Firmato accordo tra Polizia e Sofidel sulla Sicurezza stradale

fonte Polizia di Stato

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Questa mattina il capo della Polizia Alessandro Pansa ha firmato il protocollo d’intesa per la promozione della cultura della salute e della sicurezza stradale con la Sofidel, secondo gruppo industriale europeo nel settore della carta per uso igienico e domestico, noto in particolare per il marchio “Regina”.

Nell’accordo sono previste campagne informative sulla sicurezza e la prevenzione degli incidenti stradali, appuntamenti di formazione e informazione per i dipendenti ed il personale delle ditte appaltatrici e campagne informative sui canali di distribuzione dei prodotti aziendali. Infine all’interno degli stabilimenti Sofidel verranno predisposti spazi in cui i conducenti dei mezzi in arrivo e in partenza potranno verificare, su base volontaria, il loro tasso alcolimetrico.

Durante il suo intervento, il capo della Polizia Alessandro Pansa, ha dichiarato “La sicurezza stradale deve essere una priorità. Ritengo particolarmente significativo che una grande realtà industriale come Sofidel voglia ampliare le sue attività di responsabilità sociale d’impresa anche ad un tema di grande impatto sulla collettività come la sicurezza stradale. La battaglia per la sicurezza stradale può essere meglio combattuta unendo le forze di numerosi attori sociali, in una logica di partenariato”.

di Umberto Buzzoni

La Risposta Italiana al Terrorismo Internazionale

fonte Ansa

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Dopo gli attacchi di Parigi dello scorso venerdì 13, definiti dal ministro degli Esteri, Gentiloni, senza precedenti per ferocia e coordinamento, immediata è stata la risposta in termini di sicurezza da parte dell’Italia, anche se, come ha sottolineato il ministro dell’Interno, Alfano, non esistono segnali indicativi di specifiche iniziative terroristiche contro il nostro Paese. Le Forze sono state dispiegate al loro massimo grado, soprattutto verso tutti gli snodi sensibili come luoghi di transito, stazioni, treni da e verso la Francia, con un incremento delle risorse, “senza che questo significhi una militarizzazione dello Stato, né una limitazione delle libertà”, per usare di nuovo le parole di Angelino Alfano.

Per entrare nel dettaglio delle iniziative intraprese, sono state dislocate su tutto il territorio nazionale 15 unità di forze speciali (ognuna situata in una delle principali città della penisola), ed attenzione particolare è stata rivolta a Roma, ove, oltre al rafforzamento del personale appartenente alle Forze di Polizia, il governo ha inviato 700 militari. La capitale, infatti, è considerata obiettivo primario da tutelare, sia per il Giubileo che per le minacce esplicite di attentati da parte dell’ISIS.

Venerdì 20 è stato presentato il piano per la sicurezza del Giubileo. In una conferenza stampa tenutasi all’interno della Scuola Superiore di Polizia con il Prefetto ed il Questore di Roma, Franco Gabrielli e Nicolò D’Angelo, sono state illustrate ai giornalisti le linee guida dell’ordinanza predisposta dagli esperti della sicurezza. La nostra ordinanza, ha spiegato il Questore, si basa su attività preventiva ed informativa, ed oltre al controllo di tutti i siti che riteniamo importanti, abbiamo ritenuto di rinforzare la vigilanza alle ambasciate, istituzioni ed alcune sedi di quotidiani; dopo la Basilica di San Pietro, anche la Sinagoga ed il ghetto ebraico sono “sorvegliati speciali”. La Sinagoga è presidiata da Polizia e Carabinieri. Aumentano quindi i controlli dopo l’allarme lanciato dall’FBI, che inserisce la Sinagoga tra i possibili bersagli dei terroristi. Infine, per l’intera durata del Giubileo, non sarà possibile sorvolare la capitale. A tal proposito, è stato predisposto un sistema di intercettamento radar a terra ed un dispositivo aereo sarà sempre in volo per intercettare droni o ultraleggeri, con possibilità di abbattimento se necessario.

