Cancellieri: «Fate sentire la vostra voce con forza, lo Stato non vi abbandonerà mai»

da Ministero dell’Interno

Il ministro dell’Interno, in visita al comune di Racalmuto, in provincia di Agrigento, commissariato per infiltrazioni della criminalità organizzata, ha deposto una corona di fiori alla tomba dello scrittore Leonardo Sciascia. Al ministro un messaggio dello scrittore Andrea Camilleri

Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha visitato oggi il comune di Racalmuto, in provincia di Agrigento, la cui amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni mafiose. Il ministro è stato accolto in municipio dai tre commissari straordinari, nominati lo scorso 23 marzo, dal procuratore capo di Palermo Francesco Messineo, dal prefetto di Agrigento Francesca Ferrandino e dall’arcivescovo della Diocesi Francesco Montenegro.
«Bisogna ridare legalità a un paese così nobile come Racalmuto – ha detto il ministro, impegnato in una serie di visite e incontri – Quando mi hanno portato il provvedimento per sciogliere Racalmuto mi sono chiesta ‘ma come si fa a toccare il paese di Sciascia?’. Poi ho letto la relazione e ho visto che non si poteva fare a meno. So che Sciascia avrebbe capito. Privare un paese della possibilità di eleggere i propri rappresentanti è una forzatura da cui potrà nascere qualcosa. Fate una consulta cittadina per far sì che la voce del popolo giunga alla commissione. Fate sentire la vostra voce con forza, lo Stato non vi abbandonerà mai».
Il ministro ha anche letto, nei locali della fondazione Sciascia, un breve passaggio di un’intervista rilasciata dallo scrittore nel 1987. «Un’intervista – ha detto – che deve essere una sorta di guida per tutti noi. La lotta più efficace alla mafia è quella compiuta nel nome del diritto, senza strade d’assedio, ma dando al cittadino la sua sicurezza. La democrazia non è impotente a combattere la mafia».
Annamaria Cancellieri ha chiuso la visita nel paese di Sciascia chiedendo ai cittadini di fare «quadrato attorno alla commissione prefettizia in modo che tutto quello che si potrà fare per Racalmuto lo si farà».
«Le sono infinitamente e sicilianamente grato». Così lo scrittore Andrea Camilleri si è rivolto al ministro, ringraziandola. «L’invito da Lei raccolto – ha scritto Camilleri – rappresenta un atto di sostegno per quanti lottano affinchè sia estirpata la malapianta della criminalità».

Amministrative 2012, guida al voto

da Ministero Interno

Norme di riferimento, modalità di elezione, fac simile delle schede. Tutte le informazioni in un vademecum realizzato dalla Direzione centrale dei servizi elettorali

In occasione delle prossime elezioni amministrative del 6 e 7 maggio 2012 sono state realizzate, dalla Direzione centrale dei servizi elettorali del ministero dell’Interno, alcune schede informative per guidare il cittadino nel percorso di avvicinamento al voto.

Il documento, così come è stato organizzato, fornisce aggiornati riferimenti normativi sul tema, informazioni utili circa la composizione dei consigli comunali, le modalità di elezione, durata in carica degli eletti, quando e come si vota ed i fac simile delle schede elettorali

On line la Relazione 2011 dell’Agenzia beni confiscati alla criminalità organizzata

da Ministero Interno

Più dell’83% degli immobili confiscati si concentra al Sud, il 5,44% al Centro e l’11,19% al Nord. Tra le finalità del loro reimpiego prevalgono quelle sociali, seguite da sicurezza e soccorso, uffici, sanità e scuole. Solo nel 2011 sono state sottratte ai clan 139 aziende

È consultabile da questa mattina sul sito dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), nella sezione ‘Relazioni’, la Relazione 2011 sull’attività dell’organismo, nato nel 2010 per dare un’incisiva accelerazione alla lotta contro la criminalità organizzata.
Oltre ad un rapporto statistico dettagliato su numero di beni confiscati, distribuzione geografica e loro destinazione, la Relazione riporta lo stato di applicazione del progetto R.E.G.I.O. sullo scambio telematico dei dati con il ministero della Giustizia e le novità introdotte dal Codice delle leggi antimafia, con le relative proposte di modifica presentate recentemente alla Commissione antimafia dal direttore dell’Agenzia Giuseppe Caruso.
I compiti dell’Agenzia si riconducono alla fase giudiziaria (dal sequestro alla confisca del bene) e amministrativa (dopo la confisca, destinazione e consegna). Nella prima fase l’Anbsc supporta l’autorità giudiziaria durante il procedimento; nella seconda, lavora per la destinazione del bene che deve avvenire entro 90 giorni dalla confisca. In entrambe le fasi l’Anbsc, che opera sotto la vigilanza del ministero dell’Interno, monitora i dati sui sequestri e le confische, e in base a questi programma la destinazione dei beni. Il Codice antimafia non ha modificato le attribuzioni dell’Agenzia, che ha come mission primaria la restituzione allo Stato e alle comunità locali dei beni illecitamente accumulati dai clan, nel minor tempo e nel migliore stato possibili.

