fonte Ansa
Dopo gli attacchi di Parigi dello scorso venerdì 13, definiti dal ministro degli Esteri, Gentiloni, senza precedenti per ferocia e coordinamento, immediata è stata la risposta in termini di sicurezza da parte dell’Italia, anche se, come ha sottolineato il ministro dell’Interno, Alfano, non esistono segnali indicativi di specifiche iniziative terroristiche contro il nostro Paese. Le Forze sono state dispiegate al loro massimo grado, soprattutto verso tutti gli snodi sensibili come luoghi di transito, stazioni, treni da e verso la Francia, con un incremento delle risorse, “senza che questo significhi una militarizzazione dello Stato, né una limitazione delle libertà”, per usare di nuovo le parole di Angelino Alfano.
Per entrare nel dettaglio delle iniziative intraprese, sono state dislocate su tutto il territorio nazionale 15 unità di forze speciali (ognuna situata in una delle principali città della penisola), ed attenzione particolare è stata rivolta a Roma, ove, oltre al rafforzamento del personale appartenente alle Forze di Polizia, il governo ha inviato 700 militari. La capitale, infatti, è considerata obiettivo primario da tutelare, sia per il Giubileo che per le minacce esplicite di attentati da parte dell’ISIS.
Venerdì 20 è stato presentato il piano per la sicurezza del Giubileo. In una conferenza stampa tenutasi all’interno della Scuola Superiore di Polizia con il Prefetto ed il Questore di Roma, Franco Gabrielli e Nicolò D’Angelo, sono state illustrate ai giornalisti le linee guida dell’ordinanza predisposta dagli esperti della sicurezza. La nostra ordinanza, ha spiegato il Questore, si basa su attività preventiva ed informativa, ed oltre al controllo di tutti i siti che riteniamo importanti, abbiamo ritenuto di rinforzare la vigilanza alle ambasciate, istituzioni ed alcune sedi di quotidiani; dopo la Basilica di San Pietro, anche la Sinagoga ed il ghetto ebraico sono “sorvegliati speciali”. La Sinagoga è presidiata da Polizia e Carabinieri. Aumentano quindi i controlli dopo l’allarme lanciato dall’FBI, che inserisce la Sinagoga tra i possibili bersagli dei terroristi. Infine, per l’intera durata del Giubileo, non sarà possibile sorvolare la capitale. A tal proposito, è stato predisposto un sistema di intercettamento radar a terra ed un dispositivo aereo sarà sempre in volo per intercettare droni o ultraleggeri, con possibilità di abbattimento se necessario.
Come si diceva, sono stati rafforzati i controlli alle frontiere – soprattutto in quelle al confine con la Francia – ed accelerate le procedure di espulsione di extracomunitari non in regola con le norme di soggiorno. Al riguardo, i servizi segreti sono stati sollecitati affinchè segnalino prontamente al Viminale anche i minimi sospettati da espellere.
Di notevole rilevanza, inoltre, l’annuncio dato nelle ultime ore dal Premier Renzi di un emendamento alla legge di stabilità, con cui stanziare un miliardo di euro da investire sulla sicurezza ed un altro miliardo sulla cultura ed educazione. La proposta del Governo al Parlamento per la sicurezza sarà impiegare il miliardo di euro su quattro linee guida: 150 milioni per la cyber security, nel rispetto della privacy; il bonus di 80 euro esteso al personale delle forze dell’ordine, a partire da chi sta sulla strada; 500 milioni per le esigenze strategiche, non quelle organizzative, della difesa italiana; e poi, ancora, 50 milioni per rinnovare la strumentazione delle forze di polizia, a patto, però, che vengano riorganizzate: “Entro l’anno, dovranno essere ridotte da cinque – troppe – a quattro” ha affermato Renzi, preannunciando per l’ennesima volta che il Corpo Forestale dello Stato sarà assorbito dall’Arma dei Carabinieri. “Abbiamo troppi impiegati negli uffici che invece devono tornare a svolgere servizio in strada…troppe caserme inutilizzate devono essere restituite immediatamente ai cittadini” ha aggiunto il Premier.
Quattro sono le linee guida anche per decidere come investire il miliardo destinato a “cultura ed identità”: 500 milioni per le città metropolitane e per un intervento sulle periferie, con progetti da presentare entro il 2015 e fondi che devono essere spesi entro il 2016; 50 milioni per le borse di studio, estese però a tutti i “meritevoli”, senza “questioni di reddito”; 150 milioni per offrire a tutti i cittadini che lo vorranno la possibilità di dedicare il 2 per mille ad un’associazione culturale specifica: il singolo teatro o la scuola di musica di periferia, in modo che ciò che è possibile per i partiti politici sarà possibile anche per i centri di cultura. Ed infine, verrà estesa a coloro che, compiendo 18 anni entrano nella “comunità dei maggiorenni”, una misura già prevista per i professori: una carta da 500 euro annui da spendere in “consumi culturali”. Tutto questo, ha affermato Renzi, “Per combattere chi sta cercando di equiparare gli immigrati ai terroristi, chi vuole farci credere che il nemico venga solo da fuori, nascondendo che è cresciuto nelle nostre periferie e che non basta chiudere le frontiere”. “A costo di perdere voti voglio dirlo”, ha concluso Renzi, “La stragrande maggioranza dei profughi e degli immigrati fugge dalla guerra, dai tagliatori di teste, dalla violenza e dalla fame, da quelli che sono gli stessi nostri nemici. Mentre io voglio che mia figlia possa crescere come una donna libera e senza paura. Per me l’Europa è questo”.
In buona sostanza, una risposta italiana al fondamentalismo islamico, di cui si nutre il terrorismo Daesh, non solamente in termini di sicurezza, ma anche in termini di cultura, tornando ai principi fondanti dell’Unione Europea: “democrazia e cultura”. Concludendo con le parole dello stesso Premier Renzi: “Né reazione, né solo securitarismo, abbiamo il dovere di restare umani”.
Umberto Buzzoni