Come si diceva, sono stati rafforzati i controlli alle frontiere – soprattutto in quelle al confine con la Francia – ed accelerate le procedure di espulsione di extracomunitari non in regola con le norme di soggiorno. Al riguardo, i servizi segreti sono stati sollecitati affinchè segnalino prontamente al Viminale anche i minimi sospettati da espellere.

Di notevole rilevanza, inoltre, l’annuncio dato nelle ultime ore dal Premier Renzi di un emendamento alla legge di stabilità, con cui stanziare un miliardo di euro da investire sulla sicurezza ed un altro miliardo sulla cultura ed educazione. La proposta del Governo al Parlamento per la sicurezza sarà impiegare il miliardo di euro su quattro linee guida: 150 milioni per la cyber security, nel rispetto della privacy; il bonus di 80 euro esteso al personale delle forze dell’ordine, a partire da chi sta sulla strada; 500 milioni per le esigenze strategiche, non quelle organizzative, della difesa italiana; e poi, ancora, 50 milioni per rinnovare la strumentazione delle forze di polizia, a patto, però, che vengano riorganizzate: “Entro l’anno, dovranno essere ridotte da cinque – troppe – a quattro” ha affermato Renzi, preannunciando per l’ennesima volta che il Corpo Forestale dello Stato sarà assorbito dall’Arma dei Carabinieri. “Abbiamo troppi impiegati negli uffici che invece devono tornare a svolgere servizio in strada…troppe caserme inutilizzate devono essere restituite immediatamente ai cittadini” ha aggiunto il Premier.

Quattro sono le linee guida anche per decidere come investire il miliardo destinato a “cultura ed identità”: 500 milioni per le città metropolitane e per un intervento sulle periferie, con progetti da presentare entro il 2015 e fondi che devono essere spesi entro il 2016; 50 milioni per le borse di studio, estese però a tutti i “meritevoli”, senza “questioni di reddito”; 150 milioni per offrire a tutti i cittadini che lo vorranno la possibilità di dedicare il 2 per mille ad un’associazione culturale specifica: il singolo teatro o la scuola di musica di periferia, in modo che ciò che è possibile per i partiti politici sarà possibile anche per i centri di cultura. Ed infine, verrà estesa a coloro che, compiendo 18 anni entrano nella “comunità dei maggiorenni”, una misura già prevista per i professori: una carta da 500 euro annui da spendere in “consumi culturali”. Tutto questo, ha affermato Renzi, “Per combattere chi sta cercando di equiparare gli immigrati ai terroristi, chi vuole farci credere che il nemico venga solo da fuori, nascondendo che è cresciuto nelle nostre periferie e che non basta chiudere le frontiere”. “A costo di perdere voti voglio dirlo”, ha concluso Renzi, “La stragrande maggioranza dei profughi e degli immigrati fugge dalla guerra, dai tagliatori di teste, dalla violenza e dalla fame, da quelli che sono gli stessi nostri nemici. Mentre io voglio che mia figlia possa crescere come una donna libera e senza paura. Per me l’Europa è questo”.

In buona sostanza, una risposta italiana al fondamentalismo islamico, di cui si nutre il terrorismo Daesh, non solamente in termini di sicurezza, ma anche in termini di cultura, tornando ai principi fondanti dell’Unione Europea: “democrazia e cultura”. Concludendo con le parole dello stesso Premier Renzi: “Né reazione, né solo securitarismo, abbiamo il dovere di restare umani”.