Grafico a torta sulla distribuzione geografica beni confiscatiQualche dato sui beni confiscati

Questa la fotografia sintetica dei beni immobili confiscati definitivamente, per quantità e distribuzione geografica: al 31 dicembre 2011 sono in totale 10.438 i beni confiscati, tra immobili in gestione, destinati e consegnati, destinati non consegnati e usciti dalla gestione, solitamente per revoca della confisca o esecuzione immobiliare. Il 75% di questi beni si concentra in 3 regioni, Sicilia (con 4.649 beni pari al 44% del totale), Calabria e Campania, seguite da Puglia e Lombardia. Sul territorio italiano, tirando le somme, l’83,37% di questi beni si concentra al Sud, il 5,44% al Centro e l’11,19% al Nord.
Per quanto riguarda la loro destinazione, all’86,66% sono stati trasferiti al patrimonio indisponibile degli enti territoriali, quasi sempre i comuni dove sono ubicati,il restante 11,36% a Forze dell’ordine, Vigili del fuoco e Capitanerie di porto. Sotto il profilo delle finalità, cioè in concreto del loro riutilizzo, prevalgono quelle sociali seguite da quelle abitative, da sicurezza e soccorso pubblico, uffici, sanità, scuole, e altro. Le principali criticità che l’Agenzia incontra nella gestione, in attesa della confisca, dipendono dalla presenza di ipoteche o da procedimenti giudiziari in corso.
Le aziende confiscate al 31 dicembre 2011 sono in totale 1.516, di cui 139 nel solo 2011. Si trovano in 17 regioni italiane, ma la maggior parte (95%) si concentra in 6 regioni, Sicilia in testa. Il 69,7% è in gestione all’Agenzia, anche se molte sono senza dipendenti o in attesa di uscire dalla gestione, cosa che avviene nel 59,3% dei casi a seguito della loro cancellazione dal Registro delle imprese. A livello di distribuzione geografica, il 37% si trova in Sicilia, il 20,5% in Campania, e sono altre 4 le regioni – Lombardia, Calabria, Puglia e Lazio – con almeno 100 aziende confiscate presenti.
Infine, i beni mobili registrati. Al 31 dicembre 2011 risultano in totale 4.240, il 30,68% dei quali si trova in Sicilia.

Nuove difese contro i tentativi di infiltrazione mafiosa in Emilia Romagna

da Ministero dell’Interno

Alla presenza del ministro Cancellieri, siglato a Rimini un protocollo d’intesa tra il presidente e i prefetti della regione che riguarda il settore dell’edilizia privata
Crescono gli strumenti per combattere i tentativi di infiltrazione mafiosa, anche all’interno del settore privato. In Emilia Romagna è stato sottoscritto oggi un protocollo per far fronte al rischio di ingressi sgraditi nel tessuto economico del territorio che riguarda, in particolare, l’edilizia privata.

L’accordo, tra i prefetti e la regione Emilia Romagna, è stato siglato alla presenza del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri nella Sala del Giudizio del Museo civico di Rimini. Presenti, tra gli altri, il presidente della regione Vasco Errani, l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, i rappresentanti regionali di Anci e Upi, i sindaci delle principali città emiliano-romagnole – compresi il sindaco di Rimini Andrea Gnassi e il sindaco di Bologna Virginio Merola – e dei presidenti delle province.

«Dobbiamo lavorare insieme», ha osservato il ministro Cancellieri. «Facendo sinergie si ottengono sicuramente risultati significativi».

