CASERTA, ordinanza di custodia cautelare in carcere per 30 persone

Le indagini sono state svolte dai poliziotti della Squadra Mobile, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nei confronti del sodalizio criminale di stampo camorristico denominato clan Piccolo-Letizia e dell’analogo sodalizio denominato clan Perreca, ad esso federato, entrambi operativi sui territori di Caserta, Marcianise, Recale e aree contigue, dagli anni ‘90 ad oggi, in aperta e armata contrapposizione con il clan Belforte. Ad ognuno degli indagati viene contestato il delitto di associazione per delinquere di tipo camorristico, in qualità di promotori, organizzatori e partecipi delle suddetti sodalizi di stampo mafioso che, avvalendosi del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, realizzano, in modo illecito, il controllo delle attività economiche, il rilascio di appalti e servizi pubblici, il rilascio di concessioni e autorizzazioni amministrative, l’illecito condizionamento del diritto di voto, il reinvestimento speculativo in attività imprenditoriali, immobiliari e finanziarie, l’affermazione del controllo egemonico sul territorio, anche attraverso la contrapposizione armata con organizzazioni criminose rivali. L’indagine ha evidenziato la contrapposizione dei clan rivali sul territorio e la lunga scia di sangue che ne è conseguita nel ventennio dal 1990 al 2009 ed il successivo mutamento di strategia dei clan col passaggio dalla fase ‘armata’ a quella silente e virulenta dell’infiltrazione nel settore dell’imprenditoria. Le attività investigative, incentrate sulle intercettazioni dei colloqui in carcere e sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, hanno offerto un rilevante spaccato delle tensioni interne al clan Piccolo, soprattutto tra la componente “Piccolo” e quella “Letizia”, negli anni successivi al 2005, allorquando, le numerose operazioni di P.G. e il proliferare di collaboratori di giustizia nelle fila del clan Belfortesegnavano il progressivo indebolimento di tale sodalizio e la progressiva ripresa delle attività del clan dei Quaqquaroni, nell’ambito del quale iniziavano frizioni tra le due fazioni, per contendersi il ruolo di leader.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
Foto polizia di stato

Imola: arrestati 4 malviventi per plurime rapine aggravate e furto di auto

La Polizia di Stato di Imola ha eseguito un fermo di p.g., disposto dalla Procura della Repubblica di Bologna nei confronti di 4 soggetti ritenuti responsabili di plurime rapine aggravate e furto di auto. Tali rapine sono avvenute il 27 febbraio scorso ai danni di esercizi commerciali presenti all’interno dell’area di servizio Sillaro Ovest dell’autostrada A/14 nel territorio del comune di Castel San Pietro Terme. Il gruppo di 4 malviventi travisati e armati di pistola, ha fatto irruzione presso il bar autogrill della citata area e presso l’impianto di distribuzione di carburante asportando diverse migliaia di euro e facendo perdere le proprie tracce su di un’auto rubata. Le indagini, condotte dai poliziotti del Compartimento Polizia Stradale di Bologna e del Commissariato di Imola, grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza dei citati esercizi commerciali, hanno permesso di individuare il gruppo di pregiudicati gravitanti nella zona di Imola.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

Operazione “Vecchia Maniera”

La Polizia di Stato di Siracusa, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, ha eseguito 8 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di soggetti accusati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di droga, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, porto e detenzione illegale di armi ed estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan Trigila.  Le indagini sono state condotte dai poliziotti della Squadra Mobile con la collaborazione delle Questure di Milano, Novara e Messina. Sono attualmente in corso le ricerche di altre due persone, di cui una cittadina straniera, destinatarie della misura cautelare. Secondo quanto ricostruito dai poliziotti, è emerso che l’esponente del vertice del clan mafioso dei Trigila, costantemente affiancato dalla moglie e dall’uomo di sua più stretta fiducia, avrebbe promosso, diretto e organizzato un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, grazie alla quale sarebbe stato in grado di far giungere nella provincia aretusea ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti da immettere sul mercato locale. Una “Vecchia maniera”, che si basava sui pregressi legami instaurati nel corso della lunga carriera criminale con i trafficanti di stupefacenti e sull’intimidazione mafiosa, perpetrata a colpi di arma da fuoco e incendio dei mezzi d’opera ai danni delle ditte che non si piegavano alle richieste estorsive. L’indagine ha documentato, inoltre, l’esistenza e l’operatività di una seconda associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, composta da cittadini marocchini con base operativa nella città di Milano e ramificazioni su Messina e Novara. Il predetto sodalizio, grazie ad una vasta e articolata rete di contatti tra l’Italia e il Marocco, era in grado di far giungere sul territorio nazionale rilevanti quantitativi di droga, che venivano ceduti a vari acquirenti presenti sul territorio nazionale, tra cui il predetto gruppo criminale. Due degli arrestati risultano, inoltre, gravemente indiziati del tentativo di estorsione, aggravato dall’utilizzo del metodo mafioso, posto in essere nei confronti dell’impresa impegnata nella realizzazione dello svincolo autostradale di Noto sull’autostrada Siracusa-Gela. Dalle indagini è emerso infatti che, nella notte tra il 19 e il 20 maggio 2017, un gruppo armato, composto da alcuni dei soggetti arrestati, si era recato nelle aree di cantiere del costruendo svincolo autostradale di Noto esplodendo numerosi colpi di arma da fuoco all’indirizzo dei mezzi d’opera della ditta impegnata nella realizzazione dei lavori. Oltre al tentativo di estorsione, i poliziotti hanno accertato anche un’estorsione aggravata dall’utilizzo del metodo mafioso nei confronti di una azienda agricola di Rosolini attiva nella coltivazione, raccolta e lavorazione di prodotti ortofrutticoli. In tale estorsione, un ruolo chiave sarebbe stato svolto proprio dalla moglie del boss, la quale non avrebbe esitato a “presentarsi” personalmente al titolare dell’azienda, facendo così valere la forza di intimidazione mafiosa e la valenza simbolica derivante dal rapporto di parentela per vincere l’iniziale resistenza della vittima.

