Il prefetto Pansa inaugura a Roma il palazzetto delle Fiamme oro

Inaugurato questa mattina a Roma il palasportA. Vespucci“, un impianto sportivo polifunzionale che ospiterà le sezioni giovanili del Gruppo sportivo della Polizia di Stato.

In particolare il palazzetto delle Fiamme oro, che si trova in via Vertumno, all’interno del plesso scolastico dell’istituto alberghiero Amerigo Vespucci, sarà utilizzato dai giovani atleti cremisi di pugilato, karate e sciabola.

La struttura è stata tenuta a battesimo dal capo della Polizia Alessandro Pansa insieme al presidente del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) Giovanni Malagò; presenti anche il presidente delle Fiamme oro Francesco Montini, il vice sindaco della Città metropolitana di Roma e il presidente della Federazione pugilistica italiana (Fpi) Alberto Brasca. A tagliare il nastro inaugurale è stata la preside dell’Istituto scolastico Teresa Corea.

Testimonial dell’evento l’olimpionico del pugilato e plurimedagliato delle Fiamme oro Roberto Cammarelle.

“La sinergia tra l’istituto scolasticoVespucci“, il Coni e la Polizia di Stato – ha dichiarato il capo della Polizia, Alessandro Pansa – ha consentito di realizzare non solo un impianto sportivo, ma il futuro degli studenti e dei giovani che praticheranno attività sportive, ovvero il futuro della nostra società. Iniziative come queste, infatti, offrono la possibilità ai ragazzi di imparare una disciplina, ma soprattutto di apprendere i valori che lo sport può insegnare, per metterli in pratica nella vita di tutti i giorni. La Polizia di Stato è già impegnata in queste iniziative, come la sezione di pugilato di Marcianise, dove con la guida dei tecnici Fiamme oro sono stati già formati giovanissimi campioni. L’invito che rivolgo ai ragazzi – ha concluso il Prefetto – è quello di avvicinarsi alle discipline del nostro Gruppo sportivo e iniziare il cammino nella società che li porterà a diventare i campioni di domani, ma anche di trovare un futuro lavorativo nella sicurezza e quindi diventare poliziotti”.

“Quella di oggi è una giornata importante – ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò – Faccio i miei complimenti al capo della Polizia per la realizzazione di questo impianto e soprattutto ai suoi collaboratori per aver creduto da subito in questa iniziativa, che rispecchia la direzione che il C.O.N.I. ha intrapreso e che sin dall’inizio del mio mandato avevo indicato a tutto il mondo sportivo ed in particolare ai gruppi sportivi militari: avere progetti e finalità per la diffusione della pratica sportiva”.

Al termine della cerimonia inaugurale, coordinata dal direttore tecnico della scherma cremisi Stefano Pantano, si sono esibiti alcuni atleti delle Fiamme oro delle tre specialità che avranno sede nel palazzetto.

Per il karate i campioni della nazionale italiana Sara Battaglia, Michela Pezzetti, Viviana Bottaro e Luca Maresca, insieme a Silvia Sassano e Federica Grillo; per la scherma gli sciabolatori Riccardo Nuccio, Stefano Scepi e Fabrizio Marino, mentre per il pugilato hanno incrociato i guanti sul ring alcuni ragazzi della sezione giovanile guidati da Roberto Cammarelle.

L’impianto sportivo polivalente di circa mille metri quadrati, annesso all’Istituto Vespucci, è stato dato in concessione trentennale alla Fpi, con il presupposto della riqualificazione della struttura sportiva e dell’area antistante.

A tal fine è stato stipulato un protocollo tra Fpi e Fiamme oro che avranno la gestione dell’impianto per lo svolgimento di attività agonistica e l’avvio delle sezioni giovanili di pugilato, karate e scherma.

fonte Polizia di Stato

Assoluti di Lotta: le Fiamme oro vincono 9 ori, 3 argenti e 1 bronzo

Grande successo per i portacolori delle Fiamme oro ai Campionati italiani assoluti di lotta libera, greco romana e femminile, la principale competizione nazionale che quest’anno rivestiva un’importanza particolare in quanto tappa fondamentale per la selezione degli atleti che parteciperanno ai prossimi Campionati europei di Riga (Lettonia), validi ai fini della qualificazione ai giochi olimpici di Rio 2016.

Come ormai tradizione, sui tappeti del PalaPellicone di Ostia (Roma) i lottatori cremisi hanno primeggiato in tutte e tre le specialità olimpiche, portando a casa un ricco bottino di 13 medaglie, di cui 9 d’oro, 3 d’argento e una di bronzo.

