Torino: in manette la banda dello pneumatico

fonte Polizia di Stato

Derubavano borse e valigie ai passeggeri nelle stazioni ferroviarie e aeroportuali e in più avevano escogitato la tecnica “della foratura dello pneumatico”: 13 persone sono state arrestate nei giorni scorsi, per furto e rapina, dagli uomini del commissariato “Dora Vanchiglia” e “Borgo Po” della questura di Torino.

Il metodo consiste nel bucare lo pneumatico dell’auto su cui viaggia la vittima, prevalentemente di nazionalità estera, che una volta impegnata nella sostituzione della gomma, viene distratta da altri complici che la derubano della borsa appoggiata, generalmente, sul sedile anteriore dell’auto.

Altre dieci persone risultano indagate in stato di libertà.

L’attività d’indagine ha tratto spunto da una serie di denunce false, da parte di un cittadino italiano, che aveva dichiarato in più circostanze il furto di auto a lui intestate ma che in realtà affidava a pregiudicati che le usavano per commettere i reati.

Infatti, l’italiano era complice dell’organizzazione di ladri che in alcune occasioni si sono resi responsabili anche di rapina.

Le video-riprese hanno permesso di arrestare in flagranza otto persone e poi di accertare la partecipazione a vario titolo degli altri destinatari della misura cautelare.

Gli investigatori, oltre ad aver individuato il “piazzista”, hanno scoperto anche un vero e proprio magazzino dove era ammassata la merce rubata.

L’operazione ha portato al sequestro di una somma di denaro di circa 10mila euro, macchine fotografiche, telecamere professionali, telefoni cellulari, navigatori satellitari, occhiali da sole, portafogli, borse, stereo per auto, pc, tablet, scarpe, indumenti, orologi, strumenti musicali, per un valore complessivo di circa 25mila euro.

La merce era stata allestita dal ricettatore come un vero e proprio emporio: la roba veniva poi venduta in stock anche all’estero (Francia e paesi nordafricani).

Presi i rapinatori di Massa Carrara

fonte Ministero dell’Interno

Soddisfazione del prefetto al questore per la brillante azione investigativa

Sono stati arrestati ieri dagli agenti del commissariato di Massa Carrara i tre rapinatori che nel mese di marzo erano riusciti a derubare diversi istituti di credito.

L’aumento delle rapine che si era registrato ha fatto scattare controlli incrociati, anche con sistemi di videosorveglianza della città, che hanno coadiuvato l’azione investigativa condotta dagli agenti della Polizia di Stato.

Vivo l’apprezzamento del prefetto di Massa Carrara Giovanna Meneghini al questore per l’importante risultato di contrasto al fenomeno delle rapine, che contribuisce ad accrescere la percezione di sicurezza da parte della cittadinanza.

Sicurezza stradale: più di 10 mila controlli con “Vacanze sicure” sullo stato dei pneumatici

fonte Polizia di Stato

Presentata oggi a Roma, dal direttore del Servizio polizia stradale Giuseppe Bisogno e dal direttore di Assogomma Fabio Bertolotti, “Vacanze sicure“, l’iniziativa della Polizia stradale in collaborazione con le Associazioni dei Produttori e dei Rivenditori di pneumatici per sensibilizzare tutti gli automobilisti sull’importanza del controllo dei pneumatici.

Si tratta della dodicesima edizione della campagna di sicurezza stradale che mette in primo piano il pneumatico, essendo l’unico punto di contatto tra un veicolo e il suolo.

Le regioni coinvolte dai controlli specifici in questa edizione sono: Friuli Venezia Giulia, Marche, Lazio, Campania, Basilicata e Liguria.

Da nord a sud, passando per le grandi direttrici del traffico nazionale, adriatico e tirreno, la campagna 2015 prevede circa 10 mila controlli sulle vetture che circolano o transitano in queste regioni.

Dal 15 maggio al 15 giugno verranno verificati principalmente lo stato di usura dei pneumatici, la rispondenza alle caratteristiche riportate sulla carta di circolazione del veicolo e l’omologazione delle gomme.

“L’obiettivo – sostiene Giuseppe Bisogno direttore del Servizio polizia stradale – è quello di accrescere la consapevolezza degli utenti della strada relativamente al corretto uso e manutenzione degli pneumatici per prevenire gravi rischi per la sicurezza: trascurare o non controllare lo stato di efficienza degli pneumatici costituisce un gesto di irresponsabilità che si ripercuote negativamente su tutto il sistema della circolazione, di cui ogni conducente deve sentirsi parte integrante”.

Il direttore di Assogomma, Fabio Bertolotti ha inoltre rammentato che a partire dal 15 aprile è bene provvedere, per chi non le avesse montate, al ripristino dell’equipaggiamento estivo.