Umberto Buzzoni

Polizia e comunicazione: il futuro si fa in “4 “

Anche la Polizia di Stato partecipa all’Italian digital day, il workshop organizzato dal governo sul futuro digitale in Italia, considerato una priorità per lo sviluppo della nazione tanto nel privato quanto nel pubblico. Oggi a Venaria Reale in provincia di Torino, alla presenza del presidente del consiglio Matteo Renzi alle autorità di Governo e a tutti gli attori coinvolti nel progetto di sviluppo digitale del Paese, la Polizia di Stato ha presentato un video che è anche la sintesi degli sforzi fatti nel settore della comunicazione con il cittadino da parte dell’Amministrazione. La Polizia, e non è un modo di dire, si è fatta in quattro sui canali social per dialogare con i cittadini. La pagina di Agente Lisa con oltre 270mila like e una media di 10mila contattial mese, è nei primi tre posti della classifica Blogmeter delle pagine con maggiore interazione; un profilo dove i cittadini possono dialogare in modo diretto e confidenziale con i poliziotti della redazione. Ma Polizia di Stato è anche un brand e quindi su facebook non poteva mancare la pagina ufficiale con oltre 120 mila like. Nei post i cittadini trovano informazioni utili dalla sicurezza stradale alle truffe, iniziative istituzionali, risultati di operazioni di polizia e tante altre curiosità.

Un terzo profilo social è dedicato alle iniziative rivolte dalla Polizia postale ai giovani: la paginaUna vita da social” racconta in presa diretta gli incontri che da tre anni gli agenti della Postale, a bordo di un truck, hanno con gli studenti, gli insegnanti e i genitori in tutta Italia. Cento città 18 mila chilometri percorsi e un milione di studenti incontrati questi i numeri della campagna di sensibilizzazione.

Non poteva mancare infine una finestra su Twitter che, con il profilo Polizia di Stato, garantisce ai cittadini informazioni immediate sintetiche sul social network; i cinguettii della Polizia offrono agli utenti anche spunti di approfondimento contenuti sulle pagine facebook e sul sito poliziadistato.it e sul canale youtube.

fonte Polizia di Stato

Siglato dal capo della Polizia un accordo con l’Inail

Siglato dal capo della Polizia Alessandro Pansa e dal presidente dell’Inail, Massimo De Felice il protocollo d’intesa per la tutela e la prevenzione degli incidenti stradali sul lavoro, con riguardo agli incidentiin itinere“, cioè quelli che coinvolgono i conducenti professionali. Nello specifico, l’accordo impegna il Servizio polizia stradale con l’Inail ed è finalizzato alla conoscenza del fenomeno infortunistico nonché alla necessità di trovare obiettivi comuni al contenimento dei costi per la collettività.

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La storia di Giuseppe Dosi, il poliziotto artista che inventò l’Interpol italiana

Giuseppe Dosi, il poliziotto artista che inventò l’Interpol italiana” è il titolo del libro presentato questa mattina a Roma, presso la Scuola Superiore di Polizia.

Uomo di cultura, integerrimo e di talento che ha lasciato il segno come pubblico funzionario nelle vicende della società dei suoi tempi.

Il testo racconta la storia di un poliziotto speciale che durante il suo servizio (dal 1912 al 1956) ha ricoperto, fin da subito, importanti incarichi anche in ambito internazionale.

Inoltre, per la sua capacità di investigare utilizzando travestimenti e false identità, tecnica da lui ideata e chiamata “fregolismo detectivistico”, fu incaricato di seguire molte indagini tra cui quelle riguardanti gli efferati delitti di alcune bambine, avvenuti a Roma tra il 1924 ed il 1927.

Questa indagine però segnerà la sua vita: di quei gravi delitti è accusato ingiustamente Gino Girolimoni, ma le indagini di Dosi vanno verso un anziano pastore anglicano, che, per ragioni di convenienza politica, riuscì ad evitare il processo e a rifugiarsi in Sudafrica. La determinazione di Dosi sul caso lo porta ad inimicarsi i suoi superiori e, provocando l’ostilità dei vertici del regime, fu trasferito in altre città italiane.

Considerato inoltre un soggetto pericoloso, fu dispensato dal servizio, arrestato e rinchiuso nel Carcere di Regina Coeli per poi essere recluso, fino al 1941, nel Manicomio Criminale di S. Maria della Pietà di Roma.

