Mafia: azzerato l’arsenale della “Stidda”

Con l’operazioneReset” gli agenti della Squadra mobile di Ragusa, in collaborazione con quelli del commissariato di Vittoria, hanno arrestato due appartenenti alla famiglia Ventura, riconducibile al clanCarbonaro-Dominante” della Stidda vittoriese.

Si tratta dei figli dello storico boss Filippo Ventura, in prigione da tempo, nonché nipoti del reggente Giambattista Ventura, detto Titta, in carcere dallo scorso febbraio.

Ad una terza persona, già detenuta, è stato notificato in carcere un provvedimento di custodia cautelare. L’uomo era stato arrestato in flagranza di reato nell’ottobre scorso, quando fu trovato in possesso di numerose armi, alcune della quali con matricola abrasa o provenienti da furto.

Sono stati trovati e sequestrati tre fucili dotati di congegni di puntamento ottici per il tiro di precisione, un fucile a pompa con puntamento laser, una carabina, un mitra, tre pistole, una penna-pistola, un giubbotto antiproiettile, materiale per fabbricazione di esplosivi, polvere da sparo, una pressa per il confezionamento delle cartucce e un migliaio di munizioni.

Grazie alle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia, gli investigatori sono riusciti a provare come tutto il materiale rivenuto fosse, in realtà, nella piena e pronta disponibilità del clan Ventura e in particolare dei tre indagati.

Con l’arsenale sequestrato sono state effettuate rapine, tentati omicidi ed estorsioni; sono inoltre in corso accertamenti per stabilire se le armi siano state utilizzate anche per omicidi e attentati a rivali del clan per il controllo della cittadina di Vittoria.

fonte Polizia di Stato

Maiella 2016, insieme Vigili del fuoco e Guardia di Finanza

Massiccio della Maiella, gole di Fara San Martino, in provincia di Chieti. Una persona risulta dispersa in montagna e un alpinista è in grave difficoltà durante un’arrampicata su roccia.

Questi gli scenari dell’esercitazione congiunta Vigili del fuocoGuardia di FinanzaMaiella 2016” tenuta il 16 marzo per mettere a punto le sinergie operative d’intervento. La collaborazione dei due enti è stata quindi recepita in un Protocollo d’intesa per razionalizzare l’utilizzo di risorse umane e strumentali a disposizione, siglato nell’aula consiliare del comune teatino, alla presenza del prefetto di L’Aquila Francesco Alecci e del sindaco Giuseppe Di Rocco, del direttore regionale dei Vigili del fuoco Giorgio Alocci e del comandante regionale della Guardia di Finanza Flavio Aniello.

È stata effettuata la ricerca a terra con squadre miste vigili del fuoco e guardia di finanza, con quattro unità cinofile coordinate da tecnici esperti in topografia applicata al soccorso e con l’utilizzo di strumenti di geolocalizzazione.

È stato simulato un intervento tecnico urgente per il recupero di un escursionista, pericolante su una parete rocciosa, con l’intervento di un elicottero del reparto volo Vvf di Pescara, con a bordo personale aerosoccorritore altamente specializzato della Guardia di Finanza e dei Vigili del fuoco.

fonte Ministero dell’Interno

La Stradale presenta le nuove auto e moto Bmw

La Polizia stradale rinnova il suo parco mezzi, e questa mattina ha presentato gli ultimi arrivi, le nuove auto Bmw 320 D Touring e le moto Bmw R1200 RT.

La conferenza stampa si è svolta a Roma, presso il Compartimento polizia stradale, alla presenza del direttore centrale delle Specialità della Polizia di Stato Roberto Sgalla, del direttore del Servizio polizia stradale Giuseppe Bisogno e del presidente e amministratore delegato di Bmw Italia, Sergio Solero.

La consegna di oggi rientra in un più ampio programma di rinnovamento che prevede, nel triennio 2015-2017, di sostituire i due terzi del parco veicolare della Polizia stradale. I veicoli presentati oggi sono dotati di una tecnologia all’avanguardia che risponde ai requisiti di sicurezza, praticità ed efficienza per agevolare le attività di controllo del territorio.