Rimini, l'intervento del ministro Cancellieri

Il protocollo prevede la dematerializzare degli adempimenti e il miglioramento dello scambio di informazioni tra le pubbliche amministrazioni. Ha durata di due anni ed è rinnovabile per un ulteriore biennio. Va a completare l’attuazione della legge regionale 11 del 2010 che ha introdotto disposizioni per la promozione della legalità e della semplificazione nel settore edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata.
Grazie al protocollo, le prefetture si impegnano a considerare, tra i soggetti legittimati a richiedere la documentazione antimafia, anche le imprese affidatarie ed esecutrici di lavori per i quali è rilasciato dai comuni il permesso di costruire nel settore dell’edilizia privata. In caso di costruzioni di rilevante entità economica, il protocollo intensifica i controlli antimafia coinvolgendo l’Anci Emilia-Romagna.

«La legalità – ha sottolineato il presidente Errani – è un valore irrinunciabile per la nostra regione, e non da oggi. Questo è un ulteriore passo in avanti per estendere le cautele antimafia anche nel settore privato». «Uno dei valori che deve essere rimesso al centro – ha proseguito – è la leale collaborazione tra istituzioni, senza primogeniture o protagonismi».

Mafia, una grande questione nazionale

da Ministero dell’Interno

Il ministro dell’Interno Cancellieri nel corso di un’audizione al Senato davanti alla commissione bicamerale Antimafia: «Atteggiamenti omertosi sembrano replicare stili comportamentali tipici di scenari a legalità debole»

È ormai il caso di parlare di «questione settentrionale». Questa mattina il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha lanciato un allarme sulla presenza di infiltrazioni mafiose nel Nord Italia.

«Recenti analisi investigative – ha riferito nel corso di un’audizione davanti alla commissione Antimafia al Senato – guardano con preoccupazione all’affermarsi, anche oltre i confini del Mezzogiorno, di atteggiamenti omertosi che sembrano replicare stili comportamentali tipici di scenari a legalità debole». Emergerebbe, infatti, «la pressoché totale assenza di segnali reattivi»: su 199 operatori economici vittime di atti di aggressione, solo uno ha sporto denuncia.

L’analisi secondo cui l’infiltrazione al Nord sarebbe un fenomeno confinato alle attività di riciclaggio e reinvestimento di capitali illeciti appare al ministro dell’Interno «poco attuale e fuorviante». Il pericolo maggiore, secondo Cancellieri, è percepire la questione solo come un problema criminale al quale dare una risposta prevalentemente repressiva. Invece, ha spiegato il ministro, il fenomeno «evoca aspetti di tale complessità sul piano sociale, culturale e soprattutto politico, da richiedere un impegno, severo e profondo, di uguale complessità».

«Le preoccupazioni – ha rilevato Cancellieri – nascono dalla pervasività dei fenomeni corruttivi che non solo affliggono, come ha ricordato il presidente della Corte dei Conti, il settore delle pubbliche amministrazioni, ma che rappresentano un’alterata modalità relazionale anche nei comportamenti dei privati». Trascurare il fenomeno nel privato, oltre a determinare effetti distorsivi per il mercato, lascerebbe «un varco troppo invitante per gli appetiti criminali».

Cancellieri ha segnalato anche «la difficoltà di intercettare il percorso migratorio delle organizzazioni criminali» che si mimetizzano affermando la loro presenza con modalità quasi sempre incruente. La mafia calabrese, ad esempio, «a differenza di altre consorterie, costituisce proprie strutture nei territori di nuovo insediamento».

Un altro segnale viene dai dati sui beni sequestrati. Dal 2009 ad oggi, ha riferito il ministro Cancellieri, sono stati sequestrati 5.974 beni alla criminalità organizzata nelle regioni del Nord, per un valore di circa un miliardo e mezzo di euro. Le confische hanno riguardato 1.606 beni. La maggior parte dei sequestri (2.798 per un valore di oltre un miliardo di euro) è stata fatta in Lombardia, seguono Piemonte (1.658) e Liguria (804).

Per quanto riguarda i giochi e le scommesse, ha riferito il ministro, è stata registrata «una crescita vertiginosa» che ha attirato gli interessi della criminalità organizzata e comportato, con la compulsività del gioco e il coinvolgimento dei minori, conseguenze «talora devastanti per la collettività e l’economia delle famiglie». Cancellieri ha quindi evidenziato l’opportunità di introdurre nel nostro ordinamento penale nuove norme anche se la collocazione fuori dal territorio nazionale di molte centrali di scommessa costituisce un serio ostacolo al lavoro investigativo.

Per quanto riguarda i provvedimenti di scioglimento delle amministrazioni locali per mafia, il ministro ha riferito che nei primi due mesi del 2012 ne sono stati disposti cinque, a fronte dei sei adottati complessivamente in tutto il 2011 e anche in tutto il 2010.