Grazie ai podi e agli ottimi piazzamenti conquistati, il Gruppo sportivo della Polizia di Stato è risultato al primo posto della classifica per società sia nella greco romana che nella libera, mentre nella lotta femminile ha portato a casa un ottimo secondo posto.

I campioni italiani cremisi nella lotta greco romana sono Lorenzo Gentile nei 66 chilogrammi, Tiziano Corriga, che nei 71 chili ha vinto il derby per la medaglia d’oro contro il compagno di squadra Davide Cascavilla, e Ciro Russo che si è aggiudicato la finale dei 75 chili.

Medaglia d’argento per Carlo Giunta nella categoria 98 chilogrammi. Nello stile libero Angelo Costa, Giuseppe Rinella ed El Mahdi Roccaro si sono piazzati sul gradino più alto del podio rispettivamente nelle categorie 70, 74 e 97 chilogrammi.

Argento per Salvatore Crisanti negli 86 chili mentre Marco Tincani vince il bronzo nei 125.

Tripletta d’oro per le tre ragazze terribili della lotta femminile: Silvia Felice nei 53 chili, Francesca Mori nei 55 e Carola Rainero nei 58 hanno dimostrato di non avere rivali nelle rispettive categorie di peso.

fonte Polizia di Stato

Donazioni di sangue: le date di marzo

Anche nel mese di marzo continua l’attività di raccolta sangue dell’Associazione donatori e volontari personale della Polizia di Stato. L’invito a donare è rivolto a tutti i cittadini in buona salute e di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Per poter donare il sangue è necessario avere un peso corporeo non inferiore ai 50 chili e recarsi al prelievo a digiuno ma è possibile bere un caffè, un tè o un succo di frutta. Non è consentito ingerire latte e derivati.

Gli appuntamenti di marzo prevedono le città di Roma, Agrigento, Avellino, Genova, Napoli, Milano e Imperia:

ROMA
♦ VENERDÌ 4 MARZO
CASTRO PRETORIO
Via del Castro Pretorio, 5

♦ VENERDÌ 11 MARZO
ISTITUTO SPIRITO SANTO DELLE FIGLIE DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DI BUENOS AIRES
Via asinio Pollione, 5

♦ VENERDÌ 18 MARZO
POlO ANTICRIMINE TUSCOLANO
Via tuscolana 1550

♦ VENERDÌ 18 MARZO
ISTITUTO PER ISPETTORI DI POLIZIA DI STATO
Via santa BarBara, 94 nettuno

AGRIGENTO
♦ DA LUNEDÌ AL SABATO
OSPEDALE SAN GIOVANNI DI DIO CENTRO TRASFUSIONALE
Contrada Consolida

AVELLINO
♦ MARTEDÌ 8 E DOMENICA 20 MARZO
OSPEDALE “MOSCATI” CENTRO TRASFUSIONALE
Contrada Amoretta

GENOVA
♦ MARTEDÌ 1 MARZO
VI REPARTO MOBILE
Via sardorella, 57 Bolzaneto

♦ VENERDÌ 18 MARZO
QUESTURA DI GENOVA
Via armando diaz, 2 lato Caravelle

NAPOLI
♦ VENERDÌ 18 MARZO
OSPEDALE “FONDAZIONE G. PASCALE” CENTRO TRASFUSIONALE
Via C. dei Cangiani, 1

MIlANO
♦ DAL LUNEDÌ AL SABATO
IRCCS OSPEDALE SAN RAFFAELE SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE
Via olgettina, 60
Lunedì: 8.00/12.00 e 13.30/15.30; dal Martedì al Giovedì: 8.00/13.00; Venerdì: 8.00/13.00 e Sabato: 8.00/11.00

♦ DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ
OSPEDALE SAN CARlO
Via Pio ii, 3
ore 8.00/10.30 (il sabato su Prenotazione)

IMPERIA
♦ TUTTI I GIORNI DI MARZO
OSPEDALE DI IMPERIA AZIENDA usl
CENTRO TRASFUSIONALE
Via sant’agata, 31
ore 8.00/12.00

di Umberto Buzzoni

Il “caso” Regeni

E’ trascorso quasi un mese da quando Giulio Regeni, il 28enne ricercatore friulano scomparso la notte del 25 gennaio a Il Cairo, fu ritrovato privo di vita ai margini dell’autostrada, alla periferia della capitale egiziana: il corpo martoriato da atroci segni di tortura.

