Padova: Gabrielli firma un accordo con l’Università e inaugura la mostra della Scientifica

Giornata d’impegni istituzionali a Padova per il capo della Polizia Franco Gabrielli che oggi pomeriggio ha visitato la sede del Reparto mobile della Polizia di Stato, dove si è intrattenuto per un incontro con gli operatori e per visitare la struttura.

Terminato l’incontro, il Prefetto si è trasferito all’Università di Padova dove, alle 18, nell’aula Nievo del Palazzo del Bo, ha firmato un protocollo d’intesa tra il ministero dell’Interno e il Dipartimento di diritto pubblico internazionale e comunitario dell’ateneo.

L’accordo è destinato ad avviare una specifica collaborazione tra la Polizia di Stato e l’università per la realizzazione di un progetto utile a promuovere attività interdisciplinari allo scopo di studiare e sviluppare linee guida, realizzare incontri di studio e iniziative comuni per migliorare il livello di qualificazione e specializzazione degli operatori.

Il protocollo prevede anche di promuovere pubblicazioni e stage, con specifico riferimento al diritto di polizia, preventivo e repressivo, agli aspetti connessi agli accertamenti di carattere tecnico scientifico e alla loro successiva utilizzabilità in ambito processuale.

Il prefetto Gabrielli, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza dell’accordo siglato con l’università: “Il poterci confrontare, il poter essere seguiti, accompagnati, in un percorso che rafforza anche la credibilità dell’istituzione, credo che sia una nostra scelta felice. La scienza, la cultura, lo studio, l’applicazione, possono essere utili per noi per attendere alla missione che le nostre comunità pretendono da noi, cioè quella di garantire una società ordinata, più tranquilla, più sicura, sempre più giusta. In questa ricerca di una società giusta, affondare le proprie competenze nella scienza e nella cultura, credo che sia un buon viatico e una modalità con la quale rassicuriamo le comunità la cui sicurezza ci è stata affidata”.

Subito dopo la firma del documento, il capo della Polizia, insieme al direttore centrale anticrimine Francesco Messina, e al direttore del Servizio polizia scientifica, Luigi Rinella, ha inaugurato la mostra itinerante della Polizia scientifica “Frammenti di storia”, allestita nel cortile antico del Bo.

La giornata si è conclusa con un concerto della Banda musicale della Polizia di Stato, che si è tenuto in serata presso il Teatro Verdi di Padova; i musicisti della Polizia, diretti dal maestro Maurizio Billi, si sono esibiti in brani classici e moderni, e hanno accompagnato l’esibizione del soprano Federica Balucani e del tenore Aldo Caputo.

fonte e foto polizia di stato

Attacchi informatici: denunciato hacker di Anonymus

C’è un giovane di 16 anni dietro la campagna di attacchi informatici, denominata #OpSafePharma, lanciata dal movimento di hacker Anonymus.

Il ragazzo, conosciuto con il nickname di Artek, è il responsabile di numerosi attacchi informatici diretti all’Istituto superiore di sanità, al ministero della Salute, Asl di numerose Regioni, e pagine di alcune Asl locali.

Gli attacchi erano di due tipi: o erano tesi a bloccare la funzionalità del sito o a rendere pubblici alcuni dati riservati contenuti nei database degli Enti.

Gli attacchi, iniziati il 16 marzo, erano giustificati da una critica al comportamento del sistema sanitario nazionale in materia di “Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD)“.

Il giovane tendeva inoltre ad acquisire visibilità all’interno del movimento Anonymus proprio attraverso gli attacchi.

Gli investigatori della Polizia postale e delle comunicazioni, in servizio al Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic) hanno seguito sin da subito le tracce dell’hacker indentificando in Arek un giovane della provincia Udine.

Nel corso della perquisizione è stato sequestrato molto materiale informatico, gran parte del quale criptato.

fonte Polizia di Stato

Virus web Cryptolocker, l’allerta della polizia postale di Parma

La polizia postale ha diffuso con una nota un’allerta per gli utenti del web sul virus Cryptolocker, in grado di bloccare l’acceso ai file suol proprio computer. Le forze dell’ordine raccomando di non versare alcuna somma ai criminali informatici e di rivolgersi per tutte le informazioni al commissariato on-line della polizia di Stato, disponibile anche tramite app su smartphone e tablet.

L’ALLERTA – Negli ultimi giorni la polizia postale e delle comunicazioni ha registrato una nuova ondata di attacchi attraverso invio di mail contenenti il già noto virus Cryptolocker, che imperversa ormai da un po’ di tempo sul web.