La principale novità di equipaggiamento delle auto Bmw, che si aggiunge a quello tradizionale già previsto per i servizi di polizia stradale, riguarda il pannello luminoso abbattibile a messaggio variabile collocato sul tettino, che fornisce notizie utili all’utenza.

Un’altra novità è costituita dal tablet di bordo, che consente di ottenere in tempo reale informazioni su veicoli e persone, grazie al collegamento con le banche dati in uso alle Forze di polizia, e di trasmettere dati e comunicazioni alla Sala operativa.

L’auto è inoltre dotata di una telecamera ad alta definizione che permette di effettuare riprese su strada, che possono essere utilizzate nella ricostruzione di incidenti stradali, o come supporto in attività operative ed investigative. Il veicolo è inoltre provvisto di un sistema di geolocalizzazione che consente alla Sala operativa di verificare, costantemente, la posizione delle pattuglie utilizzando la cartografia digitale.

Per quanto riguarda le moto, la novità riguarda prevalentemente il motore, che passa da 850 a 1200 centimetri cubici, con diversi accorgimenti di design nella carenatura e nell’equipaggiamento.

In occasione della presentazione, è stata attivata una chatting live sul profilo Twitter @poliziadistato, durante la quale un esperto ha risposto in tempo reale ai quesiti posti dai cittadini sul tema della sicurezza stradale.

“La nuova strumentazione e le nuove autovetture – ha detto Roberto Sgalla – permetteranno ai poliziotti della Polizia stradale di controllare meglio il territorio e di prevenire cosi l’incidentalità mortale che, purtroppo, nell’ultimo anno è tornata a crescere. Il nostro obiettivo è di raggiungere, entro il 2020, quello che l’Unione Europea ci chiede, ovvero 2 mila morti sulle strade come limite massimo. Unendo nuove tecnologie – ha concluso il direttore centrale delle Specialità – e il costante impegno, sarà possibile ottenere quanto ci siamo prefissati”.

fonte Polizia di Stato

Antonio Manganelli: cerimonia in ricordo a 3 anni dalla scomparsa

Ricorre oggi il terzo anniversario della scomparsa di Antonio Manganelli, l’ex Capo della Polizia deceduto il 20 marzo 2013.

Nella cappella del Sacrario dei caduti della Polizia di Stato nella Scuola superiore di Polizia verrà ricordato il Prefetto con un momento di preghiera alle 12.00 a cui assisteranno la signora Manganelli, la figlia e il capo della Polizia Alessandro Pansa.

di Umberto Buzzoni

Manifestazione a Roma “Sport nella Piazza della Salute”

Sport nella Piazza della Salute” è una manifestazione promossa da Enpam (Ente nazionale di previdenza e assistenza Medici) a cui partecipa anche la Polizia di Stato e si svolgerà il 18 e il 19 marzo in Piazza Vittorio a Roma, nei giardini Nicola Calipari.

Un posto medico avanzato della Direzione centrale di Sanità assicurerà la presenza di personale medico che, alternandosi, presterà gratuitamente a tutti coloro che ne faranno richiesta visite mediche e prelievi del sangue.

È possibile controllare la glicemia, il colesterolo e la funzione renale attraverso le analisi del sangue o anche controllare la colonna vertebrale e i piedi con una visita posturale.

Il programma della manifestazione prevede la partecipazione degli atleti delle Fiamme oro con l’esibizione di karate, taekwondo, judo e il pugilato.

