l’affare di un oggetto di valore

da Polizia di Stato

Molte sono le tecniche che i truffatori mettono in atto con abilità per “spillare” soldi alla gente, specialmente alle persone anziane.

Proprio per dare ai cittadini la possibilità di difendersi dagli imbroglioni, stiamo raccogliendo in questa sezione, chiamata appunto “Occhio alle truffe”, gli inganni più diffusi.

Ma come si mettono in atto questi reati e chi sono i soggetti presi di mira?

È semplice scoprirlo, grazie ai video realizzati da “Striscia la notizia”, partner della Polizia di Stato in questa caccia ai furfanti. Ogni settimana una truffa diversa, per mettere in guardia i nostri utenti e per renderli partecipi delle situazioni più ricorrenti.

E ricordatevi: se siete in casa non fate mai entrare estranei. Se avete un dubbio, qualsiasi dubbio, chiamate subito il 113!


La descrizione dell
e truffe

 

occhio alle truffe l'affare di un oggetto di valore L’affare di un oggetto di valore

Tre truffatori, ognuno interpretando una parte, riescono a vendere ad un signore un anello senza alcun valore a 200 euro. Può sembrare strano ma la capacità dei malfattori di rendere credibile

Occhio alle truffe: la scusa della tintoria

da Polizia di Stato

Sono molte le tecniche che i truffatori mettono in atto con grande bravura per spillare soldi, specialmente alle persone anziane.

Proprio per dare alle persone la possibilità di difendersi meglio dagli imbroglioni, raccoglieremo in questa sezione, denominata “Occhio alle truffe”, le tipologie dei raggiri più diffusi.

Vi spiegheremo come avvengono questi reati e quali sono, in genere, le persone prese di mira, in modo da richiamare l’attenzione delle potenziali vittime, ma soprattutto dei loro familiari o conoscenti.

Una premessa sempre valida: specialmente per le truffe in casa, il consiglio migliore da seguire è quello di non far entrare estranei nella propria abitazione, qualsiasi possa essere la scusa; in caso di dubbi, chiamare il 113 per farsi aiutare.

La descrizione delle truffe è resa più semplice ed efficace attraverso la pubblicazione di video realizzati dalla redazione di “Striscia la notizia” che mettono in scena le situazioni più ricorrenti, anche se, naturalmente, l’abilità dei malviventi sta spesso nel cambiare alcuni particolari per non esser prevedibili.

La descrizione delle truffe

La scusa della tintoria

I truffatori per mettere in pratica questo raggiro si appostano davanti a una lavanderia e aspettano l’arrivo di una persona anziana. Una volta individuata la vittima, uno dei due segue la persona per vedere dove abita, mentre l’altro entra nella lavanderia e si fa dare la carta dove vengono avvolti i vestiti una volta lavati.

Occhio alle truffe: falso apparecchio “salva soldi”

da Polizia di Stato

Sono molte le tecniche che i truffatori mettono in atto con grande bravura per spillare soldi, specialmente alle persone anziane.

Proprio per dare alle persone la possibilità di difendersi meglio dagli imbroglioni, raccoglieremo in questa sezione, denominata “Occhio alle truffe”, le tipologie dei raggiri più diffusi.

Vi spiegheremo come avvengono questi reati e quali sono, in genere, le persone prese di mira, in modo da richiamare l’attenzione delle potenziali vittime, ma soprattutto dei loro familiari o conoscenti.

Una premessa sempre valida: specialmente per le truffe in casa, il consiglio migliore da seguire è quello di non far entrare estranei nella propria abitazione, qualsiasi possa essere la scusa; in caso di dubbi, chiamare il 113 per farsi aiutare.

La descrizione delle truffe è resa più semplice ed efficace attraverso la pubblicazione di video realizzati dalla redazione di “Striscia la notizia” che mettono in scena le situazioni più ricorrenti, anche se, naturalmente, l’abilità dei malviventi sta spesso nel cambiare alcuni particolari per non esser prevedibili.

La descrizione delle truffe

 

occhio alle truffe falsi apparecchi salva soldi Falso apparecchio “salva soldi”

Due malviventi, dopo essersi informati sul nome del parroco della zona in cui vogliono inscenare il raggiro, si presentano a casa di un’anziana facendo il nome del prete come referenza.

Nasce l’Osservatorio nazionale sui furti di rame

da Ministero Interno

Siglato al Viminale dal ministro dell’Interno il protocollo d’intesa tra le Forze dell’ordine, l’Agenzia delle dogane e le aziende interessate dal fenomeno. Cancellieri: «Un punto di partenza per un problema che si va trascinando da anni»

nostro servizio

È un fenomeno criminale in crescita, tra i più remunerativi ed insidiosi perché colpisce sia le aziende, con ingenti perdite economiche, che le infrastrutture provocando l’interruzione di pubblici servizi essenziali, con possibili implicazioni per la sicurezza e l’ordine pubblico.