Dopo la liberazione di Roma del 4 giugno del 1944, su sua iniziativa, recuperò dalle fiamme ciò che restava dell’archivio della prigione delle SS di via Tasso, mettendolo a disposizione del Comando Alleato.

Assunto come Special investigator nel Counter Intelligence Corp (Cic), l’agenzia segreta dell’esercito degli Stati Uniti, sarà il testimone d’accusa in molti dei processi per crimini di guerra commessi dai nazifascisti durante l’occupazione della Capitale. Nel 1946 fu decorato della Medal of Freedom.

Reintegrato nell’Amministrazione della PS, fu nominato direttore dell’Ufficio Centrale di Polizia Criminale. A Dosi si deve l’ideazione della sigla Interpol. Come direttore della Interpol italiana si occupò di numerose problematiche di polizia internazionale. Di alcune di esse si fece portavoce anche come rappresentante dell’Italia all’ONU.

Nell’ottobre 1954 gli fu affidata l’organizzazione a Roma della XXIII Assemblea Generale dell’Interpol cui parteciparono 55 delegazioni di Polizia estere.

Pochi come lui, nel delicato periodo del secondo dopoguerra, seppero adoperarsi in ambito internazionale, con determinazione e impegno, per accrescere il prestigio e la considerazione verso la Pubblica Sicurezza, puntando con convinzione sul rafforzamento della cooperazione di tutte le Polizie, quale migliore ed efficace antidoto nella lotta contro ogni forma di criminalità transnazionale.

Nel febbraio del 1956 fu posto in congedo da questore per raggiunti limiti di età e morì nel 1981, all’età di 90 anni.

Il libro, a cura del primo dirigente della Polizia di Stato Raffaele Camposano, sarà scaricabile nelle prossime settimane sul nostro sito.

fonte Polizia di Stato

Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada, le iniziative di sicurezza

fonte Polizia di Stato

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Nella terza domenica di novembre si celebra la giornata mondiale della memoria delle vittime della strada. Per la tutela della sicurezza stradale la polizia di Stato, oltre ai controlli per la prevenzione, ha creato una rete di collaborazioni con istituzioni, enti, associazioni e privati e realizza campagne sul rispetto delle regole per diffondere la consapevolezza dei rischi in modo che la sicurezza diventi uno stile di vita.

Per raggiungere l’obiettivo della Commissione europea di dimezzare la mortalità per incidente stradale è fondamentale che si tratti di una sicurezza partecipata e condivisa da tutte le persone che circolano con i loro veicoli sulle strade.

Tra le varie iniziative la Polizia si è occupata anche della realizzazione e diffusione del lungometraggio “Young Europe” girato in Italia, Francia, Irlanda e Slovenia, in cui si raccontano le storie di ragazzi a cui un incidente stradale ha cambiato per sempre la vita.

Con il progettoChirone” la Polizia ha inoltre definito un manuale con le linee guida per aiutare i poliziotti e le vittime ad affrontare a livello emotivo la notizia della morte improvvisa di un familiare per incidente o per suicidio.

di Umberto Buzzoni

Campagna Blackfin: la Polizia in “pista” per la sicurezza informatica

fonte Polizia di Stato

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L’Operazione Blackfin, la campagna sulla cyber-consapevolezza, è iniziata il 10 e proseguirà fino a domani 13 novembre, negli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Malpensa.

Nelle aree attigue ai gate del Terminal 1, ai passeggeri in transito, gli specialisti della Polizia postale e delle comunicazioni, operatori dell’Unità Europol italiana che dipende dal Servizio per la cooperazione internazionale di polizia e rappresentanti delle maggiori società di cyber security, forniscono informazioni e consigli sulla sicurezza informatica.

L’operazione si svolge contemporaneamente anche in altri Paesi europei, e non solo, con iniziative differenti in ogni location, ma con l’obiettivo comune di dare al pubblico indicazioni utili per proteggere i propri dispositivi di accesso alla rete quindi contrastare il furto di dati personali e finanziari da parte dei criminali informatici.