Drastica riduzione degli episodi di violenza negli stadi. Cancellieri: «Sono stati fatti passi da gigante»

da Ministero Interno

In un convegno a Roma, organizzato dall’Associazione nazionale funzionari di Polizia, gli ultimi dati dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. Presentato il libro ‘La Sicurezza negli stadi’

Le attività di contrasto alla violenza negli stadi stanno producendo interessanti risultati. Innanzitutto, una generale riduzione del numero degli incidenti nel corso delle manifestazioni sportive e un calo degli arresti e delle denunce. Inoltre, una maggiore presenza sugli spalti, soprattutto degli spettatori che seguono il campionato di serie B. Proprio in questi incontri, però, si registrano più casi di violenza con feriti. Ancora in controtendenza rispetto alla serie A, dove prevale la logica della sicurezza partecipata, nella categoria minore cresce l’impiego delle forze di sicurezza. Complessivamente sono stati emessi 4.747 provvedimenti DASPO, 1.059 solo in questa stagione. La tessera del tifoso si conferma un successo, avendo superato il milione di emissioni.
I dati sono stati elaborati dall’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive al termine del girone di andata dei campionati professionistici di serie A, serie B e Lega Pro e divulgati questa mattina nel corso di un convegno presso l’Hotel Quirinale a Roma.

Sono intervenuti il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri e il capo della Polizia Antonio Manganelli. Presenti, inoltre, il sottosegretario all’Interno Carlo De Stefano, il vice capo di Gabinetto vicario Vincenzo Cardellicchio, il questore di Roma Francesco Tagliente, il nuovo presidente dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive Pasquale Ciullo, il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, l’onorevole Alfredo Mantovano, l’onorevole Emanuele Fiano. In sala anche i ragazzi delle scuole superiori Righi e Sereni.

Copertina 'La sicurezza degli stadi'«Dall’anno zero – quello in cui è stato ucciso l’ispettore Filippo Raciti – sono stati fatti passi da gigante» ha commentano il ministro Cancellieri nel corso del suo intervento. Il ministro, inoltre, ha lodato la presa di coscienza delle società calcistiche che hanno staccato ogni legame con gli ultrà e l’attività dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive per la normativa e la messa in sicurezza degli stadi. «Ora dobbiamo fare un salto di qualità», ha poi aggiunto il ministro, «augurandoci che vengano costruiti nuovi stadi più funzionali e lontani dai centri cittadini».
Inoltre, ha detto, «bisogna che la gente si riappropri della partita» perché «vedere una partita allo stadio è tutta un’altra cosa che vederla in tv, è una festa di popolo, un rito festoso».
«Il sogno – ha auspicato anche il capo della Polizia Manganelli – è uno stadio senza forze di polizia e senza divisori in cui la sicurezza è garantita esclusivamente da addetti delle società sportive».

Nel corso dell’evento, organizzato dall’Associazione nazionale funzionari di Polizia, è stato presentato il libro ‘La sicurezza negli stadi’ – edito da Franco Angeli – curato da Roberto Massucci dell’Osservatorio sullo sport e da Nicola Gallo, funzionario di Polizia in servizio presso la questura di Ravenna. Il volume ha il patrocinio dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e contiene i contributi di magistrati, docenti universitari e psicologi di Polizia che hanno voluto così contribuire alla diffusione della cultura della sicurezza e della legalità.
«La sicurezza nelle manifestazioni sportive – ha osservato il segretario dell’Osservatorio Massucci – non può e non deve essere un problema solo della Polizia, ogni soggetto coinvolto deve assumersi le proprie responsabilità».

Nasce a Roma il Centro nazionale di coordinamento per l’immigrazione

Un momento della cerimonia inaugurale

C’era la folla delle grandi occasioni ieri, per ascoltare chi del tema immigrazione se ne intende davvero. Una sorta di “incontro allargato tra esperti del settore”, che si sono dati appuntamento all’inaugurazione del Centro nazionale di coordinamento per l’immigrazione “Roberto Iavarone”. L’incontro si è svolto a Roma, nella sede del Dipartimento della pubblica sicurezza, Direzione centrale dell’immigrazione e della Polizia delle frontiere al Polo Tuscolano.