Un mese che non è stato sufficiente per fare un minimo di chiarezza su questo orrendo crimine; anzi, più passa il tempo, più il mistero si infittisce, anche a causa dell’ambiguo comportamento e delle “verità nascoste” delle autorità egiziane.

Circa il movente, infatti, sono ben cinque le diverse tesi sostenute in ordine di tempo dagli investigatori del Cairo: incidente stradale, rapina, omicidio a sfondo sessuale, uccisione per mano di spie dei Fratelli Mussulmani per creare imbarazzo al governo di  Al Sisi, vendetta privata connessa con il mondo della droga. Come se non bastasse, quindi, ora si tenta addirittura di gettare fango sulla vita privata del povero Regeni, nel tentativo ignobile di collegarlo allo spaccio e consumo di stupefacenti, tanto che già si vocifera dell’imminente arresto di uno spacciatore che bazzicava nel quartiere di al Dokki, dove il ricercatore viveva.

Menzogne su menzogne! Le uniche verità sembrano provenire dalla Procura di Roma: “Giulio Regeni frequentava persone del mondo universitario, non faceva uso di droghe (lo confermano i primi esiti degli esami tossicologici), conduceva una vita piuttosto ritirata al Cairo, non aveva contatti con persone equivoche, non aveva rapporti con servizi segreti italiani o stranieri. Giulio Regeni è stato ucciso da professionisti della tortura, persone esperte in crudeltà, per motivi legati al suo lavoro di ricerca”.

A questo punto, per sperare che si faccia luce sulla vicenda, non possiamo che affidarci all’inchiesta della procura capitolina; del resto, la cooperazione tra gli apparati di sicurezza egiziani ed il nostro team investigativo (Sco, Ros e Interpol), presente in loco sin dal 5 febbraio, è del tutto inesistente, se si considera che gli investigatori italiani non hanno possibilità di accesso ai documenti sonori e filmati, ai reperti medici, agli atti dell’inchiesta in possesso della Procura di Giza. Tra l’altro, nulla di quanto richiesto con una rogatoria ufficiale inviata da oltre dieci giorni per via consolare, è stato consegnato.

I pm romani, che, come sottolineato, in base agli elementi finora raccolti escludono tutte le ipotesi sul possibile movente fatte filtrare dall’Egitto, ora puntano ad avere il maggior numero possibile di dettagli sulla vita privata di Giulio Regeni. In questo contesto  sono state inoltrate richieste ai responsabili dei più diffusi social network, al fine di ottenere informazioni e password di alcuni profili del giovane ricercatore. Attraverso l’accesso a tali profili, infatti, si potrebbero acquisire ulteriori notizie sulla sua attività e le relazioni che intratteneva in Egitto ed altrove. Gli inquirenti ritengono, inoltre, che di rilevante importanza  sarebbe l’acquisizione dei dati relativi ai dispositivi gps collegati al telefono cellulare attraverso i social, telefono mai ritrovato dopo la scomparsa del Regeni.

Intanto, dovrebbe essere imminente il deposito della relazione completa sull’esame autoptico, effettuato dal professore Vittorio Fineschi dopo che la salma era stata riportata in Italia. Dalle prime indiscrezioni, pare che il povero Giulio abbia subito una tortura brutalmente metodica, che si è prolungata per sette lunghi giorni. La morte, infatti, sarebbe avvenuta non prima del 31 gennaio, in seguito a protratte sevizie.

Sul fronte politico-istituzionale, da registrare la dura presa di posizione da parte del ministro degli esteri Paolo Gentiloni, il quale, dopo l’ultima farneticante ricostruzione  fornita dal ministro dell’interno egiziano, così ha dichiarato: “Voglio essere chiaro ancora una volta, non ci accontenteremo di verità di comodo, tantomeno di piste improbabili come quelle che ho sentito evocare dal Cairo. Su questa vicenda, l’Italia semplicemente chiede a un Paese alleato la verità e la punizione dei colpevoli…pretendiamo e pretenderemo la verità: credo che lo dobbiamo alla famiglia e alla dignità del nostro Paese”.