Roberto Di Legami, direttore del Servizio polizia postale e delle comunicazioni, ha commentato “L’impegno della Polizia di Stato per sensibilizzare gli utenti all’uso consapevole della rete è iniziato più di 15 anni fa. Come protagonisti istituzionali nella sicurezza informatica, siamo convinti che rendere il web più sicuro con tecnologie innovative e sempre più sofisticate sia un nostro obiettivo primario per contribuire ad uno sviluppo sostenibile della rete Internet e dei suoi servizi a beneficio di tutti gli utenti”.

di Umberto Buzzoni

La Banda Musicale della Polizia per la cerimonia di chiusura di Expo 2015

fonte Polizia di Stato

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La banda Musicale della Polizia di Stato domani parteciperà alla cerimonia di chiusura di Expo 2015 all’Open Air Theatre. La formazione concertistica si sposterà poi al padiglione Italia per un intrattenimento musicale ed il giorno dopo, alle ore 12:00 si esibirà in Piazzetta ex Reale a Milano.

Durante l’Esposizione Universale la Polizia di Stato ha contribuito ai servizi di sicurezza e partecipato con conferenze e dimostrazioni:

  • maggio: “Una vita da social” per la sicurezza in Rete e l’uso consapevole dei Social Network
  • giugno: un appuntamento sul doping e la corretta alimentazione per gli sportivi con i campioni delle Fiamme Oro e i medici della Polizia
  • luglio: gli specialisti della Polizia hanno mostrato le nuove tecnologie impiegate per la sicurezza
  • agosto: le dimostrazioni di arti marziali e un convegno sulla sicurezza e sostenibilità dello sport
  • settembre: l’incontro con la Polizia ferroviaria per conoscere le sue competenze e la dimostrazione dei cinofili
  • ottobre: il convegno “Trasparenza e competenze. Un investimento per la legalità e lo sviluppo” e il meeting sulla sicurezza e contraffazione alimentare

di Umberto Buzzoni

A Roma la conferenza internazionale sui servizi di sicurezza “Evoluzione della minaccia e sfide nella gestione della protezione”

fonte Polizia di Stato

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Si conclude oggi, presso la Scuola superiore di Polizia a Roma, la XIV conferenza A.P.P.S. (Association of Personal Protection Services) dal titolo “Evoluzione della minaccia e sfide nella gestione della protezione“, iniziata il 25 ottobre con l’intervento del presidente dell’A.P.P.S. James Malizia.

Durante la conferenza i delegati di Polonia, Israele, Canada, Francia, Olanda, Germania, Stati Uniti, Brasile e Giappone hanno esposto dei lavori sulle esperienze e l’attività di formazione e intervento in casi di attentati.

Nell’incontro focalizzato sulla protezione ai capi di stato e di governo, i rappresentanti della sicurezza si sono confrontati sulle strategie e le tecniche di prevenzione anche in occasione di grandi eventi come l’Expo 2015, i giochi olimpici che si terranno in Brasile e il G7 in Giappone.

di Umberto Buzzoni

La questione “Legittima Difesa”

fonte Rai.it

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A distanza di pochi giorni della tragedia avvenuta ad Ercolano, in provincia di Napoli, dove un gioielliere aveva sparato ed ucciso due rapinatori che gli avevano portato via i soldi appena prelevati in banca, si è verificato un altro grave episodio che oscilla tra la difesa legittima e la reazione eccessiva.

E’ l’una e trenta circa della notte fra il 19 ed il 20 ottobre 2015, siamo a Vaprio D’Adda, profonda provincia milanese, in una palazzina di via Cagnola, una stradina isolata. Francesco Sicignano, pensionato 65enne, svegliato dai rumori provenienti dal balcone ed esasperato da diversi furti subiti negli ultimi tempi, si alza dal letto, prende una pistola regolarmente detenuta e fa fuoco contro una sagoma che, al buio, gli veniva incontro puntandogli qualcosa, probabilmente una torcia. A terra rimane senza vita, colpito da un proiettile al petto, un ventiduenne albanese, disarmato, con precedenti penali e già espulso dall’Italia nel 2013. Il giovane, insieme a due complici (datisi alla fuga dopo gli spari), si era introdotto nella proprietà del pensionato con l’evidente intento di consumarvi un furto e, pare, sia stato colpito quando si trovava ancora sulla scalinata esterna della villetta a tre piani.

