Bimba di 6 anni rapita nel leccese. Subito arrestati i responsabili

carabinieridi UMBERTO BUZZONI direttore Mensilepoliziadistato

Il rapimento di una bambina di nazionalità bulgara di soli 6 anni, avvenuto l’altra sera a Monteroni di Lecce, deve farci riflettere. I nostri bimbi sono al sicuro? Cosa c’è dietro questo rapimento? Traffico di bambini, traffico di organi o motivi più personali? Le indagini faranno il loro corso. Ai lettori il consiglio di vigilare sui propri figli e tenere gli occhi ben aperti.

In questo caso tutto è finito bene. Grazie alla professionalità delle forze dell’ordine la coppia che si è resa protagonista del rapimento è stata arrestata. 

Si tratta di Giovanni Giancane, di 38 anni, e della sua compagna, Valentina Piccinonno, di 31 anni, entrambi di Monteroni. Dovranno rispondere di sequestro di persona in concorso. I due sono arrivati a bordo di uno scooter nella piazza di Monteroni dove la bimba stava giocando con il fratello piccolo. La mamma era più lontana.

Hanno fatto salire la bimba sul motorino e l’hanno portata presso la loro abitazione. I Carabinieri hanno fatto irruzione nell’appartamento, hanno recuperato l’ostaggio ed arrestato i rapitori.

Il movente non è ancora chiaro. ”Erano andati lì – ha detto il comandante del reparto operativo dei Cc di Lecce, ten.col.Saverio Lombardi – per rapire una bambina: ci hanno provato prima con la sorellina più grande e alla sua resistenza hanno rivolto le attenzioni verso la più piccola”.

Sono in corso accertamenti

PESCARA : TRUFFE ATTRAVERSO VENDITE ON-LINE

truffadi Umberto Buzzoni – direttore

Gli uomini della Sottosezione Polizia AutoStradale di PE/Nord, diretti dal Comandante Sabatino PULCINI,  su ordinanza di Custodia Cautelare dell’A.G. inquirente, hanno tratto in arresto per associazione per delinquere finalizzata alla truffa tre pluripregiudicati di Pescara, di cui una donna: K.M. di 20 anni, C.R. di 22 e D.C. di 21(donna).

I tre, in concorso con altre 16 persone, anch’esse rinviate a giudizio per associazione per delinquere, tutte già note alle forze dell’ordine, si sono resi responsabili di vendite fantasma  sui siti Web seminando numerose vittime su tutto il territorio nazionale ( da Bolzano a Palermo).

Infatti, l’organizzazione criminale inseriva sui siti di vendite on-line foto di pneumatici completi di cerchi in lega per BMW, navigatori satellitari, volanti per auto, pezzi di ricambio per auto, cellulari, macchinette fotografiche ed altro a prezzi molto più bassi  rispetto a quelli di mercato. L’unico problema che era tutto finto, riuscendo ad ottenere comunque i soldi in anticipo mediante versamento su carte Postepay intestati ai soggetti partecipanti  o su altre carte prepagate  e ricaricabili senza mai consegnare la merce per poi scomparire.

foto 2Le indagini della Polizia Autostradale del capoluogo adriatico hanno permesso di ricostruire, attraverso un laborioso lavoro, ruoli e responsabilità anche attraverso perquisizioni e sequestri di materiale in possesso agli indagati ( hard disk  dei P.C. trovati in possesso dei prevenuti). Infatti,  dalle perizie richieste sugli hard disk dalla A.G. è stato rinvenuto un quantitativo consistente di fotografie dei beni offerti in vendita e utilizzate negli annunci inseriti sui siti Web ( SUBITO .IT – “EBAY. ANNUNCI ”- Kijiji).

Attraverso gli stessi hard disk dei P.C. sequestrati gli investigatori sono risaliti anche ai nominativi degli acquirenti che avevano poi proposto formale denuncia Querela presso gli uffici di Polizia.

 

Cosenza: arrestato il boss Franco Presta

 

Un altro duro colpo assestato alla criminalità organizzata. Franco Presta, uno dei killer più spietati della ‘Ndrangheta, è stato arrestato dagli agenti della Squadra Mobile di Cosenza, ai quali vanno le più sincere congratulazioni della nostra redazione.

E’ con queste operazioni che si ridà fiducia ai cittadini italiani ed in particolare a coloro che abitano e sono più direttamente a contatto con la criminalità organizzata.

Lo Stato dimostra ancora una volta di esserci. Complimenti!

Franco Presta, 52 anni, era ricercato da cinque per una condanna per usura e per tre delitti compiuti nel corso della guerra di mafia nel  cosentino tra il 1998 e il 2001.

Franco Presta, oltre che un killer, è anche il boss di una cosca che opera nell’alto Ionio cosentino, legata a quella dei Lanzino-Cicero di  Cosenza.

Era inserito nell’elenco dei 100 ricercati più pericolosi del ministero dell’Interno.

È stato arrestato in un appartamento a Rende,  in provincia di Cosenza.

Tra i più efferati delitti di Presta quello di Chiarello ha avuto risvolti particolarmente cruenti perché la vittima fu attirata in una trappola da alcuni conoscenti che lo  portarono in una stalla dove fu ucciso con numerosi colpi di una mitraglietta Skorpion. Il corpo fu poi fatto a pezzi e sciolto nell’acido.

Presta è inoltre sospettato anche di essere responsabile della strage di una famiglia, all’origine della quale ci sarebbe l’uccisione di suo figlio,  Domenico, 22 anni. Il ragazzo è stato ucciso il 17 gennaio 2011 al termine di una lite per un parcheggio.