 di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Catania: rapina ed estorsione, sei arresti nel clan Santapaola – Ercolano

Arrestati questa mattina, a Catania, sei appartenenti al clan Santapaola – Ercolano (gruppo di Picanello e gruppo di Acireale/Aci Catena) ritenuti responsabili, a vario titolo, di rapina ed estorsione.

Le indagini della Squadra mobile di Catania e del Commissariato di Acireale hanno fatto luce su una rapina commessa a San Gregorio (Catania), la mattina del 16 aprile 2018, in danno del gestore di una rivendita di tabacchi.

I criminali si impossessarono di una fornitura di stecche di sigarette, del valore di circa 11 mila euro, mentre il tabaccaio era a bordo della propria autovettura.

Attraverso le intercettazioni, i poliziotti hanno documentato il coinvolgimento di gruppi mafiosi operanti a Picanello e ad Acireale/Acicatena nella gestione del cosiddetto “cavallo di ritorno” nei confronti della vittima, costretta a pagare la somma di 2.800 euro per la restituzione, peraltro parziale, della fornitura di sigarette.

In particolare, la vittima per rientrare in possesso dei suoi beni si era rivolta a due appartenenti del gruppo di Acireale/Aci Catena per fare da intermediari con il clan Picanello di cui facevano parte i due rapinatori. La “collaborazione” tra i gruppi mafiosi andava a buon fine dietro il pagamento di una somma di denaro.

fonte e foto polizia di stato

Accordo su prevenzione e contrasto dei crimini informatici

Roma,oggi, il rinnovo dell’accordo tra Polizia di Stato e Ferrovie dello Stato Italiane per la prevenzione e il contrasto dei crimini informatici che hanno per oggetto i sistemi e i servizi informativi di particolare rilievo per il Paese. Tra questi, le piattaforme tecnologiche del Gruppo FS Italiane, una delle più grandi realtà industriali del Paese, che realizza e gestisce opere e servizi nel trasporto ferroviario, contribuendo a sviluppare un progetto di mobilità e logistica integrata. La convenzione, firmata dal Capo della Polizia-Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Franco Gabrielli e dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Ferrovie dello Stato Italiane Gianfranco Battisti, rientra nell’ambito definito dalle direttive impartite dal Ministro dell’Interno per il potenziamento dell’attività di prevenzione in materia di criminalità informatica attraverso la valorizzazione del partenariato con il mondo privato. L’insidiosità delle minacce informatiche e la mutevolezza con la quale si presentano richiedono, infatti, una sinergia informativa tra tutti gli attori della cybersecurity per mettere a fattor comune conoscenze ed esperienze utili a sperimentare efficaci forme di contrasto. Per la Polizia di Stato, tale compito è assicurato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni e, in particolare, dal Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche che, con una sala operativa disponibile h24, rappresenta il punto di contatto per la gestione degli eventi critici delle infrastrutture di rilievo nazionale operanti in settori sensibili per il Paese. Ferrovie dello Stato Italiane, rispettando gli obblighi normativi in materia, ha inoltre avviato un importante processo di internalizzazione dei servizi di sicurezza informatica grazie alla realizzazione del Cyber Security Operation Center. Un polo di eccellenza nel quale confluiscono le tecnologie e le competenze più avanzate con l’obiettivo di fornire i più elevati livelli di protezione cibernetica ai sistemi tecnologici e informativi che supportano la gestione e il controllo della circolazione ferroviaria.
Alla firma della convenzione erano, inoltre, presenti, per il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato Roberto Sgalla e il Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni Nunzia Ciardi, mentre per Ferrovie dello Stato Italiane erano presenti il Direttore Centrale Protezione Aziendale Franco Fiumara e il Responsabile Cyber Security Riccardo Barrile.

