Pansa in Nigeria per l’accordo per la lotta al traffico di esseri umani

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è stato accompagnato dal capo della Polizia Alessandro Pansa nel viaggio in Africa in cui sono stati stretti degli accordi dal governo italiano in particolare in merito all’immigrazione come il memorandum di cooperazione firmato in Nigeria dal prefetto Pansa con Solomon E. Arase.

L’accordo ha come obiettivo la lotta al traffico di esseri umani e la nascita di una collaborazione per il rimpatrio dei cittadini nigeriani che non possono restare in Italia ed in quest’ottica nell’accordo è previsto che i funzionari della polizia nigeriana seguiranno dei corsi di polizia di frontiera, immigrazione e tratta di esseri umani nelle varie scuole della Polizia presenti in Italia per fornire una formazione tecnico-scientifica agli ufficiali, con approfondimenti sulle strumentazioni e sulla falsificazione di documenti.

di Umberto Buzzoni

Brescia, la polizia sequestra coperte ai clochard: «Misura di sicurezza»

«E’ stata una misura di sicurezza necessaria. Tutti gli oggetti abbandonati vanno rimossi, anche le coperte e i vestiti dei clochard ». Parola di Renato Bertulli, comandante della polizia ferroviaria di Brescia che spiega così l’intervento degli agenti alla stazione di Brescia che hanno privato i senzatetto che bivaccano in zona delle loro coperte. Tolleranza zero, proprio come le temperature. Quattro clochard, tre italiani e uno straniero, sono rimasti al freddo a seguito dell’operazione compiuta dalla polizia ferroviaria sabato 18 gennaio. L’episodio, denunciato dai volontari dell’associazione «Good Guys» su Facebook, è stato confermato dalla Polfer stessa che è intervenuta buttando le coperte dei quattro senzatetto «stanziali» all’uscita secondaria della stazione di Brescia in un furgone con destinazione discarica.

«Abbiamo eseguito gli ordini di Questura e Prefettura». «Non abbiamo fatto nulla di particolare e si è trattato di un intervento di routine. Abbiamo rimosso il materiale abbandonato e c’erano quattro borse piene di coperte senza proprietario. Agli altri senzatetto non è stato tolto nulla», spiega il comandante della Polfer, Bertulli. Durante l’operazione i quattro clochard non presenti erano Luigi, 50enne di Napoli, Stefano, 60enne bresciano, Marcella, 37enne disabile e un 40enne straniero. «Abbiamo capito che il materiale fosse di altri senzatetto ma in un momento come questo tutti i bagagli abbandonati costituiscono un pericolo. Eseguiamo gli ordini: dopo gli attentati in Europa e alla scuola di polizia di Brescia le misure di sicurezza si sono alzate. Facciamo solo il nostro lavoro».

I volontari accusano: «Si salvaguarda il decoro anzichè la vita». I «Good Guys», che assistono i clochard della stazione, hanno raddoppiato la dose: Martedì sera, come se non bastasse, la Polfer ha cercato di allontanare queste persone dal portico della stazione. Dopo varie implorazioni gli agenti hanno desistito. A Brescia sembra che sia il decoro urbano a dover essere salvaguardato a discapito delle vite. Noi ci auguriamo che nessuna di queste anime, una mattina, a causa del gelo , non si svegli più. A quel punto, attraverso il sostegno di associazioni preposte tra cui gli avvocati di strada si cercheranno le varie responsabilità».

fonte Il Corriere della Sera

Senza fissa dimora partorisce in strada grazie all’aiuto della Polizia e Papa Francesco offre ospitalità per un anno

Una clochard di 37 anni di nazionalità romena ha partorito per strada, alle due e trenta del mattino, su un marciapiede a Roma in Piazza Pio XII, proprio davanti alle colonne di San Pietro, grazie all’aiuto dell’agente Maria Capone, poliziotta dell’Ispettorato Vaticano distaccata a Roma dalla Calabria per il Giubileo.

Altri agenti del commissariato Borgo sono intervenuti schierandosi in circolo utilizzando delle coperte per offrire riparo e discrezione dopo la nascita della piccola in attesa dell’arrivo del 118. La madre e la neonata Irene stanno bene e sono ricoverate nel reparto di maternità dell’Ospedale Santo Spirito dove hanno ricevuto la visita degli agenti di Polizia e dell’elemosiniere del Papa, Padre Konrad Krajewski che ha rinnovato l’offerta di ospitalità di Papa Francesco, per lei e per la bimba, nella casa delle suore di Madre Teresa a Primavalle.

di Umberto Buzzoni

Catania: 3 scafisti fermati, un migrante annegato e 5 dispersi in mare

Si aggiorna il bollettino della disperazione a Catania. Con l’ultimo arrivo di migranti, avvenuto il 16 gennaio, è stato sbarcato anche il cadavere di un annegato.