Pier Ferdinando Casini, Presidente della Commissione Esteri al Senato, dopo aver premesso “Le torture inflitte a Giulio Regeni possono essere motivate solo da un gigantesco fraintendimento di chi ha ritenuto che avesse collegamenti con aree che cospiravano contro la sicurezza nazionale; ma questa è una palese sciocchezza: Regeni non era una spia, era uno studioso attento che agiva in un versante di società civile naturalmente scottante”, ha sottolineato “Chiediamo la verità sul caso Regeni non solo per la sua famiglia, colpita in modo indelebile, ma anche in nome del decoro e della nostra dignità nazionale”.

Amnesty Italia ha lanciato una campagna con l’hashtag: #verità per giulioregeni. “L’Egitto deve dare una risposta chiara all’Italia sul suo assassinio al Cairo. Non ci accontenteremo di niente di meno della verità: in quel paese, che sta subendo una pesante ondata repressiva e dove si stanno moltiplicando i casi di arresti arbitrari, sparizioni e violenze di natura politica, purtroppo la tortura è una prassi ancora molto utilizzata. Le nostre istituzioni non possono accettare risposte posticce. Lotteremo”. Così promette l’appello fatto firmare alcuni giorni fa agli studenti di scuole e università, nelle piazze e nei luoghi di cultura “finchè non sapremo come è morto Giulio”.

Di fronte all’ultima paradossale e grottesca ricostruzione fornita dalle autorità del Cairo, forte è stata anche l’indignazione della famiglia di Giulio Regeni: “Non accettiamo alcun tentativo di infangare la memoria di Giulio. Faremo tutto quanto nelle nostre possibilità per giungere al pieno accertamento della verità e reagiremo ai tentativi di depistaggio da dovunque provengano”.

di Umberto Buzzoni

In memoria di Rosario Sanarico

E’ il pomeriggio di venerdì 19 febbraio; alcuni sommozzatori della Polizia di Stato stanno scandagliando le acque limacciose del fiume Brenta, in località Noventa Padovana, vicino alla chiusa di Stra, alla ricerca del cadavere di Isabella Noventa, la 55enne padovana scomparsa da circa un mese. E’ qui, infatti, che il suo ex fidanzato, il ballerino Freddy Sorgato, per sua stessa ammissione, nella notte del 16 gennaio scorso, dopo aver ucciso la donna, avrebbe gettato il corpo.

Per i sub della Polizia di Stato, di grandissima professionalità ed abituati ad affrontare il rischio, è normale routine; inoltre, il poliziotto che sta effettuando l’immersione è uno dei sommozzatori più qualificati: è Rosario Sanarico, da tutti chiamato affettuosamente “Sasà”, 52enne, Ispettore Superiore in forza al Centro Nautico e Sommozzatori di La Spezia, con un’esperienza trentennale nelle immersioni. Questa volta, però, accade l’imprevedibile, qualcosa non va per il verso giusto: dopo alcune ore di immersione, Rosario Sanarico rimane incastrato sul fondale del Brenta. I soccorritori impiegano 45 minuti per riportarlo in superficie. Sono attimi concitati, di grande tensione: il primo tentativo di rianimazione sul posto, l’arrivo delle autoambulanze, la corsa verso l’ospedale civile di Padova, il nuovo tentativo di rianimazione. Tutto inutile, il destino di Sasà è drammaticamente segnato: a distanza di alcune ore, il cuore dell’eroico sommozzatore cessa di battere a causa dell’asfissia prolungata.

E’ così che è volato via “Sasà”, il gigante buono del CNeS di La Spezia, eroe silenzioso, lasciando nello sconforto più totale parenti, amici e colleghi, ma soprattutto la moglie Antonella e i figli Alessio ed Annavera, rispettivamente di anni 7 e 26. L’Ispettore Superiore Rosario Sanarico era nato a Napoli il 10 ottobre 1963; entrato nella Polizia di Stato non ancora ventenne, nel 1984 era stato assegnato al Centro Nautico e Sommozzatori di La Spezia, dove aveva conseguito una lunga serie di abilitazioni professionali, che lo avevano portato ad assumere incarichi di crescente importanza nel Nucleo Sommozzatori.

Noto per la sua generosità e lealtà, oltre che per le spiccate qualità professionali, aveva svolto numerosi interventi in condizioni estremamente difficili, tra i quali, ad esempio, i soccorsi in occasione del naufragio della Costa Concordia. Il suo curriculum professionale vanta anche molti riconoscimenti ottenuti per l’attività svolta, tra cui l’Attestato di Pubblica Benemerenza “come testimonianza per l’opera e l’impegno prestato in interventi di protezione civile”.