L’omaggio del capo della Polizia a Roberto Iavarone

Roberto Iavarone, l’agente ausiliario caduto nell’adempimento del dovere il 18 settembre 1984 nel corso di un’operazione di servizio, quando venne accoltellato da un cittadino di origine slava che minacciava i passeggeri in transito all’aeroporto, è stato ricordato dal capo della Polizia Antonio Manganelli. “Roberto aveva solo 20 anni quando è stato ucciso mentre difendeva eroicamente passeggeri e impiegati all’interno dell’aeroporto di Fiumicino”. L’intitolazione del Centro di coordinamento è una traccia tangibile del sacrificio di Iavarone, motivo per cui il prefetto Manganelli è “felice che 30 anni dopo sia ancora viva la sua memoria, e questa cosa segnala anche la continuità della Polizia di Stato”.

Il direttore generale della Pubblica Sicurezza ha sottolineato come, con la costituzione del Centro nazionale è stato centrato un obiettivo: “Una cabina di regia e un coordinamento integrato tra forze di polizia e non, impegnate nel contrasto all’immigrazione irregolare”. Esso rappresenta un traguardo – prosegue Manganelli – ma stiamo cercando inoltre di integrare gli immigrati regolari, anche nelle difficoltà causate da resistenze di alcune comunità a lasciarsi integrare. Di fronte alla clandestinità applichiamo il rigore della legge ed è massimo l’impegno contro organismi criminali che lucrano sul fenomeno della tratta di esseri umani”.

L’intervento del ministro dell’Interno
Pieno di entusiasmo anche l’intervento del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, in linea con il prefetto Manganelli, al quale ha voluto rappresentare tutta la sua “gratitudine per l’intelligente lavoro e la grande passione che mette nella sua attività”. Dichiarazioni che sono apparse di piena sintonia ed amicizia nei confronti del capo della Polizia, salutate da un lungo applauso dei partecipanti.

Il ministro ha proseguito affermando che “contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina è un dovere di civiltà, contro i mercanti della vita umana, persone che contrabbandano la speranza e si arricchiscono in maniera ignobile”. Questo centro di coordinamento è stato fortemente voluto dall’Unione Europea e va nel senso di operare in rete per contrastare efficacemente il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Siamo tra i primissimi Paesi ad averlo, ed è per noi motivo di orgoglio”.

Chi c’era alla conferenza
La conferenza, moderata dal prefetto Rodolfo Ronconi, direttore centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, ha ospitato numerosi relatori. Oltre al ministro dell’Interno e al capo della Polizia, ricordiamo in successione: il responsabile dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni Josè Angel Oropeza, il direttore di Europol Rob Wainwright, il direttore esecutivo dell’Agenzia europea per le Frontiere Esterne Ilkka Laitinen, il sottosegretario agli Affari Esteri Staffan de Mistura e il ministro della Cooperazione internazionale e integrazione Andrea Riccardi.

27 gennaio 2012 Giorno della Memoria

(da Ministero dell’Interno)

Alla Scuola superiore dell’amministrazione dell’Interno una giornata formativa il 23 gennaio alla presenza del ministro Cancellieri

Il ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi ha presentato oggi, nella sala stampa di Palazzo Chigi, gli eventi istituzionali in programma per commemorare il ‘Giorno della Memoria’. La ricorrenza, celebrata ogni anno il 27 gennaio, ricorda la persecuzione degli ebrei e dei deportati italiani nei lager nazisti.

Il ministro Riccardi ha ricordato che il ministero dell’Interno parteciperà alla giornata della memoria con il ‘Convegno di studi in ricordo della Shoah’ che si terrà, alla presenza del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri,  il 23 gennaio, dalle ore 9.45 alle ore 13.00, presso l’Aula magna della Scuola superiore dell’amministrazione dell’Interno (via Veientana n. 386), diretta dal prefetto Emilia Mazzuca.

Organizzato con la Comunità ebraica e con istituzioni universitarie italiane e straniere, il convegno ha carattere formativo ed è destinato alla carriera prefettizia e alle forze di polizia chiamate ad affrontare il fenomeno dell’antisemitismo. 

Il programma prevede interventi del presidente emerito della Corte Costituzionale e già ministro di Grazia e Giustizia Giovanni Maria Flick, del rettore della Hochschule für Jüdische Studien di Heidelberg Johannes Heil e dello storico del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano Marcello Pezzetti. 

Le celebrazioni si concluderanno nel pomeriggio con una rappresentazione teatrale dal titolo ‘Racconta!’, testimonianza del coraggio e della sofferenza delle donne che hanno subito le persecuzioni naziste. 