Sono invece cinque i dispersi nelle acque siciliane e tre gli scafisti arrestati. I tre fermati dalla Polizia di Stato a Catania erano alla guida di due gommoni carichi di migranti.

I gommoni, che trasportavano oltre 240 migranti, sono stati soccorsi, in due momenti diversi, da un pattugliatore della Guardia costiera a largo delle coste siciliane.

Durante le operazioni di soccorso è stato anche recuperato il cadavere di un migrante annegato, mentre altri cinque, secondo le testimonianze dei sopravvissuti, sono dispersi in mare.

I tre arrestati, due maggiorenni ed un minorenne, provengono dal Ciad, dal Gambia e Guinea.

Le indagini sono state condotte in collaborazione con lo Scico della Guardia di finanza e con i militari della Guardia costiera che hanno raccolto i primi elementi di indagine subito dopo le operazioni di soccorso.

fonte Polizia di Stato

Ispettore fuori servizio e disarmato difende una donna e le sue figlie. Gesto eroico ma nessuno lo aiuta

Gli eventi si sono svolti alcune sere fa a Roma mentre una donna e le sue due bambine stavano passeggiando in Largo Orazi e Curiazi. In quel momento due moldavi stavano urinando sul marciapiede e alla vista della signora e le bambine hanno mostrato i genitali, insultando e ridendo.

L’Ispettore Capo di Polizia Dott. Fabrizio Rubbini del Commissariato Appio in Via Giovanni Botero, fuori servizio e disarmato, alla vista di quanto stava accadendo, è intervenuto immediatamente per intimare ai due moldavi di ricomporsi ma la reazione è stata violenta e senza rivestirsi si sono diretti verso l’Ispettore colpendolo con violenza e spaccandogli una bottiglia in testa.

Il tutto accadeva sotto lo sguardo di una trentina di persone presenti che non sono intervenute ne alle grida della signora ne per aiutare l’Ispettore Capo Dott. Fabrizio Rubbini quando è riuscito a rialzarsi e bloccare uno dei due moldavi.

All’arrivo delle pattuglie dei commissariati Appio e San Giovanni il moldavo 36enne C. A. è stato ammanettato e tre giorni fa è stato fermato anche D. S. moldavo 37enne. L’Ispettore è stato prontamente ricoverato in ospedale con una prognosi di 40 giorni per trauma cranico, rottura delle ossa nasali e distacco vitreo dell’occhio sinistro per cui è già stato sottoposto a due interventi.

L’Ispettore ha poi dichiarato “Ho agito istintivamente da padre, prima che da poliziotto. Ho fatto quello che avrebbe fatto qualunque papà, marito, fidanzato. Mi hanno sorpreso, pero’ l’indifferenza e l’immobilità della gente. Serve una maggiore coscienza civile. La donna che ha dovuto assistere a quegli atti osceni poteva essere la mamma, la fidanzata, la moglie di chiunque. Lo Stato siamo noi, e lo dico da cittadino. C’è bisogno di più senso di appartenenza“.

Come Direttore e amico auguro una pronta guarigione all’Ispettore Capo Dott. Fabrizio Rubbini, ringraziandolo per il gesto eroico compiuto che dovrebbe far pensare e scuotere l’indifferenza della gente e per tutte le occasioni in cui aveva già dimostrato il suo altruismo in passato mettendosi sempre a disposizione di chi ne avesse bisogno.

di Direttore Umberto Buzzoni

Francesi e immigrato tentano furto, presi

A Ventimiglia, ripresi da telecamere. Cittadino chiama 113

VENTIMIGLIA (IMPERIA), 26 DIC – Cinque ragazzi di 20 anni, quattro francesi e un capoverdiano, sono stati arrestati dalla polizia mentre cercavano di scassinare la scorsa notte la porta di ingresso di una tabaccheria di Ventimiglia.

Determinante è stata la segnalazione di un cittadino che ha avvertito il 113. All’arrivo delle volanti i ladri sono scappati ma la polizia è riuscita a bloccarli. Uno dei francesi arrestati ha precedenti anche per violenza sessuale su un minore.

fonte Ansa

Mercanti di esseri umani: tre arrestati a Palermo

Sono una decina i viaggi della vergogna organizzati dei tre scafisti arrestati questa mattina dalle Squadre mobile di Palermo ed Agrigento, in collaborazione con la Capitaneria di porto. Un quarto componente della banda è ancora latitante e alcuni fiancheggiatori in Libia sono stati identificati e denunciati.