Ricordiamo che per effettuare gli esami del sangue occorre essere a digiuno e per i minorenni che vorranno sottoporsi alle visite mediche, è necessario essere autorizzati dai genitori.

fonte Polizia di Stato

Estradato il boss della Nuova Camorra Organizzata Pasquale Scotti

Dopo 31 anni di “vacanza” sulle spiagge tropicali del nordest brasiliano, e’ rientrato in Italia con le manette ai polsi il boss della camorra Pasquale Scotti, detto Pasqualinoo collier”. Era stato arrestato lo scorso maggio a Recife, capitale dello Stato di Pernambuco , dove si era rifugiato da circa 31 anni per sfuggire a due condanne per omicidio e per le quali ora dovrà scontare 30 anni di reclusione.

Pasquale Scotti era un pezzo da novanta della camorra degli anni 80: oltre che braccio destro di Raffaele Cutolo, capo della cosiddetta Nuova Camorra Organizzata, era anche il suo killer preferito. Arrestato nel dicembre del 1983 quando stava cercando di riorganizzare le fila della n.c.o. (Cutolo si trovava recluso nel supercarcere dell’Asinara), l’antivigilia di natale del 1984 evase dall’ospedale di Caserta, ove si trovava agli arresti ospedalieri, avendo avviato un percorso di collaborazione. Quindi la fuga verso il Brasile, dove si era rifatto una vita: sposato con una brasiliana, aveva avuto due figli e si faceva chiamare Francisco de Castro Visconti, imprenditore di successo con gestione di numerose attività, tra società di servizi e ristoranti.

Peraltro, inserito nell’elenco dei 10 latitanti più pericolosi, gli investigatori della Squadra Mobile di Napoli non avevano mai smesso di cercarlo, finché non erano riusciti a stanarlo con la collaborazione dell’Interpol e della Polizia brasiliana. Al momento dell’arresto, come detto avvenuto nel maggio del 2015, stava comprando dei dolci in una panetteria di Recife. Questa la prima frase che disse quando fu fermato dai poliziotti: “Pasquale Scotti è morto nel 1986”.

A termine del lungo iter per l’estradizione (il suo caso è stato al centro di una disputa diplomatica tra il governo italiano e quello brasiliano, che ha poi concesso l’attesa estradizione del latitante), accompagnato da personale dell’Interpol e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, alle prime luci dell’alba di ieri è giunto all’aeroporto di Fiumicino, con un volo Alitalia partito da Rio de Janeiro. Dopo le formalità burocratiche, è stato associato alla casa circondariale di Rebibbia, a Roma.

Si è così conclusa ufficialmente la lunga “vacanza” brasiliana di Pasqualino “o collier”. Ora gli inquirenti sperano in una sua collaborazione, magari indotta dal desiderio di riacquistare quella libertà gustata per così tanto tempo. Il suo contributo potrebbe aprire uno spiraglio di luce su una serie di misteri ancora irrisolti degli anni in cui era il killer più fidato del capo della nuova camorra organizzata, come il sequestro Cirillo e l’omicidio Calvi. Proprio per questo motivo, pare che nei suoi confronti sia stato disposto “l’isolamento diurno”.

Pasquale Scotti è solamente l’ultimo in ordine di tempo di superlatitanti italiani rintracciati ed arrestati in Brasile. Anche se il caso più noto ed emblematico è quello del terrorista Cesare Battisti, sono diversi i casi di boss della criminalità organizzata nostrana che, dopo l’emissione di provvedimenti restrittivi a loro carico, hanno cercato rifugio nel Paese verde oro, come, ad esempio, Francesco Salzano, arrestato a Fortaleza (altra metropoli del nordest brasiliano) nel febbraio del 2011. L’uomo, all’epoca 37enne, ritenuto dagli inquirenti un killer del clan dei “Casalesi”, era ricercato sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare per associazione mafiosa e triplice omicidio.