Numerose le espressioni di cordoglio. Il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha inviato un telegramma al Capo della Polizia, nel quale, tra l’altro, si legge “Un pensiero commosso alla famiglia dell’Ispettore Superiore Sanarico e alla Polizia di Stato. Ancora una volta la dedizione e l’impegno delle Forze dell’Ordine non conosce limiti, anche a sacrificio della propria vita”. Il Capo della Polizia, Alessandro Pansa, che conosceva personalmente il povero Rosario Sanarico, così lo ha ricordato: “Sono particolarmente colpito da ciò che è accaduto. E’ morto un operatore di grandissima professionalità; ho condiviso con lui la mia passione di subacqueo, ho fatto molte immersioni anche con l’ispettore che io chiamo ancora Sasà. Era un uomo molto generoso e bravo che, probabilmente, confidando nella sua bravura, ha messo a rischio la sua vita per il suo lavoro, per la sua divisa nella quale credeva profondamente”.

Il Questore di Padova, Gianfranco Bernabei, ha sottolineato: “La Polizia di Stato piange un suo grande eroe, un gigante buono con esperienza trentennale che si era offerto volontario con il suo consueto impegno e la forte motivazione che lo contraddistingueva, per partecipare alle ricerche del cadavere di Isabella Noventa, alla guida dei suoi uomini del Centro Nautico e Sommozzatori della Polizia di Stato di La Spezia. Un grande esempio del senso dello Stato e di dedizione al dovere che lo ha spinto a sacrificare la sua stessa vita. Siamo stretti intorno alla moglie Antonella e ai figli Alessio e Annavera in questo momento di grande dolore”.

Il Sindaco di La Spezia, Massimo Federici, ha deciso di proclamare per oggi, giorno delle esequie in forma solenne, il lutto cittadino. “La città di La Spezia – si legge in una nota dell’Amministrazione Comunale” – si stringe attorno alla famiglia e ai colleghi dell’ispettore Rosario Sanarico, partecipando alla grande commozione che la morte dell’ispettore del Cnes ha suscitato nella comunità e nell’intero Paese”. Il feretro di Rosario Sanarico, partito da Padova scortato da un equipaggio della Squadra Volante della Questura e da una pattuglia della Polizia Stradale del capoluogo veneto, è giunto nella camera ardente allestita nella Cappella del Centro Nautico e Sommozzatori della Polizia di Stato a La Spezia.

Come detto, oggi, alle ore 16.00, si terranno i funerali in forma solenne, alla presenza del Vice Capo Vicario della Polizia, Prefetto Luigi Savina, nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo a Pegazzano (La Spezia).

Addio Ispettore Superiore Rosario Sanarico, addio “Sasà”, amato figlio della Polizia di Stato, amato figlio di un Italia che ti sarà sempre grata per la tua nobiltà d’animo, per il tuo altruismo, per la tua generosità, per la tua dedizione al dovere e per il tuo spirito di sacrificio espressi fino alle estreme conseguenze.

Direttore Umberto Buzzoni

Cagliari: poliziotto ucciso dal cognato che tentava il suicidio

Funerali solenni e lutto cittadino domani a Soleminis, la cittadina che dista 15 chilometri da Cagliari, dove sabato 20 febbraio il sostituto commissario Maurilio Vargiu di 51 anni è stato ucciso, con un colpo di fucile, dal cognato.

Secondo la ricostruzione della dinamica, Gian Priamo Piras, cognato del sostituto commissario, aveva manifestato nella mattinata propositi di suicidio, imbracciando un fucile da caccia; la moglie, sorella di Maurilio Vargiu, ha immediatamente chiesto aiuto al fratello per far desistere il marito dal suo proposito.

Il poliziotto, nell’attesa dell’arrivo dei Carabinieri avvisati dalla sorella, è andato a casa del cognato che aveva già esploso un colpo di fucile, nel tentativo di uccidersi.

Vargiu, raggiunta l’abitazione del cognato, non ha avuto nemmeno il tempo di parlare con il cognato.

Quest’ultimo, infatti, alla vista del poliziotto che stava entrando in giardino ha esploso un colpo al volto del sostituto commissario. Piras, subito dopo, ha esploso verso di sé un altro colpo restando ferito.

Il sostituto commissario, in servizio dal 1988, lavorava nella questura di Cagliari e lascia una moglie e due figli.

fonte Polizia di Stato

Il capo della Polizia inaugura il Centro polifunzionale di Trieste

Il capo della Polizia Alessandro Pansa ha inaugurato, questa mattina, il Centro polifunzionale della Polizia di Stato di Trieste. Il Centro è stato intitolato all’ispettore Luigi Vitulli vittima del dovere e medaglia d’oro al valor civile alla memoria.