L’organizzazione si era specializzata nel trasporto via mare di migranti dalla Libia alle coste siciliane e chiedeva una somma di circa 2.400 euro a persona. I disperati venivano caricati su dei gommoni a bordo dei quali raggiungevano le acque internazionali dove venivano recuperati dalle navi in transito, dopo l’allarme dato con i telefoni satellitari.

Il traffico è stato documentato dagli investigatori per tutto il 2015 ed è stato accertato che oltre al “passaggio” marittimo, gli arrestati garantivano agli immigrati, in alcuni casi la fuga dai centri di accoglienza ed un rifugio dove nascondersi durante gli spostamenti, in attesa di raggiungere il Nord Europa meta finale per molti immigrati.

Uno degli arrestati è coinvolto nella tragedia del febbraio scorso in cui si stima abbiano perso la vita oltre 300 migranti. Furono recuperate le salme di solo 29 persone morte assiderate dentro uno dei gommoni partiti dalle coste tripoline.

Con spietata violenza, all’epoca, circa 460 migranti furono imbarcati a forza sotto la minaccia delle armi nonostante le condizioni del mare fossero proibitive.

Durante la traversata, in attesa dei soccorsi, uno dei gommoni affondò ed uno si sgonfiò facendo morire tra i flutti gli occupanti uno dopo l’altro.

fonte Polizia di Stato

Sbarco di migranti a Taranto, prima assistenza per 603 persone

Sono sbarcati questa mattina al porto mercantile San Cataldo di Taranto dalla nave della marina militare italiana Aviere 603 cittadini extracomunitari: 480 uomini, 105 donne e 18 minori, alcuni non accompagnati.

Una parte di loro, 200 persone, informa la prefettura, saranno ospitati in Puglia, il resto sarà distribuito tra Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Veneto, Piemonte, Lazio e Campania.

L’ufficio territoriale del governo ha coordinato le attività di primo soccorso e assistenza, che hanno impegnato operatori del comune di Taranto, delle Forze dell’ordine, della capitaneria di porto e dell’autorità portuale, dell’azienda sanitaria locale (Asl) e di Croce rossa, Caritas e altre associazioni di volontariato.

fonte Ministero dell’Interno

Presi 4 trafficanti di schiave del sesso, le minacciavano con il voodoo

Una foto, ciocche di capelli, peli e unghie erano gli elementi usati dai “Baba-loa” per sottoporre a rito voodoo le giovani ragazze prima di imbarcarle per l’Europa e farle diventare schiave del sesso da vendere sui marciapiedi.

Al termine dell’operazioneBaba-loa“, coordinata dal Servizio centrale operativo, la Squadra mobile di Ragusa ha messo le manette a quattro persone, un uomo e tre donne, accusati di far parte di un’organizzazione internazionale dedita alla tratta di giovani donne nigeriane, illegittimamente introdotte nel nostro Paese con lo scopo di sfruttarle avviandole alla prostituzione. I reati sono inoltre aggravati dal fatto che il gruppo criminale agiva in più Stati, in particolare Libia, Nigeria e Italia.

Gli arresti sono stati effettuati a Novara, Ferrara e Napoli in collaborazione con le locali Squadre mobili.

Gli sfruttatori approfittavano dello stato di estrema povertà delle vittime e delle loro famiglie, riuscendo facilmente ad ingannarle con il miraggio di un lavoro lecito con il quale avrebbero ripagato il costo del trasferimento (circa 400 euro) e inviato soldi a casa.

L’indagine è iniziata nel febbraio scorso quando, durante uno dei tanti sbarchi di migranti nel porto di Pozzallo (Ragusa), gli uomini della Mobile ragusana hanno notato la presenza di moltissime giovani donne di origine nigeriana.

Grazie anche all’aiuto di una giovane interprete nigeriana, anche lei sbarcata qualche anno fa a Pozzallo e sottratta dalla Polizia alla vita da marciapiede, i poliziotti sono riusciti a convincere una delle migranti a raccontare la sua storia agli investigatori.

Come tutte le altre ragazze cadute nella rete, anche lei sperava di poter studiare e lavorare come baby sitter o badante, prima di rendersi conto, quando ormai era troppo tardi, che in realtà il suo futuro sarebbe stato quello di vendersi sui marciapiedi italiani per “restituire” all’organizzazione un debito di circa 30mila euro.

Il rito voodoo con il quale il Baba-loa le aveva benedette prima di partire, si rivelava in realtà l’arma principale con la quale le vittime venivano terrorizzate e soggiogate, insieme a vere e proprie minacce fisiche a loro e alle loro famiglie. Il “Baba-loa” è una figura religiosa tradizionale molto diffusa e rispettata, soprattutto nelle zone della Nigeria meridionale, con tanto di albo professionale di categoria.

La ragazza aveva imparato a memoria un numero di telefono di una donna, la “maman” che l’avrebbe prelevata e inserita nel meccanismo dell’organizzazione. Proprio mettendo sotto controllo quel numero di telefono gli investigatori sono risaliti agli altri membri del gruppo criminale e alla sua struttura organizzativa.

Alcune delle vittime diventavano esse stesse carnefici e diventavano delle “maman”, in modo da estinguere il debito senza prostituirsi.

L’attività investigativa ha portato all’individuazione di tre diramazioni italiane dell’organizzazione, proprio nelle città dove sono stati effettuati gli arresti.

fonte Polizia di Stato

Immigrazione clandestina: 36 arresti a Palermo con “Golden circus”

Arrivavano in Italia come artisti circensi o ballerini, per essere assunti da compagnie di circo e teatrali, ma nella maggior parte dei casi nemmeno passavano sotto i tendoni o sui palcoscenici dei teatri.

Con l’operazioneGolden circus” gli agenti della Squadra mobile di Palermo hanno interrotto l’attività di un’organizzazione criminale specializzata nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravata dalla transnazionalità dei reati. Per qualcuno anche l’accusa di corruzione di pubblico ufficiale, falso materiale e ideologico. Coinvolti anche numerosi impresari operanti nel circuito circense italiano.

La Mobile palermitana ha eseguito 36 delle 41 ordinanze emesse dalla Procura della Repubblica nei confronti degli appartenenti all’organizzazione che aveva un giro d’affari stimato nell’ordine di 7 milioni di euro.

Almeno 500 i cittadini indiani, bengalesi e pakistani arrivati irregolarmente nel nostro Paese grazie all’attività del gruppo criminale che ruotava intorno alla figura fondamentale di un dipendente pubblico infedele.

L’uomo, dipendente dell’Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro, faceva ottenere la documentazione necessaria agli immigrati per ottenere il visto d’ingresso per ragioni di lavoro.

Ogni immigrato pagava almeno 15mila euro: 2 o 3mila, a seconda che lo straniero fosse assunto veramente o solo fittiziamente, finivano nelle tasche degli impresari circensi compiacenti. Un’altra parte andava ai procacciatori di clienti, che agivano nei loro Paesi di origine, mentre una buona fetta andava al dipendente dell’assessorato regionale.

L’uomo, responsabile dell’Ufficio speciale di collocamento per i lavoratori dello spettacolo, produceva dei falsi nulla osta al lavoro per prima occupazione o visti d’ingresso per cittadini extracomunitari, necessari per ottenere, da parte delle ambasciate, il visto d’ingresso nel territorio nazionale.

Gli impresari circensi inoltravano la domanda di assunzione dello straniero all’ufficio dove lavorava il dipendente corrotto, il quale predisponeva, pure in mancanza dei presupposti, il “nulla osta al lavoro per prima occupazione o visto d’ingresso cittadini extracomunitari“.

Per ottenere la documentazione servivano una copia del passaporto del cittadino straniero, il certificato di sana e robusta costituzione, alcune referenze lavorative e il nulla osta dell’Ufficio immigrazione della questura. Quando non riusciva ad ottenere il nulla osta per le vie regolari, l’uomo faceva ricorso a due stratagemmi alternativi: utilizzava un falso timbro dell’Ufficio immigrazione della questura di Palermo, oppure emetteva direttamente un provvedimento dell’Assessorato che attestava, falsamente, la presenza agli atti del nulla osta della Questura.

Per sveltire le “pratiche amministrative”, il dipendente pubblico infedele ad un certo punto ha deciso di mettersi in proprio. Mantenendo il suo incarico alla regione ha aperto un suo ufficio privato, attraverso il quale ottenere diretti contatti con gli imprenditori circensi.

In questo “nuovo contesto lavorativo” ha coinvolto anche la moglie e i suoi due figli, che hanno messo a disposizione conti correnti e postepay su cui far confluire le cifre pagate dagli imprenditori circensi.

fonte Polizia di Stato