Ma a prediligere la latitanza nel Paese tropicale pare non siano solamente gli affiliati a cosche mafiose. Giusto per citare qualcuno dei latitanti “comuni” arrestati in Brasile negli ultimi anni, ricordiamo Gianluca Medina, 41enne di Borgomanero, catturato il 3 luglio dello scorso anno dopo una latitanza durata circa 3 mesi, a seguito di condanna definitiva alla pena di sei anni e mezzo di reclusione per traffico di stupefacenti e detenzione illegale di armi. La cattura avvenne a Jijoca de Jericoacoara -sempre nordest- (cittadina balneare tra le più belle e caratteristiche del mondo, per noi italiani anche tristemente nota perché luogo in cui, nel natale del 2014, fu assassinata la 29enne piacentina Gaia Molinari), ove il Medina aveva trovato riparo sin dal primo giorno di fuga ed in cui era stato poi raggiunto dalla compagna e dal figlio.

E come non ricordare, poi, il 31enne bresciano Massimiliano (Max) Tosoni, il quale, durante la sua latitanza a Fortaleza (era scappato da alcuni anni dall’Italia perché ricercato per una serie di rapine), il 31 gennaio 2013, coadiuvato da tre “meninos de rua” (ragazzi di strada) tra i 14 e i 15 anni, si rese responsabile del trucido assassinio a scopo di rapina, mediante sgozzamento, di Andrea Macchelli, 48enne modenese, affittacamere per turisti, e di un giovane cambiavalute brasiliano; crimini per i quali è stato poi condannato dal tribunale di Fortaleza a 31 anni di carcere.

Che dire, sembra che molti dei latitanti italiani siano attratti dal Brasile ed in particolare dalle spiagge infinite e dal clima sempre estivo del nordest brasiliano, a meno che, perlomeno per quanto riguarda gli appartenenti alla criminalità organizzata, questa loro massiccia presenza in territorio brasiliano non debba essere collegata al riciclaggio dei proventi del narcotraffico, del commercio delle armi, delle estorsioni ed altro, attraverso investimenti nel settore immobiliario, che negli ultimi anni ha avuto una crescita esponenziale senza precedenti. Ma questa è un’altra storia.

di Umberto Buzzoni

Sicurezza stradale: al via il progetto “Ania campus”

È partito oggi, da Roma, il tour di oltre un mese e mezzo, legato al progetto di “Ania Campus 2016“, che toccherà 16 città italiane in 14 regioni, in cui saranno coinvolti oltre 1.500 studenti delle scuole superiori.

Tecnologia, divertimento, formazione e informazione. Sono questi gli ingredienti base dell’iniziativa dedicata alla sicurezza stradale sulle due ruote realizzata dalla Fondazione Ania in collaborazione con la Polizia di Stato e la Federazione motociclistica italiana, promossa dal Dipartimento delle politiche giovanili.

Lo scopo è quello di insegnare, soprattutto ai giovani, a rispettare le regole della strada e le tecniche di guida sicura sulle due ruote.

In ogni città sarà allestito un Campus, con un’area dedicata alla teoria e un vero e proprio circuito per le prove pratiche di guida sicura. Nel solo 2014, sulle strade italiane, hanno perso la vita 816 persone e oltre 55mila sono rimasti ferite, a seguito di un incidente stradale su un mezzo di questo tipo.

I ragazzi, dopo aver svolto la parte teorica, proveranno ad affrontare, secondo le regole apprese, il circuito predisposto, sotto la supervisione di istruttori e piloti professionisti.

Ogni mezzo utilizzato per le esercitazioni sarà equipaggiato con una telecamera che riprenderà le manovre eseguite dal conducente. I video saranno utilizzati a scopo didattico, mettendo in evidenza eventuali errori o manovre non corrette.

La teoria tratterà anche i temi dell’abbigliamento e degli accessori con particolare attenzione al casco. Per ribadire l’importanza di utilizzare solo i caschi a norma, la Fondazione Ania ha lanciato un’iniziativa per “rottamare” i vecchi caschi non omologati ancora in circolazione: i ragazzi che durante la manifestazione si presenteranno con un casco non a norma, riceveranno in cambio un nuovo casco che potranno personalizzare secondo la propria creatività.

In ogni tappa la Polizia stradale sarà presente con il Pullman Azzurro, l’aula multimediale itinerante, a bordo del quale gli specialisti della Polizia spiegheranno ai giovani i più importanti aspetti della sicurezza sulle due ruote.