Purtroppo, nonostante gli sforzi investigativi abbiano già consentito di individuare diversi individui e gruppi organizzati, sia italiani che stranieri, impegnati nella organizzazione e realizzazione di simili campagne malevole, la estesa diffusione del fenomeno e la costante per cui l’attacco si rivela possibile, sempre e comunque grazie ad un comportamento disattento dell’utente, hanno indotto la specialità ad aumentare le misure di prevenzione attraverso ogni strumento utile a garantire la sicurezza di chi naviga in Rete.

Lo scenario è il seguente: l’ignaro utente riceve sulla propria casella di posta elettronica un messaggio che fornisce indicazioni ingannevoli su presunte spedizioni a suo favore oppure contenente un link o un allegato a nome di istituti di credito, aziende, enti, gestori e fornitori di servizi noti al pubblico.

Cliccando sul link oppure aprendo l’allegato (solitamente un documento in formato pdf o zip), viene iniettato il virus che immediatamente cripta il contenuto delle memorie dei computer, anche di quelli eventualmente collegati in rete.

A questo punto si realizza il ricatto dei criminali informatici che richiedono agli utenti, per riaprire i file e rientrare in possesso dei propri documenti, il pagamento di una somma di alcune centinaia di euro in bitcoin la moneta virtuale (ndr) a fronte del quale ricevere via e-mail un programma per la decriptazione. È importante non cedere al ricatto, anche perché non è certo che dopo il pagamento vengano restituiti i file criptati. Tenere sempre aggiornato il software del proprio computer, munirsi di un buon antivirus, fare sempre un backup, ovvero una copia dei propri file, ma soprattutto fare attenzione alle mail che ci arrivano, specialmente se non attese, evitando di cliccare sui link o di aprire gli allegati, sono i consigli più importanti da seguire per impedire l’infezione del Cryptolocker.

Per maggiori informazioni e assicurare un contatto diretto e continuativo con il cittadino, si può fare riferimento anche al Commissariato di P.S. on line, per tutti coloro che frequentano la rete, caratterizzato da innovativi sistemi di interattività con l’utente, reperibile all’url: www.commissariatodips.it.

Il portale è stato integrato con apposita “app” scaricabile gratuitamente dal proprio smartphone o dall’iPad per consentire di venire incontro alle crescenti richieste di assistenza e di aiuto degli utenti della rete, in tempo reale, e di conoscere sempre di più il mondo del web, i suoi rischi e le sue opportunità.

In tale contesto, la polizia postale e delle comunicazioni ha concluso, alla fine dello scorso anno, alcune attività che hanno permesso di sgominare un’organizzazione criminale per associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo informatico, estorsione on line e riciclaggio degli illeciti proventi realizzati mediante la diffusione del virus in argomento, di cui sono rimaste vittima privati cittadini ma anche aziende, private e pubbliche.

fonte Repubblica.it

La campagna della Polizia di Stato “Una vita da social” fa tappa in Francia

La campagna itinerante della Polizia di StatoUna vita da social“, organizzata e curata dalla Polizia postale e delle comunicazioni, quest’anno ha fatto tappa anche oltre il confine italiano di Ventimiglia. Il truck, con a bordo gli operatori della Postale, infatti è arrivato in Francia a Mentone dopo gli incontri in diverse località liguri.

Questo progetto dedicato agli studenti, insegnanti e genitori per sensibilizzarli sui pericoli dell’utilizzo della Rete è co-finanziato dalla Commissione Europea e nel corso delle due precedenti edizioni ha registrato incontri con circa 150 mila studenti, 25 mila genitori e quasi 11 mila insegnanti.

Giorgio Bacilieri, dirigente del Compartimento polizia postale e delle comunicazioni di Genova, ha commentato “Quest’anno si è pensato di coinvolgere anche i giovani nativi digitali di Mentone, accomunati a quelli italiani da un utilizzo massiccio e, a volte, troppo spregiudicato dei social network. Siamo certi ha che in questa giornata di confronto internazionale ciascuno riuscirà ad accrescere ulteriormente le proprie esperienze.”

di Umberto Buzzoni

Caccia ai latitanti: un sito internet unico per l’Europa

Nasce il sito europeo per la ricerca di latitanti. Sotto l’egida di Europol, l’agenzia europea di polizia, è stato creato un sito internet che raccoglie i ricercati più pericolosi. Alla realizzazione delle pagine web hanno partecipato 28 Stati membri dell’Unione europea che aderiscono all’Enfast (European network of fugitive active search teams).