All’incontro di stamane erano presenti il capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, prefetto Angela Pria, il direttore della Scuola superiore dell’amministrazione dell’Interno, prefetto Emilia Mazzuca e il prefetto Mario Morcone.
Hanno partecipato, inoltre, il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna, il presidente della Fondazione museo della Shoah di Roma Leone Paserman e il sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato Agostino Attanasio.

Question time alla Camera, il ministro sulle scorte: «Le misure di protezione adottate a seguito di approfondita valutazione»

Cancellieri ha chiarito che le nuove misure sul servizio di protezione vanno nella direzione di un contenimento dei costi. La seconda interrogazione ha riguardato le misure di protezione adottate per un imprenditore agrigentino

Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha risposto questo pomeriggio alla Camera dei deputati a due interrogazioni nel corso del tradizionale appuntamento con il Question time.

Per quanto riguarda la prima interrogazione relativa alle misure di razionalizzazione dei servizi di scorta e tutela, il ministro ha fornito alcuni chiarimenti. In primo luogo, Cancellieri ha ricordato che le misure adottate vanno nella direzione di un contenimento dei costi di questo servizio e che gli interventi saranno estesi anche al terzo e quarto livello di protezione. «Le misure di protezione sono adottate – ha ribadito il ministro – a seguito di approfondita valutazione della situazione personale di rischio»  valutazione svolta in duplice livello:«in sede locale e in sede centrale».
Inoltre, la previsione che i mezzi per la scorta debbano essere messi a disposizione dal destinatario trova un limite nel caso di ‘comprovata impossibilità’ che sarà accertata dal prefetto. In questo caso, infatti, i mezzi saranno messi a disposizione dalle forze di polizia.
Questo meccanismo sarà comunque adottato, ha spiegato il ministro, in maniera «graduale e flessibile», ribadendo che in sede locale la proposta dovrà giungere dal prefetto che dovrà comunicarla per la definitiva determinazione all’Ufficio interforze per la difesa personale (Ucis) che gestisce la materia a livello centrale. Concludendo, il ministro dell’Interno ha ribadito che «Qualsiasi valutazione è rimessa al prefetto, massima autorità responsabile per il buon governo della provincia».

La seconda interrogazione ha riguardato le misure di protezione adottate per l’imprenditore agrigentino Ignazio Cutrò. Su questa questione il ministro Cancellieri ha ribadito quanto precisato con un comunicato stampa del 16 gennaio scorso ovvero che il Sig. Ignazio Cutrò beneficia di tutte le misure previste dalla legge sui testimoni di giustizia e che la Commissione centrale per i programmi di protezione ha già disposto l’audizione dell’interessato per la prossima riunione in programma il 25 gennaio proprio per individuare ulteriori possibili interventi, oltre a quelli già disposti dall’Amministrazione.

Pubblicato il decreto che disciplina la ‘guida accompagnata’ per i diciassettenni

 

(dal Ministero dell’Interno)

Stabilisce come ottenere l’autorizzazione ad esercitarsi al volante, in presenza di un ‘accompagnatore designato’, in vista dell’esame per la patente B. In vigore dal 120° giorno dalla pubblicazione

È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale – Serie generale del 23 dicembre il decreto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti 11 novembre 2011, n.213, che disciplina le modalità di rilascio dell’autorizzazione alla ‘guida accompagnata’ per i minori diciassettenni che abbiano già la patente di guida per la moto.

Si tratta del regolamento, previsto dalla legge n.120/2010, che dà concreta attuazione alla possibilità per i diciassettenni di esercitarsi alla guida di autoveicoli per prepararsi a sostenere, compiuti i 18 anni, l’esame di guida per il conseguimento della patente B.

A grandi linee, la procedura per ottenere l’autorizzazione parte con la presentazione ad un Ufficio della Motorizzazione civile di un’istanza firmata dal genitore, o dal tutore legale, e dal minore, corredata da una serie di documenti.

Il ragazzo/a dovrà quindi frequentare un corso propedeutico presso una scuola guida di almeno dieci ore, al termine del quale otterrà un attestato da presentare all’ufficio Motorizzazione che ha ricevuto l’istanza iniziale, indicando l’accompagnatore o gli accompagnatori designati. Questi dovranno possedere la patente B o superiore da almeno 10 anni e non averne più di 60. L’ufficio motorizzazione, verificati i requisiti, rilascerà l’autorizzazione alla guida accompagnata.

Il decreto entrerà in vigore il 120° giorno dalla sua pubblicazione in Gazzetta.