“Il consiglio è sempre quello di equipaggiare il proprio veicolo con pneumatici di serie idonei al periodo stagionale – ha affermato Bertolotti”.

Palermo: catturati trafficanti di uomini

fonte Polizia di Stato

Una pericolosa organizzazione transnazionale specializzata nell’immigrazione illegale è stata identificata e i suoi componenti sono stati arrestati dagli uomini delle Squadre mobili di Palermo, Agrigento, Catania, Milano e Roma coordinati dallo Sco (Servizio centrale operativo).

L’indagineGlauco II” ha consentito di ricostruire la struttura organizzativa e le dinamiche del gruppo criminale, composto da cittadini eritrei, etiopi, ivoriani, guineani e ghanesi, che favoriva l’immigrazione clandestina.

Tra i 14 arrestati, spiccano un cittadino etiope e uno eritreo, ritenuti da tempo, tra i più importanti trafficanti di migranti che operano sulla cosiddetta “rotta libica”.

L’etiope era latitante dal luglio del 2014, dopo le indagini condotte in merito al tragico naufragio avvenuto, il 3 ottobre 2013, nei pressi di Lampedusa e nel quale persero la vita 366 migranti, evento del quale il trafficante in questione è considerato organizzatore e responsabile.

L’organizzazione criminale si occupava anche della permanenza sul territorio italiano agevolando il successivo espatrio, sempre illegale, verso altri Paesi europei, in particolare Norvegia, Germania, e Svezia.

Napoli. Operazione «Movida sicura» dei carabinieri: un arresto e oltre cento denunce

Nuova operazione dei carabinieri del comando provinciale di Napoli nelle zone del centro storico, meta abituale per gli amanti della «movida» nel fine settimana. Anche questa volta i risultati sono eloquenti e si trasformano in un allarmante indicatore che illustra il livello di illegalità diffusa che regna in città.

I militari della compagnia Napoli Centro insieme con i colleghi del Radiomobile di Napoli hanno effettuato i controlli nella zone di Piazza Bellini, via Toledo, Quartieri spagnoli e a Chiaia. In Piazza Bellini è stato arrestato uno spacciatore di marijuana sorpreso mentre cedeva cinque grammi di stupefacente a un 18enne napoletano che è stato segnalato al Prefetto.
Il pusher è anch’egli giovanissimo: Maraneh Sanna, 20enne, del Gambia. Oltre alla droga appena spacciata, i Carabinieri l’hanno trovato in possesso di 45 euro in banconote di piccolo taglio provento di attività illecita.

I servizi per contrastare le attività dei parcheggiatori abusivi nelle zone della città più frequentate dalla movida hanno portato alla individuazione di 21 soggetti sorpresi a esercitare l’attività di parcheggiatore e guardiamacchine e al sequestro dei proventi, circa 80 euro. Durante i controlli operati nei Quartieri spagnoli, a Chiaia e nelle strade intorno via Toledo sono stati scoperti e multati ben 84 conducenti di ciclomotori e veicoli che circolavano senza copertura assicurativa, con il sequestro amministrativo dei loro mezzi.

Sedici persone, tra le quali 8 donne, sono state denunciate per guida senza aver conseguito la patente di 13 scooter e tre vetture. Altri tre giovani sono stati trovati in possesso di modiche quantità di hashish detenute per uso personale e sono stati segnalati al Prefetto quali assuntori di stupefacente. Un 34enne della zona orientale di Napoli è stato sorpreso alla guida di un veicolo con numero di telaio contraffatto venendo denunciato per ricettazione.

 

fonte Il Mattino

Colpo da 200 mila euro all’Unicredit: arresto lampo dei sette rapinatori

fonte La Stampa

La polizia intercetta e ferma l’auto con a bordo i banditi poco distante

Torino. Era composta da 7 rapinatori la banda che ieri pomeriggio ha rapinato banca Unicredit di corso San Maurizio. Intorno alle 17 due persone con in testa caschi integrali hanno fatto irruzione nella filiale nel momento in cui i dipendenti stavano caricando il denaro nei bancomat. L’assalto è stato fulmineo: i due, con una pistola risultata poi essere una riproduzione, sono riusciti a forzare una delle porte d’ingresso e hanno scavalcato il bancone minacciando i dipendenti e riuscendo ad accumulare in un una sacca moltissime banconote per un valore di 200 mila euro. All’esterno della banca c’erano due complici a bordo di moto di grossa cilindrata, rubate a Torino nelle scorse settimane.