Per rafforzare la prevenzione e il contrasto di questa tipologia di reato, è stato firmato oggi al Viminale il protocollo d’intesa che istituisce l’Osservatorio nazionale sui furti di rame tra il ministero dell’Interno, l’Agenzia delle dogane, le Ferrovie dello Stato italiane, l’Enel, Telecom Italia e la Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche (Anie).

Il ministro dell’Interno Annanmaria Cancellieri ha commentato la nascita del nuovo organismo definendolo «un punto di arrivo ma anche di partenza per un problema che si va trascinando da anni. Un fenomeno – ha proseguito – dalle tante sfaccettature» che coinvolge il piccolo ladruncolo che rischia la vita fino alla grande organizzazione criminale che gestisce la filiera, dal furto all’esportazione del prezioso metallo all’estero.

I dati sull’entità del fenomeno sono stati illustrati dal capo della Polizia Antonio Manganelli che ha evidenziato come, a fronte di un incremento dei reati del 50% rispetto all’anno precedente, ci sia stata una «impennata positiva» anche nel contrasto da parte delle Forze dell’ordine, che ha registrato un aumento del 78% dei casi scoperti. Ma il «dato più gratificante», ha sottolineato Manganelli, è l’aumento del 90% di coloro che sono stati denunciati o arrestati. Nella maggioranza dei casi si tratta di cittadini italiani, seguiti subito dopo da rumeni che insieme rappresentano l’85% degli autori dei furti.

Particolare soddisfazione è stata espressa dal presidente dell’Anie Claudio Gemme per la firma di questa intesa che «apre una nuova era di collaborazione» tra istituzioni e mondo produttivo.

Uno dei settori maggiormente colpiti, ha ricordato l’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti, è la rete di distribuzione dell’energia elettrica che conta decine di migliaia di cabine, con 1 milione di chilometri di cavi in rame che servono l’85% del territorio nazionale. Particolarmente grave la situazione in alcune province della Puglia e della Sicilia, dove si sono verificati circa 2.500 casi di furto. L’Osservatorio, ha sottolineato Conti, «rappresenta un’opportunità in più nel contrasto ai furti».

Un ruolo di primo piano nel contrasto a questo fenomeno spetterà all’Agenzia delle dogane che, come ha illustrato il direttore generale Giuseppe Peleggi, «attraverso il proprio circuito doganale di controllo, potrà effettuare l’analisi dei flussi, ricostruendo la filiera della logistica di riconversione e di esportazione del rame».

Anche l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato italiane Mauro Moretti  ha sottolineato la necessità di «ricostruire la filiera per giungere ai committenti dei furti», ricordando i gravi disservizi causati alla rete di trasporto ferroviario e come siano allo studio tecniche per ‘sporcare’ il rame, così da scoraggiarne il furto.

«Un positivo esempio di collaborazione tra pubblico e privato». Così il direttore della Security di Telecom Italia Damiano Toselli ha definito l’intesa, ribadendo l’importanza di risalire alla filiera, dal semplice furto alla ricettazione fino all’esportazione dell’‘oro rosso’.

In guardia contro il virus con la finta Polizia

Da Ministeo Interno

Blocca il computer chiedendo 100 euro per lo sblocco, sul video il logo ‘abusivo’ del Centro nazionale anticrimine informatico. I consigli della Polizia postale e delle comunicazioni

Il pc si blocca, sullo schermo appare, riprodotto abusivamente, il logo del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic), la struttura della Polizia di Stato che si occupa di prevenire e reprimere i crimini informatici che puntano alle infrastrutture ‘di natura critica e di rilevanza nazionale’.

Ma oltre al logo abusivo appare anche la richiesta di 100 euro per ricevere il codice che consente di sbloccare il sistema, pagamento che, ovviamente, la Polizia non chiede mai, a nessun titolo.

È evidente che si tratta di una pagina fasulla messa on line da un server russo, che normalmente compare dopo l’accesso dell’utente web a siti per adulti, cercando di fare leva sull’autorevolezza dell’istituzione abusivamente coinvolta.

La Polizia postale e delle comunicazioni allerta i cybernauti, invitando li prima di tutto a non pagare. Fondamentale, ricorda ancora la Postale, è poi l’adozione e/o il costante aggiornamento di software antivirus, e la navigazione in Internet tramite un account utente e non con diritti di amministrazione.