La procura della Repubblica di Milano, con il pm Antonio Pastore ed il procuratore aggiunto Alberto Nobili, in un primo momento aveva ipotizzato un eccesso di legittima difesa a carico del Sicignano, ma poi l’accusa si è trasformata in omicidio volontario. Sembra, infatti, che nell’abitazione dove si è verificato il dramma non ci fossero segni di effrazione, né sulle finestre, né sulle porte. Come già sottolineato, inoltre, il cadavere del giovane sarebbe stato trovato fuori dell’abitazione, su una scala esterna. In più, secondo i primi riscontri balistici, il proiettile che ha colpito il ladro al cuore avrebbe avuto una traiettoria dall’alto verso il basso, compatibile con un colpo sparato dalla cima delle scale verso i gradini più in basso, e non di certo all’interno dell’abitazione.

Quelle di Ercolano e di Vaprio D’Adda sono vicende che hanno scosso l’opinione pubblica e, c’era da aspettarselo, molti politici, soprattutto di destra, stanno cercando in tutti i modi di “cavalcare la paura”, facendo a gara a chi la “spara” più grossa: ci sono quelli come Salvini e la Meloni che propongono l’abolizione del reato di eccesso di legittima difesa, c’è chi come il sindaco di Borgosesia (Vercelli) ed eurodeputato Gianluca Buonanno che promette un bonus di 250 euro per tutti i suoi concittadini intenzionati ad acquistare un’arma, spingendosi addirittura a mostrare una pistola in diretta durante un’intervista di Sky Tg 24! Tutti questi politici dimenticano o fanno finta di dimenticare che, quando erano loro al governo, la situazione della sicurezza pubblica, con particolare riferimento alla diffusione dei delitti contro il patrimonio, non era molto diversa da quella attuale, con le immancabili polemiche che si accendevano ogni qualvolta si verificava un episodio analogo a quelli citati . Il pensionato di Vaprio D’Adda è stato addirittura trasformato in eroe popolare: la sera dopo il fatto, un corteo è sfilato sotto casa sua; al canto dell’Inno di Mameli da parte dei suoi concittadini, Francesco Sicignano e la sua famiglia sono usciti sul balcone a salutare e ringraziare. Il corteo di solidarietà era capeggiato da Riccardo De Corato e Carlo Fidanza di “Fratelli d’Italia”. “Sei uno di noi” ha urlato la gente al sessantacinquenne; poi l’inno a squarciagola ed un lungo applauso.

E la sinistra che fa? Rimane in silenzio, intrappolata dalle sue astrazioni buoniste, come sottolineato da Massimo Gramellini in un articolo pubblicato da “La Stampa”. Peraltro, prescindendo dai “silenzi” della sinistra e dallo “starnazzio” della destra, una cosa è certa: il dibattito sulla questione “Legittima Difesa” si è riaperto con forza; quella legittima difesa disciplinata dall’art.52 del Codice Penale e che da sempre ha suscitato discussioni infinite, soprattutto per quella serie di “paletti” fissati dalla norma affinché si possa invocare la scriminante: esistenza di un pericolo attuale ed offesa ingiusta, i mezzi a disposizione dell’aggressore, i mezzi di reazione a disposizione dell’aggredito ed il modo in cui ne ha fatto uso, il contemperamento tra l’importanza del bene minacciato dall’aggressore e del bene leso da chi reagisce; senza considerare che l’onere della prova incombe sul soggetto che ha difeso il diritto proprio o altrui (il quale, pertanto, dovrà indicare le circostanze e i fatti dai quali si rileva l’esistenza dell’esimente) e che la valutazione è rimessa al libero convincimento de giudice.
Una discussione seria su un tema così delicato andrebbe affrontata senza strumentalizzazioni politiche e non sull’onda dell’emozione, ma temo che, in un Paese dove si è in perenne campagna elettorale, ciò sia impossibile.

