Lucca: presi i “Bad boys”

da Polizia di Stato

L’hanno chiamata operazione Bad Boys ed ha permesso di incastrare una banda accusata di rapine e spaccio di stupefacenti a  Lucca e nei comuni della piana lucchese. Cinque giovani,4 italiani e un marocchino, sono stati arrestati stamattina dalla Squadra mobile della  provincia toscana.

Le indagini sono iniziate lo scorso febbraio quando è stato possibile attribuire a due dei cinque arrestati, la responsabilità della  rapina avvenuta il 24 dicembre 2011 in un supermarket nella frazione di san Vito. In quell’occasione i due malviventi riuscirono a impossessarsi di  circa 3 mila euro in contanti e di 600 euro in assegni, fuggendo a bordo di un’auto guidata da un complice.

Da qui i poliziotti hanno scoperto inoltre una frenetica attività di spaccio di stupefacenti parte dei quali all’interno di una scuola  superiore di Lucca, nonché la responsabilità dei giovani di altre rapine a danno di un anziano e di un’emittente televisiva. I  criminali sono anche accusati di ricettazione.

Roma: procuravano falsi documenti agli extracomunitari,5 arresti

da Polizia di Stato

Scoperta dalla Polizia un’organizzazione specializzata  nella contraffazione di documenti per rilascio di permessi di soggiorno a cittadini extracomunitari. Alle prime ore dell’alba, gli agenti hanno  arrestato 5 persone.

Tra le cinque persone arrestate questa mattina dagli agenti dell’ufficio Immigrazione di Roma ci sono un funzionario per il centro dell’impiego di  Roma e un commercialista proprietario di due Caf.

Le indagini sono partite nei primi mesi dello scorso anno, quando, all’Ufficio Immigrazione, sono giunte numerose richieste di rilascio o rinnovo  di permessi di soggiorno per motivi di “Attesa Occupazione”.

Parecchi cittadini infatti, la maggior parte di nazionalità cinese, avevano allegato al Kit postale, contenente l’istanza, una scheda  professionale emessa dal centro per l’impiego di Roma che attestava l’iscrizione nelle liste di disoccupazione.

Alcune contraddizioni riscontrate durante la lavorazione delle pratiche, come ad esempio le iscrizioni a liste di disoccupazione senza aver subito  un reale licenziamento, ha insospettito gli agenti che a quel punto hanno iniziato una serie di verifiche.

Altro motivo di sospetto si è avuto per il fatto che la maggior parte degli stranieri, avevano dichiarato di non comprendere la lingua  italiana, fatto questo, contrastante con quanto riportato nelle schede compilate dagli addetti allo sportello del Centro dell’impiego.

Nei giorni scorsi, gli investigatori, dopo aver perquisito l’abitazione di una dipendente del centro per l’impiego e gli uffici di due Caf, di  proprietà di un libero professionista romano, già indagato per fatti analoghi, hanno trovato le prove dell’attività criminale  messa in atto dal commercialista per la falsificazione e la produzione di istanze per il rilascio di permessi di soggiorno a stranieri privi di  qualsiasi requisito.

Nel tempo il gruppo criminale era riuscito ad allargare il giro degli affari, convogliando nella Capitale, grazie al passaparola, numerosi  cittadini extracomunitari provenienti da molte provincie italiane, che, pur di ottenere l’ambito documento, sono stati costretti a “sborsare”  compensi oscillanti tra i 250 e i 5 mila euro.

I componenti della “banda” dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata al falso, all’immigrazione clandestina e al favoreggiamento  della permanenza sul territorio nazionale di persone prive di requisiti.

Blitz antiterrorismo, arresti e perquisizioni in tutta Italia

Il ministro Cancellieri si è congratulata con il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri per l’operazione del Ros che ha portato al fermo di presunti appartenenti alla Federazione anarchica informale e al Fronte rivoluzionario internazionale