Balzati in sella i quattro si sono allontanati per arrivare nei pressi di piazza Cavour, dove c’era un quinto complice che li aspettava a bordo di un’auto «pulita», munita di vetri oscurati. La Squadra Mobile è riuscita a intercettare l’auto con a bordo i 5 rapinatori in corso Massimo D’Azeglio. A bordo, oltre ai cinque, era presente l’intero bottino, una pistola e i caschi usati per commettere la rapina. A breve distanza, sono stati arrestati gli altri due complici che, come verificato dal personale della Sezione Antirapine, avevano avuto la funzione di osservare i movimenti dei dipendenti all’interno della banca, dettando i tempi dell’assalto ai complici che erano sulle moto.

I rapinatori sono tutti di origine catanese, alcuni residenti nel capoluogo etneo e altri insediati stabilmente nel torinese. Si tratta di pluripregiudicati ben noti alle cronache giudiziarie.

Droga: insospettabili arrestati a Padova insieme a ex mafia del Brenta

fonte Polizia di Stato

Ci sono anche due ex appartenenti alla mafia del Brenta tra i sette arrestati dalla Squadra mobile di Padova al termine dell’operazioneMoto drugs“. Eseguite anche diverse perquisizioni durante le quali è stato sequestrato denaro contante insieme a materiale utile alle investigazioni.

Gli arresti sono stati eseguiti in collaborazione con la Mobile di Venezia, e alcuni degli indagati erano persone insospettabili. Al vertice del gruppo c’era un cittadino di Padova, ancora incensurato, che aveva strutturato i rapporti tra i membri della banda in modo da limitare al massimo i rischi.

L’indagine, coordinata dal Servizio centrale operativo (Sco), è partita nel febbraio 2014 grazie all’intuizione dei poliziotti padovani che hanno monitorato l’attività di un ex carcerato il quale, appena tornato in libertà, era tornato alla sua attività di spacciatore. In pochi mesi l’uomo ha effettuato numerose consegne di soldi e droga, soprattutto in località a nord di Padova.

Lo spacciatore si spostava su una moto, sulla quale gli agenti sono riusciti ad installare un segnalatore gps, grazie al quale sono stati individuati i suoi principali clienti, alcuni dei quali erano in realtà gli altri membri del gruppo. I contatti con questi erano sempre molto prudenti, fatti prevalentemente di brevi telefonate e soltanto per darsi appuntamento e incontrarsi di persona.

Tra i contatti dello spacciatore c’era anche quello che poi si è rivelato essere il leader della banda. I due si incontravano solo di persona, a piedi o in moto, in luoghi isolati, all’ora e nel posto stabilito, per effettuare gli ordini e le consegne. Ad ogni incontro il leader riforniva il suo uomo con diversi chili di cocaina.

Il capo del gruppo viveva mantenendo un basso profilo, senza ostentare ricchezza, e si riforniva di droga direttamente in Spagna, dove nell’ultimo anno si è recato almeno 13 volte. Al fine di prevenire possibili controlli, spesso si spostava prendendo in prestito auto e moto anche da conoscenti inconsapevoli.

Inoltre la sua moto era a prova di intercettazione, infatti nel suo garage è stata trovata una gabbia (tipo Faraday) che impediva qualsiasi possibilità di rilevamento quando il mezzo era al suo interno.

Mafia: in carcere 22 affiliati ai clan dei “barcellonesi” e dei “mazzarroti”

fonte Polizia di Stato

Associazione mafiosa, estorsioni, rapine, porto abusivo di armi, reati contro la persona e il patrimonio sono alcuni dei reati di cui sono accusate le 22 persone arrestate dalla Squadra mobile di Messina al termine dell’operazione “Gotha V”. Gli arresti sono stati eseguiti in collaborazione con l’Arma dei carabinieri. Altre cinque persone sono state indagate e denunciate in stato di libertà.

L’indagine è stata avviata nel 2013 dagli agenti del commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto, insieme ai colleghi della Mobile e ai Carabinieri del Reparto operativo speciale (Ros) e della compagnia barcellonese dei Carabinieri.

Gli investigatori hanno indagato sul gruppo criminale dei “barcellonesi”, riconducibile a Cosa Nostra siciliana, attivo sul versante tirrenico della provincia di Messina. L’attività ha interessato anche il gruppo dei “mazzarroti”, operativi nel territorio di Mazzarrà S. Andrea e dei comuni limitrofi come una vera e propria diramazione territoriale del gruppo principale.

L’operazione ha individuato e colpito i nuovi assetti dell’organizzazione mafiosa, già duramente colpita dalla precedente “Gotha IV”.

Molto importante si è rivelato il contributo delle vittime dei reati, che hanno fornito importanti dettagli poi riscontrati anche dalle successive intercettazioni telefoniche e ambientali. Gli arrestati sono accusati di essere responsabili di estorsioni, rapine cruente e spaccio di droga, tutti reati commessi con l’aggravante della modalità tipicamente mafiosa.