Personalmente ritengo che della sicurezza dei cittadini debba farsene carico lo Stato, al quale bisogna chiedere con forza di investire il massimo delle risorse affinché gli apparati deputati a tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica possano svolgere al meglio la loro delicata missione, con un controllo del territorio sempre più capillare. Ovviamente, a questo controllo più efficace del territorio dovrebbe accompagnarsi quella certezza della pena (unico vero deterrente contro i criminali) da sempre invocata da tutti gli schieramenti politici, ma che nessuno, e sottolineo NESSUNO, né di destra, né di sinistra, nei rispettivi avvicendamenti governativi, ha mai affrontato seriamente.

Risolvere la questione armando i cittadini ed ampliando i margini in cui poter invocare la scriminante della legittima difesa equivarrebbe a negare secoli di civiltà giuridica conquistata, equivarrebbe a tornare alla barbarie della “giustizia fai da te” tipica del “Far West”.
Invero, i suddetti margini sono stati già ampliati, e di molto, nel 2006, quando, di fronte all’esplosione dei casi di delitti contro il patrimonio, al sempre più diffuso senso di insicurezza della gente ed alla conseguente necessità di rafforzare le possibilità di difesa personale, l’art 52 del C.P. è stato riformulato con l’inserimento del 2° comma, che ha introdotto una “presunzione” assoluta (iuris et de iure) di proporzione tra difesa ed offesa. In particolare, con riferimento ai delitti commessi nei luoghi di privata dimora e negli esercizi commerciali e professionali, si è stabilito che è consentito usare, per “difendere la propria o l’altrui incolumità” o “i beni propri o altrui”, un’arma legittimamente posseduta quando “vi è pericolo di aggressione e non vi è desistenza”. In tal modo, nel caso di aggressioni perpetrate nei luoghi menzionati, si è consentito qualunque tipo di difesa (anche quella che si concretizza nell’uccisione dell’aggressore) a protezione anche di beni di natura meramente patrimoniale: purché l’arma usata per difendersi sia legittimamente detenuta e purché, soprattutto, non vi sia “desistenza” da parte dell’aggressore. Nei casi di tentativi di furti nei luoghi di cui trattasi, pertanto, il discrimine fra uccisione legittima del ladro e uccisione vietata, e quindi perseguibile come omicidio, è individuabile, sostanzialmente, nella circostanza che l’aggressione sia ancora in corso nel momento della uccisione. Sparare al ladro in azione, e pertanto potenzialmente offensivo, è dunque lecito; sparare al ladro in fuga costituisce invece omicidio doloso, in quanto, salvo che per difendersi, a nessuno è consentito uccidere.

Orbene, se la questione “legittima difesa” continua a riproporsi anche in presenza di un’estensione così ampia dell’art. 52, significa che la soluzione del problema non va individuata in un ulteriore allargamento dei margini di “impunità” di chi si difende (si rischierebbe davvero di concedere al cittadino la cosiddetta “licenza di uccidere”), ma sono altre, e di segno radicalmente opposto, le soluzioni da individuare, come quelle, ad esempio, alle quali ho già fatto riferimento: a) potenziamento di personale e mezzi delle Forze di Polizia, e perché no, unificazione delle stesse Forze, in modo che si possa finalmente realizzare un serio, concreto e capillare controllo del territorio; b) CERTEZZA DELLA PENA, intesa nel senso che chi viene riconosciuto colpevole di delitti gravi, tra cui il furto in abitazione o altri luoghi di privata dimora, non può beneficiare di misure alternative, ma deve scontare in carcere e per intero la pena alla quale è stato condannato.
Tutto il resto è sterile polemica, alimentata strumentalmente con il cinico intento di raggranellare qualche pugno di voti in più.

di Dott. Rosario Calardo