di Grazia De Marco
Quando si parla di malasanità, spesso viene quasi spontaneo associarla ad alcune terre del Mezzogiorno, come Calabria, Sicilia, Campania e Puglia, dove, è innegabile, queste vicende riempiono le pagine dei quotidiani con maggiore frequenza. La cattiva gestione della cosa pubblica in tema di sanità, per quanto legata anche alla scarsità di fondi, di mezzi e di personale, non trova comunque giustificazione, soprattutto perché i “clienti” di questo comparto sono perone che soffrono e che, quasi mai, scelgono spontaneamente di usufruire dei servizi che offre. Tutti noi, quando pensiamo a un ospedale, vorremmo immaginare strutture efficienti, con personale medico e paramedico che riesca a superare ogni difficoltà di tipo burocratico o amministrativo grazie alla competenza, l’umanità e la disponibilità necessarie ad affrontare il loro lavoro in nome del sacro giuramento di Ippocrate che hanno pronunciato. Certo queste difficoltà esistono, in una professione difficile e faticosa, ma sono qui a testimoniare che, nonostante ciò, anche al sud della nostra Italia esistono esempi di eccellenti strutture, al cui interno opera personale sanitario di elevate capacità, che svolge questa professione quasi fosse una missione, più che un lavoro. Recentemente, a causa del ricovero di una persona a me cara, ho conosciuto il reparto di Psichiatria dell’Ospedale Civile di Barletta, all’interno del quale ho potuto apprezzare un gruppo di donne e di uomini, sapientemente coordinati dal Prof. Giuseppe Saccotelli, nel loro lavoro quotidiano, finalizzato a cercare di alleviare le sofferenze dettate dai “guasti” della mente umana, svolto con grande competenza e professionalità. Donne e uomini dotati di grande umanità, per non privare ciascun paziente della sua dignità e per evitare che ciascuno di loro, pure in situazioni molto difficili da affrontare, smetta anche solo per un attimo di considerarsi un essere umano. Ho potuto apprezzare inoltre la grande disponibilità di medici e paramedici nel rapportarsi con ciascun paziente come fosse l’unico, cercando di assecondare ogni sua piccola esigenza, ma anche nel tranquillizzare i parenti degli “ammalati”. I miei congiunti hanno posto a quei medici decine di domande e tutte hanno trovato risposte sempre adeguate ed estremamente semplici, per permettere anche a loro di comprendere. C’è ora da chiedersi… ma in questo posto non esistono le problematiche dettate dall’ormai nota “Spending Review” ? Credo proprio di si, ma la differenza stà nella forza, nella volontà, nel coraggio e, soprattutto, nell’amore verso il prossimo che soffre, che caratterizza ciascun elemento di questa squadra vincente.
Per questo vorrei dire GRAZIE di cuore, oltre che al Prof. Giuseppe Saccotelli, anche al Dott.Michele Sicolo, al Dott.Michele Lopane, al Dott. Francesco Peschechera, alla Dott.ssa Chiara Cicorella ed a tutto il personale paramedico. Un ringraziamento ed un pensiero particolare vorrei dedicarlo ad una persona davvero speciale, ad una signora apparentemente burbera, ma in realtà una grande donna con un cuore immenso. Sarà davvero difficile dimenticare la signora Liliana Di Giulio, Capo Sala del Reparto, perché sarà impossibile dimenticare la sua competenza, la sua forza, il suo coraggio, ma soprattutto, la sua disponibilità e la sua bontà d’animo.
Grazie a tutti voi, per come siete riusciti a curare questo mio anziano parente, ma soprattutto per la serenità con cui affrontate il vostro difficile lavoro quotidiano, la stessa che cercate di trasmettere in ogni vostro paziente.
Grazie, perché è soprattutto per persone che lavorano come voi, che tutti noi riusciamo ancora ad essere orgogliosi di questo nostro tanto bistrattato sud d’Italia.
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Si ringrazia il Direttore Umberto Buzzoni, per aver autorizzato la pubblicazione di questo articolo sulla testata www.mensilepoliziadistato.it