Alla cerimonia ha partecipato anche la figlia dell’ispettore Vitullo, operatore tecnico della Polizia di Stato, che ha scoperto la targa intestata al padre, rimasto ucciso il 4 dicembre del 1999 durante un conflitto a fuoco con un pluripregiudicato a cui aveva notificato l’esecuzione della pena in carcere.

All’interno del comprensorio oltre al commissariatoPolo San Sabba“, sono ospitati alcuni uffici della questura, l’Autocentro, la Polizia stradale e uffici logistici provinciali e della frontiera di Trieste.

Ricevuta la benedizione da parte del cappellano della Polizia di Stato don Paolo Rakic, il capo della Polizia ha tagliato il nastro e dopo un breve discorso del questore di Trieste, Antonio Maiorano e quello del sindaco Roberto Cosolini, Pansa ha ricordato il sacrificio di Rosario Sanarico, ispettore superiore di 52 anni, esperto sommozzatore dei Reparti speciali deceduto ieri.

“Sono particolarmente colpito da ciò che è accaduto ieri, è morto un operatore di grandissima professionalità. Ho condiviso con lui la mia passione di subacqueo, ho fatto molte immersioni anche con l’ispettore che io ancora chiamo Sasà. Era un uomo molto generoso e bravo che probabilmente, confidando nella sua bravura ha messo a rischio la sua vita per il suo lavoro, per la sua divisa nella quale credeva profondamente”.

Alessandro Pansa nel pomeriggio raggiungerà Padova per portare le condoglianze alla famiglia di Rosario Sanarico.

fonte Polizia di Stato

Festival di Sanremo sicuro con la Polizia di Stato

Spente le luci sul 66° Festival della canzone italiana di Sanremo, tra i bilanci che si fanno c’è anche quello che riguarda la sicurezza dell’evento.

L’imponente dispositivo, messo a punto dalla questura di Imperia e attuato durante la settimana della manifestazione canora, ha permesso a tutti i presenti di fruire dello spettacolo nella massima sicurezza.

È proprio il questore di Imperia Leopoldo Laricchia, in un’intervista, a raccontare di alcuni particolari come la “No fly zone” attuata sul centro di Sanremo, e le bonifiche costanti e a campione effettuate in tutti i luoghi dove si è svolto il festival.

fonte Polizia di Stato

Il trasferimento del Sovrintendente Capo Giuseppe Coppola dal Commissariato Appio alla Polaria dell’Aeroporto di Ciampino

Da oggi il Sovrintendente Capo Giuseppe Coppola presterà servizio nella Polizia di frontiera aerea (Polaria) dell’Aeroporto di Ciampino dopo aver lavorato per ben quindici anni a Roma nel Commissariato Appio di Via Botero dedicandosi con professionalità e costanza alla lotta contro lo Stalking.

Sottoufficiale di grande prestigio e che può vantare una carriera di 26 anni in Polizia, grazie al lavoro svolto anche in Piemonte, a Pisa e a Roma nel Commissariato Tuscolano, il Sovrintendente Capo Giuseppe Coppola si occuperà di vigilare sulla sicurezza aeroportuale, prevenendo ogni violazione di legge in un processo di controllo e prevenzione al fine di scongiurare anche eventuali attacchi terroristici.

Il nostro più sentito ringraziamento per il lavoro svolto accompagnato da un sincero augurio di eccellere anche in questa nuova esperienza.

Direttore Umberto Buzzoni

Il questore di Milano Luigi Savina è stato nominato vice capo della Polizia

Il questore di Milano, Luigi Savina, è stato nominato vice capo vicario della Polizia sostituendo il prefetto Alessandro Marangoni che era stato nominato prefetto di Milano il 3 dicembre 2015.

Dalla sua entrata in Polizia nel 1980 ha ricoperto ruoli delicatissimi soprattutto nel settore della polizia giudiziaria prestando servizio nelle Squadre mobili di Pescara, Venezia, Palermo e Milano, lavorando a Roma nel Servizio centrale operativo e a Napoli come dirigente del Centro interprovinciale di polizia criminale Campania-Molise. Come questore ha diretto anche le questure di Terni, Ferrara, Padova, Cagliari e nel 2000 è stato anche a capo del contingente della Polizia di Stato Italiana in Albania.

di Umberto Buzzoni