«Rappresenta un’importante affermazione dello Stato contro la minaccia anarco-insurrezionalista ottenuta grazie al prezioso lavoro investigativo delle Forze dell’ordine e della magistratura». Questo il commento del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri al blitz antiterrorismo condotto oggi dai Carabinieri del Ros contro presunti appartenenti alla Federazione anarchica informale (Fai) e al Fronte rivoluzionario internazionale (Fri).
Nel corso di una telefonata al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Leonardo Gallitelli, la titolare del Viminale si è congratulata per la brillante operazione che ha portato al fermo dei maggiori esponenti dell’organizzazione anarco-insurrezionalista accusata di aver effettuato i più recenti attentati con ordigni esplosivi in Italia e all’estero.
Sono dieci le ordinanze di custodia in carcere emesse dal gip del Tribunale di Perugia ed eseguite in queste ore dal Ros. Gli arrestati sono accusati di associazione con finalità di terrorismo ed eversione, dell’ideazione e organizzazione degli attentati del dicembre 2009 all’università Bocconi di Milano e al Cie di Gradisca d’Isonzo (Go), dell’organizzazione e dell’esecuzione degli attentati del dicembre 2011 contro il direttore generale di Equitalia a Roma, la Deutsche Bank di Francoforte e l’ambasciata greca di Parigi.
Durante l’operazione sono state effettuate oltre 40 perquisizioni in tutto il territorio italiano, nei confronti di ulteriori 24 indagati. Raggiunti dal provvedimento anche due anarchici detenuti in Svizzera e Germania che, con i complici liberi in Italia, avevano progettato le campagne terroristiche dettandone tempi, obiettivi, documenti e sigle di rivendicazione.

La Squadra mobile chiude l'”Officina del crimine” di Caserta

da Polizia di Stato

L’operazione anticamorra “Officina del crimine” conclusa questa mattina a Caserta dalla Squadra mobile ha portato in  carcere 19 affiliati ed esponenti di spicco del clan Belforte, detti “i Mazzacane”, attivo nella zona di Marcianise e del casertano. Altre 15  persone erano già state arrestate nel corso delle indagini perché sorprese in flagranza di reato, mentre 43 sono indagate in stato di  libertà.

Sequestrate 4 case, terreni, 110 conti correnti bancari, alcune ditte individuali e quote di una società edile, per un valore complessivo di  oltre 1 milione di euro.

Diversi sono i reati contestati: associazione a delinquere finalizzata al traffico, detenzione e cessione continuata di stupefacenti, estorsione  continuata e aggravata, detenzione e porto illegale di armi da sparo, comuni e da guerra, tutti aggravati dal metodo mafioso e dal fine di  agevolare l’organizzazione camorristica dei Belforte.

L’indagine, che ha preso spunto dalla denuncia relativa ad una tentata estorsione nei confronti di un imprenditore edile, ha permesso di  individuare un’officina (da cui il nome dell’operazione) di San Nicola la Strada (Caserta) che era diventata il quartier generale  dell’organizzazione.

Microfoni e telecamere nascoste nell’edificio hanno fatto conoscere agli investigatori i contenuti dei summit camorristici che si tenevano al suo  interno, permettendo loro di fare piena luce sulle attività illecite portate a termine dagli uomini del clan nel periodo compreso tra il  2007 e il 2008.

A tirare le fila del gruppo c’era il boss detto “Capitone”, che impartiva i suoi ordini dagli arresti domiciliari. Una parte degli uomini si  dedicava alle estorsioni, perpetrate nei confronti di un meticoloso elenco di imprenditori, ritrovato all’interno dell’officina.

Decine gli episodi estorsivi documentati dagli investigatori a Caserta, San Nicola la Strada, San Marco Evangelista, Marcianise. Vittime non solo i  cantieri edili, ma anche aziende di noleggio video giochi, ambulanti, ditte d’installazione di luminarie, gommisti, rivendita di caravan e articoli  da campeggio.

Il resto dell’organizzazione si occupava del traffico e spaccio di droga, in particolare cocaina, ma anche crack e hashish; gestiva una capillare  rete di spacciatori capace di alimentare diverse piazze attraverso uno dei propri referenti.

Proprio dopo l’arresto dell’uomo, avvenuto nel 2007, la gestione del business è stata affidata ad un altro gruppo che per questo pagava una “royalty” di 50mila euro al mese. Grazie a numerosi galoppini che provvedevano a confezionare e vendere la droga, l’organizzazione riusciva a coprire numerose zone: Caserta, San Nicola la Strada, Marcianise, Maddaloni, Santa Maria a Vico, Casapulla, San Prisco.

I camorristi avevano a disposizione anche molte armi da sparo, compresi alcuni mitra kalashnikov.