Le estorsioni colpivano spesso i locali notturni e le discoteche di Milazzo, dove gli indagati si comportavano da padroni, entrando e consumando senza pagare, pretendendo anche l’assunzione negli stessi di alcuni associati al gruppo criminale, in qualità di responsabili della sicurezza.

Bersagliati dal “pizzo” anche diversi imprenditori e commercianti della zona, costretti a pagare con violenze e minacce, nelle tre tradizionali rate di Natale, Pasqua e Ferragosto.

Dalle indagini è emersa anche la particolare pericolosità del gruppo, che disponeva di numerose armi, tra cui anche alcuni Kalashnicov, che non disdegnavano di utilizzare durante violente spedizioni punitive organizzate contro coloro che non volevano sottostare alle strategie dell’organizzazione.

Palermo: nove indagati per furti all’azienda per lo smaltimento dei rifiuti

fonte Polizia di Stato

Scoperti furti ai danni della Rap (Risorsa ambiente Palermo), ditta di Palermo a partecipazione municipale attiva nel settore della raccolta dei rifiuti, da parte dei stessi dipendenti.

Dalle indagini degli agenti del Commissariato Brancaccio sono scaturite nove misure cautelari, con cinque arresti domiciliari e quattro obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.

I fatti accertati dagli investigatori con riprese video ed audio hanno evidenziato, in un lasso di tempo relativamente breve, dal luglio 2013 al marzo 2014, il furto quotidiano di circa 300 litri di gasolio dai serbatoi della municipalizzata.

Durante il rifornimento dei mezzi aziendali gli indagati facevano risultare sui documenti il giusto quantitativo di carburante erogato solo che una parte di questo finiva in taniche e bidoni.

I recipienti venivano poi fatti uscire all’interno degli stessi automezzi e trasportati in un altro luogo dove successivamente la benzina veniva smistata e venduta a prezzi competitivi.

In altri casi il furto avveniva versando il carburante prima in una cisterna interrata nelle immediate vicinanze dell’impianto di rifornimento, che fungeva da deposito abusivo, e poi nei momenti di maggiore tranquillità, gli indagati riempivano le taniche da far uscire dal deposito con le medesime modalità.

Gli indagati oltre al gasolio, si impossessavano anche di tute da lavoro, sacchi, mazze, scope, carta igienica, detersivi ed arnesi di varia natura.

I poliziotti, per porre un freno all’escalation di furti, hanno effettuato due blitz, uno a dicembre del 2013 ed un altro nel febbraio 2014, arrestando tre dipendenti e due persone estranee alla Rap che si erano appropriati di carburante della municipalizzata.

Ma, nonostante gli arresti, i furti sono continuati e questa mattina sono stati eseguiti altri provvedimenti nei confronti di nove persone.

Il gruppo criminale si avvaleva anche della partecipazione dei familiari dei dipendenti della Rap che agevolavano la vendita di beni e prodotti aziendali.

In un caso il figlio di uno degli indagati è stato sorpreso dagli agenti mentre allestiva, nel quartiere Ballarò, una bancarella “imbandita” di prodotti chiaramente riconducibili alla municipalizzata.

Inoltre, quando la benzina sottratta non era destinata al consumo dei mezzi privati di dipendenti e familiari, veniva venduta al ‘mercato nero’ al prezzo concorrenziale di un euro al litro.

Cremona: truffa e riciclaggio per la banda della betoniera

fonte Polizia di Stato

Rilevavano società in fallimento o ne costituivano di finte per noleggiare, anche in leasing, mezzi pesanti come autoarticolati, betoniere, camion ed altro, di cui poi si appropriavano per rivenderli a ricettatori italiani e stranieri.

Dodici, delle 16 custodie cautelari emesse, sono state eseguite questa mattina, dalle Squadre mobili di Cremona e Brescia. Per due arrestati sono stati disposti gli arresti domiciliari. Quattro persone sono invece ancora ricercate.

Per tutti i componenti dell’organizzazione criminale i reati contestati sono bancarotta fraudolenta, riciclaggio, estorsione, truffa e appropriazione indebita nonché intestazione fittizia di beni.

Agganci strategici soprattutto all’estero, Libia e Albania, hanno permesso al gruppo di trasferire e rivendere i mezzi, con un rientro economico valutato in centinaia di milioni di euro.

Nel corso dell’indagine è stato possibile ricondurre all’organizzazione otto società, tutte operanti nel settore del “movimento terra”, attualmente dichiarate fallite.

Per tutti i componenti, residenti nella provincia di Cremona, Brescia, Piacenza, Forlì, Bergamo, Mantova e Verona, l’indagine ha documentato uno stretto legame con alcuni personaggi di spicco della ‘Ndrangheta del Crotonese.

Alle operazioni di questa mattina hanno partecipato anche gli uomini del Reparto prevenzione crimine.