Al termine della mattinata, il Campus resterà operativo e sarà possibile, per chiunque passerà nell’area predisposta, svolgere attività formativa e prove di guida sicura sul circuito, con l’assistenza di piloti e tecnici.

“La scelta di un progetto come Ania Campus – commenta Aldo Minucci, presidente della Fondazione Ania per la sicurezza stradale -nasce da una duplice considerazione: chi viaggia sulle due ruote a motore fa parte degli utenti vulnerabili della strada e il fatto che, tra i motociclisti, sono particolarmente colpiti i giovani”.

Sul tema il direttore del Servizio polizia stradale Giuseppe Bisogno osserva che “È di tutta evidenza che per i conducenti di moto e ciclomotori la strada continui a rappresentare un pericolo ben superiore di quanto sia per gli automobilisti. Se fino al 2014 il trend della incidentalità per i motociclisti è stato in graduale e costante diminuzione, nel 2015 assistiamo purtroppo ad una preoccupante inversione ditendenza. Iniziative come quella di oggi rappresentano quindi un fondamentale momento di riflessione”.

“Siamo lieti di far parte di questa squadra che con Ania Campus si propone di educare attraverso un percorso formativo che passa dai nostri formatori, dagli agenti della Polizia stradale e da istruttori di guida – dice il Segretario Generale della Fmi, Alberto Rinaldelli -. La Federazione motociclistica italiana opera attraverso lezioni di educazione stradale indirizzate a bambini e ragazzi di ogni età”.

Questo il commento di Antimo Cesarosottosegretario di Stato del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo: “L’attenzione del Governo al tema della sicurezza stradale trova immediato riscontro nel progetto Ania Campus, risultato vincitore e primo classificato di un bando di concorso lanciato nel 2009 dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso il Dipartimento della gioventù. I dati relativi all’incidentalità stradale ed il tasso di mortalità che si registra sulle strade italiane, infatti, oltre ad imporre il coinvolgimento attivo delle Istituzioni del nostro Paese, rende quanto mai urgente l’attuazione di progetti formativi come questo”.

fonte Polizia di Stato

Roma, ricorsi tributari pilotati: tredici arresti, anche giudici e avvocati

Sono 13 le misure emesse dalla procura di Roma nei confronti della presunta cricca composta da funzionari pubblici, compresi giudici, e professionisti che nella capitale pilotava l’esito dei ricorsi tributari dietro il pagamento di compensi. In corso anche decine di perquisizioni presso l’abitazione e gli uffici degli arrestati.

Il sistema messo in piedi, sostiene la Guardia di Finanza, era noto solo agli addetti ai lavori ed era così rodato da garantire ai contribuenti che si rivolgevano alla cricca il pieno successo nei ricorsi contro il Fisco. È stato un professionista a rompere il circolo vizioso: vessato dalle continue richieste, infatti, ha rivelato agli investigatori l’esistenza dell’organizzazione.

Il resto lo hanno fatto le indagini dei finanzieri della compagnia di Velletri, coordinati dalla procura di Roma: è così emersa una rete di relazioni tra alcuni infedeli giudici tributari, dipendenti, anche in pensione, dell’Amministrazione Finanziariacivile e militare -, avvocati, consulenti e commercialisti. Una rete che aveva come obiettivo quello di sterilizzare con ogni mezzo, l’attività di accertamento del Fisco.

In sostanza, i contribuenti, dopo aver pagato ingenti somme di denaro o fatto regali di vario genere agli appartenenti alla cricca, ottenevano indebiti sgravi di imposte dagli uffici dell’agenzia delle entrate o riuscivano a vincere i ricorsi promossi davanti alla Commissione tributaria regionale e provinciale di Roma contro gli atti di accertamento conseguenti alle verifiche subite dal Fisco. I 13 destinatari delle misure, di cui 8 legati secondo la Gdf dal vincolo associativo, agivano all’interno degli organi di appartenenza in base a ruoli ben precisi ed all’esclusivo scopo di vanificare il lavoro di contrasto all’evasione fiscale operato dalla parte sana dell’Amministrazione Finanziaria. Il lavoro degli inquirenti prosegue ora per recuperare, da un lato, il provento dei reati e, dall’altro, rinvigorire i provvedimenti tributari indebitamente annullati dall’intromissione della cricca.