Di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
Foto Polizia di Stato

DICHIARAZIONI DEL CAPO DELLA POLIZIA

Il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Franco Gabrielli, ha espresso profondo cordoglio e sentimenti di commossa vicinanza ai familiari dell´Assistente Capo della Polizia di Stato, Angelo Gabriele Spadaro, deceduto questa mattina a seguito di un incidente stradale nell´espletamento del servizio e ai familiari delle altre due vittime che viaggiavano a bordo di altri veicoli coinvolti nel sinistro.
Ha espresso inoltre un augurio di pronta guarigione all´altro componente della pattuglia della Polizia Stradale, Assistente Capo Giuseppe Muscolino, rimasto ferito e ricoverato in ospedale nonché alle altre persone coinvolte nel drammatico incidente.

Fonte Foto Polizia di Stato

Bari: pretendevano il pizzo da un imprenditore, arrestati in quattro

Quattro componenti del “Clan Strisciuglio” con attività illecite nel quartiere San Paolo di Bari, sono stati arrestati questa mattina per estorsione pluriaggravata.

Le indagini sono state avviate dalla Squadra mobile nel novembre scorso, a seguito delle dichiarazioni di un imprenditore che aveva ricevuto richieste estorsive.

L’attività investigativa ha consentito di documentare una richiesta di denaro da parte di due degli arrestati che avevano incontrato l’imprenditore nel loro quartiere generale, imponendogli il versamento di 2.500 euro (poi diventati di 1.500 euro) quale “contributo per aiutare gli amici detenuti” e quale “pensiero per gli amici”.

All’iniziale tentativo di resistere alla pretesa di denaro da parte dell’imprenditore, gli estorsori affermavano che “non era l’unico a dover pagare” e che tutti i commercianti del quartiere stavano pagando.

Quando l’uomo è stato sentito dai poliziotti ha dichiarato di non aver denunciato subito la richiesta estorsiva perché non si aspettava invece di riceverne altre.

fonte e foto polizia di stato

Ultimo dell’anno, cuccioli abbandonati in strada

Torrenova. Cuccioli abbandonati in strada l’ultimo giorno del 2018. Ritrovati e adottati da un agente della Polizia di Stato.

La ha assistito i due i cuccioli che, nel pomeriggio del 31, sono stati abbandonati in zona Torrenova dal conducente di un auto che, dopo averli lasciati, si è allontanato velocemente.

Uno degli agenti del Reparto Volanti, intervenuti sul posto a seguito della segnalazione di alcuni cittadini che avevano assistito attoniti alla scena, ha deciso di adottarli.  

Sono tutt’ora in corso le ricerche volte ad individuare l’autore del gesto.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Foto Polizia di Stato

 

Pavia, maltrattamenti anziani, scattano le manette

La Polizia di Stato di Pavia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti due soggetti ritenuti responsabili di maltrattamenti e lesioni personali aggravate ai danni di anziani degenti di una casa di cura della provincia di Pavia Nel mese di marzo la Squadra Monile di Pavia ha ricevuto delle segnalazioni su gravi maltrattamenti all’interno di una clinica che accoglieva pazienti affetti da gravi disabilità fisiche e mentali.
Gli uomini della Squadra Mobile hanno acquisito elementi di reità in capo al Direttore della Clinica e ad un operatore socio sanitario in merito a gravi vessazioni sia fisiche che psicologiche in danno di alcuni pazienti della struttura. Le indagini hanno, infatti, fatto emergere come gli indagati avessero creato un clima di violenza ed impunità all’interno della struttura rendendosi in questo modo pienamente responsabili dei maltrattamenti commessi e di condotte non conformi ai comuni canoni di cura dei pazienti.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

FOGGIA: LA POLIZIA DI STATO DI SGOMINA INTERA BANDA CRIMINALE

La Polizia di Stato di Foggia ha arrestato 6 soggetti, componenti di una banda criminale che il 25 settembre scorso aveva fatto irruzione all´interno di una tabaccheria innescando una violenta colluttazione con i due titolari e causando ad uno di loro lesioni.
I due si erano poi allontanati a bordo di un´autovettura rubata.
Nel frattempo, i poliziotti stavano pedinando un altro veicolo, con a bordo due noti pregiudicati, in quanto forte era il sospetto che tale auto avesse come finalità il recupero dei 4 complici.
Dopo un breve inseguimento, i pregiudicati, che addirittura tentavano di investire uno degli agenti, venivano bloccati e all´interno dell´abitacolo veniva rinvenuta una ricetrasmittente, mentre sul cellulare di uno dei soggetti, pervenivano numerose telefonate da due diverse utenze risultate da accertamenti successivi in uso a due dei 4 complici che avevano perpetrato la rapina.
I poliziotti decidevano quindi di salire sull´autovettura dei 2 malviventi per recarsi nel luogo ove la stessa aveva inizialmente sostato, ritendendo che quello fosse il punto concordato per il recupero dei restanti membri della banda.
Ed infatti, i 4 malviventi, usciti da un sentiero, tentavano di salire sull´auto. Venivano prontamente bloccati, arrestati e condotti presso la locale Casa Circondariale. Sequestrati la pistola utilizzata per la rapina, le radiotrasmittenti e vari passamontagna.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato