di Grazia De Marco
Il fenomeno delle baby-squillo dei Parioli rivela, ogni giorno, particolari sempre più agghiaccianti che rendono questo caso uno dei più scandalosi degli ultimi anni in Italia.
Dopo le intercettazioni choc emerse negli ultimi giorni, che rivelano il coinvolgimento della mamma di una delle ragazze, che obbligava la figlia a prostituirsi, il fenomeno delle baby-prostitute e soprattutto dei loro clienti si allarga ogni giorno di più. Fino ad ora i clienti identificati e indagati per aver avuto rapporti sessuali con le due minorenni sono circa dieci, ma nei prossimi giorni il numero potrebbe salire a decine di uomini residenti non solo a Roma, ma anche in altre città. Le persone arrestate sono invece cinque: i tre sfruttatori Nunzio Pizzicalla, Mirko Ienni e Mario De Quattro, la madre di una delle ragazzine e un cliente ricattatore.
Ma quello che rende ancora più inquietante questo caso è che le due ragazze, una di 14 e una di 15 anni, venivano fatte prostituire con la consapevolezza che fossero minorenni e non si esclude, anche, l’esistenza di una vera e propria rete di trafficanti che riforniva di cocaina le giovani e i loro clienti. Durante gli interrogatori dei giorni scorsi di fronte ai Pm, infatti, una delle ragazze ha puntato il dito contro uno degli arrestati, Mirko Ienni, dicendo che lui faceva finta di non sapere che loro fossero minorenni, smentendo ciò che aveva detto lo sfruttatore nell’interrogatorio di garanzia: “non ero a conoscenza della loro età, ero convinto che fossero due studentesse universitarie”.
Dalle indagini emerge, inoltre, che l’appartamento di Viale Parioli, preso in affitto con un regolare contratto, proprio da Ienni, era frequentato non solo dalle due minorenni, ma anche da altre prostitute, di cui, almeno due, maggiorenni. Nella rete degli sfruttatori, quindi, non c’erano solo giovanissime, ma anche donne adulte, escort professioniste più grandi e più esperte, convinte dagli sfruttatori ad inserirsi nel giro per incrementare e dividere i guadagni. Dopo lo scandalo dei Parioli, peraltro, ne sono emersi degli altri, come quello di Milano, L’Aquila e Ponza, ma anche Bologna e Firenze. Nel capoluogo Lombardo sono infatti otto le ragazzine che, secondo l’equipe del professor Luca Bernardo, si prostituiscono a scuola, quasi sempre in istituti privati. I loro coetanei le chiamano “ragazze doccia”, in quanto fanno sesso quotidianamente semplicemente per dei beni materiali. Al mattino domanda e offerta vengono contrattate prima sul telefonino e poi le ragazze accettano anche più di un cliente a testa, a seconda di quanto possono offrire.
Anche la Procura della Repubblica dell’Aquila ha avviato un’inchiesta su questo fenomeno, dopo l’allarme lanciato da Monsignor Giovanni d’Ercole, Vescovo ausiliare del capoluogo Abruzzese, che ha rivelato di essere stato informato dell’esistenza di baby prostitute, che vendono il proprio corpo anche per una semplice ricarica telefonica. Ovviamente, ha spiegato il Procuratore Capo Fausto Cardella, quanto detto da Monsignor D’Ercole sarà approfondito in tempi solleciti, con modalità che verranno decise dal pool competente su questi reati. Per ora si tratta di un indagine tecnicamente “preliminare” che farà il salto di qualità qualora venissero trovate prove e riscontri ai gravi fatti riportati da D’Ercole. Tra i vari episodi spunta, infine, anche una vacanza sull’isola di Ponza, provata da numerose fotografie, che ritraggono le ragazzine senza veli a bordo di uno yach ormeggiato nelle acque dell’isola Pontina.
La coordinatrice dei programmi di Ecpat Italia (organizzazione internazionale che difende i diritti dei bambini dal pericolo di turismo sessuale e del mercato del sesso), Yasmin Abo Loha, ha rivelato che soni circa 7000-11000 le vittime di prostituzione minorile, a seguito di tratta in Italia, a cui vanno poi aggiunti le centinaia di italiane che sono costrette a prostituirsi da coetanei e adulti a seguito di adescamenti online, come nel caso delle due adolescenti dei Parioli. La prostituzione minorile, spiega l’organizzazione, è un fenomeno sommerso ed è fondamentale l’attivazione della Banca Dati dell’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia, al fine di conoscere la reale entità del fenomeno che, come nel caso delle due adolescenti romane, scaturisce dalla difficoltà, da parte del genitore di svolgere al meglio il suo ruolo di educatore. Per questo Ecpat Italia ha scelto la strada dell’educazione-rieducazione: educare i ragazzi ad esigere il rispetto dei propri diritti e rieducare gli adulti, affinchè sappiano trasmettere ai propri figli i valori dell’affettività e della sessualità.