Le funzionalità del sito prevedono le segnalazioni, anche anonime, su criminali di alto profilo ricercati a livello internazionale, condannati o sospettati di aver commesso reati gravi o attentati terroristici in Europa. I contenuti saranno gestiti e pubblicati dai Team nazionali Enfast.

Si è scelto di presentare una lista compatta con un numero ristretto di latitanti che verranno scelti e aggiornati in base alle priorità. L’Italia al momento ha inserito due latitanti Matteo Messina Denaro, boss di Cosa Nostra e Ernesto Fazzalari, pluriomicida della ‘Ndrangheta, condannato all’ergastolo.

Per l’Italia l’attività di aggiornamento delle pagine web e di coordinamento con gli altri team sarà svolta dalla Direzione centrale della polizia criminaleServizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip); proprio il direttore del servizio Gennaro Capoluongo, commentando l’iniziativa, ha dichiarato “La lotta al crimine passa attraverso la cooperazione e la condivisione in tempo reale di ogni informazione utile per la cattura dei latitanti ed in questo senso il sito web di Europol rappresenta un importante strumento di indagine”.

fonte Polizia di Stato

Falso attentato Isis a Firenze: identificato mister “X” di Anonymous

Il 28 dicembre scorso aveva rilasciato un’intervista su un quotidiano online facendo capire di aver sventato un attentato che l’Isis stava per portare a termine a Firenze, asserendo inoltre che la notizia arrivava da un’attività “sotto copertura” di Anonymous, che avrebbe presto portato anche all’individuazione dei membri del commando.

L’uomo, un 29enne esperto informatico di Aosta, conosciuto all’interno del movimento Anonymous come “X” oppure “wArning“, è stato fermato dalla Polizia e denunciato in stato di libertà con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo e al danneggiamento di sistemi informatici.

L’indagato è inoltre ritenuto dagli investigatori il fondatore del canaleOpParis“, nato con il fine di individuare profili Twitter dei presunti affiliati all’Isis collegati agli attentati di Parigi.

Subito dopo le sue “rivelazioni” il Servizio polizia postale e delle comunicazioni ha aperto un’indagine attraverso il Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche), ma non è stato trovato nessun riscontro della notizia. Stesso risultato per quanto riguarda l’analisi svolta dagli investigatori che si occupano in maniera specifica di terrorismo.

Inoltre è stato lo stesso Anonymous a sconfessare il suo adepto. Il due gennaio scorso è infatti apparso un post sulla pagina Facebook del Gruppo, che iniziava così: “In relazione a quanto apparso nei giorni scorsi sugli organi di stampa, Anonymous Italia intende sottolineare il suo disappunto e distacco totale in merito alle dichiarazioni rilasciate da un membro di nome X”.

Dopo aver concluso gli ultimi accertamenti ed aver escluso in maniera assoluta che la notizia potesse avere fondamento, gli investigatori del Cnaipic si sono presentati a casa di “X”. All’interno della sua abitazione è stato rinvenuto numeroso materiale informatico, ora al vaglio degli investigatori.

fonte Polizia di Stato

E’ operativa la Banca dati nazionale unica per la documentazione antimafia

Nasce oggi la Banca dati nazionale unica per la documentazione antimafia (Bdna) che, sempre rispettando le garanzie a tutela del trattamento dei dati sensibili, servirà a semplificare e accelerare il rilascio delle comunicazioni e informazioni antimafia.

Il ministro Angelino Alfano ha dichiarato “Abbiamo centrato l’importante obiettivo di velocizzare le procedure salvaguardando i controlli per agevolare così quelle attività, preziose per la nostra economia, che come base di partenza hanno già le carte in regola per competere sul mercato. L’innovativa piattaforma informatica realizzata dal Dipartimento per le politiche del personale del ministero dell’Interno, consentirà infatti alle stazioni appaltanti di ottenere, in assenza di evidenze ostative, l’immediato rilascio della documentazione liberatoria relativa all’operatore economico inserito nell’archivio informatico della banca dati”.

di Umberto Buzzoni

La tecnologia al servizio delle forze dell’ordine con “eSecurity”

Per illustrare i risultati di due anni di attività, questa mattina a Trento si sono incontrati gli ideatori del Progetto «eSecurity – ICT for knowledge-based and predictive urban security».

Prevedere i reati e aiutare le forze dell’ordine a gestire possibili eventi è ciò che si propone il Progetto eSecurity, ideato dal centro di ricerca eCrime della facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Trento, dalla questura di Trento e realizzato in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler e il comune di Trento.

