E Riina disse: «Io andreottiano da sempre» Trattativa Stato-Mafia: le nuove prove

STRAGE RAPIDO 904: CHIESTO RINVIO GIUDIZIO RIINAda Corriere.it

Nuove rivelazioni sull’esistenza della trattativa stato-mafia. Un agente di polizia penitenziaria chiese al boss: «E’ vero che ha lei ha dato un bacio ad Andreotti?» e lui risponde: «Le posso solo dire che era un galantuomo e che io sono stato andreottiano da sempre».

LA CONFERMA – Dal capomafia dunque arriverebbero clamorose conferme sull’esistenza della trattativa Stato-mafia. Agli agenti penitenziari il boss avrebbe detto che a farlo arrestare furono Bernardo Provenzano e Vito Ciancimino. Le rivelazioni sono state raccolte dall’agente penitenziario alcune settimana fa, mentre il detenuto stava per essere trasferito dalla sua cella alla saletta delle videoconferenze.

LA RELAZIONE – Le parole del boss, che non collabora con la giustizia, sono finite in una relazione degli agenti che è stata depositata agli atti del processo sulla trattativa insieme agli interrogatori delle guardie carcerarie che hanno sentito le frasi di Riina. Dalle parole del boss verrebbe una conferma alle dichiarazioni del figlio di Ciancimino, Massimo, che ha raccontato ai pm che furono il padre e Provenzano a fare arrestare Riina ai carabinieri a gennaio del 1993. Il padrino avrebbe fatto riferimento poi alla circostanza che qualcuno sarebbe andato da lui: frase sibillina che potrebbe alludere al tentativo di dialogo avviato dal Ros con Riina attraverso Vito Ciancimino che avrebbe segnato l’avvio della trattativa.

Cancellieri: «Fate sentire la vostra voce con forza, lo Stato non vi abbandonerà mai»

da Ministero dell’Interno

Il ministro dell’Interno, in visita al comune di Racalmuto, in provincia di Agrigento, commissariato per infiltrazioni della criminalità organizzata, ha deposto una corona di fiori alla tomba dello scrittore Leonardo Sciascia. Al ministro un messaggio dello scrittore Andrea Camilleri

Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha visitato oggi il comune di Racalmuto, in provincia di Agrigento, la cui amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni mafiose. Il ministro è stato accolto in municipio dai tre commissari straordinari, nominati lo scorso 23 marzo, dal procuratore capo di Palermo Francesco Messineo, dal prefetto di Agrigento Francesca Ferrandino e dall’arcivescovo della Diocesi Francesco Montenegro.
«Bisogna ridare legalità a un paese così nobile come Racalmuto – ha detto il ministro, impegnato in una serie di visite e incontri – Quando mi hanno portato il provvedimento per sciogliere Racalmuto mi sono chiesta ‘ma come si fa a toccare il paese di Sciascia?’. Poi ho letto la relazione e ho visto che non si poteva fare a meno. So che Sciascia avrebbe capito. Privare un paese della possibilità di eleggere i propri rappresentanti è una forzatura da cui potrà nascere qualcosa. Fate una consulta cittadina per far sì che la voce del popolo giunga alla commissione. Fate sentire la vostra voce con forza, lo Stato non vi abbandonerà mai».
Il ministro ha anche letto, nei locali della fondazione Sciascia, un breve passaggio di un’intervista rilasciata dallo scrittore nel 1987. «Un’intervista – ha detto – che deve essere una sorta di guida per tutti noi. La lotta più efficace alla mafia è quella compiuta nel nome del diritto, senza strade d’assedio, ma dando al cittadino la sua sicurezza. La democrazia non è impotente a combattere la mafia».
Annamaria Cancellieri ha chiuso la visita nel paese di Sciascia chiedendo ai cittadini di fare «quadrato attorno alla commissione prefettizia in modo che tutto quello che si potrà fare per Racalmuto lo si farà».
«Le sono infinitamente e sicilianamente grato». Così lo scrittore Andrea Camilleri si è rivolto al ministro, ringraziandola. «L’invito da Lei raccolto – ha scritto Camilleri – rappresenta un atto di sostegno per quanti lottano affinchè sia estirpata la malapianta della criminalità».

Il prefetto di Napoli tra la gente di Scampia per testimoniare la presenza dello Stato

De Martino ai cittadini: «E’ una terra difficile che ha voglia di reagire e questo impegna tutti, me per primo»

Il prefetto De Martino a ScampiaL’idea è nata durante una riunione in prefettura. Il prefetto di Napoli Andrea De Martino, insieme alle Forze di polizia, si è recato ieri a Scampia e Secondigliano dove la presenza criminale, la Camorra, è invasiva e condizionante per la vita quotidiana delle persone che vivono in quei quartieri.

Percorrendo le vie principali, il prefetto si è fermato ad ascoltare molti operatori commerciali della zona, che hanno particolarmente apprezzato l’iniziativa, per poi recarsi nel locale commissariato di Polizia. 

«Scampia è una terra difficile che ha voglia di reagire e questo impegna tutti, me per primo», ha detto De Martino ai cittadini, testimoniando di persona la presenza delle istituzioni accanto ai tanti onesti che hanno voglia di reagire, di dire «basta» alla Camorra.

La visita del prefetto anticipa l’iniziativa di un presidio per la legalità, in programma domani a Scampia,  che da alcuni giorni è al centro di una mobilitazione dei social network che ha dato origine a ‘Occupy Scampia’, un movimento spontaneo, nato e cresciuto sul web dalla reazione di tanti che hanno letto nelle pagine dei giornali di un coprifuoco imposto dai clan per la faida che si sta consumando nel quartiere.