ANCHE UN ATTORE Tra i 22 indagati complessivi dell’inchiesta sulle sentenze pilotate delle Commissioni Tributarie figura anche l’attore Massimo Giuliani. Secondo l’accusa avrebbe versato 65 mila euro per ottenere, in appello presso la commissione regionale, il rigetto di un ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro una sentenza a lui favorevole e relativa a cartelle esattoriali di diversi accertamenti tributari per un ammontare di tre milioni di euro.

Un ringraziamento speciale da parte del Direttore Umberto Buzzoni e di tutta la Redazione del Mensile Polizia di Stato per l’eccellente lavoro svolto da tutti gli agenti intervenuti.

fonte Il Messaggero

 

Sci di fondo: Pellegrino re dello sprint vince la Coppa del mondo

“Ho portato a casa un trofeo che nessuno aveva mai conquistato in Italia e strapparlo ai nordici è una grande gioia”. Sono le prime parole di Federico Pellegrino dopo la vittoria della Coppa del mondo di sci di fondo nella specialità sprint.

Al portacolori delle Fiamme oro bastavano nove punti per assicurarsi la vittoria e, nella tappa di Quebec City (Canada), nonostante una caduta che gli ha precluso l’accesso in finale, Federico ha conquistato dieci punti, più che sufficienti ad assicurargli il trionfo.

Si tratta di un risultato storico per questa disciplina, una vera e propria svolta epocale perché Federico è il primo fondista non scandinavo a vincere l’ambita Coppa di cristallo.

Prima di lui solo un altro italiano, Pietro Piller Cottrer nel 2009, aveva fatto una cosa simile ma nella specialità “distance”.

“Non ci avrei mai creduto ad inizio stagione – ha detto il fondista del Gruppo sportivo della Polizia di Stato – e invece è successo, significa essere competitivo per tutta una stagione, e battere un campione come Northug è molto bello”.

Pellegrino è arrivato alla vittoria grazie a una prima parte fenomenale, nella quale ha incamerato quattro vittorie (Davos, Dobbiaco, Lenzerheide e Planica), andando comunque quasi sempre a punti, anche nelle tappe a lui meno congeniali, dimostrando così di essere veramente lo sprinter più forte del mondo.

“È stata una seconda parte di stagione molto difficile da gestire – ha sottolineato il campione cremisi – però ho cercato di essere quanto più professionista possibile per rimanere concentrato sia per l’allenamento sia per tutti gli aspetti che circondano la nostra professione. Nonostante la seconda parte di stagione sia stata al di sotto delle attese, è una grande soddisfazione perché le gare non erano più a mio vantaggio, sono arrivate le prove cittadine in tecnica classica, molto più ostiche per le mie caratteristiche, ma alla fine ce l’ho fatta ugualmente”.

Nonostante la vittoria Federico ha comunque “un piccolo rammarico: avrei potuto chiudere con un bel risultato perché lo sentivo nelle gambe. L’anno scorso fui terzo, non pensavo che a 25 anni avrei centrato un obiettivo del genere, anche perché era l’annata più difficile per farlo visto che, senza mondiali e olimpiadi era l’unico obiettivo degli sprinter”.

Con la Coppa di cristallo tra le mani Pellegrino ha voluto ringraziare coloro che lo hanno aiutato a raggiungere questo storico risultato: “Il mio primo grazie va alla Federazione e alla Fiamme oro, ma voglio ricordare anche il ruolo fondamentale che hanno la mia famiglia e la mia fidanzata Greta Laurent“.

fonte Polizia di Stato