Come funziona e quale è lo scopo di eSecurity

È risaputo che i reati tendono a concentrarsi in luoghi specifici e in particolari archi temporali; il Progetto intende utilizzare i dati sui reati forniti dalle forze dell’ordine per costruire un modello matematico. Da qui la possibilità di prevenire i fenomeni criminali basandosi su calcoli probabilistici: in questo modo sarà possibile razionalizzare le risorse a disposizione delle forze dell’ordine con interventi più mirati.

Per raggiungere questo scopo è stato creato un database georiferito concepito per immagazzinare dati su eventi criminali, disordine sociale, vittimizzazione, percezione della sicurezza e altre variabili come condizioni climatiche, traffico, inquinamento ad altro.

Queste informazioni vengono supportate da un sistema geografico, capace di estrapolare report di mappe di rischio, e dalle informazioni scambiate in un portale web dove avviene la comunicazione tra cittadini e le amministrazioni locali.

Presenti all’incontro, di questa mattina, oltre al Questore di Trento Massimo D’Ambrosio e Maurizio Vallone, direttore del Servizio controllo del territorio della Polizia di Stato, anche il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, l’assessore alla coesione territoriale della provincia autonoma di Trento, Carlo Daldoss, il presidente della regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco di Livorno Filippo Nogarin e il sindaco di Verona, Flavio Tosi.

fonte Polizia di Stato

Operazione della Polizia Postale con 50 arresti in Romania

Ci sono anche i 4 capi dell’organizzazione criminale tra le 50 persone arrestate dalla Polizia postale italiana insieme alla Polizia rumena e al Centro europeo per la lotta al Cybercrime di Europol, in Romania.

Frode informatica è il reato contestato, infatti, le persone coinvolte sono responsabili di frodi con carte di credito clonate, poi utilizzate per l’acquisto su internet di beni di vario tipo.

Le attività del gruppo criminale andavano avanti dal 2013 causando danni a privati cittadini, compagnie private ed istituzioni bancarie per diverse centinaia di migliaia di euro.

Tra i vari sistemi utilizzati per carpire i dati personali utilizzavano una finta agenzia di viaggi online in cui ignare persone pagavano viaggi inesistenti lasciando i dati personali e della carta di credito.

L’operazione è stata portata a termine in Romania e durante le perquisizioni è stata sequestrata un’enorme quantità di dispositivi digitali, tra i quali numerosi Pc, tablet, telefoni cellulari, schede Sim, schede di memoria e altra documentazione.

La Polizia postale ha coordinato i propri Uffici sul territorio nazionale negli aeroporti di Milano Malpensa, Milano Linate, Venezia Marco Polo, Bologna Guglielmo Marconi, Roma Fiumicino, Roma Ciampino, Napoli Capodichino, Catania Fontanarossa e quello di Palermo Punta Raisi.

Il bilancio complessivo a livello globale dell’operazione è stato di: 130 persone arrestate delle quali 101 in Europa, 11 tra Asia e Oceania, 9 nei Paesi dell’America Latina, 6 in Canada e 2 negli Stati Uniti.

L’odierna operazione – spiega Roberto Sgalla, direttore delle Specialità della Polizia di Stato – è il frutto di una efficace attività di prevenzione e della consolidata collaborazione tra pubblico e privato, sia con le compagnie aeree che con gli uffici antifrode delle varie società emittenti ed intermediarie delle carte di credito, ma anche della costante e qualificata collaborazione con i collaterali organi di polizia stranieri e con le organizzazioni di cooperazione internazionale di polizia Europol ed Interpol.

fonte Polizia di Stato

“Non lasciamoli naufragare”: brochure rivolta ai genitori per la navigazione sicura dei bambini

fonte Ministero dell'Interno

fonte Ministero dell’Interno

La brochure “Non lasciamoli naufragare” è stata realizzata dalla Polizia Postale e delle comunicazioni e dalla Federazione Italiana Medici Pediatri di Catania per fornire ai genitori undici consigli utili per un utilizzo sicuro del web da parte dei bambini.

Si tratta di semplici regole per prevenire i problemi che possono vivere le famiglie con bambini che navigano su internet utilizzando tablet o smarphone.

Alla base di tutto è sempre importante comunicare e condividere l’uso del computer con i figli, insegnandogli ad avere un approccio intelligente e attento alla rete con la consapevolezza dei vari rischi derivanti dall’uso di internet.

Internet è al contempo positivo dato che è il primo mezzo di comunicazione di massa che apre una porta per raggiungere tutto il mondo, ma allo stesso tempo pericoloso perché da quella stessa porta può entrare chiunque. Con il rispetto di poche regole elementari si può pero’ aumentare il livello di sicurezza.

di Umberto Buzzoni